IL TEMPO DI QUARESIMA.

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dal “Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica” transizione manuale.
Transcript della presentazione:

IL TEMPO DI QUARESIMA

IL TEMPO DI QUARESIMA Ha una duplice caratteristica: guida alla celebrazione del mistero pasquale sia i catecumeni, attraverso i diversi gradi dell’iniziazione cristiana, sia i fedeli, per mezzo del ricordo del Battesimo e della Penitenza.

Il Concilio Vaticano II mise in rilievo questa duplice dimensione pasquale e battesimale della Quaresima: «Il duplice carattere della quaresima – quale soprattutto mediante il ricordo o la preparazione al battesimo e mediante la penitenza, invita i fedeli all’ascolto più frequente della parola di Dio e alla preghiera e li dispone così a celebrare il mistero pasquale -, sia posto in maggiore evidenza tanto nella liturgia quanto nella catechesi liturgica.

si utilizzino più abbondantemente gli elementi battesimali propri della liturgia quaresimale… lo stesso si dica degli elementi penitenziali . Quanto alla catechesi poi, si inculchi nell’animo dei fedeli, insieme con le conseguenze sociali del peccato, quello aspetto particolare della penitenza che detesta il peccato come offesa di Dio. Né si dimentichi il ruolo della Chiesa nell’azione penitenziale e si solleciti la preghiera per i peccatori» (SC 109).

Quaranta giorni Il tempo di quaresima decorre dal mercoledì delle Ceneri fino alla Messa della Cena del Signore esclusa, per un totale di quaranta giorni. Il numero quaranta ha una particolare rilevanza biblica: Nell’AT i quaranta giorni del diluvio universale (Genesi 7,4.12.17;8,6) i quaranta giorni passati da Mosè sul monte Sinai (Esodo 24,18; Deuteronomio 9,9.11.18.25;10,10) i quaranta giorni che impiegarono gli esploratori ebrei per esplorare la terra in cui sarebbero entrati (Numeri 13,25) i quaranta giorni di cammino del profeta Elia per giungere al monte Oreb (1Re 19) i quaranta giorni di tempo che, nella predicazione di Giona, Dio dà a Ninive prima di distruggerla(Giona 3,4)

Quaranta giorni Il numero quaranta ha una particolare rilevanza biblica: Nel NT ci sono alcuni passi chiave nei quali si parla di quaranta giorni: i quaranta giorni che Gesù passò nel deserto (Matteo 4,2; Marco 1,13; Luca 4,2) i quaranta giorni in cui Gesù ammaestrò i suoi discepoli tra la resurrezione e l'Ascensione (Atti 1,3) Un altro riferimento significativo sono i quaranta anni trascorsi da Israele nel deserto (Deuteronomio 2,7): è il tempo della prova a cui YHWH sottopone il popolo d'Israele, tempo di purificazione, tempo in cui rinasce una nuova generazione fedele a Dio

Storia della Quaresima Il tempo di quaresima si è sviluppato e affermato nella Chiesa lungo il secolo IV, partendo dalla consapevolezza della grande importanza che riveste per i cristiani la celebrazione della Pasqua, su cui si fonda tutta la fede cristiana. La celebrazione della Pasqua poté sempre contare su una certa preparazione, che consisteva in un digiuno della durata di due o tre giorni. Nell’antichità, si celebrava l’Eucaristia solo nelle domeniche, ma si digiunava in tutti i mercoledì e i venerdì dell’anno, fuorché nel tempo pasquale. Assai presto, il digiuno che precedeva la solennità della Pasqua, cominciato nel mercoledì precedente, arrivò ad abbracciare la settimana intera.

Già nel secolo IV questo digiuno si estende ad altre due settimane, lasciando libere le domeniche nelle quali era proibito digiunare. Quel tempo registrò il maggior splendore del catecumenato degli adulti. I battesimi si celebravano nella Veglia pasquale; per i candidati al Battesimo (adulti) le ultime settimane prima della Pasqua costituivano un tempo di preparazione intensa sia sul piano della catechesi che su quello della preghiera e dell’ascesi personale. Tutti i fedeli furono invitati ad “associarsi”in qualche modo ai catecumeni, nel ripercorrere spiritualmente il cammino del proprio Battesimo, per rinnovare con maggiore fervore e coerenza di vita la propria adesione di fede a Gesù Cristo.

