Corso di Principi contabili Internazionali

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Corso di Principi contabili Internazionali Lezione n. 4 -Rimanenze e Commesse pluriennali

Definizione e ambito di applicazione Beni correlati al processo di trasformazione economica o fisico-tecnica e: destinati alla vendita nell’ambito dell’ordinaria attività aziendale impiegati nei o risultanti dai processi produttivi volti alla realizzazione delle produzioni destinate alla vendita o impiegati nella prestazione di servizi al fine di realizzare ricavi di vendita in esercizi successivi a quello di sostenimento dei costi ad essi relativi Tipologie di beni da comprendere fra le rimanenze (PC 13 e IAS 2.8): Beni-merce di qualunque tipo (mobili ed immobili) acquistati per la rivendita Materie prime Materiali sussidiari e di consumo (usati indirettamente nella produzione) Semilavorati (parti finite d'acquisto e di produzione con proprio mercato di sbocco) Prodotti in corso di lavorazione (materiali, parti e assiemi in fase di avanzamento) Prodotti finiti (manufatti realizzati dall’impresa) Acconti relativi all’acquisto dei beni sub-1, sub-2, sub-3, sub-4. La definizione dello IAS 2 è simile a quella che viene data dal P.C. nazionale, che però distingue esplicitamente le seguenti categorie (§ A.I): Merci: prodotti acquistati per la rivendita; Semilavorati: parti finite di acquisto o di produzione; Prodotti in corso di lavorazione: materiali, parti e assieme in fase di avanzamento Materie prime Materie sussidiarie e di consumo: materiali indirettamente utilizzati nella produzione I Beni di origine biologica correlati all’attività agricola (ad esempio pecore, alberi da frutto, piantagioni) e risultati del raccolto (lana, cotone, carne, frutta, ecc.) sono i biological assets and agricultural produce, indicati nello IAS 41 – Agriculture, mentre i prodotti agricoli successivi al raccolto sono il risultato di attività di trasformazione industriale o artigianale Valutazioni di beni in rimanenza escluse dal principio (IAS 2.3): rimanenze di prodotti agricoli già raccolti o di prodotti minerari (se valutati per prassi di settore al valore netto di realizzo con imputazione delle differenze rispetto alla precedente valutazione al conto economico) rimanenze di commodities (prodotti di base) valutate dagli intermediari al fair value al netto dei costi di vendita con imputazione delle differenze rispetto alla precedente valutazione al conto economico. Con riferimento allo IAS 2.3a lo IAS 2.4 cita il caso di raccolti che sono venduti attraverso la stipula di contratti forward a un prezzo predeterminato e con rischio trascurabile di non effettuazione della transazione. Con riferimento allo IAS 2.3b lo IAS 2.5 cita il caso dell’intermediario che acquista le merci solo per la successiva rivendita e/o per lucrare un margine di intermediazione. Lo IAS 2.7 introduce la differenza fra il valore netto di realizzo (net realizable value) e il fair value affermando che il primo è un valore entity specific mentre il secondo è n valore di mercato. Si ricorda che secondo lo IAS 18 – revenues le condizioni per poter rilevare i ricavi di vendita sono le seguenti (§§ 18.14-19): Trasferimento all’acquirente di tutti i rischi e i benefici significativi della proprietà del bene (spesso coincidente con il passaggio di proprietà) Cessazione del controllo sul bene Ammontare del ricavo misurabile in modo attendibile Probabilità dell’afflusso all’impresa dei benefici economici connessi con l’operazione Possibilità di misurazione affidabile dei costi sostenuti o da sostenere relativamente all’operazione Tali condizioni sono sostanzialmente coincidenti con quelle fissate dal PCN n. 13 che prevede il passaggio della proprietà al momento del passaggio del titolo di proprietà e del trasferimento sostanziale dei rischi relativi ai beni.

Precetti civilistici in tema di rimanenze Valutazione delle rimanenze (Art. 2426 c.c., c. PC n.13 e IAS 2.9): Al minore fra il costo di acquisto o di produzione ed il valore netto di realizzo Art. 2426 punto n. 9 del codice civile: Le rimanenze, i titoli e le attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni sono iscritti al costo di acquisto o di produzione, calcolati secondo il n. 1 ovvero al valore di realizzo desumibile dall'andamento del mercato'', se minore; tale minor valore non può essere mantenuto nei successivi bilanci se ne sono ve­nuti meno i motivi. I costi di distribuzione non possono essere computati nel costo di produzione». Art. 2426 punto n. 1 del codice civile: Nel costo di acquisto si computano anche i costi accessori. Il costo di produzione comprende tutti i costi direttamente imputabili al prodotto. Può comprendere anche altri costi, per la quota ragionevolmente imputabile al prodotto, relativi al periodo di fabbricazione e fino al momento dal quale il bene può essere utilizzato; con gli stessi criteri possono essere aggiunti gli oneri relativi al finanziamento della fabbricazione interna o presso terzi». La Relazione Ministeriale di commento all'art. 2426 del codice civile precisa in proposito «Quanto al costo di produzione, si stabilisce che oltre ai costi direttamente imputabili al prodotto esso può comprendere anche costi cosiddetti di indiretta imputazione, per la quota che ragionevolmente possa essere imputata al prodotto: deve trattarsi naturalmente di costi di competenza del periodo di fabbricazione, il quale deve essere considerato concluso dal mo­mento in cui il bene è oggettivamente utilizzabile (ciò ad evitare che vengano capitalizzate anche quote di costi generali relativi a tempi successivi, con la giustificazione che il prodot­to, di fatto, non è stato ancora utilizzato). La formula «può comprendere» non intende attri­buire ai redattori del bilancio una facoltà di scelta arbitraria, ma si riferisce alla ragionevole applicazione della discrezionalità tecnica, in relazione alla specifica situazione produttiva, in conformità al principio generale della «rappresentazione veritiera e corretta». La discrezionalità tecnica è da intendersi nell'identificazione dei costi da includere e di quelli da escludere ai fini della valutazione delle rimanenze di magazzino. Per quanto riguar­da i primi si fa riferimento ai paragrafi D.IILe) f) e g) di questo Principio contabile. Per quanto concerne i secondi si fa riferimento ai paragrafi D.IILh) i) l) e m) di questo Principio.

Rappresentazione in bilancio delle rimanenze Conto economico: Iscrizione della variazione delle rimanenze finali (comp. positivi di reddito) rispetto alle rimanenze finali (comp. negativi di reddito) come segue: valore della produzione: variazioni positive o negative delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti (voci A2 ed A3 2425 c.c.) Costi di produzione: variazioni positive o negative delle rimanenze di materie prime, sussidiarie di consumo e merci (variazioni positive a riduzione costi di produzione e viceversa). Stato patrimoniale: Iscrizione delle rimanenze quali elementi attivi del capitale di funzionamento in attesa di realizzo attraverso il completamento dei processi di vendita nelle categorie di cui all’articolo 2424 c.c. Distinzione fra ricavi e rimanenze In base all’avvenuto (o meno) passaggio della proprietà dei beni alla data di riferimento del bilancio per effetto del trasferimento dei rischi ad essi relativi, normalmente riferibile alla data di consegna o di spedizione dei beni mobili a seconda delle modalità contrattuali di acquisto (problematica dei beni viaggianti e dei beni in c/lavorazione o deposito) e alla data di stipula dell’atto di acquisto per i beni immobili. Secondo il PC n. 13: “Il passaggio del titolo di proprietà si considera solitamente avvenuto alla data di spedizione o di consegna per i beni mobili, secondo le modalità contrattuali dell'acquisto ed in base al trasferimento dei rischi dal punto di vista sostanziale, ed alla data della stipulazione del contratto di com­pravendita per gli immobili. Pertanto, le rimanenze di magazzino includono: a) Le rimanenze di magazzino presso gli stabilimenti e magazzini della impresa, ad esclusione di quelle ricevute da terzi in visione, in prova, in conto lavorazione e/o deposito, ecc. b) Le giacenze di proprietà dell'impresa presso terzi in conto deposito, lavorazione, pro­va, ecc. e) Materiali, merci e prodotti acquistati, non ancora pervenuti bensì in viaggio quando, secondo le modalità dell'acquisto, l'impresa ha già acquisito il titolo di proprietà (esempio: consegna stabilimento o magazzino del fornitore).

