SASB a quadranti INTERDIPENDENZA AFFILIAZIONE EMANCIPARE SEPARARSI

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Transcript della presentazione:

SASB a quadranti INTERDIPENDENZA AFFILIAZIONE EMANCIPARE SEPARARSI EMANCIPAZIONE DI SÉ IGNORARE TRINCERARSI TRASCURARE SÉ CONFERMARE APRIRSI CONFERMARE SÈ INTERDIPENDENZA ATTACCARE RITIRARSI ATTACCARE SÉ AFFILIAZIONE AMORE ATTIVO AMORE REATTIVO AMORE ATTIVO DI SÉ BIASIMARE ADOMBRARSI BIASIMARE SÉ PROTEGGERE FIDARSI PROTEGGERE SÉ CONTROLLARE SOTTOMETTERSI CONTROLLARE SÉ

DESCRIZIONE DEGLI OTTO RAGGRUPPAMENTI DELLA SUPERFICIE ALTRO Liberare e Dimenticare. Emancipare, liberare l’altro esprimendo fiducia e incoraggiando la sua identità indipendente. Tuttavia questa emancipazione potrebbe talora avere elementi di trascuratezza e dimenticanza. 2. Confermare e Comprendere. Apprezzare, comprendere e confermare mostrando empatia verso l’altro. Altri comportamenti che potrebbero essere presenti sono trattare l’altra persona in modo giusto e ascoltarla attivamente anche se ci sono delle divergenze di opinioni. 3. Prendersi cura e Consolare. Prendersi cura, usare attenzioni, consolare e essere vicini all’altra persona. Tra amanti questo comportamento può sfociare in tenerezza sessuale. Se ciò non è socialmente appropriato, come nei rapporti tra parenti o tra terapeuti e clienti, le espressioni sessuali di solito non sono presenti. 4. Aiutare e Proteggere. Aiutare attivamente l’altro proteggendolo, sostenendolo, consigliandolo e, forse, istruendolo. Tale aiuto attivo potrebbe, se spinto all’estremo, assumere connotazioni caratteristiche del viziare e indulgere. 5. Custodire e Controllare. Nei migliori dei casi prende la forma di ricordare cosa va pensato, fatto detto per “il bene della persona”. Altre forme meno amichevoli di controllo possono essere presenti come limitare la libertà e costringere a conformarsi a specifiche regole o disposizioni. 6. Svalutare e Biasimare. Giudicare, biasimare e, forse, manipolare l’altro con l’inganno. Possono essere presenti dei tentativi di far ammettere sbagli all’altra persona e, in casi estremi, esigere vendetta e minacciare punizione. 7. Attaccare e Rifiutare. Minacciare gravemente o fare del male all’altro. Comportamenti estremi potrebbero comprendere attacchi fisici o morali con intenzioni distruttive. Altre forme potrebbero essere quelle di lesinare cose necessarie, tagliar fuori, rifiutare con rabbia, approfittarsi dell’altra persona. 8. Ignorare e Dimenticare. Ignorare e trascurare i bisogni e gli interessi dell’altro. Tale disattenzione potrebbe produrre o derivare da concezioni o percezioni insolite. Il modo in cui la persona tratta l’altro può sembrare illogico e senza senso. La persona valutata potrebbe abbandonare l’altro nei momenti più critici.

