La crisi della polis e Alessandro Magno
Il declino della polis dopo la sconfitta di Atene, torna operativo il principio primo della politica greca: eleutherìa kài autonomìa la Grecia torna a frammentarsi in un sistema di autonomie municipali, in perenne conflitto fra loro e quindi estremamente deboli vecchi e nuovi pericoli incombono sul mondo greco: a nord la Macedonia, ad est la Persia, ad est Cartagine (che nel 406 a. C. aveva riconquistato l’intera Sicilia, tranne Siracusa) dopo la sconfitta di Atene, torna operativo il principio primo della politica greca: eleutherìa kài autonomìa la Grecia torna a frammentarsi in un sistema di autonomie municipali, in perenne conflitto fra loro e quindi estremamente deboli vecchi e nuovi pericoli incombono sul mondo greco: a nord la Macedonia, ad est la Persia, ad est Cartagine (che nel 406 a. C. aveva riconquistato l’intera Sicilia, tranne Siracusa) si afferma un nuovo senso dell’individualità
Un nuovo clima culturale: individualismo e inquietudine Dopo l’esperienza devastante della guerra civile si afferma un nuovo senso di individualismo e disimpegno nei confronti della vita politica e civile. Il filosofo Platone (427-347 a.C) nella sua opera più importante, La Repubblica, ne dà una prova. Egli aveva assistito agli eccessi della democrazia e della tirannide e aveva visto la morte ingiusta del suo maestro Socrate. A causa di ciò sviluppa l’idea che nessuna costituzione è perfetta, la monarchia sfocia in tirannide, l’aristocrazia in oligarchia e la democrazia in oclocrazia; l’unico modello perseguibile è quello che vede a capo dello Stato il filosofo, ossia l’intellettuale che conosca il proprio bene e quello della collettività, libero dalle ambizioni personali e animato da un profondo senso etico e civico. E’ compito dello Stato quello di educare i cittadini in modo che solo i migliori vengano ammessi al governo della città e secondo la sua prospettiva i migliori sono i filosofi. Si tratta di un modello ideale e utopico che però ha condizionato il pensiero di molti altri filosofi.
LA RELIGIONE Anche la religione subisce dei cambiamenti: a livello popolare il disagio si manifestò con la diffusione di culti orientali, come quello del dio Asclepio. Egli era non solo il patrono della medicina, ma anche un dio buono e soccorritore, vicino alla sofferenza degli uomini, a differenza delle altre divinità greche indifferenti ai bisogni degli esseri umani. Anche il culto riservato a questo dio era diverso da quello riservato agli altri dei: esso non era collettivo e pubblico, ma si svolgeva nell’intimità della propria casa nella ricerca di una forma individuale di religiosità
Il dominio di Sparta Sparta punta ad eliminare il sistema politico ateniese, la democrazia, dovunque porti la sua potenza, imponendo regimi oligarchici, a volte sostenuti da presìdi militari anche ad Atene vengono imposti Trenta tiranni, che vengono, però, scacciati da esuli democratici, capeggiati da Trasìbulo nel 403 a. C. questi si vendicano di coloro che avevano appoggiato i tiranni (condanna di Socrate, 399 a. C., per ateismo e corruzione dei giovani) immagine di Socrate
Potere persiano fra Atene e Sparta Gli Spartani sperano di recuperare le città greche della Ionia andate alla Persia alla fine della guerra del Peloponneso, inserendosi nella disputa per la successione al trono in atto tra Ciro il Giovane e suo fratello Artaserse, ma combattono dalla parte sbagliata cioè dalla parte di Ciro, che perde la sua battaglia col fratello; così l’esercito greco (quasi tutti mercenari) vaga per anni allo sbaraglio prima di tornare a casa sotto la guida di Senofonte (Anabasi). Artaserse porta avanti una politica ostile verso i Greci e nel 394 a. C. la flotta persiana sconfigge quella spartana a Cnido e Atene riceve molto denaro, con cui ricostruisce le Lunghe Mura e punta a ricostituire il potere del V secolo (i Persiani mettono le città greche una contro l’altra) ma la Persia teme ora Atene e, quindi, si allea con Sparta, imponendo a tutte le città greche la pace di Antàlcida (386 a. C.), per cui le città ioniche passano alla Persia tutte le leghe vengono sciolte tutte le città greche sono riconosciute autonome dai Persiani immagine di Socrate
L’egemonia di Tebe in questo periodo emerge Tebe, capitale della Beozia, guidata da Pelòpida e da Epaminònda I Tebani si liberano degli oligarchi imposti da Sparta e si legano militarmente alle altre città della Beozia (lega beòtica) Epaminònda guida l’esercito tebano a Leuttra nel 371 a. C. e vince gli spartani grazie alla tattica obliqua a Sparta gli iloti si ribellano e, di fatto, danno avvio all’involuzione della civiltà spartana per 10 anni Tebe sembra primeggiare, ma la morte di Epaminònda nel 362 a. C. a Mantinèa (Tebani contro Ateniesi e Spartani insieme) segna l’inizio della fine della città cartina della Grecia (cfr. p. 218 Cantarella); tattica obliqua: si chiama così? c’è qualche ricostruzione?