La rilevazione inventariale Operazione prodromica alla corretta valutazione delle rimanenze Modalità di effettuazione della rilevazione inventariale: conta fisica da effettuarsi alla data di riferimento del bilancio (inventario fisico totale o a rotazione) rilevazione a mezzo di un sistema affidabile di scritture contabili di magazzino (rilevazioni permanenti di magazzino) In caso di rilevazioni automatizzate, obbligo di dimostrazione della regolarità delle scritture attraverso conta fisica completa da effettuarsi almeno una volta all'anno in concomitanza con la chiusura dell'esercizio ovvero a data diversa, anche a rotazione) Eccezioni: alta efficacia ed affidabilità dei sistemi di sistema di controllo o dei metodi di rilevazione delle quantità (campionamento statistici) tali da ottenere risultati altrettanto validi di quelli fomiti da inventari completi annuali Alcuni accorgimenti procedurali per l’inventario fisico Alcuni accorgimenti procedurali da considerare per l'effettuazione dell'inventario fisico sono i seguenti: tenere nei limiti del possibile la produzione ferma; assegnare personale competente; predisporre un programma d'inventario fisico ben dettagliato da spiegare agli addetti; effettuare le conte con adeguata documentazione (ad esempio con schede conta prenumerate il cui utilizzo sia ben controllato); analizzare gli scostamenti di entità rilevante tra quantità fisiche e quantità per rilevazioni permanenti; introdurre tutti quegli accorgimenti necessari per separare i periodi contabili, ossia rendere operanti quelle procedure necessarie per assicurare che le operazioni di ricevimento e di spedizione avvenute nei periodi precedente e successivo alla data dell'inventario fisico (ed alla chiusura dell'esercizio se l'inventario fisico verrà effettuato a data diversa) siano state propriamente contabilizzate. Inventario fisico a rotazione (o su base ciclica) Alcuni accorgimenti procedurali da tener presente da parte delle imprese che, mantenendo rilevazioni molto accurate di magazzino e disponendo di un sistema di controllo interno ben strutturato e documentato, effettuano un inventario fisico a rotazione, sono i seguenti: predisporre un programma di conta ben dettagliato, tenendo conto nel predisporre tale programma, della velocità di rotazione delle giacenze, del valore dei vari tipi di materiali, merci ecc. in modo tale da assicurare la conta delle giacenze di maggior valore ad una data non lontana da quella di bilancio; documentare le conte e le eventuali riconciliazioni (stati di concordanza) che possono rendersi necessarie tra quantità fisiche e quantità per rilevazioni permanenti se queste ultime non sono aggiornate all'ultimo movimento; rettificare le quantità indicate nelle rilevazioni permanenti in base alle risultanze della conta. Se tali scostamenti sono significativi, individuare e modificare le cause degli scosta­menti. Il verificarsi di scostamenti rilevanti è sintomatico di procedure di controllo interno non efficienti e pongono l'impresa di fronte alla necessità di procedere all'inventario fisico alla chiusura dell'esercizio. Brevi cenni sulle rilevazioni permanenti di magazzino Le rilevazioni permanenti di magazzino possono essere di vario tipo, manuali o mecca­nizzate, per quantità o per quantità e valore ed hanno vari scopi. Esse: a) Forniscono: dati storici, che unitamente ai programmi di produzione, costituiscono una base utile per determinare la quantità e la frequenza di ordinazione dei materiali; 2. informazioni correnti sulla disponibilità dei prodotti giacenti per far fronte alle ri­chieste dei clienti; 3. il presupposto per effettuare un organico e documentato inventario fisico su base ro­tativa. b) Costituiscono: - uno strumento di controllo interno in quanto permettono la comparazione tra quantità contabili e quantità per inventario fisico e attraverso l'analisi degli scostamenti la possibilità di individuare errori, ammanchi ecc. e) Contribuiscono: - a fornire informazioni per individuare materiali obsoleti e di lento esito. La periodica comparazione tra quantità in giacenza con i consumi recenti e quelli passati è uno degli stru­menti che permette di mettere in evidenza materiali (inclusi i prodotti) non utilizzabili o non esitabili.

Componenti costo Rimanenze: Costo di acquisto Elementi compresi nel costo delle rimanenze (IAS 2.10) - Costi di acquisto (unico elemento di costo per le merci, le materie prime e i semilavorati di acquisto) - Costi di trasformazione (per i prodotti finiti e i prodotti in corso di lavorazione realizzati con processi di trasformazione fisico-tecnica) - Altri costi sostenuti necessari a portare le rimanenze nei luoghi di produzione/stoccaggio e/o nelle condizioni di utilizzo o vendita Dettaglio dei costi di acquisto (IAS 2.11) prezzo di acquisto imposte e tasse non deducibili (IVA indetraibile) Oneri accessori (es. costo trasporto, altri costi direttamente imputabili ai beni) Deduzioni dal costo di acquisto: sconti, abbuoni, resi premi ed elementi simili a riduzione del prezzo pagato Elementi esclusi (IAS 21 e 2.18): differenze di cambio relative ai costi di acquisto delle rimanenze in moneta estera interessi passivi per acquisto di beni a regolamento differito superiore a quello ritenuto normale nel settore Tutti gli elementi di questa slide sono conformi al contenuto corrispondente del PCN n. 13.

Componenti costo Rimanenze: Costi produzione Dettaglio dei costi di trasformazione/produzione (IAS 2.12) Costi diretti: costo fattori specificamente imputabili alle unità prodotte Costi indiretti o costi generali produzione (production overheads): costi imputabili alle rimanenze di prodotti finiti o in corso di lavorazione con riferimenti allo specifico stadio produttivo in base a procedimenti sistematici di attribuzione quali: Costi fissi (cioè relativamente indipendenti dai volumi produttivi): Costi variabili (cioè correlati ai volumi produttivi) Esempi di costi diretti: materiali, mano d’opera diretta (retribuzione e contributi del personale addetto alla produzione), imballaggi, costi relativi a licenze di produzione Esempi di Costi indiretti fissi: ammortamento e manutenzione di fabbricati industriali, impianti e macchinari costi generali di gestione dello stabilimento (direzione tecnica e amministrazione stabilimento, assicurazioni, affitto, canoni di locazione finanziaria, ecc.) Esempi di Costi indiretti variabili: mano d’opera indiretta, piccole attrezzature, materiali di consumo, forza motrice, materiali di consumo ecc. Nel PCN n. 13 si prevede esplicitamente anche l’impossibilità di includere nelle rimanenze i costi di ricerca e sviluppo capitalizzati (che non sono capitalizzabili secondo lo IAS 38 fino a che non si è raggiunta la fase dello sviluppo). Nel principio IAS 38 si fa invece specifico riferimento alla possibilità di includere pro-quota nel costo delle rimanenze gli ammortamenti relativi a beni immateriali (compresi quelli iscritti nella fase di sviluppo). Lo IAS 2.14 fa riferimento alla valutazione delle rimanenze di beni ottenuti in congiunzione tecnica che devono essere valutati attraverso tecniche di ripartizione basate sul valore dei rispettivi prezzi di vendita, salvo che uno dei prodotti ottenuti abbia valore non significativo. In tal caso si tratta di sottoprodotti che sono valutati al valore netto di realizzo e, per trovare il valore delle rimanenze dei prodotti principali, si sottrae il valore di realizzo dei sottoprodotti dal costo del processo produttivo complessivo.

Componenti costo Rimanenze: Costi produzione Metodologie di ripartizione dei costi fissi (IAS 2.12): Ripartizione secondo la capacità produttiva ordinaria (produzione attesa nel periodo considerato) osservata per serie storiche in condizioni normali Considerazione normali tempi fermo impianti per manutenzione pianificata Ratio metodologia: Attribuzione al periodo dei costi legati a inefficienze o cali produzione (altrimenti capitalizzati nel valore delle rimanenze) Esempio: Determinazione del costo della rimanenza del prodotto “x” (1.500 in rimanenza) ipotizzando la ripartizione dei costi indiretti fissi (€ 150.000) in base alla capacità produttiva ordinaria (CPO, 30.000 unità) ed alla capacità produttiva effettiva (CPE 20.000 unità): CPO CPE Materie prime € 6,00 € 6,00 Manodopera diretta € 5,50 € 5,50 Costi indiretti fissi unitari € 5,00 € 7,50 Valore unitario rimanenze € 16,50 €19,00 Valore rimanenze di prodotti finiti € 24.750 € 28.500 Costi di periodo capitalizzati utilizzando la CPE: € 28500 - €24750 = € 3.750 Le spese generali di produzione sono distribuite sui prodotti generalmente usando per­centuali prefissate basate su un previsto volume di spese relative ad un livello normale di produzione, ovvero sulla base di dati consuntivi. In quest'ultimo caso però va tenuta presente la capacità produttiva normale degli impianti. L'obiettivo dell'utilizzo della capacità produttiva normale è quello di caricare a spese di periodo il costo della capacità non utilizzata. La capacità produttiva normale rappresenta la potenzialità (in molti casi espressa in ore dirette) dell'impianto a produrre con ragionevoli li­velli di efficienza indipendentemente dalla disponibilità degli ordini; essa è inferiore alla ca­pacità massima teorica in quanto da essa devono essere dedotti i tempi dei fermi per ripara­zione, indisponibilità di materiale o mano d'opera, altre cause di interruzione non prevedibili I parametri di distribuzione solitamente usati sono le ore dirette di mano d'opera o il co­sto della mano d'opera diretta; sono però usati anche altri parametri, quali le ore macchina, il costo primo (cioè il materiale diretto e la mano d'opera diretta). In alcuni casi sarà più appro­priato utilizzare percentuali di assorbimento per reparto o gruppi di reparti. Ai fini della valutazione delle rimanenze di magazzino, le percentuali di assorbimento delle spese generali di produzione vanno riesaminate. Nel caso in cui siano state usate per­centuali prefissate, bisognerà che le spese ed i volumi di produzione previsti siano realistici. Nel caso in cui le spese generali di produzione vengano distribuite su dati consuntivi sarà necessario verificare che essi riflettano una situazione produttiva normale. Nel caso in cui, per varie ragioni, non si raggiunga lo sfruttamento della capacità produt­tiva normale di un impianto, la ripartizione delle spese generali di produzione sul numero di ore effettivamente lavorate o su un volume di produzione sensibilmente inferiore ai livelli normali per quell'impianto si concretizzerebbe nell'attribuzione alle rimanenze di magazzino di maggiori costi dovuti al mancato utilizzo della capacità produttiva normale. Ciò non è ac­cettabile ai fini della valutazione delle rimanenze in quanto il costo relativo al mancato uti­lizzo della capacità normale rispecchia le condizioni di svolgimento dell'esercizio in cui si è verificato e quindi è un componente negativo di reddito che va riconosciuto nell'esercizio medesimo e non va differito all'esercizio successivo.

