Incontro ISKO Italia Bologna, 20 aprile 2015

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Transcript della presentazione:

Incontro ISKO Italia Bologna, 20 aprile 2015 Michele Santoro I dintorni della classificazione Storia, prospettive, metodi Università di Bologna Biblioteca Interdipartimentale di Matematica, Fisica, Astronomia e Informatica e- mail: michele.santoro@unibo.it

Di cosa parleremo presupposti concettuali della classificazione rapporti fra classificazioni filosofico-scientifiche e classificazioni bibliografiche rapporti fra classificazione e conoscenza  esempi in campo antropologico, biologico e cognitivo origini del pensiero classificatorio vs. origini della classificazione in biblioteca

La classificazione classificare vuol dire distinguere, ripartire, dividere attività esercitata quotidianamente, in maniera più o meno consapevole quando associamo (o dissociamo) le impressioni ricevute dal mondo esterno, i concetti, gli oggetti ed ogni altra manifestazione del reale cioè quando trasformiamo insiemi più o meno indistinti o caotici in nuovi insiemi più ordinati e omogenei

dal caos…

…alla classificazione!

La classificazione il processo di classificazione permette di realizzare insiemi di oggetti o concetti che vanno a raggrupparsi in classi a seconda del loro grado di somiglianza o affinità in linea teorica, la ripartizione si attua sulla base di una caratteristica, ossia un singolo principio di divisione di norma va dal generale allo specifico e avviene appunto utilizzando una caratteristica, cioè un singolo principio di divisione, per volta fino ad arrivare ad elementi non più suddivisibili

L’albero di Porfirio

La classificazione principi della classificazione elaborati dalla logica formale: divisione dicotomica genere/specie divisione senza salti dal genere alla specie immediatamente subalterna le specie complementari devono escludersi a vicenda e nella loro totalità devono essere uguali al genere dal quale derivano

La classificazione criteri applicabili solo teoricamente ai sistemi di classificazione “non ci sono classificazioni scientifiche che soddisfino a queste condizioni in quanto non esistono proprietà che differenzino rigorosamente e definitivamente l’uno dall’altro gli oggetti di una certa complessità” (Serrai)

La classificazione analogamente, le classificazioni bibliografiche “rimangono tutte al di fuori delle garanzie offerte dai metodi della classificazione dicotomica” (Serrai) perché le proprietà rappresentate nei documenti sono altrettanto complesse di ogni altro fenomeno del reale e quindi non riconducibili ai presupposti prima indicati

La classificazione in biblioteca permette di raggruppare i documenti in base a criteri: per lo più di tipo gerarchico per lo più basati sul contenuto, ma anche legati al periodo storico, all’ambito geografico o agli aspetti formali del documento obiettivi: adeguata distribuzione e vantaggioso recupero dei documenti applicazione agli scaffali accesso diretto ai documenti, e quindi accesso diretto all’informazione

Classificazioni del sapere e classificazioni bibliografiche/1 Serrai sostiene la netta filiazione degli schemi bibliografici da quelli filosofici e scientifici: è inevitabile che i primi facciano “riferimento ad uno schema complessivo, della realtà o delle conoscenze della realtà. Supporre che le classificazioni bibliografiche non abbiano rapporti strettissimi con la classificazione delle scienze è semplicemente un errore”

Classificazioni del sapere e classificazioni bibliografiche/2 in ambito bibliotecario, invece, molti si richiamano al principio della literary warrant o garanzia bibliografica (W. Hulme, 1911) che autorizza la creazione di nuove categorie all’interno di uno schema bibliografico solo se esiste sufficiente letteratura su quegli argomenti

Classificazioni del sapere e classificazioni bibliografiche/3 Henry E. Bliss ha creato una classificazione documentaria in sostanziale accordo con la concezione scientifica e culturale del suo tempo anche se non modellata o dedotta da schemi preesistenti e ciò avviene sulla base dei tre principi dell’ordine naturale, della gradazione nella specialità e del consenso scientifico e educativo