Penitenza pubblica dei peccati In quel tempo ricevette un maggiore impulso anche un’altra importantissima istituzione pastorale della Chiesa: la penitenza pubblica dei grandi peccati, con il rito della riconciliazione dei penitenti la mattina del giovedì santo. Tutti i cristiani furono invitati a unirsi in qualche modo ai penitenti, nel chiedere perdono a Dio per i propri peccati e nel cercare una più profonda “conversione” di vita conforme agli insegnamenti del Vangelo.

Alla fine del secolo IV, Roma aveva già organizzato in questo modo la Quaresima alla quale non partecipavano solo i catecumeni e i penitenti, ma l’intera comunità. È certo che il rito dell’entrata nella penitenza pubblica diede origine al mercoledì delle ceneri.

Poiché la domenica non si digiunava, si cercò nel V secolo di portare a 40 il numero dei giorni effettivi di digiuno. Ciò si ottenne in due fasi: dapprima, si separarono il Venerdì e il Sabato santo dal Triduo pasquale, e si giunse così al numero di 36. presto si aggiunsero al tempo di digiuno i quattro giorni feriali precedenti la prima domenica di Quaresima, e si arrivò così all’attuale Mercoledì delle ceneri come inizio della Quaresima.

Già nel secolo VII si trova una Quadragesima – 40 giorni dalla I domenica di Quaresima fino a quella di Pasqua una Quinquagesima – 50 giorni contati dalla domenica che precede la I di Quaresima a quella di Pasqua una Sexagesima - 60 giorni che anticipano ancora di una domenica e si concludono, molto sorprendentemente, il mercoledì dell’ottava di Pasqua una Septuagesima – 70 giorni a costo di anticipare ancora d’una domenica e di concludere la II domenica di Pasqua. Questa specie di Prequaresima, durante la quale si usava il colore violaceo e si sopprimeva il Gloria e l’Alleluia, durò fino alla promulgazione del nuovo Calendario romano nel 1969.

Struttura attuale della Quaresima 1 Segni liturgici Il tempo della Quaresima dura dal mercoledì delle Ceneri – caratterizzato dall’imposizione delle ceneri a tutto il popolo di Dio - fino alle prime ore del pomeriggio del giovedì santo. La Messa della Cena del Signore appartiene già al Triduo pasquale. Nelle messe della quaresima non si canta l'Alleluia né si recita il Gloria. Inoltre il carattere dei canti è più pacato, l' organo non dovrebbe suonare se non per accompagnare il canto, e si usa il colore viola per i paramenti liturgici, fatta eccezione per la quarta Domenica, detta Laetare (dall'inizio dell'introito in latino della messa) nella quale si può sceglie il rosa. Non è consentito ornare gli altari con fiori o con altre piante. Tuttavia, se il tabernacolo è posto fuori dall’altare della celebrazione, è bene conservare vicino al tabernacolo stesso, insieme alla lampada, la presenza dei fiori.

Struttura attuale della Quaresima 2 La Quaresima è basata sulle sue domeniche, dette rispettivamente I, II, III, IV, V di Quaresima. La sesta domenica, in cui ha inizio la Settimana Santa, si chiama «Domenica delle Palme e della Passione del Signore» . Le ferie si susseguono indipendentemente dalle domeniche, sebbene conservino una certa relazione con esse nella tematica liturgica. Per sottolineare l’importanza di queste ferie, viene raccomandata una breve omelia.

Letture della Messa in quaresima Si possono intravedere tre itinerari: una Quaresima battesimale (anno A) una Quaresima cristocentrica (anno B) una Quaresima penitenziale (anno C) Il ciclo A (quello a più forte carattere battesimale) può essere seguito ogni anno secondo le esigenze pastorali di ogni singola comunità.

Per mettere in rilievo gli elementi battesimali della quaresima insieme con quelli penitenziali è stato disposto che l’anno A sia come il prototipo di quello che deve essere questo tempo liturgico. Perciò, sono stati conservati nella I e nella II domenica, i temi tradizionali delle tentazioni del Signore e della Trasfigurazione – per di più comuni a tutti i tre cicli – ma sono stati recuperati, per le domeniche III, IV e V, i Vangeli classici della quaresima catecumenale: la samaritana, il cieco nato e la risurrezione di Lazzaro.