DESCRIZIONE DEGLI OTTO RAGGRUPPAMENTI DELLA SUPERFICIE SÉ Farsi avanti e separarsi. Comportarsi in modo indipendente, asserendo la propria autonomia, agendo secondo intenti e muovendosi liberamente senza preoccuparsi di quello che altri potrebbero dire. Questo senso di forte “autonomia” potrebbe prendere la forma di andarsene per conto proprio e talora potrebbe essere accompagnato da sfida e opposizione. 2. Aprirsi ed esprimersi. Apertura e trasparenza. Mettere in comune in modo amichevole e forse intimo idee, sentimenti, opinioni e attività. Possono essere presenti modi di comunicare diretti ed entusiastici. 3. Avvicinarsi e gioire. Mantenere contatti amichevoli incluso il saluto gioioso e l’aspettativa di divertirsi un mondo con l’altro. C’è la capacità di accettare l’aiuto tranquillamente quando viene offerto. Se la relazione è sessuale, è facile vedere una reazione estasiata. 4. Fiducia e abbandono. Con fiducia aspettarsi e accettare idee, consigli personali e attenzioni. C’è la volontà di assimilare e imparare dall’altro. Nella forma più passiva e sottomessa questo tipo di fiducia potrebbe manifestarsi come eccessiva dipendenza o eccessivo attaccamento. 5. Deferenza e sottomissione. Cedere, sottomettersi. Forme cordiali di questo stile interattivo potrebbero essere l’eccessiva conformità e deferenza, forme meno cordiali potrebbero essere l’esagerata aderenza a regole, norme e comportarsi “in modo appropriato”. La forma meno affiliativa ancora potrebbe essere la rinuncia alla vivacità e alle posizioni personali. 6. Difensività e risentimento. Adeguarsi con risentimento, piagnucolando e giustificandosi difensivamente. Questa posizione interpersonale può includere risentimento e rabbia coperta e adesione all’altro anche se ci sono difficoltà e sospetto. Probabilmente vi è la tendenza a darsi da fare per evitare la disapprovazione. 7. Protesta e distanziamento. Ritirarai in sé, rifiutare attenzioni, cercare di sfuggire. Facilmente c’è la paura che sconfina nel terrore e ci può essere un’accondiscendenza risentita che i bisogni e i desideri dell’altro prevalgano a scapito personale. In casi estremi la persona potrebbe urlare sentendosi letalmente attaccata (psicologicamente o fisicamente). 8. Chiusura e fuga. Rinchiudersi ermeticamente ed evitare l’altro, senza sentire e senza reagire, dedicandosi ad attività solitarie. Facilmente si hanno comportamenti che sembrano scollegati e irrilevanti rispetto a quello che sta avvenendo nella situazione. La persona spesso “va per la sua strada”. Distacco, rifiuto, pianto solitario, possono essere altri comportamenti indicanti distanziamento.

DESCRIZIONE DEGLI OTTO RAGGRUPPAMENTI DELLA SUPERFICIE INTROIETTO Assertività e Separatezza. Fare quello che è bene per sé sulla base di norme proprie e secondo le esigenze del momento. Ciò può significare essere spontanei, accettare se stessi e fluire in modo leggero e gioioso con l’esperienza. Potrebbe anche significare scivolare tendenzialmente in uno stato di disorientamento anche fino al punto da non dare importanza a scelte e problemi di vita importanti. 2. Accettazione ed Esplorazione di sé. Accettarsi e essere sensibile ai propri sentimenti più profondi. Sentirsi solidi, integrati e “uniti”. La volontà di essere aperti a tutto quello che è nella propria interiorità significa di solito soddisfazione nei riguardi di sé, anche se si prende atto che ci sono punti deboli e punti forti. 3. Sostegno e Valutazione di sé. Sapersi apprezzare profondamente. Essere in grado di trattarsi bene, curarsi, consolarsi, rassicurarsi. C’è la capacità di stimarsi e, in casi estremi, di adorarsi. 4. Riguardo e Protettività verso sé. Proteggersi e esaminarsi realisticamente. C’è la capacità di fare passi costruttivi a proprio favore, di sviluppare attivamente le proprie capacità e altre qualità importanti per la realizzazione di sé. Questo può arrivare fino ad usare molta energia per ottenere quello che si desidera e che occorre per vivere bene. 5. Autoregolazione e Inibizione. Sapersi regolare e controllare in funzione di obiettivi prescelti. Questo può comportare fare attenzione al proprio comportamento per accertarsi che sia adeguato agli ideali; si programma l’attività per raggiungere gli obiettivi. Sul versante negativo, ci può essere notevole autolimitazione e costrizione di sé. 6. Autocritica e Oppressione. Ci possono essere accuse interne di inadeguatezza, accompagnate da sensi di colpa e vergogna. L’incertezza e i sensi di colpa possono essere usati per indurre se stesso a fare quello che si riconosce come non utile per sé. Potrebbero esserci comportamenti punitivi verso di sé talora molto distruttivi. 7. Rifiuto e Annullamento di sé. Elevato autolesionismo. Ciò può comportare non far caso a malattie e sofferenze, sovraffaticamento e svuotamento di sé, rifiuto di sé e autodeprivazione e, in genere, comportarsi da crudele nemico di sé. Nelle forme più estreme può comportare tortura e annullamento di sé. 8. Distrazione da sé e Trascuratezza. Ciò può significare sognare ad occhi aperti, fantasticare, non sviluppare capacità e potenzialità. In casi estremi la persona può tollerare acriticamente idee illogiche e ingiustificate che riguardano se stessa, comportarsi senza criterio e finire in situazioni autodistruttive