Componenti costo Rimanenze: Altri costi e costi esclusi Costi diversi dai precedenti sostenuti per portare le scorte nel luogo e nella condizione adatta all’utilizzo e/o alla vendita (ad es. costi per personalizzazioni richieste dal cliente, costi di progettazione e simili) Costi esclusi : Costi per inefficienze produttive (spreco di materiali o di mano d’opera) Costi di stoccaggio relativi ad una fase successiva di produzione/vendita Costi amministrativi o generali non correlabili alle giacenze (considerati come costi di periodo in quanto di natura ricorrente) Costi di vendita e differenze cambio su scorte in moneta estera (IAS 21) Componenti costo rimanenze per prestazioni di servizi (IAS 2.19): Elementi inclusi: costi di lavoro diretto e indiretto inerenti la prestazione Elementi esclusi: costi generali, costi di vendita (personale ed altri) Fra le tecniche di misurazione del costo sono ammesse dallo IAS 2.21-22 i seguenti metodi: Costi standard Metodo del dettaglio (valorizzazione delle rimanenze riducendo il prezzo di vendita di una percentuale esprimente il margine di vendita a causa della veloce movimentazione delle scorte stesse) Purchè il loro utilizzo approssimi il risultato che si avrebbe attraverso la valutazione al costo.

la capitalizzazione degli oneri finanziari Regola generale: esclusione degli oneri finanziari dal novero dei costi di acquisto e/o di produzione Eccezioni: casi di evidente correlazione fra l’assunzione del finanziamento e specifiche voci di prodotti in rimanenza che richiedono un processo produttivo di vari anni prima di poter essere vendute (ad esempio nel caso di invecchiamento del brandy) condizioni per la capitalizzazione: 1. inclusione nel costo degli interessi passivi tra i costi limitatamente al periodo di produzione o stagionatura, 2. effettivo sostenimento dell'onere per gli interessi 3. costo comprensivo degli interessi non superiore al valore netto di realizzo 4. chiara illustrazione delle modalità di capitalizzazione nella nota integrativa Varie sono le teorie su cui si basa l'esclusione degli oneri finanziari dalla valuta­zione delle rimanenze. Secondo una prima, tali oneri non possono costituire parte del costo delle rimanenze in quanto trattasi di oneri di natura ricorrente. Per di più esiste una difficoltà obiettiva nell'individuare quella parte dei predetti oneri realmente sostenuta per finanziare le rimanenze di magazzino. Tale difficoltà nella generalità dei casi rende arbitraria l'imputazio­ne. Una seconda teoria si basa sulla scelta delle fonti di finanziamento. La scelta risulta da un calcolo di convenienza. Aumentare il capitale e remunerarlo con un dividendo ovvero ricor­rere al credito esterno e pagare un interesse al finanziatore al posto del dividendo all'azioni­sta è un problema di scelta. Tale scelta riguarda la gestione per quanto concerne gli ammini­stratori, riguarda le alternative d'impiego per quanto concerne gli azionisti. L'interesse sul capitale preso a prestito rappresenta il costo per l'indisponibilità di un maggior capitale e come tale è un componente negativo del reddito. Oneri finanziari (IAS 2.17): rinvio allo IAS 23 (conforme a PCN n. 13) IAS 23 capitalizzazione Oneri finanziari possibilità di capitalizzazione come allowed alternative traetment in caso di scorte identificabili come Qualifying Assets (beni la cui realizzazione o vendita richiede un significativo intervallo di tempo, quali ad es. le scorte di prodotti a stagionatura lenta) Tipologie di oneri finanziari da capitalizzare (IAS 23.13): Costi direttamente inerenti l’effettuazione dell’investimento nel qualifying asset (e quindi altrimenti non sostenuti), talvolta determinabili solo con ricorso a stime discrezionali Ammontare dei costi da capitalizzare (IAS 23.15 e 23.23): Costi di finanziamento effettivamente sostenuti nel periodo della realizzazione del QA al netto di eventuali proventi finanziari realizzati nello stesso periodo per investimenti temporanei dei fondi presi a prestito 2. Costi su finanziamenti generici utilizzati anche per la realizzazione o vendita di QA determinati applicando all’investimento un tasso % medio ponderato relativo ai finanziamenti in essere nel periodo di realizzazione diversi da quelli specificamente richiesti a fronte di QA Limite massimo alla capitalizzazione dei BC (IAS 23.19): Valore recuperabile determinato in ossequio all’applicazione di altri principi IAS-IFRS con relativa effettuazione di svalutazioni ed eventuali ripristini di valore Condizioni per l’inizio della capitalizzazione (IAS 23.20): Esecuzione effettiva di investimenti a fronte del QA in termini di manifestazione di flussi di cassa in uscita, permuta di beni o assunzione di finanziamenti onerosi (al netto di eventuali contributi pubblici ricevuti) 2. Sostenimento effettivo di costi di finanziamento 3. Inizio delle attività necessarie alla realizzazione o alla vendita dei QA (spesso non circoscritte all’attività di realizzazione fisica, ma anche ad attività prodromiche quali, ad esempio, la preparazione dei siti produttivi, la concessione di permessi ecc.)

Valorizzazione dei flussi di costi attribuibili alle rimanenze 1. Beni non fungibili e costi relativi a progetti specifici (IAS 2.23): Valorizzazione in base al costo specificamente sostenuto, determinato attraverso la tenuta di una contabilità per commessa o progetto 2. Beni e servizi fungibili: Valorizzazione delle giacenze utilizzando i seguenti metodi (ammesso ex art. 2426 c.c., punto 10): F.I.F.O. (First In First Out): primo entrato primo uscito valorizzazione delle rimanenze in base ai costi di acquisto più recenti Costo medio ponderato: valorizzazione in base alla media ponderata dei costi all’inizio del periodo (rimanenze iniziali) e di quelli sostenuti nell’esercizio (tanto con riferimento a tutti gli acquisti effettuati quanto come media mobile) - L.I.F.O. (Last In First Out): Ultimo entrato primo uscito Valorizzazione delle rimanenze ai prezzi meno recenti (NB non ammesso dallo IAS 2) Criterio di coerenza: Applicazione dello stesso metodo a giacenze della stessa natura a prescindere dalla diversa localizzazione geografica (IAS 2.25-26) Secondo lo IAS 2.24, la ratio della valutazione delle rimanenze di beni fungibili attraverso le formule di costo (fifo e costo medio ponderato) risponde alla finalità di evitare che, con una valorizzazione in base a costi specifici, si vogliano perseguire predeterminate politiche di bilancio. Nella nuova versione dello IAS 2 è sancita l’impossibilità di applicazione metodo LIFO (Last In First Out) poiché lo stesso è giudicato dal Board IAS come “ipotesi irrealistica di movimentazione delle giacenze” (IAS 2 BC 11) ed invece ammesso dal principio contabile nazionale n. 13 Peraltro vi sono casi in cui anche il nostro principio non ammette l’applicazione del criterio Lifo. Trattasi del caso in cui vi sono prezzi di mercato decrescenti e la valorizzazione al Lifo tenderebbe a sopravvalutare le giacenze (PCN n. 13, § D-VI.b5) e a tale metodo viene preferito quello di valorizzazione al costo di sostituzione. Con riferimento al criterio di coerenza, lo IAS 2.26 ammette che una stessa tipologia di beni possa avere utilizzazione diversa in differenti settori di attività (segments) dell’impresa, ma ciò non è automaticamente determinato nel caso la suddivisione dei settori sia per area geografica (cioè la semplice localizzazione geografica differente non è motivo sufficiente per procedere a distinzioni nei metodi di valorizzazione di categorie omogenee di scorte.