Classificazioni del sapere e classificazioni bibliografiche/3 appare tuttavia un’operazione “autoreferenziale” Bliss “è consapevole dell’arbitrarietà di quelle classificazioni bibliografiche che si sviluppano seguendo ordinamenti esclusivamente pratici, senza tener conto dell’organizzazione della conoscenza” ma allo stesso tempo realizza il suo schema “tenendo presenti i principi teorici su cui si basa il sistema delle scienze che lui stesso ha precedentemente elaborato” (M. T. Biagetti)

Classificazioni del sapere e classificazioni bibliografiche/4 sintesi tentata da Eric de Grolier che ammette l’influenza delle classificazioni scientifiche su quelle bibliografiche ma precisa che tale influenza si manifesta in maniera “diffusa e, in generale, con un lungo ritardo” “le classificazioni documentarie sono ampiamente condizionate dall’evoluzione sociale, dalle concezioni ideologiche e dalle caratteristiche culturali e politiche del momento” _

Classificazione e conoscenza la classificazione è connessa ad ogni manifestazione della realtà e risulta essenziale in ogni attività conoscitiva Georges Perec, Pensare/classificare: “Che cosa significa la barra di divisione? Che cosa mi si domanda alla fine? Se penso prima di classificare? Se classifico prima di pensare? Come classifico ciò che penso? Come penso quando voglio classificare?”

Classificazione e conoscenza “la conoscenza è classificazione” (John Dewey) la classificazione viene a trovarsi “nel punto d’incontro di diverse dimensioni conoscitive, a metà strada fra pensiero empirico e pensiero scientifico” costituendo “il punto d’approdo” o “il condensato di una teoria”, e rivelando sempre la “solidarietà tra pensiero e linguaggio” (Fernando Gil)

Classificazione e biologia le facoltà classificatorie non sono esclusive del genere umano: le attività di classificazione sono radicate nella filogenesi, costituendo una condizione primaria della sopravvivenza delle specie animali gli animali classificano il loro ambiente a seconda che vi si trovi o no nutrimento, i loro concorrenti, i loro partner sessuali, i loro nemici, le loro prede, etc. Jacques Monod: “gli animali sono capaci di classificare oggetti o relazioni fra oggetti secondo categorie astratte, soprattutto geometriche”

Classificazione e antropologia/1 studi di Durkheim e Mauss sulle classificazioni primitive: “queste classificazioni non sono eccezionali, non c’è discontinuità con le prime classificazioni scientifiche” sono “sistemi di nozioni gerarchizzate” aventi uno “scopo puramente speculativo” sono dirette a “unificare la conoscenza e a costituire una prima filosofia della natura” ma allo stesso tempo sono sociali: “gli uomini classificavano le cose perché erano divisi in clan, e le forme di classificazione si basavano sulle divisioni della società” (J. Goody)

Classificazione e antropologia/2 Claude Lévy-Strauss: complessità delle classificazioni, delle tassonomie e delle classi di vocaboli che compaiono nei linguaggi delle società “semplici” questi sistemi non sono soltanto mezzi per soddisfare dei “bisogni” “l’universo è oggetto di pensiero almeno nella stessa misura in cui è un mezzo di soddisfazione di bisogni” e ciò significa che “la classificazione, in quanto opposta alla non classificazione, possiede un valore a sé stante, quale che sia la forma che può assumere”

Classificazione e antropologia/2 Lévy-Strauss individua nei meccanismi logici di natura binaria il criterio principe con cui poter “classificare e ordinare il mondo” costruisce una serie di categorie mediante un sistema bipolare di opposizione o contrasti (caldo/freddo; crudo/cotto, destra/sinistra, etc.) e in base a ciò esplora alcuni aspetti fondamentali nell’agire umano tra cui i sistemi di parentela e il pensiero mitico

