Psicologia dell’educazione

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Prima lezione di scienze bioeducative Prof. F
Advertisements

MODELLI E METODI DI SERVIZIO SOCIALE
Quadro di riferimento INValSI Scienze I livelli di competenza
COMPETENZE: CERTIFICAZIONE e...
A COSA SERVONO LE TEORIE DELLO SVILUPPO
PSICOLOGIA DELL’EDUCAZIONE Felice Carugati e Patrizia Selleri
PSICOLOGIA DELL’EDUCAZIONE Felice Carugati e Patrizia Selleri
Il metodo osservativo nei contesti formativi/1
ambiente educativo di apprendimento
Gli Apprendimenti come si realizzano e cosa producono.
Università della Calabria Corso di laurea: Scienze della Formazione Primaria anno accademico Dr. Mario Malizia TEORIA E METODI DI PROGETTAZIONE.
TEORIA DELLA PERCEZIONE
Lo sviluppo Cognitivo.
PSICOLOGIA SVILUPPO 1) STUDIO CRESCITA FISICA INCLUSI
I MODELLI DIDATTICI DELL’APPRENDIMENTO
SCENARIO STORICO La psicologia dell’educazione ha un lungo passato ma una storia assai breve Ebbinghaus,1885.
La filosofia della scienza del comportamento
La scuola Epistemologico-genetica
Progettare una ricerca: approcci e metodologie
La nascita della psicologia scientifica
L’indagine OCSE-PISA: il framework e i risultati per la matematica
modelli teorici e modelli di programmazione
… QUELLI CHE …insegnano…
MOTIVAZIONE LA MOTIVAZIONE RISULTA QUINDI UN TEMA
INDICE CONCEZIONE DI SVILUPPO FASE PRENATALE
FONDAMENTI DELLA PROSPETTIVA STORICO-CULTURALE
NASCITA DELLA PSICOLOGIA
teoria delle intelligenze multiple:
Psicologia della GESTALT:
PROSPETTIVA ECOLOGICA
Esempio di ricerca eseguita dagli studenti per focalizzare ulteriormente il concetto di schema secondo Piaget per poter poi preparare un discorso e una.
Jean Piaget.
Rilievi critici alla teoria di Piaget
Il campo della Psicologia Sociale
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
Sidney Strauss “Per una psicopedagogia dello sviluppo” (1987)
INTRODUZIONE Il numero è sicuramente uno dei concetti matematici più difficili e complessi da apprendere, anche se, fin da molto piccoli, tutti si trovano.
(a cura di Daniela Maccario)
Iniziamo a lavorare sui concetti Concetto Regolarità percepita in eventi o oggetti, o in testimonianze/simboli/rappresentazioni di eventi o di oggetti,
Problem Solving: capacità di risolvere problemi
TEST PSICOMETRICI NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA
AZIONE CHIAVE 2 Cooperazione per l’innovazione e le buone pratiche Partenariati strategici nell’aria dell’educazione, formazione e giovani.
Per una definizione condivisa di
ROVIGO 29 – 30 settembre 2014 Elaborazione di Simulazioni di Seconde Prove relative agli Esami di Stato a conclusione del primo quinquennio.
1 RETE SCUOLA MEDIA “D’AZEGLIO” AP ISC ACQUASANTA ISC CASTEL DI LAMA CAPOLUOGO ISC ROCCAFLUVIONE I CARE SCUOLA CAPOFILA DIREZIONE DIDATTICA “BORGO SOLESTA’”
Dal cognitivismo al “post-cognitivismo”
Valentina Russo Silvia Stomeo Francesca Romana Rossi Francesca Fortunato Luana Giannotti Erika Riolo Sidney Strauss.
«Qualsiasi attività intrapresa per migliorare e/o proteggere la salute di tutti gli utenti della scuola» «Giovani sani che vanno a scuola tendono ad imparare.
Finalità generale della scuola: sviluppo armonico e integrale della persona all’interno dei principi della Costituzione italiana e della tradizione culturale.
Legame tra fenomeni cerebrali e processi mentali
L’APPRENDIMENTO: alcune definizioni
Il curricolo ?... Spunti di riflessione.
PSICOLOGIA dell’APPRENDIMENTO
D.D. Bussoleno (To) VIAGGIO VERSO IL CURRICOLO Temevo il mio ritorno tanto quanto avevo temuto la mia partenza; entrambi appartenevano all’ignoto e all’imprevisto.
Grottaferrata 24 marzo 2015 Esami di Stato a conclusione del primo quinquennio di applicazione delle Indicazioni Nazionali Gestire il cambiamento.
Le tecnologie al servizio della didattica speciale DOTT.SSA SASANELLI LIA DANIELA.
Prof. Barbara Pojaghi Psicologia sociale Prof. Barbara Pojaghi
I “ferri del mestiere”: metodi di ricerca in Psicologia dello Sviluppo
ISTITUTO COMPRENSIVO DI ALBINO
Il contributo di Pellerey, sulle competenze individuali e il portfolio, si apre: Evoluzione del concetto negli ultimi cinquant’anni. Con una ricostruzione.
LA BUSSOLA ORIZZONTE DI SENSO QUALE PERSONA QUALE ALUNNO/BAMBINO QUALE INSEGNANTE QUALE SCUOLA QUALE METODOLOGIA QUALE SAPERE QUALE APPRENDIMENTO.
presso l'Università di Salerno
L'insegnamento scientifico nella Scuola dell'infanzia
Psicologia dell’età evolutiva ISIS EUROPA Prof.ssa Annamaria Caputo.
APPRENDIMENTO INSEGNAMENTO VALUTAZIONE VALUTAZIONE AUTENTICA E APPRENDERE PER COMPETENZE.
1di 17Pag. La pietra del Furlo e la sua lavorazione Istituto Comprensivo “E. Mattei”, Acqualagna Scuola Secondaria di I grado.
Come si insegna, come si impara Una cultura, un gruppo, per sopravvivere deve trasmettere ai giovani conoscenze e valori ciò avviene in contesti formali.
CONOSCENZE – ABILITA’ – COMPETENZE EQF – quadro europeo delle qualifiche per l ’ apprendimento permanente RACCOMANDAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
Caratteristiche distintive dell’approccio contestualista sono:
La scuola Epistemologico-genetica A cura di Eleonora Bilotta.
Transcript della presentazione:

Psicologia dell’educazione  Obiettivi del corso: Conoscenza delle principali problematiche della psicologia dell’educazione, Conoscenza di metodi diagnostici e tecniche di ricerca e d’intervento educativo, Acquisizione di competenze relative all’analisi sperimentale del comportamento e alle sue applicazioni in ambito educativo, con particolare riferimento all’interazione insegnamento-apprendimento e alla programmazione di interventi educativi in ambito scolastico.  

Il termine educazione definisce: Dizionario di Psicologia (1990) A) - il campo di ricerca relativo alle 3 fasi del processo educativo: (a) formulazione degli obiettivi, o filosofia della scienza dell’educazione, (b) individuazione delle possibilità di apprendimento. (c) la valutazione, il controllo e l’interpretazione dei risultati. B) - la metodologia di ricerca per elaborare migliori teorie, e metodi più rigorosi per la ricerca in campo pedagogico.

Formulazione degli obiettivi Le diverse società mettono in grado i loro membri di condurre una vita produttiva e felice, educando i giovani. In genere questo compito viene svolto dalla scuola (e dalla famiglia) che è incaricata non solo di insegnare specifiche abilità che preparino i giovani ad agire consapevolmente, anche in situazioni che potranno verificarsi molto tempo dopo la conclusione dell’educazione formale, ma anche impartire valori etici e culturali che producano benefìci a lungo termine per l’individuo e per l’intera società.

