Metodi di insegnamento

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Transcript della presentazione:

Metodi di insegnamento Didattica laboratoriale Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco (Lao Tzu) Un’indagine della Socondy (USA, 1978) ha cercato di Rilevare quali sensi entrino più in gioco nell’apprendimento e con quale efficacia su un gruppo di studenti. Inoltre l’efficacia dei metodi di insegnamento: Come apprendiamo Con quali sensi Quanto si riesce a ricordare 1% mediante il gusto 10% di ciò che si legge 1 - 1½ % mediante il tatto 20% di ciò che si ascolta 3 – 3½% mediante l’odorato 30% di ciò che si vede 11% mediante l’udito 50% di ciò che si vede e si ascolta 83% mediante la vista 70% di ciò che viene detto e di cui si discute 90% di ciò che viene detto e che viene fatto Metodi di insegnamento Tipo di metodo Dati ritenuti dopo 3 ore Dati ritenuti dopo 3 giorni Solo orale 70 % 10 % Solo visivo 72 % 20 % Orale e visivo insieme 85 % 65 % unmc - sdf - AED - 2014-15 (22)

Per Baumgarten due sono le tipologie di conoscenza Aesthetica (da aisthánomai = percepire con i sensi; rapportarsi a qualcosa attraverso i sensi) Termine coniato nel 1735 da A. G. Baumgarten “scienza della cognizione sensitiva”, il modo cioè di conoscere il mondo con la sensazione e attraverso i sensi Per Baumgarten due sono le tipologie di conoscenza Estetica: attraverso le emozioni e le intuizioni Razionale: attraverso la logica e l’intelletto Tutto ciò che mi colpisce la vista, l’udito, l’olfatto, il gusto, il tatto è per me come un sigillo, col quale si imprime nel cervello l’immagine dell’oggetto, in modo che, una volta rimosso l’oggetto dagli occhi, dagli orecchi, dalle narici, dalla mano resti in me la sua immagine

L’ESTETICA FENOMENOLOGIA L’ESTETICA CROCIANA Erede della concezione idealistica concepiva l’arte totalmente autonoma rispetto a qualsiasi altra attività umana. L’arte è “intuizione lirica”, assolutamente disinteressata e autosufficiente, luogo di “afflati cosmici” e della possibilità di una conoscenza intuitiva e fantastica alternativa alla logica. Ha un carattere conoscitivo, ma non pratico. Estetica come una facoltà dello spirito. Purtroppo l’Idealismo ridusse l’estetica a disciplina filosofica che si occupa del bello e dell’arte L’ESTETICA FENOMENOLOGIA Con la concezione fenomenologica inquadra il problema estetico in una dimensione di divenire che implica: 1 - la funzione attiva di ogni soggetto impegnato nel “farsi” del processo culturale (artista, committente, fruitore, critico…) 2 - la storicità, la contingenza, la contestualità dei paradigmi, dei valori, dei simboli delle istituzioni dell’arte che non discendono da qualche improbabile empireo Edmund Husserl, 1859 - 1938

JOHN DEWEJ MARIA MONTESSORI 1- ispirazione ai valori di una società democratica (libertà, autonomia, senso critico); fondazione epistemologica di contenuti e metodi didattici 2- apprendimento "attivo", centrato sul soggetto in situazione di apprendimento, sui suoi bisogni ed interessi; 3- metodologia della ricerca e dell’azione concreta (l'operatività) 4- organizzazione di un adeguato ambiente che consente agli allievi di affrontare in modo personale e problematico - e dunque attivo - i compiti della loro educazione 5- gli aspetti culturali, sociali, morali, affettivi della formazione umana devono emergere da una molteplicità di genuine esperienze, con uso di una grande quantità di materiali, strumenti; molto spazio alle attività manuali 6- lavoro di gruppo, cooperativo; esercizio delle responsabilità ad ogni livello. John Dewej, 1859 - 1952 MARIA MONTESSORI Il materiale didattico, basato su accurati esperimenti psicologici, è “costituito da un sistema di oggetti, raggruppati secondo una determinata qualità fisica dei corpi – come colore, forma, dimensione, suono, stato di ruvidezza ecc.” Tale materiale, attraverso l’educazione dei sensi e della percezione, mira allo sviluppo dell’intelligenza. L’apprendimento deve svolgersi in un clima di assoluta libertà, ma anche di autentico “ordine”, secondo i principi dell’”autodisciplina”, della “concentrazione” e della positività delle relazioni sociali

