Rita Minello Dai percorsi di progettazione ai percorsi di valutazione 2.

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Rita Minello Dai percorsi di progettazione ai percorsi di valutazione 2

LA MISURA NELLA VALUTAZIONE Concetti ripresi dai testi del prof. F. Tessaro: La valutazione dei processi formativi. Per una proposta integrata di Evaluation Research, Roma, Armando, 1997 Metodologia e didattica dell'insegnamento secondario, Roma, Armando, 2002

Parametro IPSATIVO/1 Per valorizzare il progresso del singolo allievo SITUAZIONE INIZIALE DELL’ALLIEVO SITUAZIONE FINALE DELL’ALLIEVO C O N F R O N T O PROGRESSO ALLIEVO B PROGRESSO ALLIEVO A PROGRESSO ALLIEVO C PROGRESSO ALLIEVO D Il progresso di B è superiore a quello di D, la performance migliore è quella di C. Ecco la valutazione possibile: A (insuff./5); B (buono/7); C (distinto/8); D (suff./6) … ma se, invece del progresso (che tiene conto della situazione iniziale individuale) prendessimo in considerazione solo i risultati finali reali troveremmo che …

Parametro IPSATIVO/2 Conflitto tra progresso del singolo e livelli in uscita PROGRESSO ALLIEVO B ( 7 ) PROGRESSO ALLIEVO A ( 5 ) PROGRESSO ALLIEVO C ( 8 ) PROGRESSO ALLIEVO D ( 6 ) … A e B hanno raggiunto un punteggio di 50; C, che presenta una situazione iniziale simile a quella di A, raggiunge 80 punti; D, pur con un progresso inferiore a C e B, ottiene il punteggio massimo.

Parametro IPSATIVO/3 Situazioni d’uso: nei progetti didattici individualizzati (con soggetti in situazione di handicap e/o grave disagio d’apprendimento) nei progetti formativi professionali personalizzati (per l’acquisizione di competenze specialistiche ad hoc) nelle situazioni formative che mirano allo sviluppo motivazionale SITUAZIONE INIZIALE DELL’ALLIEVO SITUAZIONE FINALE DELL’ALLIEVO C O N F R O N T O

Parametro IPSATIVO/4 Elementi critici: possibile anarchia valutativa (il punto di riferimento è la concezione del valutatore) vengono attribuiti valori diversi a risultati finali uguali (e viceversa) scarsa trasparenza e leggibilità esterna ( interpretazione di iniquità ) accentuato effetto Pigmaglione appiattimento sul soggetto in difficoltà (debole relativizzazione) enfasi sulla negatività dell’ambiente (familiare e/o sociale) riduzione degli obiettivi “generali” (invece di massimizzare le potenzialità individuali)

Parametro NORMATIVO/1 Per classificare le prestazioni degli allievi PRESTAZIONE DEL SINGOLO ALLIEVO PRESTAZIONE NORMALIZZATA DEL GRUPPO C O N F R O N T O B (50) A (50) C (80)D (100) I risultati finali di ciascun allievo sono collocati rispetto al gruppo di riferimento (classe reale, classe ideale, campione statistico)

Parametro NORMATIVO/2 Problema: quale norma? Quale gruppo di riferimento? Se il risultato dell’allievo è confrontato con i risultati dei suoi compagni di classe il parametro è relativo e la distribuzione dei risultati è aleatoria. Se è rapportato ad un campione, strutturato statisticamente, il parametro è standardizzato e la distribuzione è normale o gaussiana. B (50) A (50) C (80)D (100) GRUPPO – CLASSE REALE PARAMETRO NORMATIVO RELATIVO GRUPPO – CAMPIONE PARAMETRO NORMATIVO STANDARDIZZATO

Parametro NORMATIVO/3 Situazioni d’uso del parametro normativo standardizzato: nelle prove diagnostiche (es: test d’ingresso) nei test per indagini comparative (territoriali, nazionali, internazionali) negli esami/concorsi che richiedono “valutazioni oggettive” nei progetti didattici per obiettivi comportamentali/operativi (che richiedono una verifica docimologica dei risultati; es. Istruzione programmata ) nei progetti formativi per l’acquisizione di abilità. GRUPPO – CAMPIONE PARAMETRO NORMATIVO STANDARDIZZATO

Parametro NORMATIVO/4 Elementi critici del parametro normativo relativo: possibile riduzione del processo di valutazione (attribuzione di valore) all’attività di verifica (rilevazione del divario tra obiettivo e risultato) il successo del soggetto dipende dal gruppo di riferimento (la medesima prestazione di un allievo, in una classe scolasticamente “forte” risulta mediocre, in una classe “debole” risulta elevata) le prove costruite dall’insegnante non sono standardizzate (non rispettano i principi di validità, attendibilità, oggettività ) la classe non è un campione statistico, (interpretazioni e analisi ricavate da tecniche statistiche possono essere inficiate come inferenze indebite ) eccesso di competitività (con effetti negativi sulla motivazione) GRUPPO – CLASSE REALE PARAMETRO NORMATIVO RELATIVO

Parametro CRITERIALE/1 Per orientare il percorso formativo verso il criterio atteso RISULTATI DI APPRENDIMENTO CRITERI PREDETERMINATI C O N F R O N T O Le competenze–criterio determinano il profilo formativo in uscita. I modi di concepire il criterio: Obiettivo Risultato atteso Traguardo Esito Output-rendimento Outcome-risultato I modi di concepire il risultato dell’apprendimento: Conoscenza Capacità Abilità Competenza Padronanza

Parametro CRITERIALE/2 Per rilevare le competenze rispetto a criteri prefissati COMPETENZA DEL SINGOLO ALLIEVO COMPETENZA ATTESA (CRITERIO) C O N F R O N T O Le competenze–criterio determinano il profilo formativo in uscita. Le competenze raggiunte da ciascun allievo il profilo personale delle competenze. profili personali delle competenze profilo formativo in uscita

Parametro CRITERIALE /3La competenza-criterio collega la progettazione alla valutazione Prima fase Indicazioni dei programmi e delle direttive Individuazione delle competenze in uscita e loro declinazioni in: Sviluppo di conoscenze, capacità, abilità ( livelli e/o soglie ). Seconda fase Descrizione della situazione iniziale del gruppo (rispetto al profilo) Rilevazione dei bisogni formativi e delle potenzialità (talenti) Messa a punto della progressione di sviluppo degli apprendimenti Terza fase Progettazione modulare dei percorsi didattici per la competenza Graduazione e diversificazione dei percorsi Eventuale rideterminazione (non riduzione) degli obiettivi Quarta fase Accertamento – Verifica degli obiettivi Valutazione collegiale quali-quantitativa Coinvolgimento dell’allievo nella co-valutazione

GRAZIE PER L’ATTENZIONE Rita Minello