Gustav Klimt Nato il 16 luglio 1862 a Vienna, secondo figlio dell’incisore Ernst Klimt. A 14 anni borsa di studio per la “Kunstgewerbeschule” (1876-1883).

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Gustav Klimt Nato il 16 luglio 1862 a Vienna, secondo figlio dell’incisore Ernst Klimt. A 14 anni borsa di studio per la “Kunstgewerbeschule” (1876-1883). I due fratelli diventarono anche degli artisti: Ernst (1864-1892) fu pittore e Georg (1867-1931) fu scultore. Presto Klimt ottenne due incarichi statali: 1886-88 decorazione interna del “Burgtheater” e 1891 decorazione interna del “Kunsthistorisches Museum”. Lode dall’Imperatore Francesco Giuseppe I. Solo nel 1897 trovò il suo stile caratteristico con il ritratto di Sonja Knips.

L’influenza di Klimt a Vienna 1897: fondazione della Secessione con Klimt come primo preside. Fino alla fine della secessione rimase un uomo importante per i giovani artisti, in particolare per Oskar Kokoschka e Egon Schiele. Importante il suo “Beethovenfries” in occasione dell’esposizione della statua di Beethoven dell’artista Max Klinger nel 1902. Lunghezza totale del fregio: 26 metri. 1905-09 eseguì un “Fries” per il Palazzo Stoclet a Bruxelles. Relativamente tardi cominciò a dipingere paesaggi sempre nel suo stile artificiale (con delle mele color oro!). 6 febbraio 1918: morte a causa di una polmonite.

Il suo stile 1 Inizialmente un eclettico puro, molto influenzato dei grandi pittori storici come Hans Makart. Nei suoi primi affreschi, per il teatro e il museo ricorre a diverse epoche della storia (Egitto, antichità, medioevo, bizantino), raffigurandole nel gusto del fine secolo: le immagini come simboli di un passato sempre più lontano e sempre più desiderato = un mondo di sogni storici. Finalmente, con il ritratto di Sonja Knips, riuscì a trovare uno stile suo.

Ritratto di Sonja Knips

Il suo stile 2 Caratteristico per il suo stile è l’accostamento di ornamenti piatti di piccole misure, quasi mosaici e una fisicità quasi classica nei ritratti e negli studi di nudo. Sia nel ritratto sia nel nudo esprime comunque rassegnazione e melanconia tipiche dell’epoca: nel ritratto con gli occhi scuri in un viso pallido incorniciato da capelli folti, nel nudo attraverso il corpo magro fino alle ossa che vibra dall’erotismo. Con l’inserimento di elementi artigianali nei suoi quadri aumenta la decoratività dell’opera: opulenti cornici d’oro, fogli d’oro incollati nei quadri, il contrasto tra la carnagione chiara e le brillanti forme del decoro.

Ritratto di Emilie Floge - particolare

Le tematiche Quasi tutta l’opera di Klimt gira intorno a tematiche erotiche in maschere simboliche. Klimt vede solo il lato tragico dell’amore fisico, che, ombreggiato dalla transitorietà, può essere solo un piacere momentaneo. In questo attimo però Klimt mette tutta la felicità degli uomini, raffigurando un’estasi beatificante con una chiarezza pornografica. Le sue immagini dettagliate di donne belle, ma spesso anche di bambini magri, vecchiette, cadaveri e scheletri contrastano con il decoro raffinato, nel quale le persone sembrano intrecciate come in un tappeto.

Danae, 1907-1908

Le donne Lo Jugendstil distingue in principio tra due tipi di donne: la “femme fatale”: una donna forte, che non teme niente, soprattutto collegata al mistero della terra, al mondo vegetativo e buio. È il simbolo della vita. E la “femme fragile” o “femme enfant”: la donna giovane, debole, elegiaca, con carnagione molto chiara, spesso con cappelli rossi, che simboleggia lo spirito. Entrambe sono state raffigurate in modo perfetto da Klimt. La loro emozione però, sia l’innocenza della ragazza fragile sia il desiderio ardente della donna vampiro, viene livellata e quindi domata tramite il decoro vegetativo che incornicia le figure e le ferma su una superficie dorata senza contatto con la realtà.

Il lato psicologico – Citati di Carl E Il lato psicologico – Citati di Carl E. Schorske Vienna Fin de siècle, Milano 1981 “Al pari di Freud, appassionato di scavi archeologici e di cultura antica, Klimt si appella a simbologie classiche e ne fa il ponte metaforico che guida alla riesumazione degli istinti lungamente repressi, con particolare riguardo alla vita sessuale.” (Pag. 207) “Spingendo la propria indagine in seno all’erotismo, il pittore bandì il senso moralistico del peccato che aveva oppresso l’austera generazione dei padri; ma al suo posto ecco levarsi un timore pernicioso del sesso, e insidiare i sensibili figli. La donna, come la Sfinge, minacciava il maschio.” (Pag. 209) “Muovendo alla ricerca di un Eros elargitore di piacere, con lo specchio innalzato verso l’uomo moderno, Klimt rivelò piuttosto i problemi psicologici imposti dal tentativo di liberare la sessualità dalle imposizioni costrittive di una cultura prettamente moralistica.” (Pag. 210)

Beethovenfries – Die feindlichen Mächte, 1902

Die drei Lebensalter der Frau

L’ambiguità Particolarmente in quest’epoca con i grandi progressi scientifici e tecnici l’uomo aveva una percezione di se stesso come il primato che governa la terra, dominatore di natura e vita umana. Nell’universo di Klimt, questo dominio è svanito al cospetto di una natura enigmatica e onnipotente e l’uomo è impotente, prigioniero della natura stessa a causa dei suoi desideri incontrollabili. Quest’ambiguità della vita biologica, liberazione dalla e minaccia per la civiltà, viene resa sopportabile dal modo di Klimt di inserire i suoi personaggi in uno sfondo senza spazio e di conseguenza senza tempo, quindi a-storico, irreale e indefinibile, una specie di rifugio dalla realtà. Le sue opere presentano così una verità eterna, le emozioni dell’uomo non cambiano, non possono passare di moda. Sta qui il motivo per il suo rimanente successo.

Wasserschlangen II, 1904-1907

I ritratti Anche nei ritratti il decoro, nel quale è immersa la persona, ha un ruolo di primaria importanza e contiene un valore simbolico. Klimt ha ritratto solo persone femminili, se il maschio appare nella sua opera è sempre visto da dietro. I volti dei ritratti sono circondati dal decoro minuzioso, quasi mosaico, e i loro corpi sembrano bidimensionali fino alla non-riconoscibilità. Questa stilizzazione da una grande immobilità alle figure che sembrano incollate in un collage dove lo sfondo è di uguale importanza come la ritratta stessa. Nel ritratto della Bloch-Bauer si alternano elementi quadrati e rotondi, che vengono interpretati come maschile, i primi, e femminili, i secondi. Forme ad occhio, in maniera egiziana, danno un tocco enigmatico all’opera, sembrano osservare lo spettatore.

Ritratto di Margarete Stonborough-Wittgenstein, 1905

Ritratto di Fritza Riedler, 1906

Ritratto di Adele Bloch-Bauer, 1907

Il bacio, 1907-1908

Stocletfries – Erfüllung, 1909