KARL MARX (1818-1883)
DOTTRINA DI KARL MARX: LARGA DIFFUSIONE INCIDENZA SU VITA SOCIALE E POLITICA E CULTURALE
VICENDE BIOGRAFICHE 1818 NASCE A TREVIRI (IN RENANIA) DA FAMIGLIA EBRAICA POI CONVERTITA 1835-1836 STUDI UNIVERSITARI (DIRITTO) A BONN E BERLINO 1841 SI LAUREA CON UNA TESI SULLA DIFFERENZA TRA LA FILOSOFIA DELLA NATURA DI DEMOCRITO E DI EPICURO. 1842-43 COLLABORA CON LA GAZZETTA RENANA E GLI ANNALI TEDESCHI
1844 PUBBLICA PER LA CRITICA DELLA FILOSOFIA DEL DIRITTO DI HEGEL E LA QUESTIONE EBRAICA. INCONTRA ENGELS 1845-46 INSIEME AD ENGELS SCRIVE LA SACRA FAMIGLIA. CRITICA DELLA CRITICA E L’IDEOLOGIA TEDESCA
1847 ADERISCE ALLA LEGA DEI GIUSTI, POI LEGA DEI COMUNISTI 1848 IL MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA 1849 SI TRASFERISCE A LONDRA 1867 PRIMO VOLUME DE IL CAPITALE (II 1885; III 1894) 1883 MUORE A LONDRA
MARX-ENGELS CONDIVISIONE DI PENSIERO E BATTAGLIE ATTENZIONE ALLA NUOVA REALTÀ ECONOMICA
MARX VERSUS HEGEL FEUERBACH: ROVESCIA I TERMINI DELLA DIALETTICA HEGELIANA NON SI DEVE PARTIRE DALL’ASSOLUTO O DIO MA DAL REALE, DALL’UOMO.
UOMO FIGLIO DEL SUO AMBIENTE E DEL SUO TEMPO NO STRUMENTO DELL’IDEA LA STORIA NON È CREATA DALL’IDEA MA DAGLI UOMINI
“L’UNDICESIMA TESI SU FEUERBACH” I FILOSOFI HANNO FINORA SOLTANTO INTERPRETATO IL MONDO IN DIVERSI MODI, MENTRE ORA SI TRATTA DI TRASFORMARLO IL FILOSOFO HA IL COMPITO NON SOLTANTO DI SPECULARE, MA ANCHE DI AGIRE NELLA REALTÀ
LA STRUTTURA ECONOMICA MODIFICA QUELLE CHE SONO LE ATTIVITÀ SPIRITUALI NELLA “SACRA FAMIGLIA” DEL 1845 : MENTRE L’UOMO COMUNE E IL FILOSOFO REALISTA PENSANO CHE ESISTANO PRIMA LE MELE, LE PERE, LE MANDORLE REALI E POI IL CONCETTO DI FRUTTO HEGEL PENSA CHE ESISTA PRIMA IL CONCETTO DI FRUTTO E POI I FRUTTI CONCRETI, COME SUE MANIFESTAZIONI NECESSARIE.
HEGEL ACCETTA LO STATUS QUO E LE CONTRADDIZIONI SONO SUPERATE A LIVELLO INTELLETTUALE MARX VUOLE TRASFORMARE IL MONDO E SUPERARE LE CONTRADDIZIONI CON UN AZIONE RIVOLUZIONARIA
DIRITTI ALCUN VALORE UNIVERSALE= LO STRUMENTO DI UN DOMINIO DI CLASSE ELIMINATO IL DOMINIO, ELIMINATI I DIRITTI
MATERIALISMO STORICO
Per la critica dell'economia politica, 1859 Nella produzione sociale della loro esistenza gli uomini entrano […] in rapporti di produzione determinati e necessari che corrispondono a un determinato grado di sviluppo delle forze produttive materiali. L'insieme di questi rapporti di produzione costituisce la struttura economica della società, ossia la base reale sulla quale si eleva una sovrastruttura giuridica e politica alla quale corrispondono forme determinate della coscienza sociale. Il modo di produzione della vita materiale condiziona in generale il processo sociale, politico e spirituale della vita. Non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere ma è, al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza...
