Linguaggio e mente negli animali non umani

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Transcript della presentazione:

Linguaggio e mente negli animali non umani Animal loquens (3.1) Linguaggio e mente negli animali non umani (Stefano Gensini, 15.4.2010)

Con Darwin il rapporto animali-animali umani assume la sua forma moderna Gli umani sono un tipo di primati, che condivide circa il 98% del DNA con gli scimpanzé; Primati umani e scimpanzé derivano da un antenato comune esistito 5-7 milioni di anni fa; L’australopiteco (3,4-3,9 ma) è l’ominide più arcaico di cui siamo a conoscenza “Lucy”, australopiteco afarensis vissuta forse 3,4 MA fa. Era alta m. 1,07 e pesava fra i 29 e i 45 Kg. Poteva camminare.

Il cosiddetto “cespuglio di Manzi” illustra la storia evolutiva della Nostra specie alla luce delle eviden- ze paleoantropologiche e archeolo- giche più recenti. Cfr. G. Manzi, L’evoluzione umana (ed. Il Mulino)

La stagione della etologia: il caso delle api Si deve al tedesco Von Frisch (1950) la scoperta del “linguaggio delle api”: Le api esploratrici (scout-bees) comunicano nell’alveare alle compagne la presenza di cibo nel raggio di alcune centinaia di metri, la consistenza della fonte e la sua posizione La comunicazione avviene mediante due tipi di “danza”: circolare e “a otto”, mediante movimenti dell’addome.

Danza circolare e danza dell’addome

Orientamento della danza rispetto alla posizione dell’alveare e del sole

Due domande, a questo punto E’ lecito continuare a parlare di “linguaggio” come di una capacità unica, specie specifica dell’uomo e coincidente con la verbalità? O dobbiamo ammettere che ogni specie ha un suo linguaggio connesso alla sua organizzazione fisica? Che cosa dobbiamo pensare della “mente” delle api? Di certo esse hanno una grande adattabilità al contesto, requisito “cartesiano” per eccellenza. Dobbiamo forse parlare di Kinds of Minds (Dennett 1997)?

Peculiarità biologiche e comunicazione: ancora il cane Il linguaggio olfattivo Superficie dell’epitelio olfattivo: • nell’uomo 2,5 cm² • nel cane 150 cm² Numero recettori olfattivi: • nell’uomo 5.000.000 (milioni) • nel cane bassotto 125.000.000 • nel fox terrier 147.000.000 • nel pastore tedesco 220.000.000

… e il pipistrello L'ecolocalizzazione, chiamata anche biosonar, è un sonar biologico usato da alcuni mammiferi quali pipistrelli (sebbene non da tutti), delfini ed altri Odontoceti. Il termine è stato coniato da Donald Griffin, che fu il primo a dimostrarne l'esistenza nei pipistrelli. Anche alcuni uccelli che vivono nelle grotte utilizzano questo sistema. Gli animali ecolocalizzatori emettono suoni nell'ambiente e ascoltano gli echi che rimbalzano da diversi oggetti. Gli echi sono usati per localizzare, identificare e stimare la distanza degli oggetti. Gli ultrasuoni dei pipistrelli hanno frequenze fra i 20 e i 110 kHz (limite umano: 18 kHz)