Applicazioni pratiche dei metodi di valorizzazione Metodo FIFO in relazione ad un materiale acquistato la valutazione con il metodo FIFO in base ai costi delle fatture fornitori degli acquisti più recenti partendo dall'ultima fattura e precedendo a ritroso nel tempo in modo da coprire la quantità in magazzino con le quantità ed i relativi costi delle fatture fornitori più recenti Costo medio ponderato: Ponderazione per movimento: calcolo del costo medio conseguente ad ogni singolo acquisto (pari al rapporto il costo totale delle rimanenze comprensive dell’acquisto effettuato e la somma fra unità pregresse e unità acquistate per ultime) e scarico delle vendite con il costo medio calcolato dopo l'ultimo acquisto effettuato. Ponderazione per periodo (metodo più pratico del precedente): ricalcolo del costo medio ponderato aggiungendo alle quantità ed ai costi in inventario all'inizio del periodo gli acquisti o la produzione di un periodo predeterminato a prescindere dai movimenti (es. mese, trimestre, ecc.). N.B. possibilità di adozione di metodi diversi per categorie omogenee di beni P.C. n. 13 paragrafo D.IVe) Flusso dei costi nella valutazione dei prodotti in corso di lavorazione e dei prodotti finiti. Il flusso dei costi va dal momento in cui vengono sostenuti al momento in cui vengono contrapposti ai relativi ricavi. Nella determinazione dei costi si assume che il flusso prescelto (FIFO, LIFO, Costo Medio Ponderato) segua il ciclo produttivo dell'impresa. A titolo indicativo, si assume che il costo della materia prima segua i passaggi dalle materie prime ai prodotti in corso di lavorazione e quindi ai prodotti finiti. Ad esempio: per un'impresa industriale che mantiene le materie prime a costo medio ponderato ed ha un sistema a commesse per i prodotti finiti, il costo delle materie prime da imputare alle commesse è il costo medio ponderato con cui quella materia prima viene prelevata e scaricata dal relativo magazzino. Per un'impresa industriale le cui rimanenze di magazzino sono costituite solo da materie prime e da prodotti finiti e che valuta tali rimanenze a costo FIFO, i costi con cui si valutano le materie prime che compongono i prodotti finiti sono quelli con cui sono state scaricate le materie prime. La valorizzazione con il metodo FIFO delle materie prime come tali e materie prime incorporate nei prodotti finiti si effettua tenendo presente che acquisti più recenti alimenteranno prima le rimanenze di materie prime come tali, mentre gli acquisti antecedenti quelli più recenti copriranno le materie prime incorporate nei prodotti finiti (in altri termini, il costo da utilizzare per la valutazione delle materie prime incluse nel prodotto finito è il costo che si dovrebbe usare se si applicasse il metodo di costo FIFO alla quantità totale di una certa ma­teria prima ottenuta sommando alla quantità di quella data materia prima giacente nel magazzino materie prime, la quantità di quella stessa materia inclusa nei prodotti finiti in gia­cenza). In pratica, si adottano dei costi che approssimano con ragionevolezza tali flussi. Come regola generale, per uniformità di criterio la stessa configurazione di costo (UFO, FIFa o medio ponderato) dovrebbe essere adottata per tutte le classi componenti le rimanen­ze di magazzino. Tuttavia varie ragioni, quali ad esempio la natura delle rimanenze di ma­gazzino, la diversificazione dell'attività dell'impresa e la struttura amministrativa disponibile possono talvolta far ritenere appropriata l'adozione di diversi criteri di valutazione per le di­verse classi di giacenza applicati con costanza nel tempo. Ad esempio, l'adozione del UFO o FIFa per le materie prime e l'adozione del costo medio ponderato per i lavori in corso46. L'a­dozione di diversi criteri di valutazione per le diverse classi di giacenza è accettabile.

Esempi di valorizzazione del costo Secondo il principio contabile n. 13, “La valutazione delle rimanenze di magazzino presupporrebbe l'individuazione e l'attribuzione alle singole unità fisiche dei costi specificamente sostenuti per le unità medesime. Tale individuazione ed attribuzione, però, non è di solito praticamente attuabile a causa dell'entità delle rimanenze e della loro velocità di rotazione. Pertanto, dal punto di vista pratico vengono effettuate delle assunzioni sul flusso delle rimanenze e dei costi cui corrispondono altret­tanti metodi o criteri alternativi di determinazione del costo. La specifica identificazione del costo e le predette assunzioni sono qui di seguito riportate e corrispondono ai corretti metodi o criteri alternativi di determinazione del costo: - Specifica identificazione del costo. Detto metodo identifica i singoli beni acquistati ed i relativi costi. Il criterio dell'identificazione specifica può essere adottato solo se le voci delle rimanenze non sono intercambiabili. Primo entrato, primo uscito, detto anche FIFO (first-in, first out: gli acquisti o le pro­duzioni più remoti sono i primi venduti). Secondo tale metodo viene assunto che le quantità acquistate o prodotte in epoca più remota siano le prime ad essere vendute od utilizzate in produzione; per cui restano in magazzino le quantità relative agli acquisti o alle produzioni più recenti. Ad esempio, nel caso di un materiale acquistato, la valutazione con il metodo FIFO si fa sulla base dei costi delle fatture fornitori degli acquisti più recenti partendo dall'ultima fattura e precedendo a ritroso nel tempo in modo da coprire la quantità in magazzino con le quantità ed i relativi costi delle fatture fornitori più recenti Costo medio ponderato. Secondo tale metodo le quantità acquistate o prodotte non sono più individualmente identificabili e fanno parte di un insieme in cui i beni sono ugualmente disponibili. Il costo medio ponderato considera le unità di un bene acquistato o prodotto a date diver­se ed a diversi costi come facenti parte di un insieme, in cui i singoli acquisti e le singole produzioni non sono più identificabili ma sono tutti ugualmente disponibili. Detto metodo cerca di livellare i movimenti nei prezzi per cui esiste differenza tra i prezzi più recenti ed i costi medi. Il costo medio può essere ponderato: 1. Per movimento: in tal caso il costo medio è calcolato subito dopo ogni singolo acqui­sto e le vendite vengono scaricate con il costo medio calcolato dopo l'ultimo acquisto effet­tuato. Al momento del ricevimento il costo medio viene determinato dividendo il costo totale delle unità residue prima dell'ultimo ricevimento più il costo delle ultime unità ricevute per il totale delle unità residue dopo l'ultimo ricevimento". 2. Per periodo: in tal caso alle quantità ed ai costi in inventario all'inizio del periodo si aggiungono gli acquisti o la produzione di un periodo (mese, trimestre, ecc.) e si determina­no i nuovi costi medi ponderato". Tale secondo metodo è ovviamente più pratico del costo medio ponderato per movimento. La ponderazione può quindi essere calcolata su base annuale o mensile o di altro periodo (es. trimestrale) ovvero di volta in volta che le voci vengono acquistate o prodotte, a seconda delle caratteristiche dell'attività dell'impresa. - Ultimo entrato, primo uscito, detto anche LIFO (Last-in, first out: gli acquisti o le pro­duzioni più recenti sono i primi venduti). Tale metodo assume che le quantità acquistate o prodotte più recentemente siano le prime ad essere vendute od utilizzate in produzione; per cui restano in magazzino le quantità relative agli acquisti o alle produzioni più remote. I quattro predetti metodi alternativi descritti, in caso di stabilità dei prezzi, producono ri­sultati similari; in periodi di prezzi ascendenti o discendenti, invece, di solito producono risultati diversi.”