IN BASE AL MODO DI PRODUZIONE E DI DISTRIBUZIONE DEI BENI ECONOMICI SI STABILISCONO FRA GLI UOMINI DETERMINATI RAPPORTI ECONOMICI STRUTTURA ECONOMICA DELLA SOCIETÀ= INSIEME RAPPORTI ECONOMICI FRA GLI UOMINI
LA MATERIALE ATTIVITÀ PRODUTTIVA DELL’UOMO È LA SUA CARATTERISTICA ESSENZIALE: L’UOMO, A DIFFERENZA DELL’ANIMALE È CAPACE DI PRODURRE UTENSILI, STRUMENTI PER RENDERE SEMPRE PIÙ PRODUTTIVO IL SUO LAVORO. È PROPRIO DA QUESTA ATTIVITÀ CAPACITÀ CHE SI INIZIA IL PROCESSO STORICO DI PRODUZIONE DELLE CONDIZIONI MATERIALI DI VITA DELL’UOMO, CHE SONO IL PRESUPPOSTO DI TUTTE LE ALTRE ATTIVITÀ L’UOMO NON SOLAMENTE PRODUCE COSE, BENI, MA ANCHE IDEE, RELIGIONE MORALE DIRITTO,ISTITUZIONI, CULTURA, CHE SEMBRANO FRUTTO DELLA SUA AUTONOMA ATTIVITÀ DI PENSIERO, MA CHE IN EFFETTI, NON SONO ALTRO CHE IL RIFLESSO DELLA SITUAZIONE MATERIALE NELLA QUALE VIVE.
“I RAPPORTI SOCIALI SONO INTIMAMENTE CONNESSI ALLE FORZE PRODUTTIVE “I RAPPORTI SOCIALI SONO INTIMAMENTE CONNESSI ALLE FORZE PRODUTTIVE. IMPADRONENDOSI DI NUOVE FORZE PRODUTTIVE GLI UOMINI CAMBIANO IL LORO MODO DI PRODUZIONE, LA MANIERA DI GUADAGNARSI LA VITA, CAMBIANO TUTTI I LORO RAPPORTI SOCIALI. IL MULINO A BRACCIA VI DARÀ LA SOCIETÀ COL SIGNORE FEUDALE E IL MULINO A VAPORE LA SOCIETÀ CON IL CAPITALISTA INDUSTRIALE” (K. MARX, MISERIA DELLA FILOSOFIA, 1846).
STUTTURE/SOVRASTRUTTURE STRUTTURA ECONOMICA È LA BASE MORALE, RELIGIONE, FILOSOFIA, DIRITTO, POLITICA DPENDONO DIRETTAMENTE DALLA STRUTTURA ECONOMICA
Materialismo dialettico I RAPPORTI ECONOMICI DI PRODUZIONE SI MANIFESTANO COME SCONTRO FRA CLASSI ANTITETICHE. LA STORIA è CRATTERIZZATA DALLO SCONTRO DI CLASSI SOCIALI, CHE CI RICHIAMA ALLA MENTE LA TESI E ANTITESI DI HEGEL OGNI CLASSE CREA LA PROPRIA ANTITESI
“SOCIALISMO SCIENTIFICO” NON DEVE ESSERE CONSIDERATO UNA MERA ACQUISIZIONE TEORICA O FILOSOFICA, MA COME CONSAPEVOLEZZA DELLA NECESSITÀ DI MODIFICARE, RADICALMENTE LE CONDIZIONI DELLA SOCIETÀ. ALLA LUCE DELLA NUOVA CONCEZIONE SCIENTIFICA DELLA STORIA E DEL COMUNISMO NON SI TRATTA PIÙ DI INTERPRETARE IL MONDO, BENSÌ DI TRASFORMARLO.
MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA "I FILOSOFI HANNO FINORA SOLTANTO INTERPRETATO IL MONDO IN DIVERSI MODI; ORA SI TRATTA DI TRASFORMARLO" (CFR. 11° TESI SU FEUERBACH). È UN INVITO ALL’AZIONE DOPO LA RIFLESSIONE.