La psicologia mette a disposizione dell’educazione: Un’insieme di concetti e principi relativi allo sviluppo e ai processi di apprendimento, derivati esclusivamente dalla ricerca sperimentale Una metodologia per applicare questi concetti e questi principi direttamente alle pratiche educative Piani di ricerca e disegni sperimentali che analizzano i cambiamenti individuali, piuttosto che inferirli dalle medie di un gruppo Una filosofia della scienza che insiste sugli aspetti osservabili delle interazioni fra il comportamento individuale e le condizioni che lo determinano (Bijou, 1970)

Motivi conduttori nell’evoluzione della psicologia dell’educazione: definizione del campo Identificazione dell’oggetto di studio Alcuni psicologi selezionano come campo di lavoro la scuola e come oggetto di studio problemi pratici legati al rapporto insegnamento-apprendimento

Principali temi affrontati: Sviluppo e differenze individuali Analisi del comportamento Istruzione Cognizione Metacognizione Test e misurazioni Che si possono riassumere nelle seguenti categorie di problemi Valutazione Comprensione e modificazione del comportamento

Psicologia dell’educazione definizioni Area di servizio per l’applicazione e la verifica dei principi individuati in vari settori connessi: sviluppo, psicometria, apprendimento, motivazione, ecc. Disciplina autonoma con sufficienti dati e teorie per definire il ruolo dell’educatore e fornire indicazioni su quali contenuti proporre e come, in modo da rendere più rapido ed efficace l’apprendimento in relazione alle differenze individuali e ai diversi contesti.

“educazione è qualsiasi interazione capace di trasmettere il sapere come fare le cose di cui la comunità ha bisogno insieme all’energia ed alla volontà per realizzarle” (Benjamin, 1934)

“fornire conoscenze sulla natura dell’uomo e sulle leggi di modificabilità o apprendimento, a proposito di intelletto, carattere, abilità…La parola educazione si riferisce in particolare a quegli elementi della scienza o dell’arte che hanno a che fare con i cambiamenti dell’uomo. La possibilità di migliorare le aspirazioni dell’uomo e di renderlo più abile nel soddisfarli dipende prima di tutto dalla conoscenza di quella che è la sua natura a prescindere dall’educazione, ed in secondo luogo dalle leggi che ne governano i cambiamenti” (Thorndike, 1913)

“L’ educazione riguarda i cambiamenti degli esseri umani: un cambiamento è una differenza fra due condizioni; ognuna di queste condizioni ci è nota solo attraverso ciò che produce – cose fatte, parole dette, azioni compiute e così via -. Misurare ciascuno di questi prodotti significa definire la loro quantità, cosicchè persone competenti possano sapere quanto grande sia, meglio di quanto farebbero senza misurarli… in genere la natura delle misurazioni in educazione è la stessa che in tutte le altre misurazioni” (Thorndike, 1918)

Sul cosa e sul come il dibattito è ancora aperto Le ipotesi sono differenti in relazione al tipo di approccio I principali approcci sono: quello cognitivo e quello comportamentale

Punti di contatto e divergenze dei due approcci: Attenzione al metodo (osservazioni sistematiche, sperimentazioni e verifiche) Aspetti strutturali e aspetti funzionali sono correlati, ma mentre per i cognitivisti costituiscono cause dell’apprendimento, per i comportamentisti entrambi sono effetto e non causa di apprendimento. Hanno un diverso livello di accessibilità all’osservazione diretta: gli aspetti strutturali possono solo essere inferiti