La dimensione evolutiva dei comportamenti prototipici I comportamenti all’interno di ogni quadrante delle tre superfici possono essere ordinati, partendo dai poli dell’asse affiliazione in direzione dei poli dell’asse interdipendenza, secondo un ordine che richiama gli stadi evolutivi di Mahler (1975), Erickson (1982) e Scilligo (1986). Tali stadi evolutivi, secondo Scilligo (2005), sono i seguenti: 1. Esplorazione ed accettazione. Il bambino inizia ad esplorare l’ambiente per decidere se accettarlo ed interagire con esso o ritirarsi nell’isolamento o nella morte. 2. Orientamento e familiarizzazione. Accentuata focalizzazione sulal realtà esterna e graduale familiarizzazione con alcuni aspetti di essa per decidere sull’orientamento da assumere nella relazione con il mondo. Emerge uno stimolo fortemente sociale: il sorriso. Il bambino ora possiede lo strumento per invitare e trattenere con sé le persone, soprattutto la madre su cui inizia a focalizzarsi con un attaccamento quasi esclusivo. 3. Attaccamento. Focalizzazione ad alta carica affettiva sulla madre e creazione di un punto di riferimento a cui fare ritorno nei successivi passi evolutivi di graduale distacco ed interdipendenza. Il bambino si impegna in una sitematica vicinanza con la madre fino ad una quasi totale esclusione degli altri, con un senso di pericolosa invazione se essi intervengono nell’assenza di immediato e sicuro appoggio da parte della madre; tale vicinanza, se la situazione è allarmante, richiede, di solito, il contatto fisico.

La dimensione evolutiva dei comportamenti prototipici 4. Simbolizzazione. Inizia la locomozione eretta e la comunicazione verbale. La capacità di camminare permette di vedere il mondo da una prospettiva diversa e ampia e, inoltre, l’esplorazione si espande rapidamente. Il bambino si coglie più chiaramente come persona, con il proprio corpo, distinto dall’ambiente circostante e dalla madre. Le capacità simboliche gli permettono di avere degli schemi simbolici notevolmente evoluti e, con tutta probabilità, il mondo esterno inizia ad essere rappresentato con un’iniziale coerenza in termini simbolici. 5. Riflessione. Si sviluppa rapidamente il linguaggio. Il bambino ha gli strumenti necessari per avere distintamente il senso di sé e della propria unicità, compreso il senso abbastanza distinto dell’identità sessaule, derivante dalla consapevolezza di essere anatomicamente diverso dal sesso opposto. 6. Empatia. Il bambino rafforza la propria identità nel contattare il mondo esterno senza lasciarsi assorbire da esso. Alla capacità iniziale di saper intuire e gestire le caratteristiche statiche dell’ambiente il bambino inizia ad integrare anche il mondo in movimento.

La dimensione evolutiva dei comportamenti prototipici 7. Interdipendenza. Il bambino è fornito di un sano entusiasmo e ottimismo verso sé e verso la realtà che gli permette esplorazioni e nuove verifiche. Il risultato è una realistica integrazione delle qualità e delle caratteristiche buone e meno buone della madre in un’unità interna e, contemporaneamente, l’interiorizzazione in termini unitari di un insieme di esperienze filtrate e fatte proprie. Entrambe le strutture possono entrare in un gioco dialetico che permette ulteriori accomodamenti, assimilazioni e nuove integrazioni. Il bambino ha il senso di avere dentro di sé gli elementi protettivi e le regole di base per agire in modo che in ogni situazione possa fare un dialogo tra sé e sé e continuare la verifica con le realtà esterne, soprattutto con la madre. Il delicato equilibrio tra mondo personale e mondo esterno a livello intrapsichico è la premessa per la continuazione del dialogo con la realtà. Il bambino affronta il mondo con nuove iniziative, nuove esplorazioni, armato di nuove competenze simboliche di lettura di sé e del mondo. 8. Identità. Verso i quattro anni si chiude un ciclo evolutivo e se ne può iniziare un altro. Ormai sono stati conquistati i primi traguardi di un insieme di competenze e l’evoluzione psicologica può continuare poggiando non più solo sul corredo genetico ma anche su integrazioni simboliche e strutturali che permetton oampio dialogo con sé e con il mondo. Inizia, soprattutto, la scoperta ampia e profondamente curiosa del mondo fisico e il complesso processo relazionale nell’ambito della famiglia.

I raggruppamenti delle dimensioni evolutive Gli stadi evolutivi vanno visti in termini di concetti con confini piuttosto sfumati, con possibili sovrapposizioni tra stadi che seguono e precedono. Inoltre, va tenuto presente che a qualsiasi stadio non solo sono contenute le acquisizioni degli stadi precedenti, ma anche, in embrione, quelle degli stadi successivi nella scala evolutiva.