Determinazione del valore di presumibile realizzazione Ratio della determinazione: Divieto di iscrizione di un valore superiore a quello di realizzo al netto dei costi di completamento e/o dei costi diretti di vendita Esempi di cause della discesa del valore di realizzo al di sotto del costo: obsolescenza o danneggiamento del bene, andamento negativo del mercato aumento dei costi stimati per il completamento del bene stesso Determinazione del valore di presumibile realizzo Materie prime e sussidiarie, semilavorati di acquisto: costo di sostituzione = costo di riacquisto o di riproduzione di una determinata voce in magazzino in normali condizioni di gestione (anche per ordini di acq. confermati) Materie prime e sussidiarie e semilavorati inclusi in altri prodotti: Valutazione al minore fra costo di acquisto dei materiali impiegati per realizzare i prodotti finiti e margine lordo in corso di formazione in ipotesi di prezzi di vendita inferiori al costo storico di produzione dei prodotti di destinazione Merci, Pdt finiti, semilavorati di produzione e pdt in corso di lavorazione: Valore netto di realizzo (prezzo di vendita nel corso della normale gestione) al netto dei costi di completamento e delle spese dirette di vendita prevedibili Come si è detto nel precedente paragrafo D.II.b), il principio del minore tra costo e mer­cato è inteso a misurare l'utilità o funzionalità attuale di un valore originario di magazzino. Sebbene il costo sia la base di partenza della valutazione del magazzino, si rende necessario, quando l'utilità o la funzionalità originaria è ridotta, modificare tale valore se esso non è re­cuperabile. Il metodo del minore tra costo e mercato serve appunto ad eliminare quei costi di magazzino che si prevede non possano essere recuperati in futuro. Perdite derivanti da danni, deterioramenti, obsolescenza ecc. devono essere rilevate, in conformità al criterio della pru­denza, come componenti negativi del reddito nell'esercizio in cui si possono prevedere e non nell'esercizio in cui vengono alienate le relative partite di magazzino. In altri termini, ad e­sempio, il costo storico delle rimanenze di magazzino determinato con i criteri predetti può non essere recuperabile se i prezzi di vendita sono diminuiti, se i beni si sono deteriorati, se sono divenuti obsoleti o se hanno un lento rigiro. L'esistenza di uno o più di questi eventi deve essere determinata per ogni voce di magazzino e considerata per stimare il futuro realizzo. La rilevazione delle perdite di valore e utilità non deve però comportare una eccessiva e non giustificata riduzione di valore, la quale modificherebbe artificiosamente i risultati sia dell'esercizio in cui il magazzino viene valutato, sia di quello in cui viene venduto. Il costo di sostituzione dei materiali e dei prodotti acquistati si determina sulla base dell'acquisto di quantità normali effettuato in normali circostanze. Nel caso di prodotti manufat­ti, il costo di sostituzione rappresenta il costo di riproduzione e si determina assumendo che il prodotto venga ottenuto con un simile processo produttivo in quantità normali. I costi di completamento e le spese dirette di vendita, quali le provvigioni, trasporto, imballaggio ecc. si deducono ai fini della determinazione del valore netto di realizzo. Le altre spese di vendita, le spese di pubblicità, le spese generali ed amministrative non si deducono in quanto esse non sono direttamente attribuibili alla vendita di specifici prodotti o merci e sono sostenute per lo svolgimento della normale attività dell'impresa; pertanto, esse rappresentano spese di periodo da addebitare direttamente a conto economico.

Modalità di effettuazione della svalutazione: Svalutazione puntuale o previo raggruppamento per classi omogenee di rimanenze aventi simili modalità di utilizzazione, localizzazione geografica, causa di svalutazione (es. lento rigiro) o classe di prodotti di afferenza Determinazione valore di realizzo in base alle informazioni disponibili alla data di redazione del bilancio e delle informazioni successive se confermative di elementi già esistenti Eccezioni all’obbligo di effettuazione delle svalutazioni: Presenza di contratti forward tali da garantire la cessione delle merci o dei beni di futura realizzazione a un prezzo pari o superiore al costo Prodotti venduti con clausola a prezzo concordato, da valutare al px contrattuale Imputazione a CE di svalutazioni e ripristini di valore: Svalutazioni: all’atto del calo del valore di realizzo al di sotto del costo Ripristini di valore: per un valore non superiore al minore fra il costo originario e il nuovo VPR tramite l’accredito al CE come componente positivo di reddito nel medesimo esercizio) Modalità di determinazione del costo di rimpiazzo: costo di sostituzione per materie prime, semilavorati e merci costo di riproduzione per i prodotti in corso di realizzazione. Il valore di riproduzione ottenuto va poi confrontato con il prezzo del prodotto finito al netto dei costi ancora da sostenere per i successivi stadi di produzione e/o delle spese dirette di vendita. Se il primo valore è inferiore al secondo, il costo delle rimanenze deve essere svalutato solo per la quota dei costi di produzione superiori al valore netto di realizzo. Prodotti obsoleti: D.VII.d) Una parte rilevante dell'applicazione del minore tra costo e mercato si ha nella determinazione del valore netto di realizzo dei materiali'" obsoleti e di lento movimento'". I materiali obsoleti includono quelle voci che si prevede non vengano vendute od utilizzate in produzione nel normale ciclo operativo dell'impresa. I materiali di lento movimento sono quelli in eccesso rispetto ad una giacenza che può considerarsi ragionevole secondo l'uso normale previsto, sono cioè quelli che eccedono il fabbisogno del normale ciclo operativo. Il mercato per i materiali obsoleti è il valore netto di realizzo, che in alcuni casi può essere rap­presentato dal valore di rottame. La valutazione di una voce delle rimanenze al costo originario presuppone che vi sia una ragionevole prospettiva di utilizzo e vendita nel normale ciclo operativo, in entrambi i casi senza perdite. Se questa condizione non esiste, è necessario considerare quale valore netto di realizzo hanno tali voci nel breve periodo (indicativamente, un ciclo operativo o l'anno nel caso di più cicli operativi in un anno). La determinazione del valore netto di realizzo delle rimanenze obsolete e a lento rigiro richiede normalmente l'applicazione di stime. Fra i fattori da considerare nella determinazione del valore netto di realizzo di tali voci vi sono: l'eviden­za di una domanda di mercato, il rapporto fra le vendite dell'ultimo periodo e la giacenza, l'u­tilizzo futuro (basato su dati concreti, come l'esplosione degli ordini già acquisiti, di quelli da ricevere ecc.), i costi finanziari ed i costi di magazzinaggio da sostenere prima dell'eventuale vendita, ecc. D.VII}) Nel caso in cui il costo di una voce di magazzino venga ridotto al mercato per effetto del principio del «minore tra costo e mercato», come in precedenza definito, tale va­lore di mercato diventa il nuovo costo per quella voce ai fini delle successive operazioni con­tabili (valutazioni successive ecc.). Qualora le cause che avevano determinato l'abbattimento del costo per adeguarsi al valo­re di mercato dovessero venir meno, tale minor valore non può essere mantenuto nei succes­sivi bilanci; detta operazione va effettuata con accredito a conto economico, dandone notizia nella nota integrativa. Il riadeguamento va effettuato nel rispetto del principio della prudenza

Esempi di confronto fra costo e valore di presumibile realizzo Caso 1 – prodotti finiti Prodotto X HP 1 HP 2 HP 3 HP 4 Prezzo di vendita 900 1.100 1.150 1.200 Costi di completam. 100 100 100 100 Costi diretti di vendita 20 20 20 20 Valore netto di realizzo 780 980 1.030 1.080 Costo industriale 1.000 1.000 1.000 1.000 Val.ne rimanenza 780 980 1.000 1.000 Svalutazione -220 -20 - - Caso 2 – valutazione M.P. destinata a produzione del pdt x – prezzi calanti Costo Costo Costo Costo V.N.R Margine Valore storico storico di sost. di ripr. PDT Y in c.so di attr.a M.P. x PDT Y M.P. x PDT Y formaz. M.P. x 1) 450 1.000 (450 MP + 550 ads) 350 900 1.100 550 450 2) 450 1.000 350 900 non det. n/d 350 3) 450 1.000 300 850 930 380 380 4) 450 1.000 350 900 900 350 350 5) 450 1.000 300 850 800 250 250 Linea 1: L'impresa non svaluta in quanto il recupero tramite il valore netto di realizzo del pro­dotto finito è oggettivamente documentabile e verificabile. Linea 2: L'impresa svaluta in quanto il recupero tramite il valore netto di realizzo non è oggettivamente documentabile e verificabile. Linea 5: il valore netto di realizzo del prodotto finito (800) è inferiore anche al costo di riproduzione (850) pertanto il valore da attribuire alla giacenza di materia prima è pari a 800 meno 550 (costo di completamento ancora da sostenersi, cioè 200 mano d'opera diretta e 350 spese industriali) = 250 (valore netto di realizzo della materia prima).

Informativa di bilancio: codice civile Art. 2427 n. 1 codice civile: Indicazione dei criteri applicati nelle valutazioni delle voci del bilancio, nelle rettifiche di valore e nella conversione dei valori non espressi all'origine in moneta avente corso legale nello Stato Informativa specificamente richiesta dal punto per le rimanenze di magazzino: metodo di valutazione seguito metodologie per la formazione del costo criteri per la determinazione delle rettifiche di valore.

