Facoltà di Scienze della Formazione PSICOPATOLOGIA DELLO SVILUPPO.

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Facoltà di Scienze della Formazione PSICOPATOLOGIA DELLO SVILUPPO

CONCETTI CHIAVE SEGNO SEGNALE SINTOMO

SEGNO, SEGNALE, SINTOMO La famiglia o la scuola colgono il SEGNO, lo trasformano in SEGNALE attribuendogli un significato di indicatore di disagio; segno/segnale che i professionisti della salute mentale trasformano in SINTOMO coadiutore con altri sintomi di un quadro psicopatologico.

SEGNO, SEGNALE, SINTOMO Esempio depressione Un bambino può presentare una serie di segni che possono essere ricondotti ad un vissuto depressivo: espressione triste, rifiuto del cibo o atteggiamenti bulimici, disinteresse vs ambiente o voracità espressa con agitazione costante;

SEGNO, SEGNALE, SINTOMO Questo bambino può avere la fiducia e la forza psichica per cercare l’adulto o pensare che ogni sforzo è inutile e che il minore dei mali è restare chiuso in se stesso; Può vivere con i genitori che non riescono a vedere la sua sofferenza, ma che ne attribuiscono la scarsa partecipazione ai compiti che gli competono, alla cattiva volontà, alla disubbidienza.

SEGNO, SEGNALE, SINTOMO In questo caso sarà l’agenzia educativa esterna alla famiglia (la scuola) che segnalerà il disagio sotto forma di disturbo dell’apprendimento, in questo caso ultimo gradino di una lunga e sofferente esperienza depressiva.

Il dolore e l’ansia Il dolore e l’angoscia, insieme al modo in cui vengono raccontati e situati nella vita sono le vie che ci permettono di entrare nella difficoltà del bambino e del suo contesto e di capire che cosa il sistema familiare accetta o rifiuta nelle sintomatologie che il bambino presenta e su cui viene chiesto di intervenire.

Il dolore e l’ansia Tipico della psicopatologia dello sviluppo è il fatto che il dolore e l’ansia si presentino in momenti dello sviluppo in cui l’organizzazione psichica e lo sviluppo delle diverse funzioni non sono ancora completati, per cui soggetti a interruzioni o modificazioni causati da eventi o cambiamenti fisici e/o relazionali e/o ambientali.

Il dolore e l’ansia In questo caso il disagio si manifesterà nello sviluppo stesso con blocchi, regressioni, distorsioni/disarmonie, ritardi o falsi Sé. Il bilancio va fatto sull’insieme delle risorse per verificare se esista la possibilità di volta in volta di utilizzarle per il raggiungimento di ulteriori appuntamenti.

Conclusione La decisione relativa alla diagnosi in psicopatologia dipende da tanti fattori tra cui: Incontrare il bambino e/o i genitori più volte per osservare cambiamenti vs sintomi ed i vissuti vs questi. Analisi attenta ed accurata per non confondere comportamenti adeguati alla tappa di sviluppo del bambino con la patologia

La personalità Organizzazione di personalità: Modalità peculiare e caratteristica con cui ciascun individuo organizza entro di sé i diversi aspetti dello psichismo Area cognitiva (funzioni percettive, memoria, pensiero, linguaggio); Area emotiva (emozioni, umore, vissuti relazionali); Area conativa (motivazioni, impulsi, tendenze, volontà).

La personalità Modelli operativi interni: del sé e delle figure di attaccamento sono rappresentazioni mentali che hanno la funzione di veicolare la percezione e l’interpretazione degli eventi da parte dell’individuo, consentendogli di fare previsioni e crearsi delle aspettative sugli avvenimenti della propria vita relazionale.

SEGNO, SEGNALE, SINTOMO In base all’attribuzione di senso, in genere un adulto segnala sintomi relativi a funzioni il cui aspetto difettuale interferisce con l’espletamento dei compiti propri di quell’individuo o della istituzione a cui appartiene.

Esempio Uno stesso bambino può essere segnalato dalla madre per disturbi di alimentazione (“è difficilissimo farlo mangiare”), dalla scuola per disturbi di apprendimento (“ci mette tutta la buona volontà, ma non riesce ad apprendere”) e dall’educatore del centro ludico- ricreativo per disturbi dell’umore (“è sempre triste, non si diverte e non gioca con gli altri”).

Dalla parte del bambino, il sintomo può essere: 1.il segno di un sistema incompleto, con aspetti funzionali di fragilità (es. impaccio motorio come quello che presentano i bambini goffi, o la scarsa percezione dei propri bisogni); 2.Il segno di un sistema in evoluzione, di cui la crisi fa parte integrante (es. depressività adolescenziale); 3.Il risultato del sistema di interdipendenza vitale con l’ambiente, per cui nel bambino compaiono talvolta necessari richiami per eccesso (es. la lamentosità o il ritiro)

Famiglia- Istituzione In ognuna di queste si fanno scelte accurate di sintomi considerati una “quasi normalità”- il vomito, il mal di testa, la “vivacità”- i quali fanno parte dei propri compiti di caregiver. Tali sintomi possono diventare allarmanti nel momento in cui il pediatra, lo psicologo, l’insegnante li definiscono come tali. Tuttavia le famiglie segnalano in genere sintomi che mettono in gioco l’autostima o il quieto vivere dei genitori: la tristezza, il rifiuto del cibo, l’insonnia, il disturbo del linguaggio o dell’apprendimento

Istituzione sanitaria Scissione tra chi si occupa del piano organico dell’individuo e chi si prende cura dell’aspetto psichico; Ulteriori differenziazioni sono dovute alla teoria e alla prassi di riferimento dello specialista

La diagnosi Anamnesi Narrazione

La prognosi 1.Significato che viene dato al sintomo; 2.Valore di richiamo che ha per le figure significative del soggetto, che presentano tale quadro sintomatologico; 3.Dalla riuscita della funzione difensiva del bambino; 4.Dalla durata/intensità e dall’interferenza del sintomo con aree vitali; 5.Dal modello teorico degli operatori; 6.Dalle risorse disponibili per eventuali interventi programmati.

Focalizzazione esemplificativa FOBIA SCOLARE Collocare la richiesta in rapporto: 1.Al momento di arrivo al servizio; 2.All’età del bambino e alle sue caratteristiche di sviluppo; 3.Al quadro relazionale; 4.Alla sua storia come eventi di vita pregressi ed in particolare la scolarità precedente; 5.Al contesto attuale (familiare e scolastico).