L’ascesa dei Macèdoni la Macedonia è una regione montuosa, abitata da una popolazione solo in parte greca, fino ad allora marginale nella storia greca. La vita cittadina è pressoché inesistente c’è un re, primus inter pares contornato da aristocratici con ampia autonomia. La capitale è Pella nel corso del IV sec. a. C. la Macedonia si rafforza, grazie al potere più consolidato del re Archelào cartina della Macedonia
Filippo II Filippo II fu il creatore della potenza macedone. Prende il potere nel 359 a. C. e riorganizza lo stato e l’esercito Essendo stato ostaggio a Tebe, aveva avuto modo di conoscere come funzionava la falange tebana e grazie a questa esperienza inventò un nuovo tipo di falange, con opliti dalle lunghe lance (sarisse), aiutati da una cavalleria molto potente che aveva il compito di sorprendere dai fianchi gli opliti; con questo esercito conquistò la penisola balcanica e si impossessò delle miniere d’oro della Tracia Filippo ostenta in ogni occasione il carattere greco del suo regno e, infatti, si presenta come difensore del santuario di Delfi (a quel tempo era stato saccheggiato) e come guida dell’anfizionìa delfica dal 346 a. C.; a dimostrare il suo amore per la cultura greca sceglie come precettore di suo figlio il grande filosofo greco Aristotele. immagine di falange (cfr pag. 220)
La falange macedone era una particolare formazione dell'esercito, introdotta dal sovrano Filippo II. Essa riuniva al suo interno diversi reparti di fanteria pesante: • Gli hypaspistai erano un corpo di opliti d'élite. Protetti da armatura, portavano il pesante scudo greco, ed erano armati di picca e spada; • I pezeteri componevano il cuore della falange. Erano protetti da armature pesanti, complete di schinieri, ed armati con la lunghissima picca macedone, la sarissa di 5-7 m, che obbligava i soldati a portare lo scudo sulla spalla sinistra. Lo schieramento della falange era rettangolare, con la fronte al nemico: le lunghe sarisse delle prime file venivano puntate orizzontalmente davanti alla falange, mentre quelle dei compagni più arretrati venivano tenute in alto e abbassate solo nel momento dell'impatto con il nemico, quando le file della falange si comprimevano. In questo modo, una falange pronta al combattimento assumeva l'aspetto di un gigantesco istrice. Compito degli hypaspistai era proteggere i fianchi dei fanti armati di sarissa sfruttando la loro maggior rapidità per le azioni di disturbo con proiettili (sassi) o nel corpo-a-corpo. Ulteriore protezione veniva garantita dalla mobilissima cavalleria, solitamente posizionata ai fianchi. La falange macedone
Il trionfo di Filippo II Ad Atene prevale il partito dei ‘radicali’, cioè coloro che osteggiano in ogni modo Filippo II. Il loro capo fu l’oratore Demòstene, che vedeva nell’arrivo dei Macedoni la fine della civiltà della polis. Egli scrisse contro Filippo le famose Filippiche, caratterizzate da un’accesa aggressività verbale contro il tiranno. Accanto a questa fazione ve n’era un’altra, capeggiata dall’oratore Eschine fautore di una politica filomacedone. Atene decide di allearsi con Tebe per andare contro i Macedoni (promettendo l’egemonia sulla Grecia intera), ma nel 338 a. C. a Cheronèa l’esercito greco viene sconfitto da Filippo II, che diventa così padrone assoluto della Grecia Egli crea una lega fra le città greche (lega di Corinto), del tutto assoggettata alla Macedonia e assunse posizioni antipersiane immagine di Demostene