Psicologia dell’Educazione: Conoscenza/apprendimento STRUTTURALISMO Fattori Biologici FUNZIONALISMO Fattori Ambientali Piaget Wertheimer Kohler- Kanizsa Bijou Skinner Sistemi dinamici Cognitivismo (Wundt) Comportamentismo (Watson) Attiva-creativa Identificazione delle strategie che vengono assimilate in strutture innte Gestalt (anni 20-50) Problem solving Insight Identificazione di strategie cognitive per scoprire le strutture cognitive sottostanti HIP (anni 60-70) Elaborazione cognitiva Attenzione al funzionamento e all’ambiente Connessionismo Hull - James Thorndike Interazione uomo/ambiente Contingenza a 3 termini: (Sd – R – Sc) Intercomportamentismo (Kantor) Sequenza di interazioni tra organismo/ambiente funzionale Contingenza a 4 termini: A-B-C S’ Fattori biologici e storici sono ugualmente coinvolti Modello ecologico STRUTTURALISMO Fattori Biologici FUNZIONALISMO Fattori Ambientali Piaget Wertheimer Kohler- Kanizsa Bijou Skinner Sistemi dinamici Cognitivismo (Wundt) Comportamentismo (Watson) Attiva-creativa Identificazione delle strategie che vengono assimilate in strutture innte Gestalt (anni 20-50) Problem solving Insight Identificazione di strategie cognitive per scoprire le strutture cognitive sottostanti HIP (anni 60-70) Elaborazione cognitiva Attenzione al funzionamento e all’ambiente Connessionismo Hull - James Thorndike Interazione uomo/ambiente Contingenza a 3 termini: (Sd – R – Sc) Intercomportamentismo (Kantor) Sequenza di interazioni tra organismo/ambiente funzionale Contingenza a 4 termini: A-B-C S’ Fattori biologici e storici sono ugualmente coinvolti Modello ecologico STRUTTURALISMO Fattori Biologici FUNZIONALISMO Fattori Ambientali Piaget Wertheimer Kohler- Kanizsa Bijou Skinner Sistemi dinamici Cognitivismo (Wundt) Comportamentismo (Watson) Attiva-creativa Identificazione delle strategie che vengono assimilate in strutture innte Gestalt (anni 20-50) Problem solving Insight Identificazione di strategie cognitive per scoprire le strutture cognitive sottostanti HIP (anni 60-70) Elaborazione cognitiva Attenzione al funzionamento e all’ambiente Connessionismo Hull - James Thorndike Interazione uomo/ambiente Contingenza a 3 termini: (Sd – R – Sc) Intercomportamentismo (Kantor) Sequenza di interazioni tra organismo/ambiente funzionale Contingenza a 4 termini: A-B-C S’ Fattori biologici e storici sono ugualmente coinvolti Modello ecologico

La meta-cognizione: Il modello di Borkowski L’istruzione è una comunicazione a due vie in cui lo studente ha un ruolo attivo e importante (elaboratore consapevole delle informazioni) La didattica meta-cognitiva: l’insegnante organizza il contesto, suggerisce strategie, guida lo studente nel processo di auto-regolazione dell’apprendimento. Il ruolo dell’insegnante non è quello di controllare e prevedere le condizioni che favoriscono l’apprendimento, ovvero la modificazione del comportamento, come invece prevede l’approccio comportamentale

Modello funzionale e applicativo di Bijou e Bear (1978) integra l’analisi del comportamento skinneriana con elementi dell’intercomportamentismo kantoriano (Anchisi et al. 1996). Il modello è: (a) Funzionale, poichè il comportamento è studiato in funzione di una serie di variabili indipendenti e del contesto in cui esse agiscono. Analizzare un comportamento significa perciò identificare le relazioni che intercorrono tra questo e le classi di stimoli che lo precedono e lo seguono all’interno di un setting. (b) Interazionale, in quanto tiene esplicitamente conto della relazione esistente tra soggetto e ambiente, come del carattere reciproco e bidirezionale di questa relazione.

