I CETACEI Ivano Iaccio 1^ C Scuola Media Statale “Salvo D’Acquisto”

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Gli animali marini di Asia Marongiu
Advertisements

Presentazione dell’argomento rivolta ad un alunno diversamenteabile
Scuola Secondaria di Primo Grado
L'ornitorinco.
LE LEZIONI DEL PROF. H O 2 a cura di SILVIA ARONI.
Gita museo di zoologia Argomenti trattati: -biodiversità.
GLI ANIMALI MARINI A cura di Anna Buttau.
Il Regno degli Animali.
Adattamento « La storia della vita sulla Terra, è la storia dell'adattamento all'ambiente. Attraverso una serie di mutazioni e di selezioni, le specie.
La foca monaca del Mediterraneo “Quasi quasi l’abbiamo persa”
PROGETTO PARI OPPORTUNITA'
I PESCI La classificazione Anatomia La vita quotidiana La riproduzione.
Gli uccelli Caratteristiche principali Riproduzione e sviluppo
GLI ANIMALI.
Mi chiamo thunnus, thynnus la mia carne è molto ricercata, anche dai giapponesi per preparare il loro piatto nazionale: il sushi.
ORSO POLARE.
GLI ANIMALI DELL’ANTARTIDE
IL DELFINO.
DELFINO.
A cura di Matteo Aiana classe 2ª B scuola media Via Don Palmas Elmas
IL LEONE.
L’ORSO POLARE.
GLI ANIMALI ESISTONO ANIMALI DIVERSI TRA LORO E PER STUDIARLI BISOGNA DIVIDERLI IN BASE A VARI CRITERI: SECONDO LA SPECIE E SECONDO LO SCHELETRO.
L’ ECOSISTEMA DI UNO STAGNO
A cura di : Riccardo Leone
METAMORFOSI RANA.
CETACEI DI GIGANTESCA TAGLIA
LAcquario di Genova è stato inaugurato il 15 Ottobre LAcquario è una struttura lunga più di 250 metri disposta su quattro piani, due dei quali sotto.
Il delfino Zanaboni Gianluca Classe II ITI. Indice: - Cosè un delfino… - Caratteristiche Fisiche - Llimentazione -Il branco - La riproduzione.
indice Pag. 2 w i pinguini Pag. 3 introduzione
Classificazione delle specie
A cura di Gusmaroli Giulia e Schiavone Noemi
Gli animali degli abissi
Vertebrati con mascelle
1. I vertebrati. 2. I pesci. 3. Gli anfibi. 4. I rettili. 5
RICERCA SULLA RANA Enrica Giannetto.
Il bradipo.
I delfini Ilaria Zedda Dalila Martini 1^A.
I pesci migratori: salmoni e anguille
Gli Squali Dissou Emmanuel & El Badia Taha.
GLI SQUALI Tutti gli squali sono carnivori e la maggior parte di loro si nutre di pesci ed altri animali marini, a differenza degli esemplari più grandi,
Miriam Ravizza e Jason Ascia I DELFINI..
La Foca di Weddell La Foca di Weddell,di grandi dimensioni,ha la testa piccola e le pinne corte; si immerge fino a 50 metri di profondità e riesce a stare.
I SIRENIDI.
Le balene.
Gaia Corona & Vanessa Di Liddo
PESCI.
LE BALENE REALIZZATO DA: Matteo Cortellazzi & Matteo Fulgheri.
GLI SQUALI. La loro vita L'aspettativa di vita di uno squalo varia da specie a specie. La maggior parte ha una vita media tra i 20 ed i 30 anni, mentre.
Questo raggruppamento comprende più di 500 specie. WASSIM 1° AFM.
GLI SQUALI Gaia Di Clemente. Gli squali vivono nei mari di tutto il mondo escluso l’Antartide con circa 400 specie con dimensioni che vanno dai 25 cm.
Laboratorio evoluzione Marcello Sala COSA EMERGE DAL PASSATO? [S.J. Gould, “”Pescare il Leviatano dal suo passato”, in: Naturalmente n. 3/2005, Accademia.
PREMIAZIONE LABORATORIO PLASTICA MARE ACQUARIO ANIMALI.
I DELFINI I Delfini sono stati uno tra i più noti gruppi musicali: beat italiani: insieme all’equipe sono stati gli unici a tentare la carta del successo.
Con il termine delfino si indica comunemente un gruppo di mammiferi marini appartenenti alla specie dei cetacei. Il termine delfino talvolta viene utilizzato.
I Delfini!!! Il delfino fa parte del gruppo mammiferi marini appartenenti all'ordine dei cetacei e che raggruppa le famiglie Delphinae (delfini oceanici)
Presentazione di Ilaria Pironti – III F. Pironti Ilaria – III F L'Antartide o Antarctica è il continente più meridionale della Terra ed è contrapposto.
GLI SQUALI Marcelo Anthony Tenorio 1^B. Squali: Esistono circa 500 specie diverse di squalo.
Gli animali degli Abissi
Delfini. Cos’è il delfino Con il termine delfino si indica comunemente un gruppo di mammiferi marini appartenenti al gruppo dei cetacei e che raggruppa.
Fondazione Cetacea Onlus Perché assomigliare ad un pesce??? PINNA DORSALE CODA PINNA PETTORALE ROSTRO COLONNA VERTEBRALE COLONNA VERTEBRALE PINNE.
GLI ANIMALI DEGLI ABISSI
I MAMMIFERI La classe dei mammiferi è incredibilmente ampia, ma, nonostante le evidenti diversità tra gli animali che ne fanno parte, è possibile individuare.
Relazione di Tommaso Mini
I DELFINI. Il Delfino Il delfino è senza alcun dubbio il mammifero acquatico più conosciuto e amato. Le specie che si possono più facilmente incontrare.
I pesci.
I CAVALLUCCI MARINI.
Unità didattica di scienze
Daniele Brunetti 1°a. Curiosità Con balena si intende qualsiasi cetaceo di gigantesca taglia (capodogli,balenottere, megattere ecc.)Il termine è usato.
Transcript della presentazione:

I CETACEI Ivano Iaccio 1^ C Scuola Media Statale “Salvo D’Acquisto” Cerveteri (Roma)

I CETACEI I cetacei sono probabilmente i mammiferi più specializzati, con un corpo affusolato privo di peli simile a quello dei pesci, arti anteriori pinniformi e arti posteriori vestiginali (situati all’interno della massa corporea). Tuttavia sono mammiferi a tutti gli effetti: respirano con i polmoni e hanno ghiandole mammarie con cui allattano i piccoli. Essi si dividono in misticeti (come megattere e balene franche) e in odontoceti (come delfini e focene) e sono presenti in tutti i mari del mondo: alcune specie vivono anche nei fiumi tropicali e subtropicali.

I MISTICETI L’aspetto più notevole dei misticeti è la loro dimensione, che va dai 6,5 metri di lunghezza nella balena franca pigmea ai 33 nella balenottera azzurra. Un altro tratto che caratterizza questi cetacei sono i fanoni, che filtrano l’ acqua trattenendo il cibo. Questo gruppo comprende la balena grigia, le balenottere (fra cui la megattera e la balenottera azzurra), e la balena franca. Vivono soprattutto nelle regioni artiche e antartiche, ma sono presenti in tutti gli oceani del mondo, solitamente nelle acque profonde.

GLI ODONTOCETI Il gruppo degli odontoceti è molto più vario di quello dei misticeti e comprende quasi il 90 per cento dei cetacei. Agli odontoceti appartengono i delfini (fra cui anche l’orca), i delfini di fiume, le focene, i beluga o balene bianche, i capodogli e gli zifi. La maggior parte è di medie dimensioni e tutti sono provvisti di denti. Sulla fronte hanno un rigonfiamento pieno di fluido chiamato “melone”, mentre il muso è solitamente allungato. Gli odontoceti sono presenti in tutto il mondo nelle acque profonde e lungo le coste, e solo poche specie vivono nelle acque dolci. Alcuni odontoceti compiono delle migrazioni, ma soltanto il capodoglio percorre lunghe distanze.