PUBBLICATO NEL 1848, SCARSA FORTUNA INTERESSE DOPO COMUNE DI PARIGI 1871 DOPO RIVOLUZIONE RUSSA TESTO BASE PER CAPI DELLA TERZA INTERNAZIONALE 1948 CENTENARIO – ORAMAI UN CLASSICO DEL PENSIERO POLITICO
L’INDUSTRIALIZZAZIONE SOPPIANTA GRADUALMENTE L’AGRICOLTURA FORMAZIONE DI UNA NUOVA CLASSE: IL PROLETARIATO. MIGRAZIONE DALLE CAMPAGNE ALLA CITTÀ (CENTRI INDUSTRIALI)=NASCITA DI QUARTIERI DEGRADATI SORGE LA “QUESTIONE SOCIALE”
SU COMMISSIONE DELLA LEGA DEI COMUNISTI ALLA REDAZIONE DEL TESTO COLLABORÒ ATTIVAMENTE ANCHE ENGELS RENDERE NOTE A TUTTI LE FINALITÀ DI QUESTO MOVIMENTO, IN TAL MODO SI SAREBBE POTUTO COINVOLGERE TUTTO IL PROLETARIATO E SI SAREBBERO COSÌ POTUTI OTTENERE GLI OBIETTIVI RIVOLUZIONARI
Uno spettro si aggira per l'Europa: lo spettro del comunismo Uno spettro si aggira per l'Europa: lo spettro del comunismo. Tutte le potenze della vecchia Europa si sono coalizzate in una sacra caccia alle streghe contro questo spettro: il papa e lo zar, Metternich e Guizot, radicali francesi e poliziotti tedeschi. ……. È gran tempo che i comunisti espongano apertamente a tutto il mondo la loro prospettiva, i loro scopi, le loro tendenze, e oppongano alla favola dello spettro del comunismo un manifesto del partito.
LO SPETTRO L’UTILIZZO DELLA PAROLA SPETTRO RICHIAMA ALLA MENTE IL LINGUAGGIO DELLA SUPERSTIZIONE MEDIEVALE PROCESSI PER STREGONERIA: LA TESI CHE LO SPETTRO SI POTESSE IMPADRONIRE DI QUALCUNO ANCHE CONTRO LA SUA VOLONTÀ
STRUTTURA BORGHESI E PROLETARI PROLETARI E COMUNISTI LETTERATURA SOCIALISTA E COMUNISTA POSIZIONE DEI COMUNISTI DI FRONTE AI DIVERSI PARTITI DI OPPOSIZIONE
La storia di ogni società è stata finora la storia di lotte di classe. Uomo libero e schiavo, patrizio e plebeo, barone e servo della gleba, membro di una corporazione e artigiano, in breve oppressore e oppresso si sono sempre reciprocamente contrapposti, hanno combattuto una battaglia ininterrotta, aperta o nascosta, una battaglia che si è ogni volta conclusa con una trasformazione rivoluzionaria dell'intera società o con il comune tramonto delle classi in conflitto.
La moderna società borghese, sorta dal tramonto della società feudale, non ha superato le contrapposizioni di classe. Ha solo creato nuove classi al posto delle vecchie, ha prodotto nuove condizioni dello sfruttamento, nuove forme della lotta fra le classi. La nostra epoca, l'epoca della borghesia, si caratterizza però per la semplificazione delle contrapposizioni di classe. L'intera società si divide sempre più in due grandi campi nemici, in due grandi classi che si fronteggiano direttamente: borghesia e proletariato. …………
La borghesia ha giocato nella storia un ruolo altamente rivoluzionario. La borghesia ha distrutto i rapporti feudali, patriarcali, idillici dovunque abbia preso il potere. Essa ha spietatamente stracciato i variopinti lacci feudali che legavano la persona al suo superiore naturale, e non ha salvato nessun altro legame fra le singole persone che non sia il nudo interesse, il crudo "puro rendiconto".
La borghesia non può esistere senza rivoluzionare continuamente gli strumenti di produzione, dunque i rapporti di produzione, dunque tutti i rapporti sociali. La prima condizione di esistenza di tutte le precedenti classi industriali era invece la conservazione immutata del vecchio modo di produzione.
