L’ ONAV ed i vini calabresi

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L’ ONAV ed i vini calabresi Villaggio Cutura - Sila Taverna (CZ) 14/08/2014 Sezione ONAV di Reggio Calabria

Degli attacchi di cuore Non aumentano la frequenza di Raccomandazioni 1-2 drink al giorno riducono la frequenza Degli attacchi di cuore Dell’ictus ischemico Dei calcoli biliari Non aumentano la frequenza di - ipertensione tumori cirrosi Possono determinare danni in gravidanza Peggiorare le malattie di fegato Peggiorare l’ulcera gastrica attiva

Gli antichi Greci conoscevano la Calabria come Enotria, “Terra del vino”, e i vini calabresi venivano offerti ai vincitori delle Olimpiadi. In tempi più recenti, tra il XIX e il XX secolo, l’epidemia di fillossera e la forte emigrazione hanno dato un duro colpo alla viticoltura calabrese. Per molti anni i vini calabresi sono stati usati come vini da taglio, ma ultimamente, grazie alla caparbietà di alcuni viticoltori locali, il livello qualitativo è salito notevolmente.

Principali vitigni per la produzione dei vini calabresi L’enologia calabrese è dominata dai vini rossi. I vitigni a bacca scura più diffusi sono l’autoctono gaglioppo, il greco nero e il nerello cappuccio e mascalese. Tra i vitigni a bacca bianca, i più significativi sono il montonico, la guarnaccia, il trebbiano toscano e il greco bianco. Sono oggi piuttosto diffusi anche i vitigni internazionali cabernet sauvignon, merlot e chardonnay. Tradizionalmente le viti in Calabria vengono allevate ad alberello, anche se si stanno diffondendo forme di allevamento più moderne come ad esempio il cordone speronato.

Principali zone di produzione dei vini calabresi

Oggi in Calabria si contano 12 DOC e 10 IGT per un totale di circa 11.091 ettari vitati su una superficie prevalentemente collinare e montuosa, la Calabria si colloca al 16° posto nella classifica della produzione nazionale. Fonte: confagricoltura 2013

Le DOC più note sono: - Cirò: la DOC più conosciuta è senz’altro la Cirò, in provincia di Crotone. Qui si producono vini rossi, rosati e bianchi a base di gaglioppo e greco. - Terre di Cosenza: in provincia di Cosenza si trova la DOC Terre di Cosenza: inizialmente si trattava di due DOC diverse, Pollino e Verbicaro, in seguito unite in un’unica denominazione. - Greco di Bianco: infine è da citare la DOC Greco di Bianco, a sud di Locri, in provincia di Reggio Calabria. Qui si produce un caratteristico vino dolce, che alcuni ritengono essere, insieme al Moscato di Siracusa, il vino più antico d’Italia. La tecnica tradizionale prevedeva due fasi di appassimento: una in pianta e una in riva al mare, sugli scogli.

Pellaro IGT La zona di produzione delle uve per l’ottenimento dei mosti e dei vini atti ad essere designati con la IGT “Pellaro” comprende l’intero territorio del comune di: Motta San Giovanni e parte del territorio amministrativo del comune di Reggio Calabria limitatamente alle frazioni di: Bocale, Lume di Pellaro, Macellari, Occhio di Pellaro, Oliveto, Paterriti, Pellaro, San Filippo, Valanidi in provincia di Reggio Calabria. I vini di Pellaro sono apprezzati da tempo, grazie al binomio suolo e clima che arricchisce con vigore i grappoli della vite.

Pellaro IGT Le viti in zona sono allevate ad alberello, alte cm 50. Titolo alcolometrico minimo 13% vol Colore rosso rubino Odore vinoso, caratteristico Sapore pieno, armonico Dal punto di vista vitivinicolo, anche a causa della mancanza di una coltivazione fortemente specializzata e quindi dell’essenza finora di un settore produttivo organizzato, questo territorio non è stato interessato da DOC.

GRECO DI BIANCO DOC D.M. 18/06/80. Prodotto esclusivamente nella tipologia passito - nell’intero territorio comunale di Bianco e in parte di quello di Casignana, in provincia di Reggio Calabria con le uve del vitigno Greco bianco. Questo vino ha un colore giallo tendente al dorato con eventuali riflessi ambrati; odore etereo, caratteristico; sapore morbido, caldo, armonico con caratteristico retrogusto. Delicate fragranze di Zagara, frutta secca, fichi secchi, mandorle, arance, albicocche mature, bergamotto. Gradazione minima: 17°.

GRECO BIANCO Il greco bianco è un vitigno antico proveniente dalla Tessaglia, originariamente chiamato «Aminea» ossia non rosso. Arrivò in Calabria con i primi coloni greci nel corso del VII secolo a.c. Qui la pianta trovò tutte le condizioni climatiche adatte alle sue caratteristiche.

E’ uno dei vini dolci più rari e pregiati d’Italia E’ uno dei vini dolci più rari e pregiati d’Italia. Forse uno dei più antichi, certamente quello di cui si ha la più antica testimonianza. Una vera gemma enologica la cui produzione è estremamente ridotta. Circa 150 ettolitri l’anno in 50 ha vitati. Ha la caratteristica di presentare un’elevata quantità naturale di alcool e di zuccheri, in armonia con un apprezzabile livello di acidità. E’ un tipico vino passito da dessert o da accompagnare assieme a formaggi piccanti stagionati.

Il suo grappolo è lungo fino ad oltre i 60 cm, gli acini sono piccoli e rotondeggianti, i vinaccioli molto sviluppati e buccia sottile. Nel complesso però presenta poca polpa. Questo vitigno è tanto avido di cure, quanto invece avaro di frutto, tanto che da una pianta si ricava meno di un litro di vino.

Le uve raccolte, prima di essere destinate alla vinificazione, vengono poste per 10/15 giorni su graticci al sole o in essiccatori ad aria forzata che provocano un appassimento e una riduzione del peso del 35% – 40%

NORME PER LA COMMERCIALIZZAZIONE Il passito Greco di Bianco DOC non può essere messo in commercio prima del 1° novembre successivo alla vendemmia; E’ vietata l’aggiunta in etichetta di qualunque qualificazione, compresi gli aggettivi extra, riserva, superiore, fine, scelto; E’ permesso aggiungere in etichetta indicazione che fanno riferimento a nomi, ragioni sociali o marchi privati che non traggano in inganno; Sui recipienti è obbligo indicare l’anno di produzione.

grazie e buona degustazione 14 agosto 2014 a cura di Isidoro Bruzzese e Nino Cilione assaggiatori della sezione ONAV di Reggio Calabria