Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Dagli obiettivi alle competenze
Advertisements

La mediazione didattica in Storia
Competenze e capacità tecniche
Che cosa è la Scienza? La parola scienza deriva dal Latino scientia che significa conoscenza. Scienza indica un insieme di conoscenze acquisite seguendo.
La ricerca guidata in Internet
Tecniche per il Restauro
CURRICOLO D’ISTITUTO IPOTESI DI LAVORO ZELO BUON PERSICO.
Quadro di riferimento INValSI Scienze I livelli di competenza
COMPETENZE- ABILITA’- CONOSCENZE. LIVELLI DELLE COMPETENZE.
I. Teoria e metodo normale competenza sociale;
di Federico Barbarossa
Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia
Raccolta dei dati e relazioni tra variabili
Corso di Economia Aziendale
DIFFICOLTA’ DEL LINGUAGGIO
Intelligenza Artificiale 1 Gestione della conoscenza lezione 7 Prof. M.T. PAZIENZA a.a
Sistemi basati su conoscenza Conoscenza e ragionamento Prof. M.T. PAZIENZA a.a
L’albero della conoscenza La V di Gowin
Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia
Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia
Il Nuovo Ordinamento a L’Aquila
Comprendere per riassumere, riassumere per comprendere
Progettare una ricerca: approcci e metodologie
COS’É LA FISICA? La fisica è lo studio dei FENOMENI NATURALI: è una disciplina molto antica, perché l’uomo ha sempre cercato di comprendere e dominare.
Metodo INDUTTIVO e Metodo DEDUTTIVO
Argomenti della prima lezione (parte introduttiva)
Teoria della pertinenza Sperber-Wilson Prima teoria cognitiva della comunicazione Entrano nellambito della discussione tra comunicazione e psicologia vs.
INDICAZIONI PER IL CURRICOLO (strumento di lavoro)
Statistica sociale Modulo A
4^ - 5^ scuola primaria 1^-2^-3^scuola secondaria di primo grado
l’intelligenza artificiale e la vita artificiale
Progettazione di percorsi didattici a scuola e in fattoria
Il metodo Metacognitivo
Argomenti della prima lezione (parte introduttiva) Sociologia ed esperienza Ruolo sociale Lo sguardo sociologico ed il senso comune.
Riassumendo le teorie sulla comunicazione
( qualche riflessione )
Corso di Bioastronomia Testo Consigliato 2007/08 3A 3B / 3C 3D Astrobiologia Corso di Bioastronomia Testo Consigliato 2007/08 3A 3B / 3C 3D Astrobiologia.
Il Rinascimento: secolo dell’arte
Il metodo scientifico.
Tassonomia degli obiettivi del settore cognitivo di Bloom - Enghelhart – Furst – Hill – Krathwohl (I parte) Esempi di verbi Esempi di oggetti 1. Conoscenza.
RAZIONALITA’ LIMITATA
  Università degli Studi di Macerata
Laboratorio sulle fonti iconografiche a cura di Eva Balducci e Lidia Gualtiero Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea della.
Scienza e scientificità
Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia
Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia
STRATEGIE DI APPRENDIMENTO
MODELLI TEORICI PER LA PRATICA GABBIA CHE LIMITA E COSTRINGE O PROSPETIVA DA CUI OSSERVARE E CON CUI LEGGERE LA REALTA’ ?
Economia Politica I Gruppo F-O
Logica A.A Francesco orilia
Continua. Il problema dell’induzione Il problema dell'induzione può essere riassunto nella domanda: "siamo giustificati razionalmente a passare dai ripetuti.
Prof. Pier Giorgio Ardeni Dr. Andrea Gentili, Dr.ssa Cecilia Tinonin
I-C-02: La caffettiera del masochista di Donald A. Norman
Le abilità di studio Corso Neoassunti A.S
Didattica della lettura Prof. Giovanni Moretti
INDICATORI SOCIALI E VALUTATIVI
CORSO DI ECONOMIA E ORGANIZZAZIONE AZIENDALE SISTEMI ORGANIZZATIVI Prof. Giannimaria Strada Prof.ssa Eliana Minelli.
La filosofia dell’organizzazione Cfr - Materiale corso di organizzazione aziendale dott. Stefano Colferai.
La ricerca in campo educativo. Problemi e metodi
Economia Politica I Gruppo F-O Pagina Docente: UNIVPM ALESSANDRO STERLACCHINI 1.
Economia e Organizzazione Aziendale
Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione Docimologia
ISTITUTO PROFESSIONALE SASSETTI-PERUZZI Sede coordinata di Scandicci A.S Classe VA Economia politica Prof.ssa Nicoletta Grossi.
Trento 16 gennaio Competenza conoscenzeabilitàatteggiamenti.
ECONOMIA POLITICA (LMG)
LETTURA DI UNA FONTE ICONOGRAFICA ALUNNI CLASSI 1 A / 1 B SCUOLA PRIMARIA I.C. “ E. PATTI “ - TRECASTAGNI A.S 2015/16 INS.TE TUCCIO FRANCESCA.
SIRQ Scuole in Rete per la Qualità FLIPPED CLASSROOM.
+ BREVE GUIDA ALLA PRESENTAZIONE DELLA TESI. + LA PRESENTAZIONE deve essere come un TRAILER di un film cioè … La presentazione come un “trailer”
ECONOMIA POLITICA (EPD) Nicola Giocoli Dipartimento Scienze Economiche Homepage personale: www-dse.ec.unipi.it/giocoli/index.htm
AA LEZ 01Sistemi per la Gestione Aziendale - Prof. Giuseppe Zollo1 Sistemi per la Gestione Aziendale. AA Ingegneria Gestionale (LS) Facoltà.
Transcript della presentazione:

Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia ATTENZIONE Questa è l’aula per gli Studenti A/K B E N V E N U T I al Corso di Economia Aziendale Istituzioni 1° anno, 1° trim., 36 ore, 5 crediti Titolari: Prof. Piero Mella [A/K] - Prof.ssa Anna Moisello [L/Z] Lecturers: Dott. Luigi Guardamagna Dott.ssa Michela Pellicelli Dott.ssa Nicoletta Spagnolo Tutor: Dott.ssa Chiara Demartini Anno Accademico 2005/2006 -

Benvenuti a Pavia Città Universitaria Il più illustre Laureato della vostra Facoltà: Carlo Azeglio Ciampi L’Università fu fondata dall’Imperatore Lotario nell’825, con il capitolato di Corteolona (autocertificazione), e conferiva la laurea in legge e in teologia. Prima sede, complesso San Tommaso. Rifondata nel 1361 da Galeazzo Visconti, duca di Milano sotto il regno dell’imperatore Carlo IV. La rinascita dell'Università di Pavia è dovuta alla politica illuminata dei sovrani di Casa d'Austria, Maria Teresa e Giuseppe II, nella seconda metà del sec. XVIII. Attualmente con le sue 9 facoltà rappresenta un centro di alta cultura e di ricerca scientifica avanzata. Fu Rettore Alessandro Volta. Il primo novembre, all’attuale Rettore, Prof. Roberto Schmid, subentra il nuovo rettore, Prof. Angiolino Stella. La nostra Facoltà ha festeggiato i 40 anni di fondazione. E’ Preside il Prof. Lorenzo Rampa. E’ stata la prima Facoltà pubblica lombarda di Economia e Commercio. Cortile Centrale dell’Università – C.so Strada Nuova, 56 Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Struttura di Economia Aziendale Testo: Istituzioni di Economia Aziendale, CLU, Pavia, 2003 Disponibile presso ogni libreria scientifica pavese Attenzione: il testo non è cambiato rispetto a quello del precedente A. A. Programma: tutto il testo (Cap. 9 escluso), con integrazioni indicate a lezione. Esame: questionario a risposta libera + orale. A fine corso verrà distribuito il tesario con la guida completa alla preparazione dell’esame. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Nuovo orario A. A. 2003/2004 – I° trimestre Mella lunedì 9-11 aula A A/K martedì 9-11 aula A mercoledì 9-11 aula A Esercitazioni mercoledì 16-18 aula E1 venerdì 18-20 aula A (riservata a studenti lavoratori) Le esercitazioni sono, a tutti gli effetti, una parte integrativa del corso. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Economia Aziendale: integrazioni Integrazioni: distribuite gratuitamente in aula ai presenti o disponibili alla pagina: www.ea2000.it/mella Si invitano gli studenti ad arricchire le nozioni di base con letture ed approfondimenti che possono trovare – oltre che nel testo P. Mella, Economia Aziendale, UTET, Torino, 1992, e nella bibliografia ivi indicata – soprattutto nei paper pubblicati nel sito: www.ea2000.it Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