Le armi con cui la borghesia ha annientato il feudalesimo si rivoltano ora contro la borghesia stessa. Ma la borghesia non ha solo forgiato le armi che la uccidono; ha anche prodotto gli uomini che imbracceranno queste armi: i lavoratori moderni, i proletari.
Questi lavoratori, che devono vendersi un poco alla volta, sono una merce come qualsiasi altro articolo in commercio e sono perciò ugualmente esposti a tutte le alterne vicende della concorrenza, a tutte le oscillazioni del mercato. Il lavoro dei proletari ha perso ogni tratto di autonomia e quindi ogni stimolo per il lavoratore a causa dell'espansione delle macchine e della divisione del lavoro. Il lavoratore diventa un mero accessorio della macchina. Da lui si pretende solamente il più facile, il più monotono, il più elementare movimento. Il suo costo è limitato quasi esclusivamente ai mezzi di sostentamento di cui egli necessita per sopravvivere e per garantire il futuro della sua razza.
Tutti i movimenti sono stati finora movimenti di minoranze o nell'interesse di minoranze. Il movimento proletario è il movimento autonomo della stragrande maggioranza nell'interesse della stragrande maggioranza. Il proletariato, ceto infimo dell'attuale società, non si può sollevare, non può elevarsi, senza far saltare in aria l'intera costruzione dei ceti che formano la società ufficiale.
Qual è il rapporto tra comunisti e proletari? I comunisti si distinguono dai restanti partiti proletari solo perché, d'un lato, nelle diverse lotte nazionali dei proletari essi pongono in evidenza e affermano gli interessi comuni di tutto il proletariato, indipendentemente dalla nazionalità; dall'altro, perché essi esprimono sempre l'interesse complessivo del movimento nelle diverse fasi in cui si sviluppa la lotta fra proletariato e borghesia.
I comunisti sono pertanto nella pratica la parte più decisa e più avanzata dei partiti operai di ogni paese, e dal punto di vista teorico essi sono anticipatamente consapevoli delle condizioni, del corso e dei risultati complessivi del movimento proletario. Il primo compito dei comunisti è identico a quello di tutti gli altri partiti proletari: costituzione del proletariato in classe, annientamento del dominio della borghesia, conquista del potere politico da parte del proletariato.
Proprietà privata
Voi inorridite perché noi vogliamo eliminare la proprietà privata Voi inorridite perché noi vogliamo eliminare la proprietà privata. Ma nella vostra società esistente la proprietà privata è abolita per i nove decimi dei suoi membri; anzi, essa esiste proprio in quanto non esiste per quei nove decimi. Voi ci accusate dunque di voler abolire una proprietà che verte necessariamente sulla mancanza di proprietà della stragrande maggioranza della popolazione. In una parola, voi ci accusate di voler abolire la vostra proprietà. È proprio quello che vogliamo. Il comunismo non impedisce a nessuno di appropriarsi dei prodotti della società, impedisce solo di sottomettere il lavoro altrui per mezzo di tale appropriazione.
famiglia
Gli stereotipi borghesi sulla famiglia e sull'educazione, sull'affettuoso rapporto fra genitori e figli, diventano tanto più nauseanti quanto più per i proletari vengono spezzati tutti i vincoli familiari e i figli sono trasformati in semplici articoli di commercio e strumenti di lavoro. "Ma voi comunisti volete introdurre la comunanza delle donne!", strepita in coro contro di noi l'intera borghesia. Il borghese vede in sua moglie un puro strumento di produzione. Egli sente dire che gli strumenti di produzione devono essere sfruttati in comune e non può naturalmente fare a meno di pensare che il destino della comunanza toccherà anche alle donne.