Modello di Bronfrenbrenner     Modello di Bronfrenbrenner Microsistema Esosistema Condizioni di lavoro, scelte sociali, ecc. Macrosistema Governo Leggi, riforme, normative famiglia parrocchia Mesosistema Relazione tra microsistemi scuola palestra

Piaget e il concetto di schema Apprendimento = adattamento (assimilazione dei contenuti delle esperienze e accomodamento degli schemi mentali che progressivamente si sviluppano seguendo un percorso stadiale) L’insegnamento consiste nell’accertamento dello stadio evolutivo raggiunto e nella predisposizione di esperienze che rendano possibile il passaggio allo stadio successivo

Anni ’60-’70 Lo studio si focalizzò sulla ricerca delle strategie più efficaci per ottimizzare l’apprendimento in relazione alle differenze individuali e a specifici contesti. L’interazione tra la specificità di compiti e contesti e le caratteristiche e motivazioni di chi apprende definiscono la specificità dell’evento insegnamento-apprendimento e la relativa rappresentazione mentale dell’informazione

Modello H.I.P. Mente=sistema che costruisce e manipola simboli La ricerca verte sull’analisi (inferita) delle strutture di elaborazione (es working memory) e del loro funzionamento in situazioni specifiche e in soggetti di età e condizioni diverse. Il modello delle reti semantiche Il Connessionismo

Comportamentismo Precursori Stanley Hull Studi sistematici (normativi) sullo sviluppo, in diversi contesti: famiglia, gruppo sociale, scuola, per rispondere ad esigenze pratiche (bambini scarsamente motivati e con difficoltà) – Ricerche longitudinali (200 bambini x 20 anni) “I contenuti della mente dei bambini” (1883) Conciliazione tra le teorie pedagogiche astratte di Rousseau, Pestalozzi, Froebel (bambino predisposto all’apprendimento; ruolo dell’insegnante: guida; processo educativo autogenerato) e la teoria evoluzionistica di Darwin L’insegnante deve adeguarsi allo stadio di sviluppo dell’allievo e basarsi sulle sue esperienze precedenti e sui suoi interessi

Thorndike Importanza delle conseguenze del comportamento, dei suoi effetti sull’ambiente Educational Psychology (1903) importanza della misurazione nell’educazione; statistica applicata alla ricerca educativa; Prima definizione di Psicologia dell’educazione Educazione = scienza e arte finalizzate alla conoscenza dell’uomo, delle differenze individuali e delle leggi naturali che producono e regolano il cambiamento = apprendimento I suoi studi sul transfer di apprendimento demoliscono la teoria delle facoltà mentali

Comportamentismo metodologico Esordisce nel 1913 con Watson Fondamentalmente basato sulla contingenza a 2 termini (S-R) L’apprendimento si basa su una reattività passiva Si può considerare una versione preliminare della psicologia naturalistica (Kantor)

Comportamentismo radicale: Skinner Filosofia della scienza: compito della psicologia è prevedere e controllare il comportamento Mentre Watson si limita al comportamento osservabile descritto in termini fisiologici, anche i processi mentali (comp. covert) possono essere studiati con il metodo e la logica delle scienze naturali Dalla contingenza a 2 termini (S-R) si passa alla contingenza a 3 termini (Sd – R – Sc) Stimoli e risposte possono avere diverse funzioni

Oggetto di studio non sono l’ambiente (S) e il comportamento (R), come eventi separati, ma la loro reciproca interazione. Manipolando o controllando specifiche variabili ambientali (analisi sperimentale del comportamento) si studia la possibilità di generalizzare gli effetti funzionali delle interazioni a soggetti e contesti con caratteristiche simili. Predilezione della ricerca di tipo idiografico

L’intercomportamentismo: Kantor Prelude la teoria dei sistemi dinamici Comportamento = sequenza di interazioni tra l’unità bio-psicologica dell’organismo e l’ambiente funzionale (campo multifattoriale) Alla contingenza a 3 termini si aggiunge il 4° termine “fattori del setting” o “eventi situazionali” che rappresenta: il contesto, la storia delle interazioni e il significato a queste attribuito) Nessun elemento ha un ruolo prioritario: è l’interazione di tutti questi fattori che spiega il comportamento. Fattori biologici e storici sono ugualmente coinvolti

(c) Gerarchico-accumulativo, poiché lo sviluppo e l’apprendimento di ciascuno vengono studiati dal semplice al complesso: abilità e conoscenze si sviluppano gradualmente e il soggetto fa uso del patrimonio esperienziale accumulato in precedenza. (d) Ecologico-contestuale, poiche studia i comportamenti individuali collocandoli spazio-temporalmente. (e) Pedagogico e operativo, perché fonda qualsiasi analisi e intervento sul coinvolgimento dell’ambiente e del contesto: l’assessment privilegia un punto di vista idiografico e individuale, rispetto a quello nomotetico e globale.