LE DIMENSIONI DEI CETACEI

ANATOMIA I cetacei possiedono un corpo idrodinamico, privo di peli per ridurre l’attrito con l’acqua e con le prominenze esterne ridotte all’essenziale: pinne per governare il corpo, una pinna caudale formata da due espansioni cutanee poste orizzontalmente e, in genere, una pinna dorsale che serve da stabilizzatore. Anche i genitali sono nascosti dalla massa corporea. Altri adattamenti alla vita acquatica sono costituiti dallo spesso strato di grasso sottocutaneo, che mantiene il calore corporeo, e dallo scheletro di natura spugnosa impregnato di olio.

ANATOMIA I cetacei respirano attraverso uno sfiatatoio (gli odontoceti) o due (i misticeti). Gli sfiatatoi sono orifizi solitamente situati in posizione dorsale sul cranio. Gli odontoceti sono dotati di un cervello grande all’incirca come quello dei primati e sono noti per la loro intelligenza; i misticeti, invece, possiedono un cervello relativamente piccolo. Al posto dei denti, i misticeti hanno da 130 a 400 fanoni sui due lati della mascella. Ciascuna di queste lamine cornee ha i margini interni sfrangiati per filtrare il cibo.

ANATOMIA I denti degli odontoceti sono semplici, conici e, nella maggior parte delle specie, molto numerosi. Le mascelle possono essere allungate fino a formare un rostro, come nei delfini. La coda, grazie al suo movimento verticale, è il principale strumento di propulsione dei cetacei. La sua potenza è tale da spingere fuori dall’ acqua due terzi del corpo di una balena.

I SENSI I cetacei hanno un udito molto sviluppato e una vista discreta (sott’acqua è eccellente fino a circa 1 metro e nell’aria fino a 2 metri e mezzo, ma la loro visione dei colori è molto limitata). Alcune specie possono mettere a fuoco entrambi gli occhi sugli oggetti che hanno di fronte, al di sopra e dietro loro, e possono muoverli in modo indipendente. Alcuni delfini d’acqua dolce, invece, sono quasi ciechi.

I SENSI Gli odontoceti emettono suoni ad alta frequenza per l’ecolocalizzazione e comunicano con un’ampia gamma di suoni udibili dall’orecchio umano. Altri cetacei emettono suoni modulati, ma questo è un fenomeno meno studiato. I cetacei non hanno il senso dell’odorato.

LA RIPRODUZIONE Alcune balene, fra cui le balenottere, si riproducono in inverno. Migrano dai luoghi estivi ricchi di cibo dei mari polari verso le acque tropicali (di solito intorno a gruppi di isole o presso le coste) dove le femmine mettono alla luce i piccoli per poi rimanere di nuovo incinte. In primavera fanno ritorno alle acque più fredde per nutrirsi. Altre balene si riproducono stagionalmente, ma senza emigrare.

LA RIPRODUZIONE Dopo aver partorito, la femmina aiuta i neonati a raggiungere la superficie dell’acqua per respirare. In alcune specie di delfini anche altri membri del branco possono aiutarla in questa operazione. I piccoli cetacei vengono allattati finché sono abbastanza grandi per nutrirsi con cibi solidi. Le mammelle del delfino si trovano in una tasca come negli altri cetacei.

IL NUTRIMENTO DEI MISTICETI Mentre la balena grigia si nutre di piccoli crostacei chiamati “anfipodi”, la balena franca e le balenottere mangiano crostacei planctonici che vivono vicino alla superficie dell’acqua. La balena franca nuota lentamente nelle secche tenendo la bocca aperta per separare il plancton dall’acqua. Le balenottere, invece, sono cacciatrici più attive e di solito accerchiano le prede nuotando loro intorno. Quando si nutrono, i solchi della gola si rilassano e la mandibola diventa una specie di grosso sacco in cui entra l’acqua: quando questa viene espulsa, le prede restano imprigionate nei fanoni.

IL NUTRIMENTO DEI MISTICETI Le focene, di dimensioni più grosse, hanno i fanoni provvisti di filamenti molto sottili che intrappolano crostacei come il krill e pesci minuscoli. Le specie più piccole hanno filamenti più grossolani per catturare crostacei più grossi e piccoli pesci. La balena grigia si nutre smuovendo il muso relativamente corto i sedimenti marini e inghiottendo le prede assieme a sabbia, limo e sassolini.