Non gli viene in mente che si tratta proprio di abolire la posizione delle donne come puri strumenti di produzione. D'altronde non c'è nulla di più ridicolo del moralissimo orrore del nostro borghese per la pretesa comunanza ufficiale delle donne fra i comunisti. I comunisti non hanno bisogno di introdurre la comunanza delle donne, giacché essa è quasi sempre esistita. Non contento del fatto che le mogli e le figlie dei suoi proletari siano a sua disposizione - per tacere della prostituzione ufficiale - i nostri borghesi trovano sommo piacere nel sedurre reciprocamente le rispettive mogli.
socialismo
Il proletariato userà il suo potere politico per strappare progressivamente alla borghesia tutti i suoi capitali, per centralizzare tutti gli strumenti di produzione nelle mani dello Stato, dunque del proletariato organizzato in classe dominante, e per moltiplicare il più rapidamente possibile la massa delle forze produttive. In un primo momento ciò può accadere solo per mezzo di interventi dispotici sul diritto di proprietà e sui rapporti di produzione borghesi, insomma attraverso misure che appaiono economicamente insufficienti e inconsistenti, ma che nel corso del movimento si spingono oltre i propri limiti e sono inevitabili strumenti di trasformazione dell'intero modo di produzione.
Una volta sparite, nel corso di questa evoluzione, le differenze di classe, e una volta concentrata tutta la produzione nelle mani degli individui associati, il potere pubblico perderà il suo carattere politico. Il potere pubblico in senso proprio è il potere organizzato di una classe per soggiogarne un'altra. Quando il proletariato inevitabilmente si unifica nella lotta contro la borghesia, erigendosi a classe egemone in seguito a una rivoluzione, e abolendo con la violenza, in quanto classe egemone, i vecchi rapporti di produzione, insieme a quei rapporti di produzione esso abolisce anche le condizioni di esistenza della contrapposizione di classe, delle classi in genere, e così anche il suo proprio dominio in quanto classe. Al posto della vecchia società borghese con le sue classi e le sue contrapposizioni di classe, subentra un'associazione in cui il libero sviluppo di ciascuno è condizione del libero sviluppo di tutti.
Proletari di tutti i paesi, unitevi!
TEORIA ECONOMICA (IL CAPITALE) STUDIA LE LEGGI FONDAMENTALI DELL’ECONOMIA CAPITALISTICA ESSA È INTESA COME STUDIO DELL’ATTIVITÀ PRODUTTRICE, CONSIDERATA COME L’ATTIVITÀ DI BASE, SULLE CUI ESIGENZE E SUL CUI SVILUPPO SI FONDANO TUTTE LE ALTRE ATTIVITÀ DELL’UOMO: DI QUI L’IMPORTANZA DELL’ECONOMIA E DELLA STORIA ECONOMICA PER INTENDERE LE MATERIALI CONDIZIONI DI PRODUZIONE E DI SCAMBIO, CHE COSTITUISCONO IL CONCRETO SOSTRATO DI TUTTE LE ALTRE RELAZIONI DELLA SOCIETÀ.