“Storia” e “Matematica” Prerequisiti: nessuno. Occorre, semplicemente, essere capaci di osservare il monto e sviluppare spirito critico. “L’aula è affollata di studenti [con caratteristiche differenti]. Qual è il modo migliore per fare loro lezione? […] La mia teoria è che il sistema migliore è di non avere teorie; di navigare a vista … così da catturare, lungo la via, studenti diversi con “ami” differenti. Chi ama la storia troverà noiose le astrazioni matematiche e chi si diverte con la matematica si annoierà con la storia, ma non vi saranno sovrapposizioni.” R. P. Feynman, Il piacere di scoprire, Adelphi: 37. In pratica: bisogna fare in modo che gli studenti non sbadiglino tutti insieme. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006 Viva l’Università! "Tutte le mattine, in Africa, una gazzella si sveglia. Sa che dovrà correre più veloce del leone per non essere divorata. Tutte le mattine, in Africa, un leone si sveglia. Sa che dovrà correre più veloce della gazzella per non morire di fame. Quando il sole nasce, non importa se sei un leone o una gazzella: è meglio che cominci a correre". Gaudêncio Torquato  Ma dove corri se non sai dove andare? Che tu sia gazzella o leone, prima studia. Poi correrai e… vinca il più abile!”. Piero Mella Abilità: capacità di svolgere un compito, attuare un processo, raggiungere un obiettivo. E’ innata o acquisita con lo studio e l’applicazione. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia Corso di Economia Aziendale Istituzioni CAPITOLO 1 Nozioni di metodo Titolari: Prof. Piero Mella [A/K] - Prof.ssa Anna Moisello [L/Z] Lecturers: Dott. Luigi Guardamagna Dott.ssa Michela Pellicelli Dott.ssa Nicoletta Spagnolo Tutors: Miss Chiara Demartini Anno Accademico 2004/2005 -

1.1 Oggetto dell’Economia Az. L'economia aziendale è la scienza che osserva, per capire, per spiegare e prevedere, il comportamento economico dell'uomo nelle aziende, delle aziende, tra le aziende, al fine di costruire modelli di conoscenza e di controllo di quel comportamento (descrizioni, leggi o teorie). Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006 new Legge scientifica La scienza ricerca leggi e teorie generali. Una generalizzazione è legge scientifica se: - si presenta come un enunciato: «Tutte le volte che succede "questo" accade sempre "quello"»; ha contenuto empirico; si riferisce a insiemi aperti; - può essere verificabile o falsificabile, cioè confermata da casi favorevoli, o esempi positivi, oppure confutata da casi sfavorevoli, o prove contrarie. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

new Teoria scientifica Una teoria T (ipotesi o congettura) può essere interpretata quale supposizione relativa ad un fenomeno F del tipo: Se T, allora F (oppure TF, oppure T implica F). L’implicazione è falsificata solo a condizione che, asserita vera T, F sia falso. Cioè: Se non-F, allora non-T (oppure -F-T). Concludere: Se F, allora T, è un grave un errore! Nessun fenomeno può verificare una teoria. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