L’analisi del comportamento come sistema L’analisi del comportamento è la teoria generale che risolve problemi nella ricerca di base come nella ricerca applicata, trovando rispondenza tanto nelle speculazioni filosofiche e storiche quanto nelle applicazioni educative e/o terapeutiche (Perini, 1997). La filosofia della scienza della psicologia del comportamento, ponendo come oggetto di studio le interazioni reciproche fra comportamento individuale e circostanze ambientali, consente un’analisi sperimentale e un’elaborazione teorica governate dagli stessi principi, quale che sia il contesto - sperimentale e/o applicativo - in cui si verificano.

Modello di Horowtz

Oggetto di studio Le interazioni tra i comportamenti dell’individuo e gli eventi dell’ambiente Tali interazioni si manifestano in termini osservabili, misurabili e riproducibili Possono quindi essere oggetto di indagini scientifiche

Entità biologica e culturale unica individuo Entità biologica e culturale unica Assetto biologico= corredo genetico (genotipo) + caratteristiche biologiche (fenotipo – risultato delle interazioni tra genotipo e ambiente biologico e fisico) Assetto culturale= storia delle interazioni in un’ottica sistemica

Strettamente interconnessi (sistemi dinamici) Differenti tipi di interazioni danno origine a diversi tipi di comportamenti: Biologici: legati alle caratteristiche della struttura anatomica e del funzionamento fisiologico Psicologici: percezioni, emozioni, cognizioni, ecc. Strettamente interconnessi (sistemi dinamici) Struttura e funzionamento biologico non sono causa dei comportamenti psicologici: le interazioni comportamento/ambiente producono cambiamenti anche a livello strutturale e fisiologico

ambiente Ambiente interno: stimoli interni (sensazioni fisiche, stimoli biologici o di natura cognitiva) appena vengono percepiti acquisiscono proprietà funzionali (agiscono sul comportamento in relazione alle contingenze) Ambiente fisico-socio-culturale: elementi circostanti l’indi-viduo, che possono acquisire proprietà funzionali per il singolo e la comunità (sistemi dinamici) Ambiente funzionale: oggetti o eventi che riescono a modificare il comportamento

Condizioni che definiscono l’ambiente funzionale: Funzioni dello stimolo: sono definibili in relazione a ciò che il soggetto fa in sua presenza elicitante rinforzante discriminativa Fattori del setting: caratteristiche dell’ambiente bio-fisiologico interno e dell’ambiente fisico e socio-culturale esterno che, pur non partecipando direttamente all’interazione sono in grado di influenzarla (contesto fisico e psicologico)

L’interazione individuo-ambiente Per l’analista del comportamento l’oggetto di studio non è l’individuo, né l’ambiente, ma il modo in cui le variabili che li caratterizzano inter-agiscono e si modificano reciprocamente. L’unità di studio dell’analisi funzionale è la contingenza (probabilità che un evento sia influenzato e/o influenzi altri eventi) a 3 termini: Funzione dello stimolo antecedente Risposta Funzione dello stimolo che segue la risposta

La descrizione dei modi che regolano la reciprocità delle interazioni permette di: Verificare cosa cambia nel comportamento in funzione dei cambiamenti nelle situazioni ambientali e viceversa Individuare i criteri per cui classificare come apprendimento alcuni di questi cambiamenti Descrivere la loro progressione nel corso dello sviluppo individuale Intervenire per promuovere, attraverso una gestione corretta dell’apprendimento, i repertori di competenze e abilità di ciascun individuo Valutare in modo rigoroso i risultati dell’intervento