Informativa di bilancio: principi contabili nazionali Indicazione distinta delle diverse classi di di rimanenze nel conto e conomico, nello stato patrimoniale ed in nota integrativa. Principali informazioni da fornire nella nota integrativa al bilancio: Il principio generale di valutazione (minore tra costo e mercato). Il metodo del costo adottato (medio ponderato, FIFO, LIFO, costo specifico) I criteri adottati per la svalutazione al valore di mercato, (valore netto di realizzo, costo di sostituzione ecc.), specificando anche la tipologia di valore di mercato utilizzata per la svalutazione delle rimanenze obsolete ed a lento rigiro. Il ripristino del costo originario, in caso di sopravvenuta insussistenza delle ragioni della svalutazione ed il conseguente effetto sul conto economico L'eventuale cambiamento dei metodi, le ragioni del medesimo ed il relativo effetto sul conto economico, il metodo di contabilizzazione e gli eventuali rilevanti cambiamenti nella classificazione delle voci. Qualsiasi gravame (ad esempio, pegno, patto di riservato dominio ecc.) relativo alle rimanenze di magazzino.

L’informativa di bilancio: principi contabili nazionali La differenza, se significativa, fra il valore delle rimanenze di magazzino a prezzi correnti e la valutazione di bilancio, se inferiore Gli eventuali interessi inclusi nei costi di voci che richiedono un processo d'invecchiamento pluriennale in quanto relativi a finanziamenti chiaramente assunti a fronte di tali voci Le perdite di ammontare rilevante derivanti da ordini confermati di acquisto o di vendita da rilevare nell'esercizio in cui sono note. Informativa complementare considerata necessaria: a. in caso di costo LIFO l'effetto, se significativo sul risultato dell'esercizio, conseguente all'esistenza alla fine dell'esercizio di quantità inferiori a quelle dell'inizio dell'esercizio. b. l'ammontare, se rilevante, della svalutazione apportata per effetto del mercato Le riduzioni di quantità di cui al punto a, infatti, in fase di prezzi crescenti si concretizzano nell'accredito al conto economico di costi remoti (D.IV.d.3) esplicito rinvio alla relazione di gestione per gli eventuali fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell'esercizio

Informativa di bilancio: principi contabili internazionali Politiche contabili utilizzate per le rimanenze (criterio di valutazione, criterio di valorizzazione dei flussi di rimanenze) Valore complessivo di iscrizione delle rimanenze e sua suddivisione in appropriate categorie omogenee (merci, materie prime e sussidiarie, semilavorati, prodotti in corso di lavorazione, prodotti finiti) Valore complessivo delle rimanenze valutate al fair value al netto dei costi di vendita Costo delle rimanenze imputate a conto economico quali componenti del costo del venduto (in caso di adozione dello schema di CE ad esso relativo) Ammontare delle svalutazioni e dei ripristini di valore di rimanenze effettuate nell’esercizio nonchè Motivazioni alla base dei ripristini Valore complessivo delle rimanenze date in pegno a garanzia di passività

IAS 11 – Construction contracts Ambito di applicazione (IAS 11.1): Trattamento contabile delle commesse pluriennali nel bilancio dell’appaltatore Definizione di Construction contracts (IAS 11.3): contratti generalmente a durata ultrannuale per la realizzazione di un’opera o di un complesso di opere formanti un unico progetto strettamente connessi ed interdipendenti con riferimento alle specifiche tecniche, progettuali e tecnologiche tipologie dei contratti (IAS 11.3) Contratti a prezzi predeterminati con clausola di revisione prezzi: prezzo contrattuale predeterminato per l’opera “chiavi in mano” [fixed contract price] o per singola unità prodotta [fixed rate per unit of output]. Contratti in economia (o a costo consuntivo più margine): Prezzo contrattuale costituito dagli specifici costi sostenuti, maggiorati di una percentuale dei costi stessi e/o di una quota fissa [cost plus contracts] Contratti inclusi nella definizione (IAS 11.5): Prestazioni di servizio direttamente correlate alla realizzazione dell’opera (es. contratti con il direttore lavori o per servizi di engineering) Demolizioni e conseguenti ripristini ambientali legati alla realizzazione dell’opera I paragrafi 7-11 del principio danno una guida operativa in merito alla separabilità dei contratti relativi alle opere indicate nella commessa pluriennale. In particolare se la commessa è relativa alla determinazione di una pluralità di beni diversi, si deve provvedere alla suddivisione della stessa in commesse distinte se: Sono state presentate al committente offerte separate per ogni singola opera; Ogni singola opera è stata trattata con un contratto specifico e quindi le parti hanno potuto negoziare separatamente il relativo prezzo; i costi e i ricavi connessi ad ogni singola opera possono essere identificati con chiarezza Casi in cui si deve invece procedere al raggruppamento delle commesse come se si trattasse di un contratto unico (IAS 11.9) Negoziazione unitaria del gruppo di contratti; Stretta correlazione fra i contratti che li rende analoghi ad un unico contratto con un margine complessivo; esecuzione contemporanea o senza soluzione di continuità dei contratti Nel caso di sviluppo di un successivo stadio di integrazione di un’opera, si deve considerare questa parte come un’opera separata se: L’opera in corso di costruzione ha sostanziali differenze progettuali o funzionali rispetto alla precedente Il prezzo negoziato per la stessa è autonomo rispetto a quello del contratto originario. Tutti questi elementi di classificazione non sono assolutamente banali perché, a seconda della classificazione prescelta, cambiano i ricavi ed i costi totali cui fare riferimento.

Elementi inclusi nella stima dei ricavi totali (IAS 11.11) Ricavi di commessa (1) Elementi inclusi nella stima dei ricavi totali (IAS 11.11) 1. valore iniziale dei ricavi concordati nel contratto 2. varianti nel lavoro di commessa, claims, penali, pagamenti di incentivi a patto che ci sia (i) Probabilità del ricavo ad esse relativo (more likely than not) (ii) Attendibilità di rilevazione Ricavo come fair value del corrispettivo ricevuto o ricevibile Criteri per includere ricavi aggiuntivi in quelli totali (se attendibili): Varianti (modifiche richieste dal committente all’appaltatore): in caso di probabilità dell’approvazione Claims (Richieste di rimborsi dell’appaltatore a committente o a terzi per costi sostenuti non originariamente non compresi nel contratto): In caso di probabilità dell’accettazione da parte del committente connessa allo stato di avanzamento delle trattative per il riconoscimento degli stessi Determinazione dei ricavi di commessa per il PCN n. 23 Prezzo base contrattuale + Maggiorazioni per revisione prezzi (conseguente all’aumento del costo dei principali fattori produttivi impiegati dall’appaltatore, Es. M.O.D. e materie prime), che devono essere previste contrattualmente (PCN n. 23 § F.I) + Corrispettivi aggiuntivi (es: per varianti in corso d’opera richieste dal committente) sono ammesse se definite formalmente fra le parti (PCN n. 23 § F.II.a), mentre i claims (varianti non formalizzate) sono rilevati secondo il principio di prudenza, cioè solo quando il provento sia ragionevolmente certo, talvolta anche dopo la fine della commessa medesima (PCN n. 23 § F.II.b) + Altri proventi accessori (es: vendita di materiale non utilizzato) Normalmente non si considerano fra i proventi di commessa ma fra i proventi finanziari

Ulteriori cause di revisione dei prezzi contrattuali: Ricavi di commessa (2) Criteri per includere ricavi aggiuntivi in quelli totali (se attendibili): Incentivi: importi subordinati al raggiungimento di livelli-obiettivo di attività previsti nel contratto) rilevati solo in caso di probabilità del loro riconoscimento in base allo stato di avanzamento lavori Ulteriori cause di revisione dei prezzi contrattuali: Clausole revisione prezzi (cost escalation clauses) presenti nei contratti a prezzo predeterminato per disciplinare l’aumento dei costi dei materiali o dei servizi inerenti la realizzazione dell’opera in corso di contratto Penali dovute a fatti imputabili all’appaltatore (ritardi nella consegna, difetti dell’opera e altro) Conseguenze: Revisione in ogni esercizio intermedio dei ricavi contrattuali per considerare la modifica delle stime derivante dall’aggiornamento delle informazioni disponibili

Elementi inclusi nel costo totale di commessa (IAS 11.16) Costi di commessa (1) Elementi inclusi nel costo totale di commessa (IAS 11.16) costi diretti della commessa specifica, ad esempio (IAS 11.17): costi inerenti al cantiere (manodopera anche indiretta, materiali e mezzi) costi dei materiali utilizzati nella costruzione ammortamento degli impianti e macchinari impiegati nella commessa costi di spostamento degli impianti e materiali al e dal cantiere costi di locazione di impianti e macchinari impiegati costi di progettazione e assistenza tecnica relativi alla commessa costi stimati per lavori di modifica, garanzie e richieste danni da terzi In deduzione: eventuali proventi non inclusi nei ricavi di commessa, (proventi da vendita di eccedenze di materiali o di impianti e macchinari a fine commessa)