La nostra parola d’ordine Tanto le leggi – quanto le teorie oppure le semplici descrizioni – elaborate dall’Economia Aziendale devono essere coerenti con la realtà osservata. "Guardiamoci attorno!" “Osservare la realtà” dev’essere la parola d'ordine di chi studia l'economia aziendale. Per questo, il Capitolo 1 presenta alcune nozioni di metodo per l’osservazione e la spiegazione. “Una cosa ho imparato nella mia lunga vita: che tutta la nostra scienza, commisurata alla realtà, è primitiva e infantile - eppure è la cosa piu' preziosa che abbiamo. “                   ALBERT EINSTEIN Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006 1.2 Modelli I modelli sono gli strumenti attraverso i quali l'uomo osservatore cerca di capire la realtà indagata e di imparare a fini operativi. Non costituiscono, però, solo il risultato della nostra attività di conoscenza ma dirigono la stessa osservazione.   Sono, pertanto, indispensabili strumenti sia per la comprensione e la spiegazione. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006 1.3 Capire ed imparare Capire sinonimi: intendere, afferrare mentalmente, avere chiaro, penetrare con la mente, includere in un quadro, intelligere, ecc. Imparare sinonimi: apprendere, sapere, fissare mentalmente, conoscere, ecc. Concetto sinonimi: significato, pensiero, nozione, spiegazione, intensione, estensione, definizione, ecc. Modello sinonimi: rappresentazione, immagine, schema, sistema, ecc. Di fatto: costruire modelli coerenti e dotati di senso Di fatto: sapere applicare o ripetere quei modelli Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Classificazione minima dei Modelli Operativi, descrittivi Letterari, simbolici, schematici, iconici Realistici, perfetti, ideali Altre … Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Lo studio efficace Tra il capire e l’imparare … new Lo studio efficace Tra il capire e l’imparare … … c’è in mezzo lo studiare. Alcuni consigli per lo studio efficace: non studiare troppo studiare sempre studiare d’anticipo studiare anche d’altro superare le barriere all’apprendimento. Per approfondire, vedere: L’arte dello studio in www.ea2000.it/mella Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006 new Theories In science, a theory is a model of reality, used for rationalizing, explaining, predicting, and mastering physical phenomena. A theory has to be something which is in some way testable. Many scientists, but not all, argue that religious beliefs are not testable, and thus not theories, because they are matters of faith. From Wikipedia, the free encyclopedia at: http://www.wikipedia.org Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Conjectures, hypothesis and theorems new Conjectures, hypothesis and theorems There are two types of theories; a supposition which is not backed by observation is known as a conjecture, and if backed by observation it is a hypothesis. A theory is different from a theorem. The former is a model of physical events and cannot be proved from basic axioms. The latter is a statement of mathematical fact which logically follows from a set of axioms. A theory is also different from a physical law in that the former is a model of reality whereas the latter is a statement of what has been observed. From Wikipedia, the free encyclopedia at: http://www.wikipedia.org Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Due modelli indispensabili Tra i modelli che utilizzeremo nel corso ricordo: I processi ed i sistemi Le organizzazioni Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006 1.5 Processo Definiamo processo (macro) una concatenazione di operazioni (fisiche o logiche) che si sviluppano nel tempo e portano ad un risultato (a un evento) di qualche specie (obiettivo, fine, scopo, ecc.). I processi, tra loro concatenati e svolti secondo un programma, formano una rete di processi o macroprocesso (figura 1.2). Si denomina sistema la rete degli elementi operatori, o processori, che attuano i processi e formano la struttura del sistema. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Rete dei processi - Modello Gli output sono variabili che fluiscono nell’ambiente Gli elementi interconnessi formano la struttura Modello schematico di rete dei processi (fig. 1.1) Gli input sono variabili che derivano dall’ambiente ambiente confine istruzioni 1 – … 2 – … N - … programma nicchia Il programma è un input istruttivo che indica come svolgere i processi Gli elementi sono processori o sottosistemi Per capire un sistema occorre un modello che specifichi: - quali output deve produrre - quali processi sono necessari - quale struttura li realizza - quale programma ne regola il funzionamento Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006 Sistema organizzato Si denomina sistema organizzato: un complesso degli elementi operatori, o processori (struttura di organi) tra loro stabilmente collegati (relazioni di organizzazione) per svolgere la rete di processi (comportamento), secondo istruzioni (programma operativo), per attuare il macro processo (obiettivo, fine, scopo). Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006 Sistema organizzato Un sistema si definisce organizzato se gli elementi che formano la struttura sono differenziati per: Funzionamento (come sono fatti) Funzione (cosa fanno) Funzionalità (a cosa servono nella struttura) Topologia spazio-temporale (dove e quando sono) Tali elementi differenziati si denominano organi del sistema. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Classificazione minima meccanismi, se gli organi sono meccanici, organismi, se gli organi sono biologici, organizzazioni, se gli organi sono persone, sistemi socio-tecnici, se gli organi sono persone e meccanismi, sistemi complessi, se gli organi sono interrelati localmente (ogni organo, con i suoi vicini, da definire) sistemi combinatori, se gli elementi non sono specializzati in organi e sono interrelati globalmente (ciascuno con tutti gli altri) Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

