Perchè il role playing in questo progetto 5 settembre 2014
Il role playing figlio dello psicodramma Il role-playing è una tecnica di formazione che ha origine nello psicodramma di Moreno, che ha coniato il termine role-playing, per indicare il “gioco di un ruolo libero”. Capranico - tra i primi a portare in Italia lo psicodramma - afferma: “Lo psicodramma è una tecnica terapeutica che si fonda sull’emersione attraverso la messa in scena. Uno dei suoi obiettivi è quello di far emergere informazioni e stati d’animo, di farli vivere-rivivere attraverso la recitazione di atteggiamenti e comportamenti che tramite il solo racconto rischierebbero di essere falsati dall’intellettualizzazione, quando non anche dimenticati o celati da censure individuali e sociali”
Differenze Il role-playing, come tutte le tecniche di simulazione cerca di riprodurre in aula, quindi in una situazione protetta e di laboratorio, problemi e accadimenti simili a quelli della vita reale. La differenza che intercorre con lo psicodramma è che, mentre in quest’ultimo si recitano aspetti personali, nel role-playing si mettono in atto ruoli organizzativi o sociali in genere.
Come funziona il role playing Definiamo il role-playing una rappresentazione scenica di un’interazione personale che comporta l’assunzione di un comportamento in una situazione immaginaria. Consiste nel richiedere di rappresentare alcuni ruoli, in interazione tra loro, mentre altri partecipanti fungono da “osservatori” dei contenuti e dei processi che la rappresentazione manifesta. Ciò consente una successiva analisi da parte del docente dei vissuti, delle dinamiche interpersonali, delle modalità di esercizio di specifici ruoli, e più in generale dei processi di comunicazione agiti nel contesto rappresentato.
Obiettivi aiutare i partecipanti ad affinare la capacità di interpretare il proprio e altrui comportamento; sviluppare le capacità di diagnosi e nuovi metodi in relazione al tipo di approccio dei partecipanti a certi tipi di situazioni problematiche; modificare atteggiamenti nella scuola, nella famiglia o nella vita sociale; supportate il superamento della resistenza al cambiamento.
Le fasi In apertura lavori il trainer introduce il tema su cui lavorare e offre pochi cenni di carattere metodologico sul role playing, quindi: i partecipanti interpretano la parte loro assegnata (ad esempio allenatore e calciatore; spettatore e calciatore od altri) sull’indicazione di materiale loro fornito, una sorta di canovaccio atto a descrivere i ruoli ed il contesto nel quale il problema e la scena da rappresentare vanno inseriti; l’interpretazione, sulla base del canovaccio, è guidata dal docente, ma è basata sostanzialmente sulla libera improvvisazione dei partecipanti rispetto al personaggio e alla situazione proposta; in questa fase i partecipanti vanno incoraggiati e sostenuti dai docenti (P&B e UISP) terminata l’interpretazione delle parti, viene animata dal docente una discussione generale con la partecipazione, oltre che di coloro che hanno agito, anche di tutto il resto del gruppo; in questa fase anche i docenti UISP possono offrire un loro feedback, dopo avere lasciato prioritariamente spazio agli interventi dei partecipanti; vengono quindi analizzati dal docente P&B i problemi relazionali messi in luce, i vissuti di ciascuno dei protagonisti e i vissuti degli osservatori; analogamente a quanto avviene con il metodo dei casi non occorre giungere a soluzioni uniformi.
Alcune possibili varianti 1.Inversione dei ruoli: consiste nella semplice inversione delle parti degli attori, ciò facilita la comprensione dei punti di vista altrui. Risultati: rafforzare la flessibilità e la spontaneità dei comportamenti ed aumentare la capacità di guardarsi dentro e la sensibilità verso gli altri; 2. Soliloquio: avviene quando il trainer può interrompere uno degli attori ed attraverso qualche domanda spingerlo a esprimere ad alta voce pensieri ed impressioni finora non chiaramente espressi; 3. Tecnica dello specchio: uno dei partecipanti interpreta, ad esempio, la parte di un altro membro del gruppo piuttosto esitante a svolgere il suo ruolo: la persona di cui si vuole incoraggiare la partecipazione vede così se stesso riflesso come in uno specchio e ritrae un utile feedback per il suo comportamento; 4. Role-playing multiplo: il gruppo viene suddiviso in sotto gruppi ciascuno dei quali sperimenta separatamente i ruoli assegnati. Poi si analizza, in plenaria , il comportamento di ogni gruppo e ciò risulta particolarmente utile per la discussione; 5. Rotazione dei ruoli: risulta particolarmente efficace quando si vogliono sottoporre tutti i partecipanti ad un determinato ruolo, uno dopo l'altro. Si raccoglie, così, al termine, una vasta serie di comportamenti come risposta ad uno stimolo identico, con evidenti vantaggi ai fini formativi. 1
Vantaggi e svantaggi VANTAGGI La tecnica stimola l’apprendimento sia attraverso l’impegno nello svolgere un certo ruolo, sia nell’osservazione del comportamento degli altri partecipanti, sia infine attraverso il feedback incrociato tra i partecipanti e i feedback dei docenti; drammatizza un’effettiva situazione di vita reale o immaginaria, e sollecita quindi il desiderio in ciascuno di dimostrare come risolverebbe in pratica una determinata situazione. SVANTAGGI la tecnica richiede un formatore molto abile e capace di correggere, nel momento necessario, i comportamenti errati attuati dai partecipanti nel corso del lavoro di improvvisazione; l’uso del role-playing in condizioni di socializzazione scarsa può essere difficile e può inibire individui e gruppi in apprendimento: per questo si consiglia di impiegarlo nella fase finale di un intervento formativo, o comunque non in apertura lavori.