Costi di commessa (2) costi attribuibili allo svolgimento dell’attività dell’impresa in generale e allocabili fra i costi della commessa attraverso tecniche sistematiche di ripartizione, ad esempio: assicurazioni costi di progettazione e assistenza tecnica non direttamente connessi a una specifica commessa costi generali di commessa (es. preparazione e gestione delle remunerazioni del personale di commessa) oneri finanziari in caso di capitalizzazione ex IAS 23 Tecniche di imputazione (IAS 11.18): Impiego di criteri sistematici e razionali parametrati al livello ordinario dell’attività di costruzione da applicare coerentemente a tutti i costi aventi caratteristiche simili. Altri costi specificatamente addebitabili al committente in base a clausole contrattuali (costi generali amministrativi o di sviluppo specificam. indicati)

Costi di commessa (3) Costi acquisizione commessa e pre-operativi (ante/post ottenimento contratto): inclusi se correlabili alla commessa, chiaramente identificabili, determinabili in modo attendibile, ma solo in caso, per i primi, di probabilità di aggiudicazione della commessa impossibilità di includere tali costi fra i costi di commessa successivamente alla loro imputazione a costo di esercizio (ad es. ottenimento commessa in esercizi successivi) Esempi di costi pre-operativi: progettazione specifica e avvio attività di cantiere Costi esclusi (IAS 11.20): Costi non attribuibili a commesse specifiche, quali ammortamento di impianti e macchinari non utilizzati in una particolare commessa costi di ricerca e sviluppo non rimborsabili contrattualmente costi generali amministrativi e costi di vendita non specificamente rimborsabili Periodo rilevante per il computo dei costi di commessa (IAS 11.: dalla data di ottenimento del contratto a quella di completamento della commessa

Rilevazione in bilancio dei ricavi e dei costi di commessa (1) Principio generale: metodo della % di completamento (IAS 11.22): Imputazione dei ricavi e dei costi in relazione allo stato di avanzamento dell’attività di commessa alla data di riferimento del bilancio in caso di possibilità di determinazione attendibile di un margine di commessa positivo Confronto con PCN n. 23: ammissione metodo alternativo anche in presenza di margine di commessa determinabile in modo attendibile Condizioni per determinazione attendibile del margine (IAS 11.29) Stipula contratto (con previsione di diritti/obblighi delle parti, caratteristiche dell’opera, corrispettivo e termini regolamento) Sistemi di controllo interno e finanziario adeguati all’effettuazione ed alla necessità di aggiornamento costante delle stime dei ricavi e dei costi totali, nonchè dei margini di commessa tanto a preventivo che a consuntivo Secondo lo IAS 11.25 con il metodo della percentuale di completamento i ricavi di commessa sono associati ai costi di commessa sostenuti per giungere allo stato di avanzamento, imputando al conto economico i ricavi, i costi e i profitti che possono essere attribuiti alla parte di lavoro completato. Questo metodo fornisce utili informazioni sull’avanzamento dell’attività di commessa e sui risultati ottenuti in un esercizio. Secondo lo IAS 11.26, il ricavo di commessa deve essere imputato come ricavo nel conto economico negli esercizi nei quali il lavoro è svolto. I costi di commessa sono solitamente imputati come costo nel conto economico negli esercizi nei quali il lavoro al quale essi si riferiscono è svolto. Tuttavia, qualsiasi eccedenza attesa di costi totali di commessa sui ricavi totali della commessa deve essere imputata immediatamente come costo secondo quanto previsto dal paragrafo 36. Costi di commessa connessi ad attività future (IAS 11.27): solitamente rappresentativi di un importo dovuto dal committente per lavori in corso di commessa, rilevabili in caso di probabilità del loro recupero Secondo lo IAS 11.28 il risultato di una commessa a lungo termine può essere stimato con attendibilità solo quando è probabile che i benefici economici derivanti dalla commessa affluiranno all’impresa. Tuttavia, quando si manifesta un’incertezza sulla recuperabilità di un ammontare già incluso nei ricavi di commessa e già imputato nel conto economico, l’ammontare inesigibile o l’ammontare riguardo al quale il recupero non è più probabile deve essere rilevato come costo invece che come rettifica dell’ammontare dei ricavi di commessa. Secondo lo IAS 11.29, infatti, l’impresa deve esaminare e, se necessario, rivedere le stime dei ricavi e dei costi di commessa ai diversi stadi di avanzamento della commessa stessa. La necessità di tali revisioni non implica necessariamente che il risultato della commessa non può essere stimato con attendibilità.

Rilevazione in bilancio dei ricavi e dei costi di commessa (2) Condizioni relative alle commesse a margine garantito (IAS 11.23): probabilità afflusso benefici economici all’impresa - chiara identificazione e misurazione attendibile dei costi di commessa a prescindere dalla loro possibilità di rimborso Ulteriori condizioni per commesse a px predeterminato (IAS 11.23): determinazione attendibile dei ricavi totali, dei costi ancora da sostenere e dello stato di avanzamento della commessa alla data di riferimento del bilancio chiara identificazione dei costi di commessa e comparabilità degli stessi con le stime effettuate nei precedenti esercizi

Determinazione percentuale di completamento Metodo di determinazione (IAS 11.30): Selezione del metodo tale da misurare in modo attendibile il lavoro svolto, e quindi diverso a seconda della natura della commessa, a prescindere dagli acconti e dagli anticipi ricevuti dai committenti Esempi: proporzione tra i costi di commessa sostenuti per lavori svolti fino alla data di riferimento e i costi totali stimati di commessa (metodo Cost-to-Cost) ispezioni sul lavoro svolto (misurazioni fisiche); - completamento di una quantità fisica del lavoro di commessa (unità consegnate, ore lavorate) Costi inclusi nello stato di avanzamento (cost-to cost method, IAS 11.31): Costi di commessa riferibili al lavoro svolto effettivamente sostenuti alla data di determinazione della percentuale di completamento Costi di commessa esclusi dal calcolo: i costi di commessa relativi ad attività future della commessa 2. pagamenti anticipati a sub-appaltatori per il lavoro svolto in sub-appalto Secondo lo IAS 11.30, infatti, spesso gli acconti e gli anticipi ricevuti dai committenti spesso non riflettono il lavoro svolto. Esempi di costi esclusi secondo lo IAS 11.31: i costi di materiali consegnati in un luogo di svolgimento della commessa o immagazzinati per essere impiegati in una commessa ma non ancora installati, utilizzati o applicati nelle prestazioni di commessa, a meno che i materiali siano stati preparati specificatamente per la commessa. Lo IAS 11 non si esprime in merito alla inclusione, fra i costi totali di commessa da considerare ai fini della percentuale di completamento, dei costi legati allo smobilizzo del cantiere, ma si ritiene che ove gli stessi siano prevedibili fin dall’inizio della commessa essi debbano essere conteggiati in quanto danno origine a present obligations ai sensi del principio IAS 37 alla data di riferimento del calcolo della percentuale di completamento. Metodi di determinazione della % di completamento: Rapporto fra i costi sostenuti e i costi totali: E’ il metodo maggiormente utilizzato e sfrutta il principio di correlazione fra i costi ed i ricavi, ovvero il principio di competenza economica. 2. Metodo delle ore lavorate: Tale metodo prevede che la valutazione dell’avanzamento venga effettuata in funzione delle ore lavorate rispetto al totale delle ore previste ed è consigliato se la componente lavoro è il driver essenziale per la realizzazione dell’opera. 3. Metodo delle unità consegnate: La % di completamento è determinata come rapporto fra unità prodotte o consegnate e unità totali dal produrre contrattualmente e si adatta particolarmente a quelle forniture che prevedono la realizzazione di una serie di prodotti uguali o simili, anche con riferimento al costo di produzione. 4. Metodo delle misurazioni fisiche: La percentuale di completamento emerge dal rapporto fra quantità prodotte e quantità totali pattuite valutate sulla base degli specifici corrispettivi contrattuali N.B. La scelta dei metodi dipende ovviamente dalla specifica attività svolta e dalle caratteristiche dei lavori. Normalmente il metodo applicato è quello del rapporto fra costi sostenuti e costi totali, che deve comunque essere utilizzato per controllo quando si utilizzi un metodo diverso, soprattutto per evitare che i risultati da esso ottenuti non siano diversi rispetto alle modalità di stratificazione dei costinel corso dell’opera.

