Lgs. N. 155 /97, attuazione della direttiva 93/43 CEE riguardante l'igiene dei prodotti alimentari Scopo del manuale. Fornire le informazioni su tutte.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Stefania Quintavalla - SSICA
Advertisements

L’approccio alla prevenzione attraverso il D. Lgs
Codice della Privacy Il d. lgs. n°196 del 30 giugno 2003.
A cura della prof.ssa Stefania Luchetti
UNIVERSITA’ degli STUDI di BOLOGNA
NEI SOLI USA CI SONO DA 6 A 80 MILIONI DI PERSONE OGNI ANNO COLPITI DA MALATTIE DI ORIGINE ALIMENTARE CON DECESSI ED UN COSTO SOCIALE DI.
PREVENIRE: FARE O DIRE QUALCOSA IN ANTICIPO AL PREVEDIBILE ORDINE DI SUCCESSIONE PREVENZIONE: AZIONE DIRETTA A IMPEDIRE IL VERIFICARSI O IL DIFFONDERSI.
D.I.A. Dichiarazione Inizio attività (Registrazione Attività Produttive) CON DECRETO Assessorato Regionale Sanità del 27/02/2008 sono state emanate le.
Autocontrollo Caterina Mammina
GLI ORGANI AZIENDALI.
Autostrada TO-SV, Priero Ovest (CN), cap INDICE Macchine usateMacchine usate Prodotti alimentari nella giornataProdotti alimentari nella giornata.
Chi? Silvia Pasini e Alessandra Bella Come? Voglia di cambiamento e crescita Quando? Rogito il 09 maggio 2010 sede Ceva Perché? Passione infinita !!!
PREVENZIONE E PROTEZIONE DEI LAVORATORI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
Ing. vincenzo clarà Potenziamento della cultura della prevenzione degli infortuni e della normativa vigente rispetto a stage, tirocini e alternanza nel.
MODULO 1 UNITA’ 1.2 IGIENE PROFESSIONALE.
Sicurezza sul lavoro.
PREVENZIONE E MANUTENZIONE
Supervisione e Gestione Sassuolo, 27 Novembre 2008.
BRC GLOBAL STANDARD FOOD
CERTIFICATI EMESSI IN OLTRE 100 PAESI Produttori certificati Produttori certificati Fonte: Global - July 2009 (opzioni 1 + opzioni 2 e associati)
TRACCIABILITA’ e RINTRACCIABILITA’ nel SETTORE SUINI
T.d.P. Monica MINNITI & T.d.P. Carmine DI PASCA
Benvenuti..
Copyright © 2011 Lab Service srl Via S. Stefano 6/b Anguillara Sabazia (RM)
PROCEDURA PER L’ASSEVERAZIONE DELLE IMPRESE
“ECCO IL PROBLEMA DI CHI BEVE, PENSAI BEVENDOMENE UN ALTRO: SE SUCCEDE QUALCOSA DI BRUTTO SI BEVE PER DIMENTICARE; SE SUCCEDE QUALCOSA DI BELLO SI BEVE.
Igiene degli Alimenti. , le Fonti e le Tipologie di Contaminazione
Dott.ssa Antonella Covatta
Hazard Analysis Critical Control Points
Rischio chimico I.P. Stefano German Dr. Inf. Pietro Valenta.
cliccare o premere un tasto per far scorrere il testo
1 Irene Annunzi - Dipartimento di Produzioni Animali Seminario 18 maggio 2006 LINDUSTRIA ALIMENTARE La regolamentazione volontaria a supporto della qualità
Le principali Norme di Igiene in Cucina
Implementazione dei principi dell’HACCP nei prodotti di carne fermentati Leonardo da Vinci.
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE Dispositivi di Protezione
LA FORMAZIONE,L’INFORMAZIONE E L’ADDESTRAMENTO PER LA SICUREZZA
RISCHIO IMPIANTI La Legge 22 Gennaio 2008 n.37 L’installazione La trasformazione L’ampliamento La manutenzione DEGLI IMPIANTI AL FINE DI GARANTIRNE LA.
Ing. Alessandro Selbmann
HACCP Letteralmente significa Hazard Analysis Critical Control Point
Incentivi Inail alla prevenzione Direzione Regionale Inail Campania.
INCONTRO DIBATTITO: «Acqua: Risorsa o Rischio per la Salute?» RELAZIONE “I CONTROLLI SULL’ACQUA DESTINATA AL CONSUMO UMANO: IL RUOLO DELL’AZIENDA SANITARIA»
L’autocontrollo e il sistema HACCP
Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata: Compiti dei responsabili e referenti privacy Avv. Giovanni Guerra.
Vigilanza e controllo SiRVeSS Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole M8 FORMAZIONE PARTICOLARE DEI PREPOSTI EX D.Lgs. 81/08 (art.
L’igiene nei processi della ristorazione
4.4 Il sistema HACCP e le certificazioni di qualità
LA GESTIONE DEI RIFIUTI IN ITALIA
WorkshopBIOTEC Workshop BIOTEC La qualità alimentare La qualità alimentare La relazione tra alimentazione salute e ambiente 13 Maggio 2004 S. Canese BIOTEC-AGRO.
Analisi economica della sicurezza alimentare
La Qualità nei Laboratori “Laboratori Specializzati e Pluri-Specializzati” FORUM P.A. Roma, 11 maggio 2005.
L’olio d’oliva. L’olio d’oliva Categorie merceologiche: Per gli oli di oliva ci sono quattro categorie corrispondenti a quattro tipi commerciali,
Valutazione di alcuni indicatori di interesse sanitario in relazione all’inquinamento industriale della Bassa Valsugana Azienda Provinciale per i Servizi.
HACCP Hazard Analisys Critical Point Control Isabel Corrà.
Igiene nella ristorazione
“Potenziamento della cultura della prevenzione degli infortuni e della normativa vigente rispetto a stage, tirocini e alternanza nel mondo del lavoro”.
Che cos’è l’HACCP.
Storia di un grappolo d’ uva
Requisiti strutturali e norme igienico-sanitarie
SC IGIENE ALLEVAMENTI e PRODUZIONI ZOOTECNICHE ATTIVITA’ 2012 La Struttura complessa Igiene Allevamenti Produzioni Zootecniche svolge attività di controllo.
MICrorganismi e alimenti
L’autocontrollo nelle imprese alimentari
Acqua non dannosa sotto
La legge 283/62 Il D.P.R.327/80 Sono le due principali norme che trovano applicazione in tutte le categorie alimentari compresa la ristorazione collettiva.
Ing. Monica Summa Camera di Commercio di Napoli 1 “ La gestione in sicurezza delle attrezzature: aspetti generali ed applicativi ” Sala Consiglio Camera.
Le attività propedeutiche all’etichettatura Ruolo dei Controlli Qualità in azienda Dr. Andrea Lovo –  limentaria S.r.l.
CONTROLLO OPERATIVO L'Azienda individua, tramite il Documento di Valutazione dei Rischi, le operazioni e le attività, associate ai rischi identificati,
Tecniche di Gestione della Qualità Prof. Alessandro Ruggieri Prof. Enrico Mosconi A.A
Microsicurezze per un macroprodotto I.P.S.I.A. Ettore Majorana Bari Palese Classe IV B settore chimico biologico.
L’HACCP (Hazard Analysis Critical Control Point) è un sistema di controllo della produzione degli alimenti che ha come scopo la garanzia della sicurezza.
Transcript della presentazione:

Lgs. N. 155 /97, attuazione della direttiva 93/43 CEE riguardante l'igiene dei prodotti alimentari Scopo del manuale. Fornire le informazioni su tutte le misure, che interessano ogni fase successiva alla produzione primaria, necessarie per garantire la sicurezza e la salubrità dei prodotti alimentari. Queste misure includono tutta la filiera alimentare fino al consumatore

La descrizione dei locali e le attrezzature di lavorazione e stoccaggio del prodotto finito, allo scopo di evidenziarne la rispondenza ai requisiti igienico-sanitari previsti dal capitolo I e II del D. Lgs. 155/97, I prodotti; I processi produttivi, dal ricevimento della materia prima fino all'ottenimento del prodotto finito; L’anagrafica aziendale Il manuale individua: I rischi connessi ad ogni fase del processo produttivo, le azioni preventive e le misure di controllo previste per ridurre al minimo i medesimi; I CCP (punti di controllo critici) cioè quelle fasi o azioni che vanno tenute costantemente sotto controllo per l'ottenimento di un prodotto che rsponda ai requisiti igienico-sanitari; Le azioni di monitoraggio dei CCP; I limiti critici di accettabilità per ogni CCP; Le azioni correttive da adottare ogni qualvolta i limiti critici vengono superati Le procedure di controllo che il responsabile è tenuto ad osservare

Il processo produttivo del vino, con particolare riferimento alla vinificazione dalle uve, alla conservazione, alla vendita come prodotto imbottigliato o sfuso, non presenta rischi di particolare rilievo sotto il profilo igienico sanitario. Infatti per la sua specifica composizione, grado alcolico e acidità, non rappresenta un substrato idoneo per lo sviluppo dei microrganismi patogeni pericolosi per il consumatore. Nel caso in cui l’azienda aderisca a misure agroambientale di riduzione dell’impiego di prodotti fitosanitari nella produzione dell’uva il rischio di contaminazione chimica è ridotta al minimo.

