Campi di concentramento

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Transcript della presentazione:

Campi di concentramento

Il campo di concentramento Campi di concentramento Definizione: Per campo di concentramento (o campo di internamento) si intende una struttura carceraria all'aperto, per la detenzione di civili e/o militari. È solitamente provvisoria, adatta a detenere grandi quantità di persone, solitamente prigionieri di guerra, destinati con essere scambiati o rilasciati alla fine del conflitto. Struttura: Un campo di concentramento è formato da file di baracche o container disposte ordinatamente, contenenti i dormitori, i refettori, gli uffici e le altre strutture necessarie, e circondate da reticolati di filo spinato o altri tipi di barriere. Il perimetro del campo è sorvegliato da ronde di guardie armate.

Vari campi

Campi di sterminio Definizione: Un campo di sterminio è un campo di concentramento il cui scopo unico o principale è quello di uccidere i prigionieri che vi giungono. Questi centri di annientamento furono creati dalla Germania nazista durante la seconda guerra mondiale per attivare la cosiddetta soluzione finale del problema ebraico, che consisteva nell'uccisione di tutti gli ebrei d'Europa compresi nella sfera d'influenza politico-militare del Terzo Reich. L'uso dell'espressione "campo di sterminio" per descrivere realtà differenti dai centri di sterminio nazisti della "soluzione finale", è materia di dibattito e non trova ampia diffusione nella storiografia Scopo: Creati sulla base di un complesso e efficiente programma organizzativo, i campi di sterminio nazisti causarono la morte di circa tre milioni di ebrei e costituiscono l'unico caso nella storia di struttura detentiva studiata appositamente, secondo tecniche scientifiche e pianificazione di tipo industriale, per distruggere un'intera popolazione sulla base di concezioni ideologico-razziali. L'attività d' annientamento dei campi di sterminio rappresentò la fase culminante e più tragica dell'Olocausto.

La vita nei campi di concentramento. Per arrivare nei lager, le persone erano ammassate in dei vagoni, senza cibo, acqua, luce e nemmeno la conoscenza di dove sarebbero dovuti andare. Le persone deportate nei campi di concentramento erano sottoposte a condizioni proibitive: la sottile casacca carceraria non proteggeva dal freddo; i cambi di biancheria si succedevano ad intervalli pluri-settimanali e persino mensili, e i prigionieri non avevano molte possibilità di lavarla. Ciò era causa di diffusione di epidemie e di diverse malattie, in particolare del tifo e molte persone morivano di freddo.

Non appena i vagoni entravano nell'austerità dei campi di sterminio, i deportati venivano assaliti dall'acre odore che proveniva dalle ciminiere che ogni giorno bruciavano centinaia di corpi. Costretti a scendere, gli ebrei erano quindi divisi tra donne e uomini e giudicati approssimativamente dagli impiegati delle SS. In base allo stato di salute apparente delle persone si valutava se queste potessero o meno lavorare e sopportare per qualche tempo le condizioni del campo.

Gli alloggi consistevano in baracche primitive, prive di ogni struttura igienica con latrine costituite da recipienti da svuotare, costruite con materiali scadenti, estremamente sovraffolate; i detenuti dormivano ammucchiati in gran numero su tavole di legno senza coperte o cuscini. L'apparato delle SS organizzò un complesso sistema per mantenere il controllo dei detenuti ed impedire la formazioni di movimenti collettivi di resistenza interna ai campi; oltre all'impiego di spie reclutate tra i detenuti, le strutture amministrative e repressive organizzarono una gerarchia all'interno per evitare la coesione di prigionieri; esisteva una gerarchia razziale che privilegiava i prigionieri tedeschi rispetto agli slavi e soprattutto agli ebrei.

-TRIANGOLO ROSSO: indicava i prigionieri politici, nei confronti dei quali era stato emesso un mandato di arresto per motivi di sicurezza. -TRIANGOLO VERDE: designava i criminali comuni, vale a dire una serie di detenuti di origine tedesca fra i quali spesso venivano scelti i capiblocco (kapò) e i sorveglianti delle squadre di lavoro, incaricati di mantenere l'ordine e fare funzionare il lager. -TRIANGOLO NERO: il nero veniva attribuito agli asociali, un gruppo non precisato di internati in cui erano compresi gli zingari, le prostitute e i senza fissa dimora eccetera. -TRIANGOLO BLU: il blu veniva attribuito agli immigrati, ai rifugiati all'estero della guerra della Repubblicana di Spagna. -TRIANGOLO VIOLA: il viola era attribuito agli studiosi delle Sacre scritture (Testimoni di Geova) o ai religiosi in genere, fatta eccezione ai sacerdoti polacchi. -TRIANGOLO ROSA: il rosa infine marchiava coloro che erano accusati di omosessualità. -STELLA DI DAVID: indicava gli ebrei, i più numerosi nei campi di concentramento. Portavano un contrassegno a sei punte formato da due triangoli sovrapposti: quello colorato indicava la distinzione fra categorie generali, quello giallo indicava l'appartenenza alla religione ebraica. I detenuti soggetti a misure di sicurezza, una volta scontatala pena, venivano internati nei Lager e contraddistinti con un triangolo verde rovesciato. Dentro ogni triangolo la lettera maiuscola indicava la nazionalità.

Presentazione realizzata da: Ilaria Lancini Maddalena Maino Andrea Scaccabarozzi Luca Sirignano