Impossibilità di determinazione attendibile margine commessa Applicazione del metodo della commessa completata (IAS 11.32): Fino a quando non si determina in modo attendibile il margine di commessa: Imputazione di ricavi a conto economico solo fino a concorrenza dei costi stimati presumibilmente recuperabili Imputazione dei costi di commessa al conto economico all’atto del loro sostenimento a prescindere dalla futura possibilità di rilevazione di un margine positivo costi di commessa non recuperabili (IAS 11.34): Imputazione immediata a conto economico Esempi di commesse con costi non recuperabili: commesse non pienamente esecutive, cioè a validità fortemente in discussione commesse con completamento soggetto all’esito di controversie pendenti o a provvedimenti legislativi in corso di approvazione commesse relative a immobili che probabilmente saranno requisiti o espropriati; commesse con impossibilità ad adempiere del committente o ad essere completate dall’appaltatore Gerarchia fra i metodi di rappresentazione (IAS 11.35): Adozione del metodo della commessa completata fino al momento antecedente la data di determinazione attendibile del margine positivo di commessa (diverso da PCN n. 23)

Rilevazione delle perdite attese e cambiamenti di stime Rilevazione di perdite attese (IAS 11.36): In caso di probabilità di costi totali di commessa superiori ai ricavi totali di commessa, immediata rilevazione della perdita attesa come costo a CE N.B. Determinazione della perdita attesa a prescindere (IAS 11.37): dall’inizio dei lavori della commessa dallo stato di avanzamento dell’attività di commessa dall’ammontare dei proventi attesi da altre commesse non accorpabili a quella oggetto della perdita ai sensi IAS 11.9 Cambiamenti nelle stime (IAS 38.11): Applicazione del metodo della percentuale di completamento su base complessiva (cioè a tutte le commesse con margine determinabile) in ciascun esercizio alle stime correnti dei ricavi e dei costi di commessa e dei correlati margini Considerazione di modifiche nelle previsioni di costi, ricavi e margini di commessa come cambiamenti di stima contabile (IAS 8) Utilizzo delle nuove stime nella determinazione dell’ammontare dei ricavi e dei costi imputati al conto economico a partire dall’esercizio della modifica

Rappresentazione in bilancio nel metodo della % di completamento Imputazione dei ricavi e dei costi al conto economico: Ricavi: in base al prodotto fra i ricavi totali a fine esercizio e la % di avanzamento o come somma fra i costi sostenuti e il margine maturato Costi: imputazione dei costi effettivamente sostenuti in base alla % lavori Separata evidenziazione in stato patrimoniale (IAS 11.42-44): All’attivo: ammontare lordo dovuto dai committenti per lavori di commessa (IAS 11.42), pari alla differenza positiva fra 1. ricavi maturati (somma fra costi sostenuti e margini maturati) 2. somma fra a) fatturazioni progressive (spesso diversa da % lavori) e b) perdite di commessa rilevate, nei contratti in cui 1. – 2.a) >0) Costi di commessa relativi ad attività futura e acconti a sub-appaltatori B) Al passivo (IAS 11.44): ammontare lordo dovuto ai committenti per lavori di commessa, pari alla differenza positiva fra ricavi maturati (somma fra costi sostenuti e margini maturati) somma di a) fatturazioni progressive e perdite commessa, se 1. - 2.a)<0 Secondo lo IAS 11.42, l’ammontare lordo dovuto dai committenti per lavori di commessa, pari alla differenza fra costi sostenuti alla data di avanzamento lavori sommati ai margini rilevati perdite totali rilevate e della fatturazione ad avanzamento dei lavori Per tutte le commesse in corso per le quali i costi sostenuti più i margini rilevati (meno le perdite rilevate) eccedono la fatturazione ad avanzamento dei lavori. In questo caso quindi, l’evidenziazione all’attivo della rimanenza di lavori è dovuta alla necessità di integrare i ricavi fatturati per esprimere la quota della commessa già effettuata e per la quale è stato imputato a conto economico il ricavo di esercizio. Secondo lo IAS 11.44, l’ammontare lordo dovuto ai committenti per commesse in corso è pari alla differenza fra: per tutte le commesse in corso per le quali la fatturazione ad avanzamento dei lavori eccede i costi sostenuti più i margini rilevati (meno le perdite rilevate). In questo caso quindi, l’evidenziazione al passivo della passività serve ad indicare che le fatturazioni dell’esercizio sono eccedenti la quota effettivamente maturata per i lavori in corso

Informativa di bilancio Ricavi di commessa complessivamente imputati a conto economico nell’esercizio (IAS 11.39a) Criteri utilizzati per la determinazione dei ricavi di commessa imputati a Conto Economico (IAS 11.39b) Criteri utilizzati per la determinazione dello stato di avanzamento delle commesse in corso (IAS 11.39c) Informazioni in merito alle commesse in corso a fine anno (IAS 11.40) ammontare complessivo costi sostenuti e utili rilevati (al netto perdite rilevate) ammontare degli anticipi ricevuti dal committente ammontare dei crediti su fatturazione lavori a pagamento subordinato alla soddisfazione di determinate condizioni o alla rettifica di parti difettose Informazioni in merito alle passività e attività potenziali in conformità alle disposizioni dello IAS 37 (IAS 11.45) Secondo lo IAS 11.44 Le ritenute a garanzia sono quella parte della fatturazione ad avanzamento lavori che non viene corrisposta fino a che le condizioni specificate nel contratto per il pagamento di tali ammontari non siano rispettate o fino a che i difetti non siano stati corretti. Le fatturazioni ad avanzamento lavori sono ammontari fatturati per lavori svolti su commessa, sia che essi siano stati liquidati o no dal committente. Gli anticipi sono importi percepiti dall’appaltatore prima dello svolgimento del relativo lavoro. Secondo lo IAS 11.45 Passività e attività potenziali possono sorgere da elementi quali oneri per garanzia, richieste di risarcimento, penali o perdite possibili.

La XXX S.p.A. è specializzata nella costruzione di autostrade. Esempio La XXX S.p.A. è specializzata nella costruzione di autostrade. Aggiudicazione in T1 di una gara di appalto per un progetto di durata triennale e stima annuale della rimanenza finale di lavori in corso su ordinazione per i tre anni di realizzazione dell’opera Valori previsti: Ricavo contrattualmente pattuito 80.000 costi operativi - 62.000 Margine previsto di commessa 18.000 Valori consuntivi T1 T2 T3 Ricavi fatturati in c. op. 15.600 41.900 22.500 costi operativi *-13.870 -35.800 -12.330 % di completamento 21,0806% 59.0323% 19,8871% Costi totali di commessa (13.870 + 35.800 + 12.330) = 62.000 * I costi operativi sostenuti in T1 comprendono 800 UM per materiali acquistati, non consumati nell’esercizio, ma solo nell’esercizio T2

Esempio (2) Rappresentazione al 31/12/T1: SAL (T1) = 13.070/62.000 = 21,0806% Quota margine di commessa maturato a SAL (T1) = 18.000 x 21,0806% = 3.794 Ricavo maturato = 13.070 (costi effettivi) + 3.794 (margine maturato) = 16.864 Ammontare dovuto dai committenti = 16.864 – 15.600 (ricavi fatturati) = 1.264 Rappresentazione al 31/12/T2 SAL (T1+T2) = 49.670/62.000 = 80,1129% Quota margine commessa maturato a SAL (T1+T2) = 18.000 x 80,1129% = 14.420 Ricavo Maturato = 49.670 (costi effettivi) + 14.420 (margine maturato) = 64.090 Ricavo di competenza = 64.090 (ricavi mat.) – 16.864 (ricavi a CE T1) = 47.226 Ammontare dovuto dai committenti = 64.090 - 57.500 (ricavi fatturati) = 6.590 Rappresentazione al 31/12/T3: SAL (T1+T2+T3) = 62.000/62.000 = 100% Ricavo di competenza = 80.000 (ricavi mat.) – 64.090 (ricavi a CE T1/T2) = 15910 Ammontare dovuto dai committenti = ZERO perché tutta l’opera risulta fatturata. I costi pre-operativi sostenuti in T1 non devono partecipare integralmente alla determinazione del reddito relativo a tale periodo, bensì devono essere “stornati” dal CE e capitalizzati tra le immobilizzazioni immateriali di SP. In T1 inizia il loro ammortamento.

Esempio (3)

Disciplina fiscale applicabile: rimanenze Ias 2: Valutazione al minore tra il costo e il valore di presumibile realizzo Costo beni fungibili: costo medio ponderato o FIFO Costo beni ad alto rigiro (commercio al minuto): prezzo al dettaglio Norme fiscali (Artt. 92 c. 4 e 92bis c. 2): Rilevanza fiscale delle determinazioni Ias Opzione per applicazione del LIFO Svalutazione immobili merce: irrilevanza ex art. 3 DM 8 giugno 2011 I costi pre-operativi sostenuti in T1 non devono partecipare integralmente alla determinazione del reddito relativo a tale periodo, bensì devono essere “stornati” dal CE e capitalizzati tra le immobilizzazioni immateriali di SP. In T1 inizia il loro ammortamento.

Disciplina fiscale applicabile: commesse pluriennali Ias 11: Rilevazione dei ricavi maturati (stato avanzamento commessa) Varianti e corrispettivi aggiuntivi: probabilità Norme fiscali (Art. 93): Rilevanza delle rilevazioni Ias (sostanzialmente allineate alle norme fiscali) I costi pre-operativi sostenuti in T1 non devono partecipare integralmente alla determinazione del reddito relativo a tale periodo, bensì devono essere “stornati” dal CE e capitalizzati tra le immobilizzazioni immateriali di SP. In T1 inizia il loro ammortamento.