LA SCUOLA DI FIRENZE UMBERTO ECO Ricordiamo anche le esperienze del ginevrino Adolphe Ferrière, delle sorella Agazzi, di Giuseppina Pizzigoni, di Mario Mazza, Felice Socciarelli, Maria Boschetto-Alberti, Marco Agosti LA SCUOLA DI FIRENZE ERNESTO CODIGNOLA (1885-1965) ALDO VISALBERGHI (1919-2007) LAMBERTO BORGHI (1907-2000) RAFFAELE LAPORTA ANTONIO SANTONI RUGIU Dopo la seconda guerra mondiale diffonde in Italia il pensiero della educazione progressiva di John Dewej (quando negli Stati Uniti era già iniziata la parabola discendente) nella prospettiva di una società democratica animata da una prospettiva neo-illuminista alternativa tanto alla cultura personalistica della pedagogia cattolica quanto alle analisi di classe degli ambienti comunisti UMBERTO ECO L’opera d’arte è un’opera aperta (Opera aperta - Bompiani, 1962). Sia quella del passato, ma anche e soprattutto quella attuale dove l’apertura è programmatica, esplicitamente ricercata L’opera d’arte contemporanea esige un intervento organizzativo da parte del fruitore che la porta a termine nel momento stesso in cui la usa esteticamente L’artista consegna l’opera accessibile alle infinite interpretazioni possibili L’opera d’arte vive solo nelle interpretazioni che se ne danno. unmc - sdf - AED - 2014-15 (22)

GLI EREDI DELLA SCUOLA DI FIRENZE : FRANCESCO DE BARTOLOMEIS Il sistema dei laboratori. Per una scuola nuova necessaria e possibile, Feltrinelli, 1978 L’esperienza dell’arte, La Nuova Italia, 1998 Il colore dei pensieri e dei sentimenti, La Nuova Italia, 1990 Girare intorno all’arte. Valutare e produrre, La N. I., 1990 L’arte contemporanea e noi. L’amore è figurativo o astratto?, La Nuova Italia, 1994 Nuove esperienze di educazione artistica, Junior, 1997 Introduzione all’arte contemporanea, La Nuova Italia, 1998 Entrare nell’arte contemporanea. Junior 2000 L’arte per tutti. Conoscere e produrre, Junior, 2003 Con l’arte, con gli artisti, amici parole segni,Hopefulmonster, 2004 La tridimensionalità nell’arte contemporanea, Hopefulmonster, 2004 MARCO DALLARI Il linguaggio grafico pittorico nella scuola dell’infanzia, La N I ‘76 Guardare intorno, La Nuova Italia, 1986 A regola d’arte, La Nuova Italia, 1995 L’esperienza pedagogica dell’arte, La Nuova Italia, 1998 I saperi e l’identità. Costruzione delle conoscenze e della conoscenza di sé, Guerini Studio, 2000 L’arte come educazione sentimentale, Art’è, 2002 La dimensione estetica della paideia, fenomenologia, arte, narratività, Erickson, 2005 GIANFRANCO STACCIOLI Le immagini in movimento Loescher, 1974 Progettare immagini, La Nuova Italia, 1993 Passeggiare fra le immagini. Corso di educazione all’immagine per la scuola elementare, (5 vol), La Nuova Italia, 1993 Immagini e suoni, Bulgarini Animare la mente (con Duccio Demetrio), Il Capitello Immagini fatte ad arte. Idee ed esperienze per educare alla comunicazione visiva, Carocci, 2000 Giocalarte. Laboratori di didattica dell’arte a Pontedera: 22 artisti e 1000 bambini ispirati da Gianni Rodari, Morgana ed. 2006