La Quaresima comprende anche i primi quattro giorni della settimana santa Questi giorni introducono alla celebrazione della Passione del Signore, ma fa eccezione la Messa del crisma nella quale si benedicono e si consacrano gli oli, nella mattinata del giovedì santo. Questa Messa è una specie di parentesi, destinata a mettere in rilievo come i sacramenti della Chiesa sgorghino dal mistero pasquale. Essa è presieduta dal Vescovo e concelebrata, possibilmente, da tutti i presbiteri. In essa si manifesta la comunione dei presbiteri con il vescovo e vengono rinnovate le promesse sacerdotali.

Il mercoledì delle ceneri Nelle sue origini era destinato ad introdurre i penitenti nella penitenza pubblica con riti che comprendevano, fra l’altro, l’imposizione delle ceneri. Il gesto è d’origine biblica e giudaica, ed è segno di lutto e di dolore. Nel secolo IX, quando la penitenza pubblica cominciò a essere sostituita dalla confessione privata e dall’assoluzione individuale dei fedeli, il rito dell’imposizione delle ceneri fu esteso a tutti i fedeli.

La cenere, più che ricordare all’uomo che è polvere (cfr. Gn 3,19), vuole essere segno della volontà di conversione di rinnovamento pasquale. A questo tende la nuova formula: «Convertiti e cedi al Vangelo» (Mc 1,15: questo gesto avviene dopo l’omelia, per dimostrare che la conversione e la penitenza nascono come risposta e accoglienza della Parola di Dio.

Le letture contengono un forte invito all’interiorizzazione delle opere penitenziali della quaresima (Mt 6,1-6.16-18) e all’autenticità della conversione (Gl 21,12-18). La seconda lettura è un magnifico proclama quaresimale: «Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio… Ecco il momento favorevole, ecco il giorno della salvezza».

concedi al popolo cristiano di iniziare con questo digiuno Lo spirito che deve guidarci in questa quaresima è sintetizzato dalla colletta: O Dio, nostro Padre, concedi al popolo cristiano di iniziare con questo digiuno un cammino di vera conversione, per affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male.

1a domenica di Quaresima: Cristo tentato dal diavolo Lit. della Parola Anno A Anno B Anno C I lettura Salmo resp. II lettura Versetto Vangelo Gn 2,7-9; 3,1-7 50 Rm 5,12-19 Mt 4,4 Mt 4,1-11 Gn 9,8-15 24 1Pt 3,18-22 Mc 1,12-15 Dt 24,4-10 90 Rm 10,8-13 Lc 4,1-13

1a domenica di Quaresima: Cristo tentato dal diavolo /2 L’episodio delle tentazioni proclamato dalla liturgia di questa domenica non è solo un momento decisivo nella vita di Gesù, ma è, più ancora, il dramma di Adamo nel paradiso terrestre, di Israele nel deserto e di ogni cristiano in questa vita. Il prefazioni svela il senso di questa prima domenica di quaresima: Egli (Gesù) consacrò l’istituzione del tempo penitenziale con il digiuno di quaranta giorni, e vincendo le insidie dell’antico tentatore ci insegnò a dominare le seduzioni del peccato, perché celebrando con spirito rinnovato il mistero pasquale possiamo giungere alla Pasqua eterna.

1a domenica di Quaresima: Cristo tentato dal diavolo /3 Gesù attraversò il Mar Rosso del suo battesimo nel Giordano (cfr. Lc 4,1) e si addentrò nel deserto nel quale fu tentato. Nel battesimo fu investito per la sua missione, ma, prima, dovette superare la prova del deserto, dove il tentatore voleva distoglierlo dall’aderire al progetto di Dio, che aveva come meta la croce. È proprio questa l’esperienza del catecumeno e del cristiano nel suo itinerario battesimale e penitenziale dei sacramenti fino a giungere al banchetto eucaristico che sigilla, nel primo, l’iniziazione cristiana e, nel secondo, la conversione e la riconciliazione con Dio.

