I regni ellenistici: IL REGNO DI SELEUCO

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I regni ellenistici: IL REGNO DI SELEUCO Gruppo: Angeli B., Leone E. Mara M. e Mattis G. I regni ellenistici: IL REGNO DI SELEUCO

Alessandro Magno e i regni ellenistici Nel 323 a.C., con la morte di Alessandro Magno, colui che aveva unificato un territorio estremamente diversificato per etnie, lingue e culture, ebbe inizio la divisione dell’impero e l’età ellenistica. Per cinquant’anni ci furono lotte tra i suoi generali per riscuotere l’eredità, che portarono alla divisione dell’impero in vari Stati indipendenti, i cosiddetti Regni ellenistici: Il Regno di Macedonia, retto da Antipatro; Il Regno d’Egitto, sotto il controllo di Tolomeo; Il Regno di Pergamo, retto da Attalo III; Il Regno di Siria, sotto il controllo di Seleuco.

I regni ellenistici

Il regno di Siria Stato asiatico (detto Regno di Siria) che si formò in seguito al disfacimento dell'impero di Alessandro III°, fu governato dai Seleucidi, dinastia ellenistica di origine macedone che lo mantennero regalmente dal 305 al 64 a.C. Il fondatore della dinastia fu Seleuco I° Nicator (305-281 a.C.), che, dalla Babilonia di cui era satrapo, estese rapidamente il proprio dominio fino al Mediterraneo e all’India.

Informazioni generali La rivendicazione dei Seleucidi circa la Celesiria, per la vittoria di Ipso (301 a.C.), provocò numerose guerre con l’Egitto (guerre siriache), che mantenne per lungo tempo in suo possesso, ma la perdette in seguito alla battaglia del Panion (200 a.C. circa). Ma in tutto l'impero, troppo vasto, sorsero e si affermarono tendenze autonomistiche: in Asia Minore e in Oriente si costituirono nuovi Stati, che solo i primi Dinasti riuscirono a mantenere Vassalli e di cui molti erano già indipendenti alla morte di Antioco I° (281-261 a.C.), almeno in Asia Minore. Ma la maggior parte lo divenne sotto Antioco II° (261-246), come la Bactriana con Diodoto I° e la Cappadocia con Ariarate III°.

Altre notizie… Fin dai tempi di Antioco I° il re divenne oggetto di culto dopo la morte e, a partire dall’inizio del II° sec. a.C., anche in vita. Una corte sontuosa circondava il re e interferiva ampiamente nel governo. L'esercito, strumento principale del potere, di circa 70.000 uomini, aveva il suo nerbo nella falange, formata da elementi greci e macedoni, affiancata da truppe indigene. L'amministrazione, che doveva essere assai complessa, aveva alla base un sistema fiscale in cui confluivano, oltre alle rendite dei beni reali, i gettiti di imposte, di dogane e di tributi. La moneta, aurea e argentea, modellata sul sistema attico, rimase quella di Alessandro.

… La dinastia seleucide diffuse in tutto l'Impero l'ellenismo, la cui influenza perdurò anche nelle regioni che ben presto sfuggirono al suo diretto dominio. Per favorire questo processo, i Seleucidi, sull'esempio di Alessandro, fondarono numerosissime colonie. In Siria sorsero Antiochia, Laodicea, Apamea, Seleucia in Pieria, Berea (Aleppo). Ad Oriente, Seleucia sul Tigri, Seleucia sull'Euleo (Susa), Antiochia.  Assai spesso però la civiltà ellenica fu solo una forma che simulava la persistenza delle varie culture indigene, che favorirono le rivolte locali con la rapida espansione degli Arsacidi prima e dei Sassanidi poi. Sul piano religioso si realizzò quella mescolanza di culti greci e orientali destinata a investire più tardi anche l’Occidente. 

… I Seleucidi, che controllavano tutto il traffico carovaniero tra il Mediterraneo e l’Estremo Oriente, se da una parte disposero di vastissime risorse finanziarie, dall'altra non riuscirono però a realizzare un’organizzazione amministrativa e militare solida. Dopo una fase dinastica critica, durante la quale Arsace I° di Partia, Diodoto I° di Battriana e Attalo I° di Pergamo si staccarono definitivamente, il re Antioco III° (223-187 a.C.), nonostante la disfatta inflittagli a Rafia da Tolomeo IV° (217 a.C.), diede l'illusione di una completa restaurazione (212 al 204 a.C.). Ciò quando intraprese una grande spedizione orientale, che gli permise di riaffermare la propria autorità fin quasi all’Indo. Il suo prestigio aumentò ancora con la vittoria del Panion, con cui venne recuperata la Celesiria. Quando poi volle intervenire in Occidente, provocò la reazione dei Romani, che, dopo averlo gravemente sconfitto (Termopili 191, Magnesia 190-189 a.C.), lo respinsero oltre l’Halys e il Tauro e posero angusti limiti al suo potenziale bellico (pace di Apamea, 188 a.C).

… Da allora i Seleucidi dovettero tollerare l’inframmettenza dei Romani, i quali appoggiarono le ribellioni dei vassalli e delle popolazioni indigene e si intromisero nelle contese dinastiche, che si moltiplicarono dopo la morte di Demetrio I° (150 a.C.). I Parti completarono le loro conquiste sotto Mitridate I°: la disfatta e la morte di Antioco VII° (129 a.C.) segnarono la definitiva perdita della Mesopotamia e l’arretramento del confine orientale fino all’Eufrate. Gli Ebrei, che già si erano ribellati contro il tentativo di ellenizzazione di Antioco IV°, tentarono di imporre il proprio dominio alla Palestina e, assicuratisi la benevolenza romana, sostennero sistematicamente tutti i pretendenti che si presentavano e infine si resero indipendenti sotto Alessandro Ianneo (103-76 a.C.). Il loro esempio fu seguito da numerose città.