PSICOLOGIA DELL’EMERGENZA E’ la disciplina che studia il comportamento e le risonanze affettive e relazionali negli individui, nei gruppi e nelle comunità in situazioni di crisi.
Un contesto d’emergenza è una situazione interattiva caratterizzata dalla presenza di una minaccia; da una richiesta di attivazione rapida e di rapide decisioni; dalla percezione di una sproporzione improvvisa tra bisogno (cresciuto per intensità, ampiezza, numerosità, ritmo) e potenziale di risposta attivabile dalle risorse immediatamente disponibili e da un clima emotivo congruente.
La concitazione collettiva, la fretta, il timore di “non avere tempo sufficiente” possono essere utilizzati come reali e concreti segnali di un clima di un gruppo che si percepisce in emergenza.
Operare nei contesti dell’emergenza significa spesso entrare in un tempo “straordinario”, dove i minuti sono a volte preziosi come le ore ed il ritmo collettivo può subire forti accelerazioni e sconvolgimenti.
IL LAVORO DEL SOCCORITORE è PER CERTI VERSI PARADOSSALE: Il suo compito è quello di funzionare in modo sano lì dove gli altri hanno il diritto di funzionare in modo folle
Perché i soccorritori agiscano in modo “sano” è necessario che ci sia una comunicazione efficace e coordinata nel gruppo di operatori, per la quale sono importanti sia il ruolo della leadership sia il clima di gruppo: AFFIATAMENTO, RISPETTO E COESIONE si ricorda, inoltre, la capacità di saper cooperare con personale che non si è mai incontrato ma con cui si parla la stessa lingua e con cui si condivide l’obiettivo
Entra in gioco l’importanza del lavoro di gruppo che si riferisce al gruppo tecnico formato da diverse professionalità che riflette, elabora, organizza, coordina e gestisce il percorso dell'intervento. Cos’è un gruppo????
Il GRUPPO “è un insieme di individui che interagiscono secondo determinati modelli, provano sentimenti di appartenenza al gruppo, vengono considerati parte del gruppo dagli altri membri” (Merton, 1949)
Caratteristiche del gruppo Interazione strutturata da modelli Condivisione obiettivi Senso di appartenenza Identità di gruppo (reciproco riconoscimento tra i membri e quindi identificazione nel gruppo da parte degli estranei)
Una delle funzioni del gruppo sociale è che al suo interno, ciascun partecipante provi calore e sostegno. La reciproca stima aumenta qualora un guadagno del singolo, venga messo a beneficio del gruppo. La stima e la coesione possono innalzarsi in caso di minacce esterne, in tal caso si prende consapevolezza dei reciproci bisogni, e la difesa del gruppo diventa difesa di un bene comune.
I fattori che possono determinare la coesione di un gruppo di lavoro sono molteplici ed interrelati tra loro. maggiore sarà la coesione quanto più i suoi membri sono in grado di comunicare e di interagire l'uno con l'altro con una certa frequenza. La coesione di un gruppo di lavoro può poi dipendere molto anche dalla distribuzione del lavoro fra i componenti del gruppo. È evidente che una giusta ripartizione del lavoro può senza dubbio giocare a favore della coesione.