1a domenica di Quaresima: Cristo tentato dal diavolo/ 4 Le letture dell’AT ci presentano i primi momenti dell’uomo e del popolo di Dio, momenti di tentazione e di caduta. Le seconde letture completano il messaggio facendoci riflettere sul peccato, sul battesimo e sulla fede. Il Vangelo contiene il racconto delle tentazioni, ogni anno secondo un evangelista diverso. Il cristiano vincerà la tentazione solo se terrà sempre presente il grande avvertimento, valido per l’intera Quaresima e per tuta la vita: «Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4,4 = Dt 8,3).

2a domenica di Quaresima: Cristo è strasfigurato Lit. della Parola Anno A Anno B Anno C I lettura Salmo resp. II lettura Versetto Vangelo Gn 12, 1-4 32 2Tm 1, 8-10 Mc 9,7 Mt 17,1-9 Gn 22,1-2.9.10-3.15-8 115 Rom 8,31-34 Mc 9,2-10 Gn15,5-12.17-18 26 Fil 3,17-4,1 Lc 9,28-36 Facendoci contemplare Cristo, la liturgia e ci mostra in lui il mistero della nostra trasformazione interiore per mezzo dei sacramenti.

2a domenica di Quaresima: Cristo è strasfigurato /2 Gesù, battezzato per la missione salvatrice, superata la tentazione che voleva ostacolare la sua adesione al progetto del Padre, è trasfigurato dalla propria gloria di Verbo divino e confermato dalla nube luminosa dello Spirito e dalla voce del Padre in vista del sacrificio pasquale della sua morte e risurrezione. I credenti sono chiamati ad ascoltare con maggiore fedeltà la Parola, così che anch’essi, battezzati e confermati attraverso l’esperienza penitenziale della Quaresima, possano avviarsi verso la loro perfetta identificazione col Cristo glorioso (cfr. 1Cor 15,49-57; Ef 4,22-24

2a domenica di Quaresima: Cristo è strasfigurato /3 Il Prefazio ricorda come Cristo … dopo aver dato ai discepoli l’annunzio della sua morte, sul santo monte manifestò la sua gloria e chiamando a testimoni la legge e i profeti, indicò agli apostoliche solo attraverso la passione possiamo giungere al trionfo della risurrezione. Le prime letture ci presentano Abramo, disposto a sacrificare il suo unico figlio – figura del Cristo – e depositario della prima alleanza. Le seconde letture ci parlano della nostra futura trasformazione gloriosa a immagine di Cristo e dell’amore infinito che Dio ha per noi.

Le domeniche III, IV e V dell’anno A: i segni della vita Sono consacrate alla iniziazione dei sacramenti che consacrano l’inizio della vita cristiana. Lit. della Parola III domenica IV domenica V domenica I lettura Salmo resp. II lettura Versetto Vangelo Es 17,3-7 94 Rm 5,1-2.5-8 Gv 4,42 Gv 4,5-42 1Sam 16,1.4.6-7.10-13 22 Ef 5,8-14 Gv 8,12 Gv 9,1-41 Ez 37,12-14 129 Rm 8,8-11 Gv 11,25.26 Gv 11,1-45 I Vangeli della samaritana, del cieco nato e della risurrezione di Lazzaro facevano parte delle Messe degli scrutini quaresimali dei candidati al battesimo.

La III domenica – samaritana - rivolge la sua attenzione al simbolismo dell’acqua del battesimo, cioè dello Spirito che è stato effuso nei nostri cuori (II lett.), la sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna (Vang.), per appagare completamente la sete dell’uomo (I lett. e sal. resp.). Il prefazio ricorda che Cristo, quando chiese dell’acqua alla samaritana, aveva già infuso in lei la grazia della fede.

La IV domenica - cieco nato - propone un altro bel simbolismo battesimale: la luce che guarisce la cecità dell’umanità, cecità dal momento della nascita. Per questo il Battesimo fu chiamato dai Padri della Chiesa sacramento dell’illuminazione. La prima lettura evoca l’elezione di Davide, figura di Cristo, Buon Pastore che guida il suo popolo. La seconda lettura ci invita a camminare come figli della luce. Il prefazio ci mostra gli effetti della redenzione di Cristo: «Nel mistero della sua incarnazione, egli si è fatto guida dell’uomo che camminava nelle tenebre, per condurlo alla grande luce della fede. Col sacramento della rinascita, ha liberato gli schiavi dall’antico peccato per elevarli alla dignità di figli».

