COMPORTAMENTI PROBLEMA E ALLEANZE PSICOEDUCATIVE

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
I Bisogni Educativi Speciali secondo l’ICF:
Advertisements

Comunicazione genitore - bambino
CLASSIFICAZIONE JOHNSON & JOHNSON
1 PROGRAMMAZIONE 2 PROGETTO FORMATIVO 3 TIROCINIO 4 RELAZIONE FINALE
Breve panoramica sugli interventi
PESI e COMPETENZE ANNO……….. ELENCO COMPETENZE COMUNE DI CREVALCORE Integrazione interfunzionale COMPETENZE STRATEGICHE COMPETENZE CORE Flessibilità Leadership/Comunicazione.
PORTFOLIO Grumo Nevano C.D. "Pascoli" Profilo
PROBLEMI SOCIALI ED EMOTIVI COLLEGATI ALLA DISLESSIA
CARATTERISTICHE ESSENZIALI
Come state?.
AIMC La complessità della valutazione Bruno Losito Università Roma Tre AIMC, Convegno nazionale Firma dAutore Roma, 29 Novembre 2008.
RIABILITAZIONE PSICONUTRIZIONALE
Significati dell’esperienza lavorativa
Corporeità: aspetti fisici delle risposte dell’organismo
ANALISI FUNZIONALE NELLA GESTIONE DEI COMPORTAMENTI “PROBLEMA”
PRENDERSI “CURA”.
Imparare, Comunicare, Agire in una Rete Educativa:
DIFFICOLTA’ DEL LINGUAGGIO
LA FIGURA PROFESSIONALE DEL
Il conflitto è uno stato della relazione caratterizzato dalla presenza di un problema a cui si associa un disagio.
L'INSEGNANTE SPECIALIZZATO PER LE ATTIVITA' DI SOSTEGNO
Strategie per la soluzione di problemi
I MODELLI DIDATTICI DELL’APPRENDIMENTO
L’esperienza dei gruppi di post-adozione nella Provincia di Parma
1- Progettazione didattica (con o senza tecnologie) 2- Collocare le tecnologie nellambiente di apprendimento (tecnologie come mezzo per apprendere) A.Calvani.
Lo studio della prestazione lavorativa (Parte I) Guido Sarchielli Alma Mater studiorum Università di Bologna.
MOTIVAZIONE LA MOTIVAZIONE RISULTA QUINDI UN TEMA
Università degli Studi di Trieste Facoltà di Psicologia Corso di Psichiatria Sociale a.a. 2004/2005 La famiglia e il disturbo mentale grave. Un esempio.
Il docente di sostegno: un ruolo nella scuola dell’inclusione
“BES: chi sono?” Istituto Comprensivo A. Leonori 9 Gennaio 2014
Laccezione positiva del concetto di rischio Il rischio non deve essere visto necessariamente come pericolo o fonte di danno evolutivo Rischio come opportunità
LA SOC. COOP. SOC. “SPAZIO BAMBINI” in ATI con LA SOC. COOP. SOC
SCUOLA SECONDARIA I° GRADO “RICCI-MURATORI” Ravenna
(International Classification of Functioning, Health and Desease)
I “Comportamenti Problema” delle persone con autismo
Felino 22 novembre 2006 Progetto Prove di Volo Individuazione precoce del disagio scolastico.
ANALISI DELL’ESPERIENZA
Il Progetto Riabilitativo Individualizzato
Chi è lo Psicologo? Lo psicologo è un professionista della salute.
Il gruppo classe risorsa nella prevenzione del bullismo Dott
Università di Bolzano I Bisogni Educativi Speciali secondo l’ICF e le strategie di integrazione secondo la “Speciale normalità” Dario.
1 Corso per esperta in orientamento per le pari opportunità Counseling di supporto.
Le prese in carico a lungo termine:i vissuti del professionista sanitario e le sue necessità di formazione e supervisione Perché la supervisione? Dott.ssa.
dalle abilità alle competenze
La verifica e valutazione di un progetto. Partiamo dalla definizione di valutazione un concetto complicato… ma di fondamentale buon senso.
1 RETE SCUOLA MEDIA “D’AZEGLIO” AP ISC ACQUASANTA ISC CASTEL DI LAMA CAPOLUOGO ISC ROCCAFLUVIONE I CARE SCUOLA CAPOFILA DIREZIONE DIDATTICA “BORGO SOLESTA’”
Sono un bambino e ho bisogno di… Roberto Lingua Centro Riabilitazione Ferrero-Alba Associazione Italiana Dislessia Sez. Cuneo.
Il sostegno al familiare
Come si presenta dal punto di vista dei sintomi e segni Ipermotricità.iper-reattività.impulsività Iperattività.disattenzione.
Dirigente Scolastico Lombardia
L’intervento cognitivo -comportamentale
Angelo Gianfranco Bedin
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE PEDAGOGIA DELLA DEVIANZA E DELLA MARGINALITA’ II SEMESTRE Dott.ssa Angela Fiorillo.
Il progetto di vita: la funzione del docente
Perché alcuni bambini non funzionano come gli altri?
Il colloquio in contesti relazionali diversi
Perché le TIC nella Didattica
prof.ssa Giovanna Mirra
Comunità e Scuola La qualità delle relazioni educative nella scuola Piero Cattaneo S. Maria degli Angeli ( PG),
Il cooperative learning
 Le prime fasi della vita di un bambino sono sicuramente importanti perché condizionano e orientano lo sviluppo successivo Influssi familiari : LE GRANDI.
LA BUSSOLA ORIZZONTE DI SENSO QUALE PERSONA QUALE ALUNNO/BAMBINO QUALE INSEGNANTE QUALE SCUOLA QUALE METODOLOGIA QUALE SAPERE QUALE APPRENDIMENTO.
Progetto “Ti accompagno…” Il disagio tra prevenzione e riparazione Circolo Didattico “Michele Coppino”- Torino Relatori: Ins.te Antonella Castagno Ins.te.
Scuola delle competenze, alleanza educativa tra genitori e insegnanti Prof.ssa Floriana Falcinelli.
Per una Didattica inclusiva
GLI INTERVENTI NELLA CLINICA DELLO SVILUPPO.  Presa in carico congiunta  bambino+genitori  Clinici differenti (problema dell’alleanza, delle identificazioni)
L'insegnamento scientifico nella Scuola dell'infanzia
Il Progetto network Tutti segnalano che l’educare e il prendersi cura oggi richiede un investimento consistente non solo in termini emotivi - affettivi,
L’intervento di rete. mamma Bimbo Assistente sociale scuola Compiti : Trasporto scolastico Conciliare tempi di cura e tempi di lavoro Assistente sociale.
Transcript della presentazione:

COMPORTAMENTI PROBLEMA E ALLEANZE PSICOEDUCATIVE Dario Ianes Centro Studi Erickson (Trento) Università di Bolzano e Padova

PERCORSO DI INTERVENTO PSICOEDUCATIVO 1. Costruzione del gruppo/rete di riferimento 2. Elenchi grezzi dei CP 3. Elenco condiviso 4. Decisione di reale problematicità 5. Linea di base 6. Analisi funzionale 7. Gestione della crisi 8. Strategie di intervento positivo sostitutivo 9. Lavoro di sviluppo dei contesti 10.Strategie di intervento positivo punitivo

1. Costruzione del gruppo di riferimento – rete educativa RUOLI DEI PARTECIPANTI RITUALI

2. Definizione degli elenchi grezzi Elenco grezzo - Comportamenti - Vissuti emotivi

3. Definizione dell’elenco condiviso Elenco condiviso/assemblato - Comportamenti - Sentimenti di disagio

4. Decisione di reale problematicità CRITERI Danno Ostacolo Stigma sociale ESITI: Legittimazione, obbligo, tutela diversità

4.1 Elenco dei comportamenti problematici In ordine di priorità percepite di intervento o secondo altri criteri da specificare. L’elenco è condiviso e accettato dai componenti del gruppo di lavoro.

