SI ALLE CITTA’ METROPOLITANE Motore dello sviluppo del sistema Italia

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SI ALLE CITTA’ METROPOLITANE Motore dello sviluppo del sistema Italia Roma, 11 febbraio 2014

I dati principali delle città metropolitane

Superficie e popolazione Le città metropolitane coprono il 17% del territorio italiano e rappresentano il 17% dei comuni. La quota di popolazione insediata nelle città metropolitane è pari al 36% del totale nazionale. 10

Le attività Nelle città metropolitane si concentra il 39% dell’occupazione italiana. Il settore primario è pari al 22% del totale Italia, ed il terziario assorbe 4,4 milioni di addetti , pari al 47% del totale nazionale.

Il terziario superiore L’analisi di maggior dettaglio evidenzia una concentrazione elevata di attività del terziario superiore nelle città metropolitane. In particolare, i servizi di informazione e comunicazione, i servizi di supporto alle imprese, l’istruzione, le attività immobiliari, le attività professionali scientifiche e tecniche sono presenti nelle città metropolitane con oltre il 50% del totale degli addetti del Paese.

Il prodotto interno lordo 2010 Il PIL delle città metropolitane ammonta a 619 miliardi di euro. Le città metropolitane nel loro complesso partecipano al 40% del PIL nazionale, per una quota quindi più che proporzionale rispetto alla popolazione. Fonte: elaborazione Cittalia su dati Eurostat 2010

Patrimonio abitativo Nelle città metropolitane sono presenti oltre 12 milioni di immobili a destinazione residenziale, pari al 36% del totale italiano. In termini di vani e di superficie la disponibilità presente nelle città metropolitane è pari al 43% del totale. 10

Patrimonio immobiliare pubblico Nelle città metropolitane è concentrata gran parte del patrimonio immobiliare pubblico. In particolare è concentrato nelle città metropolitane il 47% del patrimonio culturale (biblioteche, musei, pinacoteche, gallerie, accademie).

Lo sviluppo urbano Il modello insediativo risulta differenziato. Se in alcune realtà il livello di urbanizzazione non coinvolge l’intero territorio metropolitano (vedi Torino, Firenze Bologna e Genova), in altre realtà l’urbanizzazione si estende alla quasi totalità delle aree metropolitane (Milano e Venezia in particolare).

Le ragioni per l’integrazione dei territori metropolitani

Le finalità principali delle politiche di integrazione territoriale La finalità principale è quella dell’integrazione amministrativa e dei servizi tra i comuni capoluogo e i comuni del territorio dell’attuale provincia, dove oggi risiede la maggior parte (56%) della popolazione della futura città metropolitana. La popolazione nelle aree metropolitane è cresciuta del 5,5% dal 2000 al 2010, soprattutto per la crescita dei comuni esterni al comune capoluogo 2,4%. Il motivo della crescita è dato dall’aumento dei flussi migratori degli stranieri (+249%) e dal tasso di natalità più elevato nelle corone metropolitane. I fenomeni naturali di urbanizzazione delle aree limitrofe al comune capoluogo evidenziano l’urgenza di politiche urbane di rilievo metropolitano in tutti i settori: trasporti, sociale, ambiente, tributi etc. Spesso si tratta di popolazione residente che usufruisce dei servizi del comune capoluogo, da qui la necessità di decisioni coordinate e sinergiche degli amministratori comunali. Oltre 1 milione e mezzo delle persone di origine straniera residenti in Italia vivono nelle città metropolitane: in particolare, è nelle cinture metropolitane che si registrano i tassi di incremento più significativi. I comuni capoluogo sono i luoghi dove più alto è il tasso di presenza delle generazioni più anziane: 184 anziani ogni 100 giovani, ben al di sopra della media nazionale (146/100).