Alessandro Magno Filippo viene ucciso nel 336 a. C da una congiura di nobili e sale al trono il giovane figlio Alessandro di 18 anni, educato da Aristotele secondo il costume greco, grande estimatore dei poemi omerici e di Achille sin da giovanissimo fu un gran soldato, molto ambizioso e animato da una fortissima volontà di potenza resta l’unico greco (tale pensiero sarà la norma, invece, a Roma) ad aver concepito l’idea di un dominio territoriale continuativo, e quindi ad aver tentato di assoggettare il mondo allora conosciuto
Alessandro Magno copia da un originale di Lisippo (330 a.C. ca)
Alessandro Magno dopo aver devastato Tebe nel 335, perché stava tentando di ribellarsi ai Macedoni, organizza una spedizione in Oriente, con un significato militare, ma anche culturale la sequenza delle vittorie è la seguente: vicino al Granico, in Frigia, nel 334. Vittoria completa. Alessandro sottrae alla Persia le colonie greche della Ionia. Isso, in Cilìcia, nel 333. Battaglia a lungo incerta; lo stesso Dario III assisteva da lontano ai combattimenti. La battaglia fu vinta grazie all’abilità della cavalleria macedone guidata dallo stesso Alessandro. Dario fugge, ma lascia nelle mani di Alessandro il tesoro persiano e tutta la sua famiglia che venne graziata dal vincitore Siria e poi Tiro, in Fenicia, nel 332 Egitto (fonda Alessandria, alla foce del Nilo, una delle tante città col suo nome). Qui non ci furono battaglie ma Alessandro venne salutato come un nuovo faraone discendente dagli dei. Lui stesso alimenta questo mito recandosi a visitare l’oracolo del dio Amon
La battaglia di Gaugamela e la spedizione in India Dopo le folgoranti vittorie Dario III cerca un compromesso con Alessandro, proponendogli di tenersi i possedimenti già conquistati, ma di rinunciare a proseguire la guerra. Secondo il biografo personale di Alessandro, Plutarco, il fedele amico di Alessandro, Parmenione, gli consiglia di accettare la proposta, ma Alessandro rifiuta, mirando ormai alla completa conquista dell’Asia, di Oriente e Occidente e di tutto il mondo conosciuto. Si venne quindi alla battaglia decisiva a Gaugamèla (331) vicino alle rovine di Ninive, l’antica capitale degli Assiri. La vittoria macedone fu totale e Dario III dovette scappare, mentre Alessandro entrava vittorioso nelle capitali dell’impero persiano Susa e Persepoli (data alle fiamme). L’ultimo re di Persia fu ucciso, mentre tentava di scappare, da un satrapo che voleva farsi amico Alessandro. Non pago Alessandro si spinse fino ai confini dell’India: altopiano iranico, Afghanistan, Kashmir, valle del fiume Indo dove sconfisse il re indiano Porro in una sanguinosa battaglia. In seguito fu l’esercito che si rifiutò di procedere e gli intimò di tornare indietro a Babilonia dove stabilì la sua capitale e dove morì all’età di 33 anni (323) senza mai essere ritornato in Macedonia
La campagna militare
Il progetto politico di Alessandro capisce subito che non può far governare un regno di tali dimensioni dalla ristretta aristocrazia macedone quindi, punta alla fusione dei popoli conquistati, in particolare con i più evoluti Persiani. Impone ai suoi generali di non tornare in Macedonia e di sposare donne dei popoli conquistati. Lui stesso dà l’esempio sposando Rossane, nobile persiana (della Bactriana) che gli darà un figlio che però non gli sopravvive. lentamente assume i tratti del dèspota orientale, lasciando molto insoddisfatti i cittadini greci, non abituati ad essere trattati da sudditi (impone loro la proskýnesis, l’inchìno fino a terra) Vasta opera di urbanizzazione