Classificazione e processi cognitivi/1 Jean Piaget: riconosce una stretta interdipendenza fra i diversi campi del sapere dà il suo assenso al sistema “circolare” delle scienze “in cui la logica si salda alle discipline psico-sociologiche, e le scienze dell’uomo trovano punti di contatto con le scienze della natura” (M. T. Biagetti)

Classificazione e processi cognitivi/1 tre fasi di costruzione delle classificazioni nel bambino: nella prima fase il bambino opera delle “collezioni figurali” senza distinguere l’oggetto spaziale e la classe in seguito le collezioni cesseranno di essere soltanto figurali, e la distinzione fra “alcuni” e “tutti” – ossia il concetto di classe – viene ricavata a poco a poco

Classificazione e processi cognitivi/1 nella seconda fase le collezioni consistono in piccoli aggregati fondati sulle sole rassomiglianze, pur restando giustapposte le une alle altre senza essere ancora comunque incluse in classi più generali il terzo e ultimo stadio è raggiunto con la conquista, piuttosto difficile, del concetto di inclusione e quindi di gerarchizzazione

Classificazione e processi cognitivi/2 ma Piaget esplora anche i rapporti fra la dimensione organica e quella cognitiva indagine di vasto respiro che prende in considerazione gli aspetti classificatori presenti ad ogni stadio sia dell’organizzazione biologica sia di quella cognitiva  la classificazione viene a trovarsi in ogni struttura di questa organizzazione  e ciò testimonia un rilevante “isomorfismo strutturale” tra gli aspetti biologici e quelli cognitivi _

Classificazione e storia delle biblioteche un’indagine di tipo storico permette di comprendere meglio lo sviluppo dell’idea di classificazione e la sua applicazione alle biblioteche per far ciò, è opportuno associare la “tradizionale” storia delle biblioteche con analisi più marcatamente biblioteconomiche in questo intervento il discorso si concentrerà sulle origini ossia sulle civiltà mesopotamica ed egizia

La Mesopotamia in Mesopotamia, a partire dal terzo millennio a. C. si ritrovano non solo le prime apparizioni del pensiero classificatorio ma anche i primi segni della sua presenza all’interno delle biblioteche  è un dato fondamentale che la nascita del pensiero classificatorio coincida con le prime forme di scrittura tuttavia... il percorso verso uno statuto classificatorio solido ed efficace non sarà né rapido né lineare

La Mesopotamia occorre partire dalla prima forma di scrittura quella cuneiforme elaborata dai Sumeri intorno al 3000 a. C. e il primo eccellente materiale scrittorio la tavoletta d’argilla

La Mesopotamia sulle tavolette vengono registrate una quantità di informazioni, per lo più di natura amministrativa che fin dagli inizi assumono la forma di vere e proprie liste ruolo cruciale giocato da questi primi tipi di descrizione e di elencazione al punto che, ai primi del Novecento, è sorta una branca del sapere definita Listenwissenschaft le liste costituiscono un momento decisivo nello sviluppo del pensiero

Le liste “la lista ha un chiaro inizio e una precisa fine favorisce la sistemazione delle voci in modo ordinato, per numero, per suono iniziale, per categoria, ecc. l’esistenza di limiti, esterni e interni, dà alle categorie maggiore visibilità rendendole al tempo stesso più astratte” (J. Goody)

Le liste queste liste però non sono strutturate secondo precisi criteri sistematici i procedimenti classificatori impiegati mostrano una profonda insufficienza concettuale essendo privi di quei principi logici capaci di dar vita a precise strutture classificatorie: principio della scomposizione degli oggetti in elementi semplici (es. i quattro elementi) principio dell’ordinamento scalare per genere e specie principio della classificazione binaria