Le prospettive di integrazione socio-economica dei territori metropolitani Nelle città metropolitane gli abitanti del capoluogo hanno redditi più elevati, in alcune città in misura anche molto significativa. In media, la differenza di reddito che c’è tra i contribuenti del comune capoluogo e quelli degli altri comuni è pari a quella che c’è tra la Svezia e l’Italia (ca. 6.000 euro/anno)

Reti di servizi + semplificazioni radicali = città metropolitana Sono numerosi gli indicatori che attestano l’urgenza di mettere a sistema le politiche pubbliche tra comuni capoluogo e altri comuni dell’area metropolitana. Ad esempio, nell’accesso ai servizi e nelle dotazioni infrastrutturali, in tutte le città metropolitane esistono ampie aree dalle quali raggiungere una struttura sanitaria di ricovero richiede oltre 30 minuti di automobile. In ogni area metropolitana si trovano molteplici livelli di governo e di gestione amministrativa che intervengono sullo stesso territorio: Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) per la gestione della rete idrica e dello smaltimento dei rifiuti; Aziende Sanitarie Locali (ASL); Gruppi di Azione Locale (GAL) per lo sviluppo delle aree rurali; Unioni di Comuni; Comunità Montane; Circoscrizioni di decentramento comunale; spesso troviamo anche Autorità di Bacino, Autorità portuali e aeroportuali, Magistrati delle acque, ecc. UNA OTTIMA OCCASIONE PER UNA RADICALE SEMPLIFICAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE -UFFICIO UNICO PER LE ATTIVITA’ PRODUTTIVE -UFFICIO UNICO PER L’IMPIEGO -UNIFICAZIONE DEI CENTRI DI COSTO

Le proposte

Le funzioni delle città metropolitane Tre dimensioni di un problema 1. la continuità e la “metropolizzazione” delle funzioni delle province 2. domande aperte con riferimento alle funzioni già previste dal DDL 3. ulteriore conferimento di funzioni alle città metropolitane

manutenzione stradale, protezione civile e tutela ambientale La continuità e la “metropolizzazione” delle funzioni delle province manutenzione stradale, protezione civile e tutela ambientale servizi per l'impiego e la formazione professionale istruzione secondaria di secondo grado Opportunità: su tali funzioni la pianificazione strategica di scala metropolitana può favorire l'integrazione delle politiche e una programmazione di medio-lungo periodo

Domande aperte con riferimento alle funzioni già previste dal DDL Tra i molti ambiti di intervento, due in particolare richiedono interventi di livello nazionale e locale che mettano le città metropolitane in condizione di agire pianificazione territoriale generale e infrastrutturazione occorre che le funzioni metropolitane non si limitino al coordinamento, per evitare una identificazione con il preesistente PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale), occorre quindi un processo di acquisizione di competenze dotino la pianificazione metropolitana di caratteristiche di operatività (quindi una delega da parte dia delle regioni che dei comuni). sulla infrastrutturazione occorre una piano nazionale per la riqualificazione e rigenerazione urbana, che superi la logica centralistica della “legge obiettivo” (443/2001) in favore di una pianificazione condivisa con in territori. È auspicabile l'attuazione in tempi rapidi del DDL sul consumo di suolo, per offrire alle città metropolitane strumenti di tutela delle aree agricole. promozione e coordinamento dei sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione priorità per le città metropolitane negli interventi per il perseguimento degli obiettivi dell'Agenda Digitale (con particolare riferimento alla copertura dell'intero territorio metropolitano con le reti d’accesso di nuova generazione)

Ulteriore conferimento di funzioni alle città metropolitane Ricerca scientifica - il DDL fa riferimento a “attività di ricerca innovative”. Occorrono un piano nazionale e interventi regionali per l'attuazione della programmazione strategica metropolitana in materia di ricerca e sviluppo, anche attraverso il trasferimento di risorse ad hoc. Incentivi all’industria - nelle città metropolitana il settore secondario assumerà rilievo centrale, occorre una delega di funzioni dalle regioni alle città metropolitane nel contesto di un permanente coordinamento multilivello Politiche sociali - nella pianificazione sociale di zona, occorre prevedere un intervento delle città metropolitane nella ridefinizione degli ambiti territoriali. Occorre inoltre che le città metropolitane possano predisporre un “piano sociale metropolitano”. Politica di coesione (ciclo 2014/2020) - favorire la delega gestionale alle città metropolitane di interventi integrati di sviluppo.