LA LIBIA.

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Transcript della presentazione:

LA LIBIA

CONFINI La Libia è una Repubblica dell'Africa Settentrionale; essa confina a Sud con il Niger e il Ciad, a Est con l'Egitto e il Sudan, a Nord con il Mar Mediterraneo e la Tunisia, a Ovest con l’Algeria.

LO STATO La Libia è formata da 3 regioni: Cirenaica, che è la più orientale, Tripolitana, che prende il suo nome da Tripoli, la capitale libica e Fezzan, che si trova a Sud-Ovest.

TERRITORIO Il suo territorio si presenta del tutto desertico, ma si possono trovare rare oasi tranne nella parte settentrionale dove ci sono altipiani rocciosi, sabbiosi e sassosi.

FIUMI E LAGHI Per quanto riguarda i fiumi, pochi di loro sono perenni. I numerosi uadi recano acqua per brevissimo tempo nel periodo delle piogge: sono perenni il Ki’am, il Ramla e il Derna, che hanno una falda acquifera che diventa sempre più profonda nell’interno. Condizioni più favorevoli presenta la Cirenaica, che ha nell’altopiano una complessa rete di acque sotterranee che sgorgano poi in sorgenti. Nelle aree depresse esistono laghi di piccole dimensioni per lo più salati.

CLIMA Il clima accentua i suoi caratteri desertici a mano a mano che dalle regioni costiere ci si spinge verso l’interno. La piovosità presenta valori bassi con notevolissime variazioni da un anno all’altro. La costa ha temperature medie di 27°C in luglio e 14°C in gennaio e precipitazioni concentrate nel semestre invernale. Verso l’interno l’escursione diurna e annua, tende ad aumentare e la piovosità diminuisce. Seguono aspetti predesertici, con temperature sempre più elevate, forti squilibri giornalieri e piogge sempre più scarse.

FLORA E FAUNA La vegetazione, a causa dell’aridità del clima, è scarsa: macchia mediterranea lungo la costa, mentre verso l’interno prevalgono la steppa semidesertica e poi il deserto vero e proprio. Nelle oasi crescono le palme da datteri. La fauna è ridotta: roditori del deserto, iene volpi, sciacalli; nelle zone meno aride vivono le gazzelle. Abbondano gli insetti e i rettili.

ETNIE, LINGUE E RELIGIONE La maggior parte della popolazione trae origine dalla fusione degli arabi con i berberi, ma vi sono anche tribù di berberi non amalgamatesi, gruppi di arabi che hanno mantenuto i caratteri originari e popolazioni sahariane come i Tuareg. Numerosi gli stranieri, attirati fin dagli anni ’70 da una legislazione che favorisce l’immigrazione. La popolazione è in aumento, al ritmo del 1,9% annuo, ma la densità media rimane molto bassa e la popolazione si addensa lungo la costa, nella capitale e in alcune oasi. La lingua principale è l'arabo e la religione è quella islamica.

LA STORIA 643a.C.-La Libia, antica provincia romana, viene conquistata dagli Arabi. 1551a.C.-Entra a far parte dell’impero ottomano. 1911-12 d.C.-A seguito della guerra italo-turca, la Libia diventa una colonia italiana. 1943d.C.-Coinvolto nel secondo conflitto mondiale, il Paese è occupato dagli inglesi. 1951d.C.-Conquista dell’indipendenza e costituzione del Regno di Libia. 1969d.C.-Un colpo di Stato militare destituisce la monarchia, instaura la repubblica e porta al potere il colonnello Gheddafi: la sua politica si ispira a una sorta di “socialismo arabo” tendente a far assumere al Paese la guida del mondo arabo africano. 1981-86 d.C.- La linea politica seguita dal governo libico (sequestro delle proprietà degli italiani e degli ebrei residenti nel Paese, tentativo di estendere la propria influenza sul Mediterraneo) porta a una situazione di scontro con gli USA, conclusasi con un attacco americano sulla capitale libica.