BRUNO MUNARI Pittore, designer, grafico, scrittore 1977 - Alla Pinacoteca di Brera propone il laboratorio “Giocare con l’arte” per ragazzi dai 6 ai 10 anni 1978 - Giocare con l’arte diventa un video prodotto da IBM e, nel 1979, un’associazione culturale e una collana di libri 1981 - Laboratorio "Giocare con l'arte" al Museo internazionale delle ceramiche di Faenza 1985 - I laboratori per bambini del Kodomo no shiro (Castello dei bambini) di Tokio 1992 - Museo Pecci di Prato; laboratorio LAB-LIB (laboratorio liberatorio) ISPIRATO DALLA PEDAGOGIA ATTIVA DI PIAGET PRIVILEGIA L’ESPERIENZA DIRETTA, IL FARE PIUTTOSTO CHE L’ASCOLTO PASSIVO RECUPERA IL GIOCO COME DIMENSIONE ESSENZIALE DELLA DIDATTICA LIBERARE LA CREATIVITA’ CHE OGNI BAMBINO POSSIEDE Il sapere ritrovato. Conoscenza, apprendimento, formazione, Guerini, 1993 Fantasia, Laterza, 1977 Il laboratorio per bambini a Brera, Zanichelli, 1981 Il laboratorio per bambini a Faenza, Zanichelli, 1981 unmc - sdf - AED - 2014-15 (22)

Didattica laboratoriale : (ricapitolando) si parte dalla realtà naturale - accessibile all’uomo mediante la comprensione e l’indagine la realtà naturale è dinamica - immersa nel tempo e interconnessa l’individuo opera nella realtà con l’intelligenza - controlla l’esperienza, riordina, realizza le proprie aspettative l’educazione deve riflettere la realtà - deve diventare attività lavorativa assumendo i caratteri di un laboratorio Formano alla socialità Mettono la scuola in rapporto con la vita Quindi: il lavoro e il fare Educano all’attività Educano ad impiegare forze ed energie per conseguire nozioni in modo vivo, consapevole, operativo unmc - sdf - AED - 2014-15 (22)

NON UN FARE FINE A SE STESSO, SENZA SCOPO, ALIENATO che non sa, né sceglie, né controlla, nè vede il fine del lavoro che sta facendo si sa con la mente che cosa si vuol fare (il fine, lo scopo) c’è una materia disponibile a lasciarsi plasmare si è capaci nell’escogitare i mezzi necessari e più opportuni per realizzare il fine MA UN FARE EDUCATIVO Sapere ciò che si fa, perché lo si fa, come lo si fa, ed interrogarsi se i fini e i mezzi che si impiegano sono anche i migliori ed i più giusti disponibili unmc - sdf - AED - 2014-15 (22)

LE TRE TIPOLOGIE DELL’EDUCAZIONE ALL’ARTE 1) MIMETICO-TECNICA (o si è artisti o si è storici) 2) FILOLOGIGO-STORICA 3) ESTETICO-ERMENEUTICA Fa perno sul vissuto, sulle emozioni e sui giudizi emozionali che non saranno sempre del tutto razionali, ma ambivalenti e che solo l’arte può accettare unmc - sdf - AED - 2014-15 (22)

IL LABORATORIO: NON E’ UN LUOGO (anche ma non solo) E’ UN CLIMA EDUCATIVO E’ UNO STILE DUCATICO Deve esibire, in maniera esplicita, le caratteristiche del progetto Occorre che ciascuno recepisca spazi e materiali da utilizzare individualmente e/o da condividere La logica “attiva” del laboratorio non esclude assolutamente momenti di “lezione”(che avranno carattere di straordinarietà - “sospensione funzionale”) Un’altra sospensione funzionale molto importante è l’uscita Nel laboratorio è possibile l’assenza da esso perché si è in un altrove più importante Richiede la mostra finale delle opere prodotte, la messa in scena dei “testi” (attivatori di vero e proprio stupore estetico) Accorgimenti: predisporre l’ambiente - deve essere “ricco” di materiali inconsueti introdurre “la formula” - è lo sfondo integratore (p.e. non toccare….) lentezza del gesto - crea attesa, sospensione del tempo importanza dei “titoli” - devono evocare senza raccontare unmc - sdf - AED - 2014-15 (22)

Dare agli alunni la possibilità/necessità di superare la categoria dell’obbedienza e di assumere quella ben più pedagogicamente e culturalmente importante dell’autodeterminazione e della responsabilità I MUSEI MUSEO DEI RAGAZZI DI FIRENZE www.museoragazzi.it GALLERIA D’ARTE MODERNA DI BOLOGNA (in collaborazione con la società Art’è ) ww.galleriadartemoderna.bo.it GAM - GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DI TORINO www.gamtorino.it MUBA - MUSEO DEI BAMBINI DI MILANO www.muba.it EXPLORA - MUSEO DEI BAMBINI DI ROMA (in rete con i Children's Museums) www.mdbr.it unmc - sdf - AED - 2014-15 (22)