Le liste un ulteriore difetto è dato dal carattere ‘aperto’ della classificazione, che cioè non raggiunge mai la completezza definitiva l’attività di classificazione consiste sostanzialmente in un’attività di nomenclatura alcune eccezioni, tra cui il settore legislativo nel quale “la spartizione binaria della realtà offre un agevole meccanismo per prevedere ogni fattispecie possibile” (Liverani)

La Mesopotamia esiste dunque un’evoluzione verso un pensiero classificatorio più maturo? se sì, questa evoluzione può portare ad un ordinamento classificato nelle biblioteche della Mesopotamia? una risposta può venire dalle acquisizioni della storia delle biblioteche che utilizzeremo per effettuare un rapido excursus cronologico

Classificazione e biblioteche in Mesopotamia/1 collezione ritrovata ad Ebla e costituita da circa 2000 tavolette databili fra il 2300 e il 2250 a. C. per alcune è stata accertata la comune provenienza “dal ripiano superiore della parete nord della stanza” da ciò si è dedotto “che questo scaffale fosse la biblioteca di consultazione degli scribi di palazzo collocata con gli altri documenti relativi alla vita di corte” (L. Casson)

Classificazione e biblioteche in Mesopotamia/2 raccolta ritrovata a Nippur (2000 a. C. circa) in due di queste tavolette sono elencati una serie di testi della letteratura sumera il fatto che siano “elenchi relativi a un’unica raccolta” ha fatto pensare ad un vero e proprio catalogo, “seppur di tipo primitivo” ma che ha costituito comunque “un grande passo avanti verso la sistematizzazione delle raccolte” (Casson)

Classificazione e biblioteche in Mesopotamia/3 raccolta ritrovata ad Hattuša (17°-18° secolo a. C.) sistema più progredito per catalogare i testi con l’aggiunta di note identificative alle tavolette informazioni impiegate anche per segnalare tavolette di contenuto simile (vere e proprie serie) “la creazione delle serie riflette il desiderio di raccogliere in un unico luogo tutta la letteratura sullo stesso soggetto” (Weitemeyer)

Classificazione e biblioteche in Mesopotamia/4 biblioteca fondata da Tiglath-Pileser I (1115-1077 a. C.) diverse tipologie di materiali testi di consultazione, liste di vocaboli, di piante e alberi, di animali, dèi, nomi di luoghi, testi astronomici, tavole di moltiplicazione ritrovati anche alcuni inni e addirittura un “catalogo di composizioni musicali le cui voci bibliografiche riportano anche gli strumenti cui erano destinati”

Classificazione e biblioteche in Mesopotamia/5 la biblioteca più importante è quella allestita nel palazzo reale di Ninive dal re assiro Assurbanipal (668-627 a. C.) migliaia di tavolette con testi di ogni tipo, tra cui l’Epopea di Gilgamesh “la prima biblioteca formata in modo sistematico in Mesopotamia” (L. Casson)

Classificazione e biblioteche in Mesopotamia/5 secondo alcuni autori le tavolette erano poste all’interno di vasi di terracotta ordinatamente allineati su scaffali e distribuite in base a un preciso ordine nelle diverse stanze del palazzo un’etichetta posta sulle tavolette identificava il vaso, lo scaffale e la sala in cui erano collocate una sorta di catalogo elencava il posseduto di ciascuna sala ma non c’è accordo fra gli studiosi su quali fossero i reali criteri di ordinamento di questi materiali _

L’Egitto anche in Egitto (2500 a. C.) ritroviamo una quantità di liste, soprattutto di tipo lessicale contenenti “voci raggruppate sotto differenti classi” che rappresentano “i primi passi in direzione di un’enciclopedia” (A. Gardiner) intorno al 1100 a. C. si assiste alla memorizzazione, da parte degli scribi, di alcune di queste liste, e ciò avviene attraverso una ripartizione “entro categorie adeguate” “non sono serie di parole in ordine alfabetico, ma cataloghi di cose ordinate secondo la loro specie”

L’Egitto due importanti lessici onomastici che forniscono un’immagine precisa dei criteri di classificazione dell’antico Egitto: il Ramesseum, risalente al periodo dal 2150 al 1540 a. C. circa e l’Amenopè, databile intorno al 1100 a. C.