Uve Raccolta --> conferimento in cantina pigiadiraspatura distruzione raspi fermentazione alcolica -----> svinatura ----> decantazione > torchiatura -->conferimento vinacce in distilleria decantazione --> sfecciatura ----> affinamento ----> confezionamento-- -> ---> vendita prodotto finito conferimento fecce in distilleria

uva raccolta conferimento in cantina pigiadiraspatura mosto raspi Distribuzione in campo Fermentazion e alcolica svinatura vinacce torchiatura conf,. Vinacce distilleria decantazione sfecciaturaaffinamentoconfezionamento Vino imbottigliato feccie distilleria vendita

1. Microbiologico: a. Escreti o frammenti organici di topi o insetti; b. Acari e parassiti. 2. Chimico: a. Residui di fitofarmaci; b. Detergenti e disinfettanti; c. Metalli pesanti(dal terreno,dall' aria, dall' acqua, da rilascio dalle attrezzature e imballaggi); d. Additivi usati in ambito agroalimentare. 3. Fisici: a. Frammenti di vetro derivante da bottiglie, luci, utensili; b. Sassi e frammenti di terra o di metallo provenienti da macchinari

TIPOLOGIA DI CONTAMINANTI UNITA' DI MISURA LIMITI INSETTI O LORO PARTI assenti RESIDUI DI FITOFARMACI quelle delle vigenti quelle delle vigenti disposizioni di legge disposizioni di legge METALLI PESANTI quelle delle vigenti quelle delle vigenti disposizioni di legge disposizioni di legge RESIDUI DI SO2 mg/l 210 mg/l per i vini bianchi 160 mg/l per i vini rossi PARTICELLE DI VETRO assenti

1. ANALISI DEI PERICOLI CONNESSI ALLE FASI DI LAVORAZIONE. INSETTI O LORO PARTI; RESIDUI DI FITOFARMACI; METALLI PESANTI; RESIDUI DI SO2; PARTICELLE DI VETRO

E’ necessario predisporre di: Procedure di manutenzione delle attrezzature e degli impianti Procedure di disinfestazione Procedure di smaltimento rifiuti e residui di lavorazione Procedura di cura e igiene del personale Procedura di trasporto delle materie prime Procedura di identificazione e rintracciabilità del prodotto

1. Scopo; 2. Responsabile; 3. Attività svolta e frequenza.

LOCALELOCALE E MACCHINE OPERAZIONE EFFETTUATA FREQUENZAPRODOTTO IMPIEGATO Cantina: pavimenti Macchinario vasche eliminazione dello sporco dopo ogni ciclo di lavorazione Periodicamente, secondo necessità secondo necessità Periodicamente secondo necessità Ipoclorito Acqua Ipoclorito o acqua Es. di procedura e frequenza di pulizia e manutenzione di locali e attrezzature.

PROCEDURE DI SMALTIMENTO RIFIUTI E RESIDUI DI LAVORAZIONE PROCEDURA DI TRASPORTO MATERIE PRIME PROCEDURA DI CURA E IGIENE DEL LAVORATORE RINTRACCIABILITA' DEL PRODOTTO

1. IL PIANO DI AUTOCONTROLLO NASCE DA UNA ATTENTA ANALISI DELLE CARATTERISTICHE AZIENDALI E DEI SUOI PROCESSI PRODUTTIVI: L’operatore deve: a) Verificare l'efficacia delle procedure e delle azioni intraprese; b) Valutare l' adeguatezza dei limiti critici fissati;

La verifica si effettua ogni anno con tre diverse modalità: a)Sul campo, al fine di verificare che le misure di controllo e l' attività di monitoraggio intraprese abbiano conseguito i risultati prefissati: a tal proposito il responsabile annoterà le eventuali non conformità; b)A tavolino al fine di rilevare l' applicazione delle varie misure e la loro efficacia attraverso l' analisi dei dati raccolti di volta in volta nelle varie schede; c)In laboratorio al fine di riscontrare a campione le caratteristiche chimico-fisico-organolettiche del prodotto finito L'azienda si impegna inoltre a revisionare il piano di controllo nel caso di: a)Cambiamenti significativi nel processo produttivo; b) Nuove acquisizioni in merito ai pericoli igienico-sanitari; c) Riscontri delle azioni di verifica, con l'opportunità o la necessità di azioni correttive o migliorative del sistema; d) Indicazioni provenienti da autorità ispettive