MODO DI PRODUZIONE BORGHESE-CAPITALISTICO È IL PUNTO DI ARRIVO DEL CAMMINO STORICO IL MODO DI PRODUZIONE BORGHESE SARà SUPERATO E CON ESSO FINIRANNO I MODI DI PRODUZIONE ANTAGONISTICI
CONTRADDIZIONI SISTEMA CAPITALISTA RICCHEZZA PER LE CLASSI POSSIDENTI E MISERIA PER LE CLASSI LAVORATRICI LIBERA CONCORRENZA = CRISI DI SOVRAPPRODUZIONE= CHIUSURA DI INDUSTRIE, LICENZIAMENTI, DISOCCUPAZIONE, CADUTA DEI SALARI AI LIVELLI DI MERA SUSSISTENZA
TEORIA DEL VALORE/LAVORO IL VALORE DI UNA MERCE È DATO DAL LAVORO CHE OCCORRE PER PRODURLA: VALORE = LAVORO LAVORO=MERCE
VALORE DELLA FORZA-LAVORO VALORE DEI MEZZI DI SUSSISTENZA NECESSARI PER LA SOPRAVVIVENZA DELLA FORZA-LAVORO FORZA-LAVORO CREA ALTRO VALORE
PLUS VALORE L'OPERAIO HA LA CAPACITÀ DI PRODURRE UN VALORE SUPERIORE A QUELLO CHE GLI VIENE CORRISPOSTO CON IL SALARIO=plus valore PLUS VALORE= SE NE APPROPRIA IL CAPITALISTA INVECE CHE IL PRODUTTORE MATERIALE
OPERAIO LAVORA DI Più DI QUANTO CORRISPONDE AL SUO SALARIO=PLUS LAVORO DAL 'PLUS-LAVORO' DELL'OPERAIO DERIVA IL 'PLUS-VALORE' DI CUI SI APPROPRIA IL CAPITALISTA IL PROLETARIO NON HA I MEZZI DI PRODUZIONE E DEVE DIPENDERE PER LA SOPRAVVIVENZA DAL CAPITALISTA CHE LI POSSIEDE
PROFITTO PLUSVALORE – QUOTA CAPITALE COSTANTE (MACCHINARI SAGGIO DI PROFITTO DIVERSO DAL SAGGIO DI PLUS-VALORE
PRODUZIONE MERCANTILE DENARO ERA UTILIZZATO COME MEZZO DI SCAMBIO DI PRODOTTI SI ESPRIMEVA CON LA FORMULA M-D-M QUINDI MERCE-DENARO- MERCE QUESTO SCAMBIO NON PUÒ PRODURRE PROFITTO PERCHÉ ESSO DI REGOLA AVVIENE FRA MERCI EQUIVALENTI
PRODUZIONE CAPITALISTICA TENDE NON ALLO SCAMBIO MA AL PROFITTO COL DENARO SI PUÒ COMPRARE UNA MERCE CHE, A SUA VOLTA, PUÒ PRODURRE VALORE, PERCHÉ NELLO SCAMBIO SI CEDE DIETRO PAGAMENTO LA MERCE COMPRATA E SI GUADAGNA IL VALORE CHE ESSA PRODUCE FORMULA D-M-D' (DENARO-MERCE-DENARO), DOVE D' >D
PRODUZIONE CAPITALISTICA DOMINATA DALLA LOGICA DEL PROFITTO LIBERA CONCORRENZA INCREMENTO ED ESPANSIONE DELLE FORZE PRODUTTIVE
PER ACCRESCERE IL PLUS-VALORE AUMENTO LA GIORNATA LAVORATIVA MAGGIORE PLUS-LAVORO= MAGGIORE PLUS-VALORE LIMITI OGGETTIVI: OLTRE UNA CERTA SOGLIA LA FORZA-LAVORO CESSA DI ESSERE PRODUTTIVA L'INNOVAZIONE TECNOLOGICA
CRISI DI SOVRAPPRODUZIONE OFFERTA DI MERCI SUPERA LA DOMANDA AUMENTA LA DISOCCUPAZIONE
CADUTA TENDENZIALE DEL SAGGIO DI PROFITTO TENDE A CADERE PIÙ INVESTIMENTI IN CAPITALE COSTANTE (MACCHINE E MATERIE PRIME)
CADUTA TENDENZIALE DEL SAGGIO DI PROFITTO LA CONCORRENZA CRISI CICLICHE DUE CLASSI NETTAMENTE SEPARATE E DISOMOGENEE: CLASSE DEI CAPITALISTI: POCHI E MOLTO RICCHI CLASSE PROLETARIA: MOLTO POVERI E MAGGIOR PARTE DELLA POPOLAZIONE FENOMENO INTERNAZIONALE
SUONA L'ULTIMA ORA DELLA PROPRIETÀ PRIVATA CAPITALISTICA SUONA L'ULTIMA ORA DELLA PROPRIETÀ PRIVATA CAPITALISTICA. GLI ESPROPRIATORI VENGONO ESPROPRIATI