1.6 Sistemi organizzati di trasformazione Un sistema organizzato si denomina: sistema di trasformazione se: è un sistema aperto, attua una trasformazione di qualche specie (qualitativa o quantitativa) degli input che diventano output del sistema, con dati livelli di efficienza. Un sistema di trasformazione è finalizzato o teleologico se i suoi input o processi devono essere conformi a qualche standard. I sistemi di trasformazione saranno oggetto della Esercitazione di Mercoledì 28 settembre Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006 Sistemi dinamici Figura 1.2 (semplificazione) Sono funzioni di trasformazione le regole che producono gli output, dati gli input e gli stati interni E’ importante notare che tra le x e le y decorre un certo periodo Dt denominato ciclo del processo di trasformazione. Funzione di Trasformazione Stati sh(t) xn(t) ym(t+Dt) P(S, t) Indicatori di performance Input Output Ogni sistema di trasformazione è caratterizzato da indicatori di performance che testimoniano la capacità di produrre un dato divario tra gli output e gli input correlati. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

1.7 Performance nei trasformatori Supponiamo che dati input x(t) siano trasformati in y(t+Dt) al termine di ogni ciclo DtT (se Dt=T, allora il sistema è monociclico). La performance relativa al sistema S è una variabile P(S, t) che esprime le modalità o il risultato del funzionamento nel tempo di un sistema che svolge un processo. Si può quantificare attraverso uno o più indicatori. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Indicatori di Performance Efficienza efficienza  e(t) = y(t+Dt)/x(t)  indica quante unità di output sono ottenute per ciascuna unità di input; Funzione di Trasformazione Stati sh(t) x(t) y(t+Dt) P(S, t) Indicatori di performance Input Output y(t+Dt) x(t) e(t) = Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Indicatori di Performance Fabbisogno fabbisogno  f(t) = x(t)/y(t+Dt)  è l’inverso del precedente ed indica quante unità di input sono necessarie per ciascuna unità di output; Funzione di Trasformazione Stati sh(t) x(t) y(t+Dt) P(S, t) Indicatori di performance Input Output x(t) y(t+Dt) e(t) = Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Indicatori di Performance Risultato risultato  R(t) = y(t+Dt) – x(t)  si determina solo per i sistemi omogenei (input e output espressi nella stessa unità di scala) ed esprime l’efficienza quale livello anziché quale grado; Funzione di Trasformazione Stati sh(t) x(t) y(t+Dt) P(S, t) Indicatori di performance Input Output Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Indicatori di Performance Rendimento rendimento o return on input  roi = R(t) / x(t)  esprime il risultato ottenuto per ogni unità di input. Funzione di Trasformazione Stati sh(t) x(t) y(t+Dt) P(S, t) Indicatori di performance Input Output y(t+Dt) – x(t) x(t) roi = Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Indicatori di Performance Efficacia efficacia  p(t) = y(t)/y*(t)  indica il grado di conseguimento di un dato obiettivo di output; Funzione di Trasformazione Stati sh(t) x(t) y(t) P(S, t) Indicatori di performance Input Output y(t) y*(t) p(t) = y*(t) Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Indicatori di Performance - sintesi efficienza  e(t) = y(t+Dt)/x(t)  indica quante unità di output sono ottenute per ciascuna unità di input; fabbisogno  f(t) = x(t)/y(t+Dt)  è l’inverso del precedente ed indica quante unità di input sono necessarie per ciascuna unità di output; risultato  R(t) = y(t+Dt) – x(t)  si determina solo per i sistemi omogenei (input e output espressi nella stessa unità di scala) ed esprime l’efficienza quale livello anziché quale grado; rendimento o return on input  roi = R(t) / x(t)  esprime il risultato ottenuto per ogni unità di input. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

