QUESTIONI DI EFFETTIVITA’ DELLA COMUNICAZIONE POLITICA CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLE TRASMISSIONI DI APPROFONDIMENTO POLITICO Università degli studi.

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QUESTIONI DI EFFETTIVITA’ DELLA COMUNICAZIONE POLITICA CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLE TRASMISSIONI DI APPROFONDIMENTO POLITICO Università degli studi di Pavia Comunicazione Interculturale e Multimediale Correlatore: Dott. Guido Legnante Relatore: Chiar.mo Prof. Bruno Tonoletti Tesi di laurea di Sami Sultan Matr /48

La par condicio nella comunicazione politica E’ una delle questioni più dibattute in Italia E’ un derivato del principio statunitense dell’equal time L’Italia è l’ultima che ha legiferato in materia in Europa

La situazione italiana 1.Le tappe della comunicazione politica Anni ’60: legge n. 59 del 1960= monopolio del servizio pubblico Anni ’70: legge n. 224 del 1974= necessità di garantire pluralismo interno legge n. 202 del 1976= apertura ai privati in ambito locale

Anni ’80: legge n. 148 del 1981= ancora riserva statale, ma segna l’inizio della liberalizzazione delle frequenze legge n. 807 del 1984 (“salva Berlusconi”) primi passi verso la giustificazione della concentrazione nel privato legge n. 826 del 1988= giustifica di fatto il monopolio privato Fininvest

Anni 90’: legge n. 223 del 1990 (legge Mammì)= primi interventi antitrust in materia, ma è un fallimento legge n. 81 e n. 515 del 1993= primi interventi in materia di par condicio legge n. 420 del 1994= altro intervento in materia di riforme radiotelevisive, è una commistione tra antitrust e tutele più elastiche

Ultimi anni: legge n. 28 del 2000= primo intervento sistematico in materia di parità di accesso ai mezzi d’informazione legge n. 466 del 2002= è incostituzionale avere tre reti televisive legge n. 112 del 2004 (legge Gasparri)= viene ipotizzato un pluralismo “virtuale” sul digitale terrestre

2. La legge n. 28 del 2000 Per la prima volta disciplina sia il periodo elettorale che il periodo non elettorale Sono vietati gli spot e permessi i messaggi autogestiti Si trovano massime di carattere deontologico su come dovrebbe essere usato il mezzo e su come dovrebbero comportarsi gli addetti ai lavori

Articolo 1: finalità e ambito applicazione (imparzialità verso tutti i soggetti politici) Articolo 2: comunicazione politica radiotelevisiva (vista come “diffusione sui mezzi radiotelevisivi di programmi contenenti opinioni e valutazioni politiche”) Articolo 3: messaggi politici autogestiti (“le emittenti radiofoniche e televisive possono trasmettere messaggi politici autogestiti, gratuiti o a pagamento”) Articoli

devono essere di durata da 1 a 3 min per le tv (da 30 a 90 sec per le radio), e recare “la motivata esposizione di un programma o di un’opinione politica” Articolo 4: messaggi autogestiti in campagna elettorale Articolo 5: programmi d’informazione nei mezzi d’informazione (“registi e conduttori sono tenuti a un comportamento corretto e parziale nella gestione del programma”)

Articolo 7: messaggi politici elettorali su quotidiani e periodici ( i contenuti devono essere sobri e l’accesso ai giornali da parte di candidati e partiti deve avvenire “in condizione di parità fra loro”) Articolo 8: sondaggi politici e elettorali Articolo 10: provvedimenti e sanzioni (vigilano la Commissione di vigilanza -per la Rai- e l’Autorità per la garanzia della comunicazioni -tv e radio private-)

Lo svolgimento dei poteri dell’Autorità 1.L’attività normativa in materia Dopo la legge n. 28 del 2000, non ci sono interventi importanti in materia di par condicio Le delibere di attuazione si assomigliano tutte tra di loro

2. Alcune considerazioni Molte critiche da più parti alla legge e alle successive delibere in materia Viene tra l’altro criticato: a) il tentativo di rendere neutra la tv b) la concezione paternalistica dello stato verso l’elettore c) il tentativo di porre un freno allo strapotere dei mezzi di comunicazione di massa

3. Analisi di alcuni casi giuridici Caso 1: Lista Pannella contro la Rai (delibera n. 95 del 2004) Caso 2: Lista Consumatori contro Mediaset (delibera n. 84 del 2004) Caso 3: Sen. Falomi contro Mediaset (delibera n. 324 del 2001)

Considerazioni sui casi: Alto numero di archiviazioni da parte dell’Autorità Difficoltà nello stabilire con precisione quando si lede la par condicio Normativa carente e ambigua

Come si misura la par condicio 1.Il monitoraggio televisivo È un indicatore “povero”, ma anche il meno imperfetto a nostra disposizione Il più importante istituto dove si studia analiticamente la par condicio è l’Osservatorio di Pavia Obiettivo dell’Osservatorio è misurare i tempi dei protagonisti dei soggetti politici (presenza e attenzione)

2. Mia esperienza all’Osservatorio Stage avvenuto nel periodo tra il 7 giugno e il 9 agosto 2004 Obiettivi dello stage: a)lo svolgimento del monitoraggio sul pluralismo televisivo per rilevare la presenza dei soggetti politici e l’agenda tematica b)l’indicizzazione dei telegiornali del day time e del prime time

Conclusioni Il problema della par condicio è complesso e risulta difficile da affrontare per: Il suo carattere di spiccata attualità La difficoltà di stabilire con criteri oggettivi quando si lede e quindi sanzionare Lo stretto legame con la problematica legata al conflitto d’interessi