“A UN DATO PUNTO” NELLA STORIA DI UNA FORMAZIONE SOCIALE – QUANDO QUEST’ULTIMA HA SVILUPPATO “TUTTE LE FORZE PRODUTTIVE A CUI PUÒ DAR CORSO” – ENTRA “IN CONTRADDIZIONE CON I RAPPORTI DI PRODUZIONE ESISTENTI”: QUESTI ULTIMI, “DA FORME DI SVILUPPO DELLE FORZE PRODUTTIVE, SI CONVERTONO IN LORO CATENE”. ALLORA, SECONDO LO SCHEMA DIALETTICO HEGELIANO DELLA NEGAZIONE DELLA NEGAZIONE, SUBENTRA UN’EPOCA DI RIVOLUZIONE SOCIALE. CON IL CAMBIAMENTO DELLA BASE ECONOMICA SI SCONVOLGE PIÙ O MENO RAPIDAMENTE TUTTA LA GIGANTESCA SOVRASTRUTTURA”
COMUNISMO RISULTATO DI UN PROCESSO STORICO CHE HA PORTATO AL LORO PIENO SVILUPPO LE FORME PRODUTTRICI BASATE SUL CAPITALISMO SI AFFERMA COME APPROPRIAZIONE DA PARTE DEL PROLETARIATO, CIOÈ DELLA MAGGIORANZA DEGLI INDIVIDUI, DI QUELLE STESSE FORZE PRODUTTIVE CIASCUN INDIVIDUO TITOLARE DELLE STESSE, IN GRADO DI POTER PARTECIPARE, CON LA SUA ATTIVITÀ SOCIALE, ALLA DIREZIONE E AL CONTROLLO DELLE STESSE FORZE PRODUTTRICI SOLO IN QUESTA SOCIETÀ SI ATTUA LA PIENA E VERA LIBERTÀ DELL’INDIVIDUO, IL QUALE PUÒ REALIZZARSI COME UOMO TOTALE, CIOÈ ESPRIMERE TUTTE LE POTENZIALITÀ DELLA SUA NATURA UMANA.
ABOLIZIONE DELLO STATO ASSOCIAZIONE DEI LIBERI LAVORATORI ORGANIZZA LA PRODUZIONE SVILUPPO ATTITUDINI NO MONOTONIA ALTERNANZA COMPITI
RIVOLUZIONE PROLETARIA DITTATURA DEL PROLETARIATO COMUNISMO
SOCIETÀ SOCIALISTA: SOCIALIZZAZIONE DEI MEZZI DI PRODUZIONE “DA CIASCUNO SECONDO LE SUE CAPACITÀ A CIASCUNO SECONDO IL SUO LAVORO” SOCIETÀ COMUNISTA: VIENE SOCIALIZZATO IL PRODOTTO DEL LAVORO “DA CIASCUNO SECONDO LE SUE CAPACITÀ, A CIASCUNO SECONDO I SUOI BISOGNI”
SOCIETÀ COMUNISTA SENZA CLASSI REALE EGUAGLIANZA SOCIETÀ SENZA MISERIA, SENZA CARESTIE SENZA GUERRE SENZA LA PERENNE INCERTEZZA DEL FUTURO
Manifesto del partito comunista “La classe lavoratrice sostituirà, nel corso del suo sviluppo, all’antica società civile una associazione che escluderà le classi e il loro antagonismo, e non vi sarà più potere politico proprio”
CODIZIONE FEMMINILE ENGELS F., L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato LA DONNA NELLA FAMIGLIA RICOPRE IL RUOLO CHE NELLA SOCIETÀ è quello del proletario e il marito il ruolo del borghese
LA MODERNA FAMIGLIA È BASATA SULLA SCHIAVITÙ DOMESTICA DELLA DONNA, APERTA O MASCHERATA
SOLO CON LA CADUTA DELLE DISCRIMINAZIONI GIURIDICHE PUÒ EMERGERE IL VERO RAPPORTO UOMO-DONNA UOMO (SOPRATTUTTO NELLE CLASSI ABBIENTI) È COLUI CHE GUADAGNA, QUINDI POSIZIONE DI COMANDO NECESSITÀ DI ELIMINARE TUTTE LE DISCRIMAZIONI GIURIDICHE E SOCIALI
Riferimento bibliografici G. Bedeschi, Introduzione a Marx, Laterza, Roma-Bari 1981 M. D’Addio, Storia Delle Dottrine Politiche, vol. II, Genova, ECIG, 1996, pp. 309-331 K. Marx, F. Engels, Manifesto del partito comunista, Torino, Einaudi, 1998 C. Galli (a cura di), Manuale di storia del pensiero politico, Bologna, Il Mulino, 2001, pp. 369-378 G. Conti Odorisio, Storia dell’idea femminista in Italia, Torino, Eri, 1980, pp. 149-160 http://www.gliscritti.it/blog/entry/631