IL NUTRIMENTO DEGLI ODONTOCETI Gli odontoceti catturano le loro prede singolarmente. I denti regolari dalla forma conica di questo gruppo sono adatti per afferrare i pesci scivolosi. I capodogli si nutrono soprattutto di calamari (o di altri animali acquatici come i polpi) e gli zifi hanno una dieta mista di pesci e calamari. Le orche mangiano altre balene, pesci e foche, oppure rompono il ghiaccio del pack per far cadere le prede in acqua.

IL NUTRIMENTO DEGLI ODONTOCETI Le specie che si nutrono di pesci di solito hanno molti denti per tenere saldamente la preda che si dibatte, mentre quelle che mangiano calamari e polipi ne hanno in numero minore. I capodogli hanno denti funzionali solo nella mandibola (che è molto stretta) e le prede vengono trattenute saldamente fra i denti e il palato rigido della mascella. Tutti gli odontoceti usano l’ecolocalizzazione per individuare le prede ed evitare di urtare contro gli oggetti che incontrano.

LA SOPRAVVIVENZA SOTT’ACQUA Tutti i cetacei, anche se respirano l’aria, possono rimanere sott’acqua per lunghi periodi di tempo ritornando in superficie solo per espirare. Per rimanere sott’acqua il battito cardiaco rallenta fino alla metà del ritmo usuale. La pressione dell’acqua spinge il sangue presente nei vasi sanguigni vicino alla pelle verso gli organi interni, e comprime i polmoni che spingono l’aria nella trachea e nei dotti nasali, dove parte di essa viene assorbita da secrezioni schiumose lungo le pareti del tratto respiratorio.

LA SOPRAVVIVENZA SOTT’ACQUA Alcuni odontoceti si immergono a grande profondità in cerca delle loro prede. I capodogli in cerca di calamari si tuffano più in profondità degli altri cetacei. Possono scendere fino a 1000 metri e restare sott’acqua per 90 minuti. Quando raggiungono la superficie, i cetacei aprono gli sfiatatoi e rilasciano uno spruzzo di gocce d’olio prima di fare un altro respiro.

LA COMUNICAZIONE DEI MISTICETI I misticeti comunicano con una grande varietà di suoni che vanno da stridii a brontolii. Sono famosi i “canti” del maschio della megattera, emessi d’inverno nel periodo degli accoppiamenti e che sono una serie ripetuta di note basse e alte che variano gradualmente con il progredire della stagione. Questi canti sono fondamentali per comunicare nella vastità degli oceani. Altre specie usano suoni differenti: la balenottera comune, per esempio, lancia un richiamo che non può essere udito dall’orecchio umano e copre lunghe distanze attraverso l’oceano.

IL COMPORTAMENTO SOCIALE DEGLI ODONTOCETI La maggior parte degli odontoceti vive in branchi composti da 10 a più di 1000 individui (come in alcune specie di delfini). L’organizzazione è poco nota, ma si ipotizza l’esistenza di strutture sociali complesse poiché all’interno dei branchi si formano sottogruppi che svolgono compiti indipendenti, come andare in cerca di cibo. Alcune specie, soprattutto le orche, sembrano collaborare nella caccia, raggruppando le prede per poi circondarle e intrappolarle. I delfini, quando nuotano in formazione, compiono balzi fuori dall’acqua. Forse è solo un comportamento giocoso o forse un modo per comunicare fra loro.

LA CONSERVAZIONE In passato le balene venivano cacciate per la carne, le ossa e il grasso. Nel XX secolo, la caccia intensiva e l’impiego di nuove tecnologie, come i pescherecci d’alto mare, ha ridotto in modo drastico il numero delle specie. Nel 1966, l’International Whaling Commission (Commissione internazionale delle balene) ha vietato la caccia di alcune specie che, in seguito, sono riuscite a riprendersi. La caccia commerciale delle balene è stata vietata del tutto nel 1986. Oggi il rischio maggiore che corrono i cetacei più piccoli è quello di annegare quando restano imprigionati nelle reti da pesca.

Fine