1.6 Tipologia minima dei trasformatori Sistema vincolato: se gli input possono assumere valori non superiori ad un massimo (o non inferiori ad un minimo); altrimenti è libero. Sistema finalizzato: gli output devono assumere un determinato valore (l’obiettivo da conseguire), al termine di un intervallo T. Sistema retroazionato: se gli output influenzano gli input di successivi cicli di trasformazione. Sistema cibernetico (o autocontrollantesi): un sistema retroazionato per conseguire automaticamente gli obiettivi. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Conto del risultato della trasformazione Fig. 1.4 - Conto del Risultato di un sistema di trasformazione (del periodo T) Ricordare: gli input sempre a sinistra (testa della freccia) gli output sempre a destra (coda della freccia) INPUT OUTPUT TRASFORMAZIONE Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

1.4 – Il processo di spiegazione Quando ci troviamo di fronte a fenomeni o ad eventi che non riusciamo a comprendere in qualche modello, si manifesta una situazione di ignoranza e nasce una curiosità che fa sorgere un interrogativo che richiede una spiegazione. Spiegare un fenomeno F (explanandum) significa costruirne un modello derivandolo da qualche altra conoscenza, individuando una successione di enunciati, cioè una argomentazione deduttiva S (explanans), da cui sia possibile ricavare F quale conclusione valida: «F?: S  F: S!» ovvero: «perché F? Se S allora F; pertanto S spiega F» (per approfondimenti: Appendice 1.A) Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

La chiusura operazionale Ogni explanandum richiede un explanans appropriato. La conoscenza progredisce, oltre che per nuove osservazioni, per spiegazioni successive, partendo da modelli noti o supposti tali. Il processo di spiegazione si chiude quando si arriva ad un explanans che non ha ulteriori explanandum. Lo definiamo chiusura operazionale della spiegazione e rappresenta un momento di ignoranza, un limite alla conoscenza. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006 Scienza e pratica . . . noi riteniamo che l’arte sia soprattutto la scienza e non l’esperienza . . . “E, tuttavia, noi riteniamo che il sapere e l’intendere siano propri più all’arte che all’esperienza, e giudichiamo coloro che posseggono l’arte più sapienti di coloro che posseggono la sola esperienza, in quanto siamo convinti che la sapienza, in ciascuno degli uomini, corrisponda al loro grado di conoscere. E, questo, perché i primi sanno la causa, mentre gli altri non la sanno. Gli empirici sanno il puro dato di fatto, ma non il perché di esso; invece gli altri conoscono il perché e la causa.” ARISTOTELE – “METAFISICA” Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

1.A - La spiegazione sistemica Struttura delle spiegazioni scientifiche sistemiche: explanans A ambiente al quale il sistema è accoppiato S struttura che genera i processi da cui deriva F  programmi che impongono alla struttura di generare i processi P processi generati dalla struttura S explanandum F fenomeno da spiegare conclusione F deriva dai P generati da S in A tramite i  chiusura operazionale Il sistema (ambiente&struttura&programmi& processi) rappresenta la chiusura operazionale. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006 1.9 Le organizzazioni Un'organizzazione è un sistema sociale che si forma quando più individui, per loro motivazioni particolari, accettano di attuare comportamenti specializzati (organi), coordinati e cooperativi, per svolgere un processo durevole per un fine comune. Le organizzazioni diventano sistemi socio tecnici se gli individui impiegano necessariamente strumenti tecnici per lo svolgimento dei processi organizzativi. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

I processi organizzativi Le organizzazioni devono sviluppare tre specie di processi (Fig. 1.4): cognitivi operativi metabolici. Le organizzazioni, pertanto, sono sistemi accoppiati all’ambiente e sviluppano un processo di conoscenza per rigenerarsi durevolmente; in questo senso sono sistemi cognitivi ed autopoietici. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Il modello generale di organizzazione Fig. 1.6 Processi cognitivi Processi metabolici Processi strumentali Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Durata delle organizzazioni In relazione alla durata di vita, possiamo distinguere tra (si veda la figura 1.5): organizzazioni occasionali organizzazioni a vita limitata o per progetti singoli organizzazioni permanenti o autopoietiche o a vita non predefinita (illimitata) Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

Fine Fine del capitolo 1 Queste diapositive sono disponibili alla pagina: www.ea2000.it/mella Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006