Sociologia della cultura Luca Salmieri

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Transcript della presentazione:

Sociologia della cultura Luca Salmieri Note sulle differenze tra lo sguardo sociologico e lo sguardo antropologico alla cultura

Le due strade La Sociologia studiava la moderna società industriale, le sue strutture, la sua organizzazione statale e capitalistica, le classi, i ceti, il rapporto tra la religione e la conoscenza scientifica, l’urbanizzazione, l’estrema divisione del lavoro. L’Antropologia si concentrava sul rapporto tra natura e cultura, fra cultura e biologia, le origini della cultura.

I meriti dell’antropologia La definizione di cultura di Edward Burnett Tylor (1871) si era pressoché conservata identica per i 50 anni successivi dell’antropologia. Le origini della cultura, il rapporto (antinomico) tra natura e cultura, le società primitive, semplici o “altre” rispetto a quelle occidentali e complesse, il metodo etnografico, la raccolta di testimonianze dirette, l’osservazione partecipante erano gli elementi fondamentali dello sguardo antropologico. Gli oggetti di indagine dell’antropologia sono rimasti invariati fino agli anni ’30-40 del Novecento: le società primitive, la loro cultura, in seguito al plurale le loro culture A tale impostazione possiamo collegare due temi importanti per le scienze sociali tutte: il relativismo culturale e molto in seguito la revisione critica del concetto di cultura in antropologia.

I meriti dell’antropologia: il relativismo culturale L’impegno dell’Antropologia, soprattutto nel periodo che va dai suoi esordi fino alla seconda guerra mondiale, produce come conseguenza il superamento dell’antitesi tradizionale tra la superiorità della cultura europea e l’inferiorità degli altri popoli. L’abbandono dell’etnocentrismo è merito dell’antropologia.

Sguardo antropologico Sguardo sociologico Tradizione tedesca, Scuola di Chicago e sociologia durkheimiana fanno strada alla prime considerazioni della sociologia su i fenomeni e i processi culturali. Rapporto tra antropologia e sociologia. La tradizione tedesca è invece meno toccata dall’antropologia e più legata ai dibattiti in campo storico-filosofico (idealismo-materialismo e descrizione-spiegazione) ed economico (marxismo).

Differenze tra Sociologia e Antropologia L’Antropologia studia la cultura come se fosse tutt’uno con la società, come se cultura e società fossero la stessa cosa. La Sociologia classica considera la cultura come una componente centrale dell’analisi della società: secondo Durkheim e Weber per la sociologia è importante comprendere come gli aspetti simbolici e ideazionali (le idee, le ideologie, le concezioni del mondo) si legano al livello delle relazioni sociali e della struttura sociale. 1) In Sociologia si ravvisa da subito una distinzione analitica tra società e cultura (Scuola Chicago, Tradizione durkheimiana, Weber e Simmel). In Antropologia la distinzione è più sfumata. 2) In Sociologia si presta attenzione alle differenziazioni interne alla cultura (culture industriali e metropolitane, stratificazione sociale, divisione del lavoro, comunicazione di massa). (Durkheim: anomia: Simmel: moda, metropoli, denaro; Weber: culture di ceto; Scuola di Chicago: bagagli culturali, città nelle città). Per Mannheim e Weber è importante la dimensione storica. In Antropologia la cultura è omogenea.

Differenze tra Sociologia e Antropologia 3) La Sociologia sottolinea le dinamiche di creatività e innovazione che riguardano i fenomeni culturali (Weber: la forza dei valori nelle trasformazioni sociali, il carisma nei nuovi sistemi di idee religiose o poitiche; Simmel: imitazione e distinzione nelle mode, stili di vita metropolitani; Scuola di Chicago: adattamento delle culture degli immigrati alla situazione sociale). In Antropologia: la cultura è statica. 4) La Sociologia presta attenzione ai conflitti ed ai cambiamenti che possono nascere nei processi di trasmissione culturale da una generazione all’altra, soprattutto nei casi di interazione sociale: giovani da un lato e famiglia, scuola, gruppo dei pari dall’altro. (Mannheim: la generazione precedente influenza la successiva, ma dall’interazione possono sorgere cambiamenti culturali; Simmel: gli individui oltre a recepire e seguire le norme esistenti, le interpretano e le modellano). In Antropologia la cultura condiziona le nuove generazioni.

Differenze tra Sociologia e Antropologia Cultura come totalità sociale Omogeneità culturale Stabilità e tradizione Condizionamento Sociologia Distinzione società/cultura Differenziazione culturale Innovazione e cambiamento Interazione Distinzione società/cultura: tutte e tre le tradizioni sociologiche e quella durkheimiana in particolare, ritengono che almeno analiticamente cultura e società siano da vedere su due piani diversi. Differenziazione culturale: le culture non sono intese come strutture atemporali, fisse e tendenti ad autoriprodursi. Soprattutto la tradizione americana, con l’enfasi sulla differenziazione interna della cultura dovuta alle società industriali metropolitane con vari strati sociali, gruppi e movimenti e quella tedesca con l’enfasi sulla dimensione storica, rafforzano il concetto di differenziazione interna. Innovazione/cambiamento: la capacità creativa e innovativa della cultura è messa in luce in particolare dalla Scuola di Chicago e dalla tradizione tedesca. Interazione: soprattutto Simmel e la scuola americana e in particolare George Herbert Mead anticipano l’idea che l’aspetto adattivo e graduale del processo di trasmissione culturale non si fonda soltanto sulla trasmissione automatica. 8

Differenze tra Sociologia e Antropologia Comportamento appreso Ambiti privilegiati di ricerca: magia, religione, riti, credenze, rituali, linguaggio, parentela, antropologia economica Sociologia Comportamento agito Ambiti privilegiati di ricerca: (tra quelli con aspetti culturali) religione, ideologia, senso comune, conoscenza, strati sociali, potere, stili di vita 9