La V domenica - con la risurrezione di Lazzaro - parla della vita che è Cristo stesso nel mistero pasquale in virtù dello Spirito Santo. Prima e seconda lettura: Questo Spirito risuscitò Gesù, come rimise in piedi il popolo di Israele sepolto sotto le sue disgrazie. Nel battesimo e nella penitenza, il Cristo «vero uomo come noi, pianse l’amico Lazzaro; Dio e Signore della vita, lo richiamò dal sepolcro», per dimostrare come, «con i suoi sacramenti», riporta gli uomini a una vita nuova (Pref. ).

Le domeniche III, IV e V degli anni B e C Anche le domeniche degli anni B e C, pur potendosi usare per motivi pastorali le letture e i vangeli dell’anno A, hanno un’unità propria indicata dal vangelo, al quale sono adattate le due prime letture.

Anno B III domenica IV domenica V domenica I lettura Salmo resp. II lettura Versetto Vangelo Es 2,1-17 18 1Cor 1,22-25 Gv 3,16 Gv 2, 13-25 2Cr 36,14-16.19-23 136 Ef 2,4-10 Gv 3,14-21 Ger 31,31-34 50 Eb 5,7-9 Gv 12, 26 Gv 12,20-33 anno C III domenica IV domenica V domenica I lettura Salmo resp. II lettura Versetto Vangelo Es 3,1-8.13-15 102 1Cor 10,1-6.10-12 Mt 4,17 Lc 13,1-9 Gs 5,9.10-12 33 2Cor 5,17-21 Lc 15,18 Lc 15,1-3.11-32 Is 43,16-21 125 Fil 3,8-14 Ez 33,11 Gv 8,1-11

I temi dell’anno B, presi dal Vangelo di Giovanni propongono aspetti del mistero pasquale prendendo come base i paragoni che il Signore fa del tempio (dom III), del serpente di bronzo innalzato da Mosè nel deserto (dom. IV) e del grano di frumento che cade in terra e che deve morire per dare frutto (dom. V).

I temi dell’anno C, presi dal Vangelo di Luca – eccetto l’ultimo che è di Giovanni - girano intorno alla bontà divina per il peccatore: atteggiamenti di Gesù di fronte ad alcuni fatti pietosi (dom. III), il figlio prodigo (dom. IV) e il perdono accordato all’adultera (dom. V). La colletta esprime i sentimenti di Cristo alla vigilia degli avvenimenti centrali della sua vita: Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso, perché possiamo vivere e agire in quella carità, che spinse il tuo Figlio a dare la vita per noi.

La domenica delle Palme e della Passione del Signore. È l’ultima domenica della Quaresima, vera celebrazione domenicale della Passione e, allo stesso tempo, commemorazione dell’ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme.

La domenica delle Palme e della Passione del Signore. /2 La processione con i rami d’ulivo, rito d’entrata della Messa, cominciò ad essere praticata a Gerusalemme ( come scrisse la pellegrina galiziana Eteria nel suo Diario di viaggio scritto verso il 380). Più tardi si estese a tutto l’Oriente, alla Spagna (sec. VII), alla Gallia e, finalmente a Roma (sec. XI o XII). La processione è preceduta dalla benedizione dei rami e dalla proclamazione del Vangelo dell’entrata di Gesù a Gerusalemme. Poiché la liturgia non si limita a ricordare i fatti passati, ma attualizza e rivive quello che ricorda, con questo gesto, i fedeli accolgono e acclamano realmente Cristo, rappresentato dal vescovo o dal sacerdote che presiede la comunità.

La Passione del Signore è il gran tema che la Chiesa medita in tutto il corso di questa domenica: Nella Colletta chiediamo: «abbiamo presente il grande insegnamento della passione». La Prima lettura si concentra sul terzo canto del Servo di Javhè (Is 50,4-7) La Seconda lettura con il bellissimo inno della lettera ai Filippesi presenta il mistero dell’annientamento di Cristo e della sua susseguente esaltazione (Fil 2,6-11). Il Salmo è quello che Gesù recitò sulla croce: «Dio mio, Dio mio! Perché mi hai abbandonato?» (Sal 21). Gesù, infatti, è il Giusto perseguitato dagli empi, che muore per dare loro la vita, come recita il Prefazio: «Egli che era senza peccato, accettò la passione per noi peccatori, e, consegnandosi ad un’ingiusta condanna, portò il peso dei nostri peccati. Con la sua morte lavò le nostre colpe e con la sua risurrezione ci acquistò la salvezza».