ECONOMIA La coltura più estesa è quella dell'orzo, altre sono quella dei datteri e gli ortaggi nelle zone dove c'è l'acqua. La Libia è ricca di petrolio, i giacimenti si trovano nel deserto e sono sfruttati da una quarantina di compagnie. Grazie alle enormi entrate finanziarie derivate dal petrolio, la Libia è l'unico paese dell'Africa che non ha bisogno di aiuti internazionali.

ISIS IN LIBIA La scorsa estate il capo dell’ISIS mandò in Libia alcuni suoi collaboratori per verificare la possibilità di una collaborazione con i jihadisti locali. L’ISIS si mise in contatto con alcuni simpatizzanti a cui fu ordinato di arruolare nuovi miliziani nelle moschee della Libia. Per i primi mesi i nuovi miliziani reclutati furono mandati in Siria per l’addestramento: dal dicembre del 2014, l’ISIS iniziò a chiedere al gruppo che si occupava del reclutamento di concentrarsi sugli attacchi da compiere in Libia.

IL PERCHÉ DELL’ISIS IN LIBIA Il mese scorso ha cominciato a circolare tra i sostenitori dell’ISIS un breve documento intitolato: «Libia: una porta strategica d’accesso per lo Stato Islamico». Il documento è stato tradotto, ma il suo contenuto deve essere preso con le molle, visto che si tratta di un documento di propaganda finalizzato a convincere più miliziani possibile a unirsi all’ISIS in Libia. Nel documento si dice per esempio che sviluppare la provincia libica dell’ISIS potrebbe portare ad alleggerire la pressione internazionale, e si parla dell’enorme quantità di armi facilmente recuperabile in territorio libico. Il documento si sofferma anche sull’importanza della posizione della Libia che confina con paesi che hanno regole sull’anti-terrorismo molto più rigide di quelle in vigore in territorio libico. L’ISIS sembra vedere questo scenario come una possibilità di attirare combattenti stranieri dall’esterno. Il punto che è stato più ripreso dalla stampa italiana è però quello riguardante la posizione strategica che ha la Libia nei confronti dell’Europa meridionale. Nel documento si cita apertamente la possibilità di compiere degli attacchi nei paesi europei.

CRISTIANESIMO IN LIBIA Vista la forte presenza dell’ISIS in Libia, questo Paese è anche luogo di forti persecuzioni nei confronti dei cristiani. I cristiani hanno sempre vissuto in Libia, anche ai tempi di Gheddafi, ma oggi la maggior parte di loro è costretta a scappare per non essere uccisa. Ad oggi sono scappati dalla Libia tutti i cristiani, tranne 300 filippini, il personale della Chiesa e alcune suore.

IMMIGRAZIONE L’immigrazione è un fenomeno antichissimo. Da secoli l’uomo, se in condizioni di disagio, si sposta verso zone più ricche per trovare benessere. Lo scorso secolo moltissime persone hanno sentito l’esigenza di lasciare l’Italia allora povera, per emigrare in altri stati, che offrivano senz’altro più prospettive. Oggi questo fenomeno esiste ancora e si è fatto ben poco per porvi rimedio. Uno Stato da cui ogni anno immigrano verso l’Italia in modo clandestino moltissime persone è proprio la Libia. Negli ultimi tempi il nostro governo sta provvedendo a mettere in atto una strategia per ridurre questo fenomeno, almeno per limitare il numero degli sbarchi via mare. Infatti è stato stipulato un accordo con la Libia. L’accordo prevede che il nostro governo fornisca alla Libia i mezzi necessari per la sorveglianza sulle coste e la fornitura di strutture logistiche per l’accoglimento in territorio Libico a spese dell’Italia, inoltre le nostre forze dell’ordine provvederanno a formare e addestrare le forze di polizia Libiche. Da parte della Libia è stato proposto di inasprire le sanzioni per coloro che tentano l’immigrazione clandestina, punendoli più severamente.

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