La comunicazione interpersonale Il processo comunicativo: dinamiche e ostacoli Istituto Professionale “E. Stoppa” Prof.ssa Monica Bacchini
La comunicazione La comunicazione è un elemento essenziale di molti aspetti della nostra esperienza quotidiana e avviene in ogni ambito dei rapporti fra le persone, sia fra due individui sia a livello di gruppo
La comunicazione è….. Un atto sociale Un atto reciproco Un atto mediato
LA COMUNICAZIONE SI DIFFERENZIA DALLA SEMPLICE INFORMAZIONE INFORMARE: fornire dati e conoscenze a senso unico non presuppone una risposta da parte del destinatario COMUNICARE : condividere, mettere in comune
Due gruppi di definizioni Comunicazione come trasmissione, passaggio di informazioni: Comunicazione come relazione, mettere in comune, comprensione:
Perché comunichiamo? Imparare: acquisire conoscenze su se stessi, gli altri, il mondo; apprendere abilità Relazionare: Stabilire, mantenere e migliorare le relazioni interpersonali Influenzare: Controllare, manipolare, persuadere, dirigere Giocare: Evadere, rilassarsi, divertirsi Aiutare: Controllare, provvedere ai bisogni altrui, essere di sostegno
Come comunichiamo?
E’ impossibile non comunicare!
Che cosa colpisce gli altri quando noi comunichiamo?
Comunicazione verbale apparato vocale organizzazione cerebrale
Comunicazione verbale Trasmette ordini e permette resoconti Consente un’azione volontaria Permette di mentire Esprime complessità ed astrazione
Comunicazione non verbale Posture, movimenti del corpo, gesti, mimiche, distanza interpersonale Trasmette relazioni e sentimenti Consente azioni involontarie Non permette di mentire Esprime semplicità e concretezza
Video Bisio
Comunicazione para-verbale toni, accenti della voce, pause, ritmi, suoni… Ha funzione ausiliaria del linguaggio Modula la voce Accompagna il linguaggio senza farne parte Permette alla voce un valore simbolico Fa riconoscere l’autenticità espressiva nell’interlocutore
Gli stili comunicativi Passivo Aggressivo Espressivo o assertivo
Condizioni per una comunicazione efficace
assertività permette all'individuo di esprimere le proprie opinioni, le proprie emozioni e di impegnarsi a risolvere positivamente le situazioni e i problemi.
Mettersi nei panni dell’altro empatia Mettersi nei panni dell’altro
Ascolto “Dio ci ha dotato di due orecchie e di una bocca. Probabilmente voleva che ascoltassimo di più e parlassimo di meno” (Armstrong e Lampe 1983)
Ascolto Empatico la capacità di mettersi nei panni dell’altro condividendo le sensazioni che manifesta.
Nell’Ascolto Empatico l’attenzione si sposta dal "perché " l'altro dice, interpreta o vive una situazione, al "come " la dice: avendo, e quindi mostrando, interesse e comprensione ("sei importante, ho stima di te e riconosco, rispetto e condivido il tuo sentimento"). In questo modo chi parla, sentendosi ascoltato, proverà a migliorare la comunicazione sia nella quantità che nella qualità rendendo la comunicazione ricca di informazioni in un’ottica di fiducia, stima ed onestà.
Oltre all’Ascolto Empatico troviamo: Ascolto finto: un ascolto a tratti, caratterizzato da distrazione in cui ci si lascia guidare più dall’istinto selezionando le notizie “più importanti”. Si tratta si un ascolto passivo in cui è data la possibilità all’altro di parlare. Ascolto logico: un ascolto basato sulla comprensione logica dei contenuti che, però, non arriva a comprendere i significati più profondi della comunicazione. L’interlocutore avrà, tuttavia, la sensazione di essere compreso.
Mettere in atto una modalità di ascolto produrrà svariati effetti positivi: riduce le incomprensioni spinge l'interlocutore ad esprimersi liberamente senza paura
Al fine di mettere in pratica la tecnica dell’Ascolto Empatico è importante tener presente i seguenti comportamenti: Essere partecipi ed attenti Entrare nella relazione con la mente aperta cercando di comprendere i vissuti dell’altro Osservare il comportamento non verbale Identificare le emozioni dell’interlocutore e dare risposta ad esse Evitare distrazioni
Buoni ascoltatori quando… • si lascia esprimere il pensiero degli altri in maniera completa, senza timore di lasciarlo sviluppare; • non si giunge a conclusioni frettolose, interrompendo spesso il nostro interlocutore, rinunciando ad importanti informazioni aggiuntive e, non secondariamente, influendo anche sul suo stato d’animo; • si sa attendere una risposta, SENZA ANTICIPARLA… col rischio, poi, di sentirci rispondere “non intendevo dire questo…”; • non si mantengono idee preconcette né pregiudizi: sono due “filtri” troppo grandi per la vera comprensione del contenuto e delle motivazioni di chi ci sta di fronte; • si sviluppa l’abitudine di ripetere, con altre parole, i concetti male espressi, chiedendo però conferma all’interlocutore della propria interpretazione… “quindi, mi sembra di poter dire che… è così?”; • non si tradiscono segni di impazienza… • ci si sforza di capire i sentimenti che stanno dietro alle parole.
Senso di autostima RAPPRESENTA IL VALORE CHE RICONOSCIAMO A NOI STESSI NASCE DALLA NOSTRA AUTOVALUTAZIONE NASCE DALLA CONSIDERAZIONE CHE HANNO GLI ALTRI DI NOI INFLUENZA IL NOSTRO MODO DI COMUNICARE DOBBIAMO VALORIZZARE IL NOSTRO E L'ALTRUI SAS
BARRIERE ALLA COMUNICAZIONE 1. Disturbi, interferenze 2. Usare termini uguali per indicare cose diverse 3. Usare termini diversi per dire la stessa cosa 4. Considerare “chi” dice e non “cosa” dice 5. Ritenere i punti di vista diversi come incompatibili fra loro 6. Ritenere sbagliata una opinione diversa 7. Essere “nuovi” della situazione 8. Trovarsi in particolari condizioni fisiologiche 9. Diversa competenza 10. Status 11. Eccessivo coinvolgimento 12. Criticare per punti del discorso 13. Interrompere, appigliarsi a pretesti, fingere di non capire 14. Silenzio