L’eredità di Alessandro Magno nel 323 a. C. muore di malaria e il suo regno si disgrega anche a causa delle ambizioni dei suoi generali, ben presto chiamati «diàdochi», cioè successori inizia il periodo detto ELLENISMO, che si protrarrà fino al 31 a. C., quando l’ultimo regno, quello dei Tolomèi, cioè l’Egitto verrà conquistato da Roma (Battaglia di Azio: Ottaviano contro le truppe di Antonio e Cleopatra) presto i generali mettono da parte la politica di fusione fra i popoli, sbarazzandosi dei funzionari persiani. Inizia, così, una serie di guerre fra Greci, che dureranno per oltre 20 anni, fino al 300 a. C., quando le monarchie ellenistiche si stabilizzano
I REGNI ELLENISTICI Regno d’EGITTO (Tolemaico) Regno di SIRIA (Seleucide) Regno di MACEDONIA Regno di PERGAMO Regno della BATTRIANA Regno dei PARTI
IL REGNO D’EGITTO 306 a.C.: fondazione del regno d’Egitto da parte del generale macedone Tolomeo (dinastia dei Tolomei), Alessandria, capitale del regno Diffusione della cultura greca Alessandria diventa la più popolosa e ricca città del mondo ellenistico e, più in generale, del mondo mediterraneo Alessandria diventa anche capitale culturale grazie ai suoi intellettuali e soprattutto alla sua immensa biblioteca (400.000 volumi) incendiata prima da Cesare (48 a.C.)poi da Aureliano (270 d.C) I discendenti di Tolomeo si presentarono come i continuatori dell’antica storia egizia
IL REGNO DI SIRIA Fondazione del regno di Siria da parte del generale Seleuco (dinastia dei Seleucidi) Espansione del regno da parte del figlio di Seleuco, Antioco Immensa estensione territoriale (dal Mediterraneo al cuore dell’Asia) Fondazione di decine di città greche Antiochia diventa una delle maggiori metropoli commerciali del mondo
Mausoleo del re selucide Antioco I Epifane (nell’attuale Turchia) Il mausoleo comprende una serie di statue che rappresentano sovrani e divinità appartenenti alla storia e alla mitologia sia greca sia persiana, a testimonianza della duplice eredità culturale del regno dei Seleucidi
IL REGNO DI PERGAMO Sotto la guida di Attalo I e dei suoi discendenti (Attalidi), il regno diventa un importante stato militare Attalo evita l’invasione dei Gàlati che minacciano di distruggere le città greche della regione Centro culturale ed artistico: Biblioteca
Altare di Pergamo. Ricostruzione
REGNO DELLA BACTRIANA Regione nord-orientale del mondo greco (attuale Afghanistan) Regno greco-orientale: commistione di elementi greci e indiani Distrutto nel II secolo a.C. dai nomadi del Turkenstan
REGNO DEI PARTI Alcune province, ai confini orientali, staccandosi dal potere centrale, costituiscono il regno dei Parti Ricostituiscono parte dell’antico impero persiano e amano definirsi gli eredi del gran re. Tale regno diventerà una grande potenza durante l’epoca dei Romani che per secoli tenteranno di dominarli, ma senza riuscirci mai definitivamente
IL DECLINO DELLE POLEIS GRECHE ATENE: importante solo da un punto di vista culturale: - Accademia di Platone - Liceo di Aristotele - Scuole di Epicuro (epicureismo)e Zenone (stoicismo) SPARTA: ridotta a ruolo secondario, nonostante il tentativo di riorganizzazione dei re Agide e Cleomene (240-220 a.C.)
A ROMA INTANTO SUCCEDE CHE…… 275 a.C.: Pirro, re dell’Epiro, torna in patria dopo essere stato definitivamente sconfitto dai Romani 202 a.C.: dopo la fine della seconda guerra contro Cartagine, Roma si espande verso Oriente 197 a.C.: i Romani sconfiggono Filippo V di Macedonia 190 a.C.: i Romani sconfiggono Antioco III di Siria II e I secolo a.C.: tutti gli stati greci vengono sottomessi da Roma e organizzati sotto forma di provincia
Impero romano nel I sec. a. C.