Le ferie della Quaresima Nella liturgia romana, il tempo della Quaresima era l’unico che aveva formulari propri per la Messa e la Liturgia delle Ore d’ogni giorno. Questa eredità è passata agli attuali libri liturgici. Nella Messa le prime letture appartengono all’AT e sono in armonia con il Vangelo. Dal lunedì della IV settimana, ci è offerta una lettura semicontinua del Vangelo di Giovanni. Tale Vangelo, tranne qualche giorno della settimana santa e dell’ottava di Pasqua, sarà presente fino alla domenica di Pentecoste. Nelle settimane III, IV e V, sono stati previsti alcuni formulari di lettura a scelta, così che, in qualsiasi giorno delle settimane degli anni B e C, possano essere letti i Vangeli della samaritana, del cieco nato e della risurrezione di Lazzaro, che sono letti solo nelle domeniche corrispondenti dell’anno A .

Spiritualità della Quaresima «La Quaresima è il tempo privilegiato del pellegrinaggio interiore verso Colui che è la fonte della misericordia. È un pellegrinaggio in cui Lui stesso ci accompagna attraverso il deserto della nostra povertà, sostenendoci nel cammino verso la gioia intensa della Pasqua» (Benedetto XVI, Messaggio per la Quaresima 2006). La quaresima è il tempo favorevole per la conversione a Cristo (2 Cor 6,2). Perciò si richiede un più attento e prolungato ascolto della Parola di Dio perché è questa Parola che illumina la nostra vita, ci fa prendere coscienza del nostro peccato e guida il nostro ritorno a Dio.

Dimensione battesimale Questo tempo liturgico non solo prepara i catecumeni al Battesimo, ma è il tempo in cui la Chiesa e tutti i fedeli sono chiamati a vivere maggiormente questo sacramento mediante una più profonda conversione. Battesimo e Penitenza sono così i misteri propri della Quaresima.

Dimensione ecclesiale La Quaresima è il tempo della grande convocazione di tutta la Chiesa perché si lasci purificare da Cristo suo sposo. La penitenza ha sempre come effetto la riconciliazione non solo con Dio, ma anche con i fratelli, che a causa del peccato sempre hanno subito un danno. La penitenza quaresimale è quindi per la chiesa non soltanto interna ed individuale, ma anche esterna e sociale.

Le opere della penitenza quaresimale Anche se limitato al Mercoledì delle ceneri e al Venerdì santo, il digiuno è anzitutto astinenza dal peccato. È anche autodominio, libertà dai bisogni, fame e sete di giustizia,impegno di condivisione. Non in vista di un risparmio, ma per la solidarietà.

L'astinenza dalle carni il venerdì: La legge del digiuno obbliga a fare un unico pasto durante la giornata, ma non proibisce di prendere un po’ di cibo al mattino e alla sera. L'astinenza dalle carni il venerdì: . era al principio segno di povertà, essendo nell'antichità il pesce più economico che la carne. È segno dell'abbandono del lusso per vivere una vita più essenziale. L’astinenza proibisce l’uso delle carni, non però l’uso delle uova e dei latticini. Al digiuno sono tenuti i fedeli dai diciotto anni compiuti ai sessanta incominciati; all'astinenza dalla carne, i fedeli che hanno compiuto i quattordici anni. anche coloro che non sono tenuti all'osservanza del digiuno, i bambini e i ragazzi, vanno formati al genuino senso della penitenza cristiana.

La preghiera È prima di tutto ascolto di Dio che parla. È legata molto strettamente alla conversione, per lasciare sempre più spazio a Dio. Preghiera individuale e comunitaria.

La Carità la Quaresima è tempo di più forte impegno di carità verso i fratelli. Non c'è vera conversione a Dio senza conversione all'amore fraterno. La chiesa insegna che queste opere devono essere compiute nella consapevolezza del loro valore di segno in vista della conversione, e non fine a sé stesse.