Fattori che influiscono sulla coesione Somiglianza tra i membri Interesse dei membri per l’attività e le mete del gruppo Il raggiungimento degli obiettivi obiettivi individuali coincidenti con gli obiettivi del gruppo (in modo da rafforzare al massimo il sentimento comune di “noi”). La minaccia esterna e la competizione con un gruppo esterno Il clima di gruppo e la limitata competizione interna L’ efficacia della leadership Il grado di partecipazione alle decisioni L’ ampiezza del gruppo
Anche la comunicazione influisce sulla coesione e definisce la tipologia del gruppo: Comunicazione omogenea prevede che tutti si debbano potere incontrare e che nessuno debba avere paura di parlare con gli altri membri del gruppo. Comunicazione di tipo centralizzato si ha quando le comunicazioni sono accentrate su una o due persone. A tipologie diverse di gruppi corrispondono modalità comunicative differenti
GRUPPO AUTORITARIO comunicazione accentrata su di una sola persona, generalmente il “LEADER”, (decisioni ed informazioni nascono da lui, a causa sia del suo modo di fare sia dell’inerzia intellettuale del gruppo) se il leader manca vi è disgregazione, scarsi spazi di autorealizzazione, limitata soddisfazione, produttività buona e rapida nei compiti semplici (la soluzione è rapida in quanto la prende una sola persona) nei compiti complessi vi è più lentezza e maggiore probabilità di errori. la dipendenza genera aggressività che generalmente si scarica sopra ai più deboli
GRUPPO DEMOCRATICO La comunicazione è aperta, le informazioni vengono distribuite in maniera uniforme il gruppo prevede programmi, obiettivi e verifiche dei programmi. Il Leader è autorevole e non autoritario, a compiti diversi possono corrispondere leadership differenti I membri del gruppo hanno maturità, autonomia e responsabilità
GRUPPO PERMISSIVO la comunicazione tra i membri è disgregata se non inesistente/confusa scarsa soddisfazione / coesione Produttività bassissima rischio di disgregazione, non c’è chiarezza rispetto ai fini, né tentativo di dare una valutazione o di regolare il corso degli eventi.
Il gruppo a cui corrisponde il maggior grado di coesione e di appartenenza è il GRUPPO DEMOCRATICO
il gruppo può essere soggetto a conflitti per svariati motivi: Lotta per la leadership, disaccordo su scelte di fondo distribuzione dei compiti obiettivi da raggiungere ecc.
LE DINAMICHE DI GRUPPO Nel gruppo si instaurano sequenze di eventi che tendono a ripetersi. Tali sequenze si definiscono dinamiche di gruppo e possono essere di varia natura: La pressione al conformismo Il rifiuto di gruppo La distribuzione dei ruoli di leadership
La pressione al conformismo: l’individuo è portato a cedere alle pressioni del gruppo: un terzo delle persone cambia il proprio giudizio (seppur corretto) per adeguarsi alla maggioranza. Basta una piccola maggioranza (tre persone) per produrre una pressione al conformismo Il rifiuto di gruppo: i soggetti “rifiutati” dal gruppo hanno ripercussioni sul loro livello di autostima
Ricordiamo due forme di leadership nei gruppi: Leader strumentale (che propone soluzioni e orienta il gruppo) Leader espressivo (la persona valutata più positivamente dal gruppo e che incide sul benessere emotivo dei componenti)
10 regole per una comunicazione efficace nel gruppo Evitare la monopolizzazione della discussione - si rischia che gli altri si stanchino perdendo la concentrazione - preferire interventi brevi e chiari - enunciare le proprie idee suffragandole con fatti concreti Evitare il dogmatismo - il rischio, imponendo le proprie idee è quello di provocare risentimento e chiusura e non dialogo costruttivo e scambio di idee - rispettare il punto di vista degli altri - non pensare di avere sempre ragione Fare
3. Evitare di dare giudizi pesanti e insultare - la tendenza a polarizzare il proprio giudizio limita la possibilità di comprensione dei problemi - evitare giudizi assolutistici, l’uso di parole o concetti che indichino una visione del mondo o bianca o nera 4. Trasformare i giudizi pesanti che si ricevono in suggerimenti positivi - utilizzare i commenti negativi come punto di partenza per un dialogo più costruttivo - non mettersi sulla difensiva - Es.: “tu dici che il mio intervento non è stato efficace, spiegami in quale punto non lo è stato e come avrei potuto fare”
Evitare di fare la morale ed esprimere i propri bisogni personali 6. Evitare la dispersività durante la creazione di un piano di azione e la perdita di un membro durante la discussione
7. Fare proposte in positivo - non critiche negative ma consigli in positivo. - un atteggiamento sempre negativo può fare demoralizzare - è meglio dire “ vorrei che in futuro ti comportassi in questo modo” piuttosto che “ non mi è piaciuto affatto il modo in cui hai gestito la cosa” 8. Rimanere rigorosamente positivi - invece di dire, per es., “non essere così villano” dire “potresti essere più gentile” - piccoli accorgimenti ci aiutano a rapportarci meglio con gli altri
9. Dinamizzare con il negativo e costruire con il positivo - se si usa una frase negativa per rendere dinamico il nostro intervento, rinforzarla subito con una frase positiva 10. Evitare gli insulti