La Civiltà cananea-fenicia
Il territorio La Fenicia (territorio lungo 200 km e largo 30 km) offriva un territorio fertile ma insufficiente a nutrire l’intera popolazione. Non potendosi espandere nell’entroterra per la vicinanza di popoli più forti di loro, i fenici si videro costretti al intraprendere la navigazione in cerca di terre per potenziare gli scambi commerciali, spinti dalla grande quantità di legname che offrivano i boschi di cedro sulle pendici del Libano per la costruzione di navi.
I Cananei (poi chiamati Fenici dai Greci), provenienti dal deserto arabico, si stabilirono intorno al 1650 a.C. nella parte settentrionale della Terra di Canaan, in una sottile striscia di terra (attuale Libano), affacciata sul Mediterraneo orientale e delimitata da una catena montuosa. Il nome“Fenici”, proviene dal vocabolo greco Phoinikes che significa “rosso” con cui i Greci designavano solitamente questo popolo, riferendosi alla pratica dei Fenici di colorare con la porpora i loro tessuti.
I Fenici Vivevano in città-stato autonome; le più importanti furono Tiro, Sidone, Biblo, Berito ed Arato. Lo sviluppo delle città fenicie era stato, fino alla fine del I millennio a.C., limitato dalla pressione degli imperi egizio e hittita. Dopo che l’arrivo dei Popoli del Mare determinò il crollo della civiltà hittita, per le città fenicie iniziò una nuove epoca che coincise con il periodo della massima affermazione della loro civiltà. Non potendo espandersi sul territorio circostante, impediti dalla presenza di popoli più forti di loro, si dedicarono alle attività marinare, conquistando anche un primato di natura commerciale.
Le attività economiche-1 Erano spinti a dedicarsi ad attività marinare anche dalla grande quantità di legname che offrivano i boschi di cedro sulle pendici del Libano per la costruzione di navi. Dal murice, un raro mollusco che viveva lungo le coste,ricavarono una sostanza di colore rosso che usavano per la tintura dei tessuti: la porpora Dalle sabbie ricche di silicio attraverso tecniche di lavorazione,riuscirono a produrre vetro. Si specializzarono nella produzione di gioielli e nella lavorazione dei metalli.
Le attività economiche-2 agricoltura, sfruttamento delle risorse boschive, allevamento, artigianato MARE : pesca, costruzioni navali, porpora COMMERCIO: monopolio dei commerci a lunga distanza (soprattutto via mare, ma anche via terra) ricerca e smercio di materie prime: rame, stagno, argento, oro, ferro (lingotti o oggetti lavorati) e legno attività di intermediazione: derrate alimentari, stoffe, schiavi commercializzazione di prodotti di lusso (di produzione propria, ma non solo) prestigiosi per bellezza, esoticità e valore intrinseco
Un popolo di mercanti… Marinai e commercianti i Fenici lo diventarono per necessità politico- economica. Nel momento in cui la striscia di terra che abitavano non fu più in grado di soddisfare i bisogni alimentari della popolazione, cominciarono a frequentare prima i porti dell’area mediterranea orientale e in un secondo tempo quelli occidentali. Furono così i mercanti a dare vita a una rete di contatti con l’esterno che permise alle città fenicie di trasformarsi in tanti piccoli imperi economici. Le città fenicie svolsero il ruolo di centri di ridistribuzione, grandi mercati, nodi di raccordo di un commercio marittimo internazionale, primo esempio di espansione economico commerciale non sorretta da un apparato militare.
…e di navigatori I Fenici-Cananei introdussero importanti innovazioni per la sicurezza della navigazione: perfezionarono il remo-timone e inventarono l’ancora. Potevano viaggiare sicuri anche la notte orientandosi con l'Orsa minore (la Stella Polare), che i Greci chiamavano «stella fenicia». I boschi dei monti libanesi fornirono un’ottima materia prima, il legno di cedro, e con essa i fenici si impegnarono per la costruzione delle navi. Realizzarono navi mercantili ampie, agevolate alla navigazione per mezzo di una grossa vela quadrata, ma provviste anche di remi per manovre veloci o in caso di assenza di vento. Le città fenicie divennero ben presto famose, oltre che come grandi empori, per i loro cantieri navali.
Le navi fenice Con i cedri del Libano, i fenici costruivano agili imbarcazioni per navigare nel Mediterraneo,così sulle coste raggiunte nascevano porti fiorenti. Due erano i tipi più diffusi di imbarcazione: il primo da guerra, con la poppa fortemente ricurva e lo sperone a filo d'acqua; il secondo tipo, da commercio, presentava entrambe le estremità rialzate e fianchi molto ampi capaci di accogliere carichi rilevanti di merci di ogni genere (cereali, legnami, stoffe, marmi, spezie).
La colonizzazione: ricchezza e civiltà Nei viaggi per mare i fenici si diressero verso occidente, aprendo nuove rotte commerciali per rifornirsi di materie prime. Nei luoghi più importanti, lungo le coste del Mediterraneo, organizzarono grandi empori attrezzati con magazzini; alcuni di questi empori con il tempo si trasformarono in vere e proprie colonie di insediamento. Le colonie della Sardegna, Sicilia, Spagna e le coste dell’Africa sopravvissero al declino delle città madrepatria e i loro abitanti furono chiamati punici ( da Poeni “cartaginesi”).
Le istituzioni politiche e religiose Ogni città-stato fenicia era retta da un re che assommava un potere politico, economico e religioso. Alcune colonie, come Cartagine, erano rette da un governo di tipo oligarchico. La religione dei Fenici era di tipo politeista, adoravano numerose divinità; la principale era Melqart( “Re della città”). Sua compagna Astarte, dea della fertilità e dell’amore. I templi dedicati alle divinità fenice si distinguevano per le loro dimensioni, in alcune città fenicie sono stati rinvenuti luoghi sacri recintati , i tofet, nei quali erano state deposte urne funerarie di molti bambini, un tempo interpretate come testimonianza del compimento di sacrifici umani di neonati per ottenere la protezione delle divinità in caso di calamità, ma ormai individuati come necropoli dedicate ai bambini.
Una nuova forma di scrittura: l’alfabeto I Fenici, al contrario di molte altre civiltà, non consideravano la scrittura sacra o uno strumento di potere, ma una necessità pratica: doveva essere alla portata dei mercanti, che ne avevano bisogno per registrare le operazioni commerciali. Fu cosi che adottarono un sistema di scrittura più semplice e funzionale: l’alfabeto fonetico, formato da 22 segni facili da tracciare. Ognuno di questi segni corrispondeva a un suono emesso parlando; combinando i segni fra loro si poteva comporre un numero infinito di parole. I commercianti fenici diffusero il loro alfabeto, che comprendeva però solo le consonanti, in tutto il Mediterraneo. I Greci lo adottarono e lo modificarono, inserendovi le vocali. Dai Greci passò ai Romani che lo trasformarono ulteriormente, trasmettendolo fino a noi.
Alfabeto fenicio