4.2 Come sta andando l’alleanza? COMMENTO DELL’INCONTRO Clima interpersonale Emozioni Decisioni positive prese Difficoltà incontrate Cose sulle quali si dovrà lavorare ancora - rispetto all’alleanza - rispetto al percorso di intervento

5. Linea di base Che cos’è? a) Descrizione operazionale (analisi qualitativa) b) Fase di preosservazione informale c) Linea di base quantitativa iniziale (o monitoraggio durante l’intervento) tramite osservazione sistematica diretta

5. Linea di base d) Pesi relativi dei comportamenti e priorità e) Aree di attenzione (su cui orientare successivamente l’analisi funzionale) f) Situazione iniziale dei vari contesti di vita

6.a Analisi funzionale del comportamento OSSERVAZIONE FUNZIONALE ANALISI DEGLI ANTECEDENTI E DELLE CONSEGUENZE

Osservazione delle condizioni antecedenti Stato fisico del soggetto Stato affettivo-emotivo del soggetto Stato cognitivo del soggetto Relazione con gli altri significativi attualmente presenti Relazione più allargata a livello di gruppo Contesto

Osservazione delle condizioni conseguenti Stato fisico del soggetto Stato affettivo-emotivo del soggetto Stato cognitivo del soggetto Relazione con gli altri significativi attualmente presenti Relazione più allargata a livello di gruppo Contesto

6.b Analisi funzionale del comportamento INTERPRETAZIONE FUNZIONALE Riflessione sul rapporto antecedente-comportamento-conseguenze e per desumere la/le funzione/i (domande critiche) Attribuzione di funzione/i al comportamento problema

Funzione/i tipiche del CP Rinforzo positivo mediato socialmente Rinforzo negativo mediato socialmente (fuga o evitamento) Rinforzo automatico positivo (stimolazione sensoriale, rinforzo percettivo e rilascio di oppioidi) Rinforzo automatico negativo (difesa o disattivazione)

7. Gestione della crisi E’ stata necessaria una gestione della crisi? - Chi è intervenuto e come? - Ci sono stati dei segnali anticipatori? - Come si è cercato di interrompere la catena di comportamenti problema? - In che modo si sono cercati di ridurre i pericoli/danni del comportamento? - Altro…

8. Intervento positivo sostitutivo - Situazioni in cui apprendere il comportamento positivo sostitutivo - Comportamenti positivi sostitutivi (ev. scomporre con analisi del compito) - Aiuti, guida e accompagnamento sui comportamenti positivi sostitutivi - Valorizzazioni del comportamento positivo sostitutivo - Generalizzazione ed estensione dell’intervento

8bis Intervento positivo sostitutivo più “frustrazione” Evitare dinamiche di rinforzamento

Come sta andando l’intervento positivo sostitutivo? Esiti (aumento, riduzione, modifica, ecc.) Validità sociale (vissuto di accettabilità) Difficoltà delle varie figure Eventuali modifiche dell’intervento

9. Lavoro di sviluppo dei contesti Dilatare gli ecosistemi di vita e di relazione Costruire continuità educativa nei vari ecosistemi Espandere gli interventi in un progetto di vita Migliorare la qualità psicoeducativa nei contesti attuali (ruolo attivo del soggetto/ possibilità di scelta/autodeterminazione, prosocialità dei contesti, responsività della comunicazione, tolleranza alla dilazione della gratificazione e alla frustrazione)

10. Intervento positivo punitivo E’necessario un intervento positivo punitivo? Giustificare i motivi che rendono necessario questo livello di intervento FORME DI PUNIZIONE MENO INVASIVE: - Timeout - Costo della risposta - Ipercorrezione - Blocco fisico

Come sta andando l’intervento positivo punitivo? Esiti (aumento, riduzione, modifica, ecc.) Validità sociale Difficoltà delle varie figure Eventuali modifiche dell’intervento

Come sta andando in generale l’intervento psicoeducativo? CP (riduzione, modificazione, conseguenze) Altri CP Procedure per la gestione della crisi (riduzione, cessazione) Terapie farmacologiche Comportamenti positivi alternativi Partecipazione attiva in casa, strutture, comunità… Interazioni/relazioni con i familiari

Interazioni con la rete allargata (amici…) Interazioni con gli operatori Autostima e empowerment della persona disabile Situazione abitativa e a livello dei vari servizi Qualità della vita in generale Percezione del significato del CP da parte degli operatori Capacità di intervento da parte degli operatori Stress vissuto dagli operatori Percezione globale della persona disabile da parte degli operatori

Percezione del significato del CP da parte della famiglia Capacità di intervento da parte dei familiari Stress vissuto dai familiari Percezione globale della persona disabile da parte dei familiari Collaborazione/alleanze tra operatori e familiari Coinvolgimento di altri contesti educativi/sociali significativi