Apprendimento e memoria

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La memoria – parte terza Eleonora Bilotta Dipartimento di Scienze dell’Educazione Università della Calabria, Cosenza, Italia Corso on-line.
Transcript della presentazione:

Apprendimento e memoria Lezione n° 9 Apprendimento e memoria 1 2

E la black box? Negli anni ’60 e ’80 i processi di apprendimento vengono studiati secondo un approccio cognitivista, che considera l’essere umano come un soggetto che trasforma, elabora, riduce, immagazzina e recupera l’informazione. Modello HIP: individuo simile a computer, ovvero come un “puro e semplice” sistema di elaborazione di simboli. Centrali sono i processi di elaborazione dell’informazione e di memoria

La memoria Siamo dotati di memoria fin dalle prime fasi di vita: abituazione ad uno stimolo, condizionamento… Anni ’60: HIP (Miller Galanter, Pribram, 1960)  immissione dati (input)  abbandono o conservazione  elaborazione  generazione di risposte (output). Numerosi modelli, il più noto è quello di Atkinson e Shiffrin (1968; più successive modifiche)

Il modello di atkinson e shiffrin

I tre magazzini Magazzino sensoriale (meno di 1 secondo), dove le informazioni vengono mantenute per le primissime analisi Magazzino a breve termine (qualche secondo, circa 30) Magazzino a lungo termine (da pochi minuti ad anni interi). È quella che noi chiamiamo comunemente come “memoria”

Magazzino sensoriale Trattiene informazioni fedeli dagli organi di senso, ma per pochissimo tempo (m. iconica, ecoica le più studiate).

Magazzino a breve termine Codifica le informazioni della memoria sensoriale Decide quali informazioni passare alla memoria a lungo termine e in che modo Serve a ritenere le informazioni il tempo necessario per svolgere un lavoro o prendere una decisione Prove di “span”: ricordare liste di numeri, lettere o parole  se diamo un senso agli elementi da memorizzare, ricordiamo più facilmente

Magazzino a lungo termine Le informazioni che arrivano dalla MBT vengono ricodificate ed immagazzinate, per poi poter essere recuperabili. L’immagazzinamento ed il recupero chiamano in causa specifici comportamenti strategici, es.: REITERAZIONE ORGANIZZAZIONE ELABORAZIONE RIEVOCAZIONE RICONOSCIMENTO IMMAGAZZINAMENTO RECUPERO

COME ORGANIZZERESTE QUESTE PAROLE PER RICORDARLE MEGLIO? mela macchina bicicletta casa autobus formaggio leone tigre appartamento carota orso hotel

SIGNIFICATO E COLLEGAMENTI E’ più facile ricordare un brano se: le parti importanti sono frammezzate da parti secondarie; sono presenti parti di spiegazione che giustificano delle conclusioni; Sono presenti collegamenti logici tra le parti. E’ più facile ricordare: “Marco andò da Roma a Venezia” oppure “Marco partì da Roma e andò a Venezia per evitare di rivedere la sua ex”

ALCUNE DISTINZIONI (I) Memoria episodica Si riferisce a specifici eventi ed esperienze di vita Contiene informazioni spazio-temporali che specificano dove e quando si è verificato l’evento E’ organizzata cronologicamente Memoria semantica Si riferisce a conoscenze astratte e generali Trascende le condizioni temporali e spaziali in cui la traccia si è formata E’ organizzata in modo tassonomico e associativo

ALCUNE DISTINZIONI (II) Memoria dichiarativa (sapere cosa) si riferisce alla conoscenza esplicita di fatti, come la definizione di una parola o le circostanze in cui abbiamo conosciuto una persona E’ un tipo di conoscenza direttamente accessibile alla coscienza Memoria procedurale (sapere come) si riferisce alle informazioni di cui facciamo uso nell’attuare un compito E’ un tipo di conoscenza tacita (non consapevole) Non riguarda solo le abilità motoria

Sviluppo della memoria I bambini di pochi mesi fanno molte cose che implicano l’esistenza della memoria: Abituazione dell’attenzione Imitazione Riconoscimento Ricerca di oggetti nascosti Condizionamento classico e operante

Strategie di memoria I bambini di 1-2 anni mostrano segni della presenza di strategie semplici, soprattutto per la localizzazione degli oggetti: DeLoache, Cassidy e Brown (1979): già a 18-24 mesi i bambini impiegano strategie per ricordare anche se rudimentali (es. dell’oggetto nascosto da ricordare) Flavell, Miller e Miller (1993): a 5 anni impiego spontaneo della reiterazione

L’importanza delle conoscenze L’expertise di un bambino in un particolare dominio può influenzare anche più di quanto non faccia la sua capacità di apprendimento generale Schneider et al. (1989) presentarono a bambini di 7, 9 e 11 anni una storia relativa ad una partita di calcio. I bambini erano stati classificati in esperti e non e con buone e scarse capacità di apprendimento. Risultati: esperti ricordarono la storia meglio degli inesperti l’expertise fu un migliore predittore della prestazione rispetto alla capacità di apprendimento generale Questo che importanza ha nei processi di insegnamento/apprendimento?

E il contesto? Gli ulteriori sviluppi del cognitivismo si focalizzano proprio sul ruolo importante del contesto (biologico, fisico, sociale, culturale e tecnologico) entro il quale il soggetto si sviluppa  cognitivismo ecologico o “costruttivismo” Concetti chiave: Legame interattivo soggetto-contesto La conoscenza è una costruzione attiva del soggetto Le realtà dipendono da chi le osserva/percepisce/costruisce

I diversi filoni del costruttivismo C. interazionista (Piaget, Ausubel):il soggetto esplora e interagisce con l’ambiente esterno. C. socio-culturale (Vygotsky, Leont’ev): l’interazione sociale ci dota di nuovi strumenti per apprendere, psicologia culturale IL SOGGETTO COSTRUISCE ATTIVAMENTE LA CONOSCENZA

A SCUOLA Interesse sui contenuti e sui processi Elaborazione ed integrazione di prospettive differenti Collaborazione nel processo di costruzione della conoscenza: co-costruzione della conoscenza Interiorizzare una metodologia flessibile di apprendimento, che porti ad una gestione autonoma dei processi

Dall’eteroregolazione all’autoregolazione Favorire lo sviluppo di una gestione autonoma dei processi di apprendimento L’adulto non trasmette dei contenuti, ma è guida e mediatore nei processi di apprendimento Conoscere il proprio funzionamento cognitivo per saperlo gestire  METACOGNIZIONE

ESSERE UN BUON UTILIZZATORE DI STRATEGIE Non basta conoscere molte strategie, bisogna saperle utilizzare in modo flessibile e coerente con: Caratteristiche personali (es. stili cognitivi) Caratteristiche del compito (es. saper fare le equazioni o studiare un periodo storico) Condizioni ambientali

Caratteristiche di sé, es: stili cognitivi ANALITICO o GLOBALE?

Caratteristiche di sé, es: stili cognitivi VISUALE O VERBALE?