Punti di contatto tra Sociologia e Antropologia Scuola di Chicago (anni ’20-’30, Stati Uniti): Robert Park, Louis Wirth, Frederic Trasher, coniugi Lynd, William Thomas, Florian Znaniecki impiegano i metodi di osservazione che avevano prevalso nelle ricerche degli antropologi (Boas e Lowie). Il metodo etnografico, la raccolta di testimonianze dirette, l’osservazione partecipante, lo sguardo ravvicinato sono ammirati e utilizzati per analizzare in modo sistematico la metropoli moderna saldando questi approcci con gli studi empirici della sociologia statistica. 10

Punti di contatto tra Sociologia e Antropologia Emile Durkheim e la tradizione francese (anni 1890-1920, Francia): nello studio comparativo attraverso cui Durkheim intende giungere a stabilire il ruolo che la religione esercita per la società, l’antropologia rappresenta per la sociologia un allargamento delle fonti disponibili, la possibilità di estendere a più società, diverse tra loro, l’analisi della religione. L’interesse del sociologo francese è per LA religione, piuttosto che per LE religioni. Si serve delle scoperte antropologiche per estendere la serie di società da cui trarre una legge universale sul rapporto società- religione. La religione funziona come elemento di coesione sociale. 11

Anni ’30 e ‘40 Antropologia Sociologia L’antropologia culturale americana attraversa un periodo di grande fecondità teorica e di ricerca. Dal punto di vista teorico vengono proposte centinaia di definizioni diverse del concetto di cultura. L’antropologia culturale americana continua ad offrire una visione secondo cui le culture sono al loro interno poco differenziate e producono un effetto totalizzante sulle azioni degli individui. La confusione sul concetto di cultura porterà in seguito la necessità di chiarire il concetto e di rivisitarlo in termini globali e non legati alle popolazioni primitive. Sociologia L’impegno teorico e di ricerca della sociologia sul concetto di cultura diminuisce, quasi scompare. La sociologia comincia ad impegnarsi su vari fronti: sociologia economia, sociologia politica, sociologia della conoscenza, ma non si sviluppa una sociologia della cultura. Tuttavia, a differenza dell’antropologia culturale, la sociologia degli anni ’30 e ’40 distingue tra variabili sociali e variabili culturali, prendendosi di tanto in tanto cura anche di quest’ultime. 12

Anni ‘50 Talcott Parsons Parsons assegna ai tre sistemi – personalità, società, cultura – le scienze sociali di base: psicologia, sociologia, antropologia. Le due discipline divengono distinte, anche se interdipendenti. L’antropologia studia i fenomeni culturali – al di là del fatto che riguardino le tribù primitive o le masse delle società occidentali – la sociologia stdia le strutture sociali. 13

Relativismo culturale Il relativismo culturale è una risposta al’etnocentrismo e nega l'esistenza di un'unità di misura universale per la comprensione dei valori culturali, poiché ogni cultura è portatrice di valori ed norme che non hanno validità al di fuori della cultura stessa. L’emergenza del relativismo culturale ha facilitato una comprensione più profonda e meno superficiale delle culture differenti da quella occidentale. I bisogni umani universali possono essere soddisfatti con mezzi culturalmente diversi. L’idea che gli elementi di una cultura debbano essere compresi e analizzati a partire dal contesto in cui agisce la specifica cultura porta alla conclusione che non si può considerare una cultura superiore o inferiore di un’altra. È stato l’antropologo Melville Herskovits ad affermare, sulla scia dei precedenti fondamenti espressi da Franz Boas, che la specificità di ogni ambito culturale non consente analisi di carattere generale sul confronto tra culture: cultura è unica e diversa da tutte le altre, e i costumi hanno sempre una giustificazione nel loro contesto specifico. 14

Relativismo culturale Il relativismo culturale (metodologico) va tenuto distinto dal relativismo etico: mentre il primo costituisce un approccio metodologico, indica cioè quale debba essere la metodologia corretta per analizzare i fenomeni culturali, il secondo si riferisce ad un atteggiamento di sospensione del giudizio etico e morale circa usanze e costumi presenti nelle varie culture. Per il relativismo etico, vale il principio di equivalenza di ogni prescrizione morale; se infatti non esiste una Verità assoluta di riferimento in base a cui poter distinguere il bene dal male, allora tutto è lecito, affermazione che pretende di porsi a sua volta come una norma assoluta, a dispetto del presunto carattere "non prescrittivo" del relativismo. Un limite del relativismo culturale è il fatto che questo approccio ha fatto spesso da base teorica per una visione della cultura come apparato configurazionale. Ruth Benedict, antropologa americana, in Patterns of Culture del 1934, offre una visione per la quale ogni cultura ha un’anima distinta da quella delle altre culture e plasma i singoli individui imprimendo loro una personalità modale. 15

L’antropologia e la revisione critica del concetto di cultura I motivi che portano l’antropologia a rivedere i concetti di cultura in auge fino agli ’50 nella disciplina sono: Le culture primitive sono scomparse o quanto meno non corrispondono più all’immagine originaria di quando sono state scoperte e studiate Nel mondo contemporaneo si assiste ad un ‘traffico di culture’, nel senso che ciascuna cultura non è affatto impermeabile alle altre, ma si osserva una continua contaminazione e ibridazione L’antropologia abbandona l’idea che ogni cultura rappresenti un tutto monolitico, coeso, coerente tra le sue parti e che determini automaticamente le azioni e i pensieri dei suoi membri Per i motivi di cui sopra si apre allo studio delle differenze, delle disuguaglianze, delle forme e dei processi di potere, alla complessità della cultura. 16