GLI EBREI ITALIANI DALLE LEGGI RAZZIALI ALLA DEPORTAZIONE

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GLI EBREI ITALIANI DALLE LEGGI RAZZIALI ALLA DEPORTAZIONE 1938-1945 IASRIC Progetto didattico “La memoria e il viaggio” a.s. 2013-14 GLI EBREI ITALIANI DALLE LEGGI RAZZIALI ALLA DEPORTAZIONE 1938-1945 Irma Staderini, Irsifar

La svolta antiebraica del regime L’antisemitismo non esiste in Italia (…). Gli ebrei italiani si sono sempre comportati bene come cittadini, e come soldati si sono battuti coraggiosamente. Essi occupano posti elevati nelle Università, nell’esercito, nelle banche. (Mussolini, intervista con E.Ludwig, 1932) Nei riguardi della politica interna il problema di scottante attualità è quello raziale (…). L’ebraismo mondiale è stato durante 16 anni, malgrado la nostra politica, un nemico irreconciliabile del fascismo (Mussolini, discorso a Trieste 18 settembre 1938)

Il Manifesto della razza (luglio 1938) Il testo afferma in dieci punti che gli ebrei non appartengono alla razza italiana, che è “ariana pura”, e dunque è il momento per gli italiani di proclamarsi “francamente razzisti”.

Il censimento dell’agosto 1938 Primo numero della rivista “La difesa della razza”- agosto 1938 Circa 50.000 italiani vengono classificati come ebrei. Il singolo individuo, indipendentemente dalla religione professata, viene considerato ebreo se ha almeno un genitore ebreo.

Le leggi antiebraiche settembre-novembre 1938 5 settembre 1938- Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista 7 Settembre- Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri 6 Ottobre 1938- Emanazione della Carta della razza 17 Novembre 1938- Provvedimenti per la difesa della razza italiana

L’esclusione degli ebrei dalla scuola Articolo 1- All’ufficio di insegnante nelle scuole statali o parastatali, di quailsiasi ordine e grado (…) non potranno essere ammesse persone di razza ebraica. Articolo 2.- Alle scuole di qualsiasi ordine e grado, ai cui studi sia riconosciuto effetto legale, non potranno essere iscritti alunni di razza ebraica Dal Regio decreto-legge del 5 settembre 1938-XVI

Dalla “persecuzione dei diritti” alla “persecuzione delle vite” I fase- dal settembre 1938 all’estate 1943- gli ebrei sono perseguitati ma non in pericolo di vita II fase- dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945, nelle zone della penisola occupate dai nazifascisti gli ebrei vengono rastrellati e deportati

La “guerra ai civili” nell’Italia occupata dai nazifascisti Arruolamento e lavoro forzato Rappresaglie Deportazioni Graziani

Rastrellamento degli ebrei romani 16 ottobre 1943 Dalle 5.30 del mattino sino alle 14.00 vengono arrestate dalle SS 1022 persone, soprattutto nel Ghetto di Roma Il 18 ottobre un convogliocon i fermati parte dalla stazione Tiburtina diretti ad Auschwitz. Qui l’80% di loro muore dopo poche ore dall’arrivo.

Salò e la deportazione degli ebrei

Il campo di polizia e di transito di Fossoli, in provincia di Modena, è stato il principale luogo utilizzato per il trasferimento dei deportati politici e razziali italiani verso i campi di concentramento e di sterminio nazisti. Il campo viene aperto nel dicembre 1942. Dopo l’8 settembre il controllo del campo passa dalle autorità fasciste a quelle naziste i e le condizioni di vita peggiorano. Da qui partono 2700 ebrei deportati e circa 3000 deportati politici. IL CAMPO DI FOSSOLI Il

Un viaggio per molti senza ritorno La destinazione principale delle deportazioni dall'Italia, come dal resto d'Europa, fu il campo di Auschwitz. Gli ebrei che vi giunsero dall'Italia furono più di 6000. Altri ebrei caddero nei rastrellamenti antipartigiani e, non riconosciuti come ebrei, furono deportati in campi di concentramento destinati agli oppositori politici. Le vittime della Shoah in Italia furono circa 7.000; i superstiti rientrati in Italia dalla deportazione furono il 12,5% del totale. Fiorella Anticoli di Leone, 2 anni, arrestata a Roma, uccisa all’arrivo ad Auschwitz