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Il problema dell’induzione Il problema dell'induzione può essere riassunto nella domanda: "siamo giustificati razionalmente a passare dai ripetuti esempi di cui abbiamo avuto esperienza agli esempi di cui non abbiamo avuto esperienza?" E’ illusorio sperar di costruire una logica di tipo induttivo che, a partire da un numero necessariamente finito di asserzioni singolari sia capace di condurre ad asserzioni di carattere universale, come le leggi e le teorie scientifiche. La credenza che la scienza proceda induttivamente da fatti empirici a teorie è logicamente ingiustificata : non esiste alcuna regola che possa garantirci che "una generalizzazione inferita da asserzioni vere, per quanto ripetute spesso, sia vera". Il principio di induzione non è affidabile e non consente previsioni future
Il problema dell’induzione L'abitudine ad osservare la ripetizione di un evento non può essere presa a fondamento per stabilire una connessione e una regola universale che esprima una qualsiasi necessità riguardante l'evento. I fatti sono individuali e specifici, nessuna osservazione del fatto specifico può fondare principi che generalizzano la singolarità degli eventi. Russel ha usato l’esempio del pollo che si sveglia tutte le mattine pensando che, come il giorni precedente, gli verrà dato da mangiare anche quel giorno. Una mattina il pollo si sveglia e il contadino gli tira il collo.
Il ragionamento deduttivo Il ragionamento deduttivo parte da certe premesse e giunge a una conclusione che segue logicamente da quelle premesse. Es. dalle premesse: Tutti gli uccelli sono animali, I cigni sono uccelli, Posso concludere con certezza che i cigni sono animali. Gli argomenti deduttivi conservano la verità. Ciò significa che se le premesse sono vere la conclusione deve essere vera.
Il falsificazionismo Gli scienziati non partono da osservazioni ma da teorie, esse sono congetture, ipotesi che dovrebbero costituire un miglioramento rispetto alle teorie precedenti. Queste congetture sono in seguito sottoposte a test sperimentali. Ma questi test hanno uno scopo molto particolare: non devono provare la verità di una congettura, quanto la sua falsità. La scienza procede cercando di falsificare le teorie, piuttosto che provando la loro verità. L’autentico scienziato indica sempre cosa dovrebbe accadere perché la sua congettura sia falsa. Del resto un solo esempio falsificante è sufficiente a dimostrare che la teoria avanzata è falsa, mentre non può mai essere dimostrata vera.
falsificabilità Il falsificazionismo fornisce anche un modo per distinguere tra ipotesi scientifiche utili e ipotesi irrilevanti per la scienza. Il test di utilità è il suo grado di falsificabilità. Se nessuna osservazione possibile può falsificarla, una teoria è del tutto inutile per la scienza. Non è in grado di promuovere nessuna ricerca. E non può essere sostituita da una teoria migliore. La scienza progredisce grazie ai propri errori. L’evoluzione della conoscenza dipende dalla confutazione delle congetture teoriche che erano state proposte, attraverso il continuo alternarsi di tentativi ed errori.
Naturalmente Popper e i falsificazionisti non intendono suggerire che gli scienziati nel corso delle loro ricerche dovrebbero abbandonare una teoria appena si trovino di fronte a un caso apparentemente falsificante: dovrebbero piuttosto assumere un atteggiamento scettico nei confronti delle loro ipotesi e indagare su ogni possibile fonte di errore. La conoscenza scientifica è oggettiva in quanto promuove la critica razionale.
Che cos’è una spiegazione soddisfacente? Ovvero Quali sono le condizioni che una spiegazione deve soddisfare per colmare le lacune nella conoscenza
Popper Scopo della scienza è trovare spiegazioni soddisfacenti di tutto ciò che ci colpisce come bisognoso di spiegazione (Scienza e filosofia, p. 519
«Dare una spiegazione causale di un evento significa dedurre un’asserzione che lo descrive, usando come premesse della deduzione una o più leggi universali, insieme con alcune asserzioni singolari dette condizioni iniziali. Per esempio, possiamo dire di aver dato una spiegazione causale della rottura di un certo pezzo di filo se abbiamo trovato che il filo ha una resistenza alla trazione di 1/2 kg, ed è stato caricato con un peso di 1 kg. Se analizziamo questa spiegazione causale, troveremo che consta di diverse parti costituenti. Da una parte abbiamo l’ipotesi: “Un filo si rompe tutte le volte che viene caricato con un peso che supera il peso che definisce la resistenza alla trazione di quel filo”, e questa è un’asserzione che ha il carattere di una legge universale di natura. Dall’altra parte abbiamo certe asserzioni singolari (in questo caso due) che sono vere soltanto per l’evento specifico in questione: “Il carico di rottura di questo filo è 1/2 kg”, e: “Il peso con cui è stato caricato questo filo è di 1 kg ”.» Karl Popper ( ) Logica della scoperta scientifica (1934), pp