Il lessico di Amenopè rappresenta uno sviluppo fondamentale lista di oltre 600 voci (all’origine circa 2000) basata su precisi criteri sistematici “nel presentare questa lista l’autore non si limitava a enumerare, ma classificava, con intestazioni che spesso contrassegnavano l’inizio di categorie nuove” (Goody) le categorie (vere e proprie classi principali) del lessico di Amenopè sono le seguenti:

Il lessico di Amenopè I Intestazione introduttiva II Cielo, acqua, terra (n. 1-62) III Persone, corte, uffici, occupazioni (n. 63-229) IV Classi, tribù, e tipi di essere umano (n. 230-312) V Le città dell’Egitto (n. 313-419) VI Edifici, loro parti e tipi di terra (n. 420-473). VII Terreni agricoli, cereali e loro prodotti (n. 474- 555) VIII Bevande (n. 556-578) IX Parti d’un bue e tipi di carne (n. 579-610)

Il lessico di Amenopè in quest’opera l’autore si proponeva una sorta di “classificazione razionale” “una sistemazione dal superiore all’inferiore (II, III) e dal generale al particolare (III, IV, V, IX) mentre l’elenco delle città dell’Alto Egitto segue un ordine da nord a sud” (Gardiner)

L’intestazione introduttiva del lessico di Amenopè

La terza categoria del lessico di Amenopè

Classificazione e biblioteche nell’antico Egitto intorno al 1100 a. C., quindi, il pensiero classificatorio dell’antico Egitto acquisisce una maggiore solidità ossia una capacità di ripartizione di oggetti e fenomeni superiore a quella rilevata in Mesopotamia e in ambito bibliotecario? anche per l’Egitto mancano riscontri diretti fra questa evoluzione e un’organizzazione di tipo sistematico delle biblioteche

Classificazione e biblioteche nell’antico Egitto diversi autori attestano l’esistenza di criteri di tipo classificato applicati alle raccolte documentarie i rotoli di papiro erano disposti in vasi o cofani collocati all’interno di nicchie o su scaffali in base a determinati criteri metodi di organizzazione simili a quelli mesopotamici ma per trovare forme più esplicite di ordinamento classificato si dovrà aspettare fino al III-II secolo a. C.

Classificazione e biblioteche nell’antico Egitto infatti risale a questo periodo la biblioteca del tempio di Horus a Edfu dove, secondo alcuni autori, le iscrizioni sulle pareti costituivano una sorta di catalogo delle opere contenute in 34 casse e ripartite sistematicamente “i rotoli erano elencati in due registri, di cui il secondo comprendeva soltanto opere sulla magia” da ciò si è pensato che vi fosse una “classificazione logica alla base di tale ordinamento” (R. Hyman)

Classificazione e biblioteche nell’antico Egitto “alcuni elementi di collocazione, simili a segnature, erano stati usati per registrare sulle pareti le opere classificate per soggetto” “anche se non abbiamo certezze sull’esatto ordinamento dei rotoli, la loro disposizione, considerando le testimonianze, non era casuale” (R. Hyman)

Conclusione (provvisoria) guardare alle strutture bibliotecarie della Mesopotamia e dell’Egitto come ad un banco di prova verso criteri sistematici più definiti specie nelle epoche più tarde (e con l’avvento di un pensiero classificatorio più maturo) attraverso un costante miglioramento dei metodi di ripartizione dei documenti per dar vita a realtà, come la grande biblioteca di Alessandria in cui “tutto il sapere del mondo” può essere raccolto e ordinato con criteri più solidi ed efficienti

Incontro ISKO Italia Bologna, 20 aprile 2015 Michele Santoro I dintorni della classificazione Grazie per l’attenzione! 54