Fiaba, geografia e intercultura

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Transcript della presentazione:

Fiaba, geografia e intercultura Idee e suggerimenti per percorsi geografici educativo-didattici finalizzati alla valorizzazione e al rispetto delle culture. Le fiabe popolari come veicolo per l’educazione all’alterità.

Finalità (e fasi di lavoro) Attività Far emergere i nessi intercorrenti tra fiaba popolare, intercultura e geografia ed illustrare gli approcci educativo-didattici possibili Intervento frontale – sollecitazioni e riflessioni Dimostrare l’esistenza di tali nessi e fornire un modello per lo studio del territorio che favorisca l’incontro tra i popoli Analisi del testo di una fiaba popolare – attività di laboratorio guidata, supportata da una scheda-questionario, lavoro individuale Attività di laboratorio e di lavoro di gruppo Illustrare itinerari di lavoro diretti alla valorizzazione dell’identità culturale e geografica e mediati dalla fiaba popolare Presentazione di alcuni percorsi educativo-didattici significativi che realizzano la connessione tra geografia, fiaba e (inter)cultura Distribuire materiale di approfondimento Illustrazione del contenuto del Cd

1 Far emergere i nessi intercorrenti tra fiaba popolare, intercultura e geografia ed illustrare gli approcci educativo-didattici possibili Geografia = rapporto uomo-ambiente; capacità dell’uomo di improntare il territorio attraverso una serie di segni e di conferire, al territorio stesso, una peculiare identità geografica, coerente a quella culturale in cui si riconosce la comunità Fiaba = narrazione popolare; prodotto dell’archetipo collettivo (esigenza comune a tutti gli uomini) e dello spazio/tempo vissuto da un popolo che di esso racconta e che in esso tende a riconoscersi Cultura = insieme di aspetti e di componenti di vario tipo propri di una comunità di individui Inter(cultura) = conoscenza, rispetto e valorizzazione della propria e dell’altrui cultura

Concetti geografici pertinenti alla fiaba popolare e all’intercultura Biodiversità fisico-culturale Le fiabe permettono di conoscere e di mettere in dialogo le differenziazioni fisico-culturali, di riconoscerne la bellezza e l’importanza di preservarla dal rischio dalla drastica riduzione in atto Migrazione, mobilità umana, reti e flussi, confini Le fiabe viaggiano nello spazio e nel tempo, superano la rigidità dei confini, favoriscono il dialogo e l’incontro tra i popoli e le rispettive culture, permettono il confronto tra le generazioni, promuovono l’arricchimento reciproco

Incontro con la diversità Incontro, conoscenza Fiaba: Incontro con la diversità Incontro con luoghi lontani Incontro intergenerazionale Attraverso l’indagine del contesto ambientale, territoriale, culturale, economico e politico del popolo o dei popoli incontrati

Interazione, scambio Fiaba: Scambio a livello individuale Scambio a livello inter/intraculturale Attraverso: Studio delle culture, nella loro capacità di improntare, attraverso un’articolata serie di segni, il territorio, che viene ad assumere in sé i valori della cultura che l’ha prodotta. Le differenziazioni culturali si evidenziano spazialmente nelle diverse articolazioni del territorio e l’analisi di varie culture può offrire suggestive chiavi di lettura e d’interpretazione dell’assetto del territorio. Relativismo culturale, decentramento cognitivo.

Integrazione Fiaba Produzione di storie Per: Condivisione dell’universalità; Comprensione dei problemi; Apertura degli orizzonti interculturali Attivazione di nuovi comportamenti individuali e collettivi Formazione di cittadini più responsabili, più attenti e più attivi. Fiaba Produzione di storie Drammatizzazione di fiabe di altre culture Gioco di ruolo che traduce il senso della reciprocità

Esempio: la stessa fiaba per contesti geografici differenti

Fiaba africana Prova d’amore Fiaba persiana Il Principe Serpente Esempio: fiabe diverse e contesti geografici differenti per il riconoscimento di un’unica esigenza comune a tutti gli uomini http://www.lefiabe.com/delmondo.htm http://www.aquino.it http://www.dienneti.it/percorsi/favole_fiabe.htm http://web.tiscali.it/babyart/fiabe/fiabeetniche.htm Fiaba africana Prova d’amore Fiaba persiana Il Principe Serpente

2 Dimostrare l’esistenza dei nessi tra fiaba, intercultura e geografia attraverso un’ipotesi di lavoro Lettura della fiaba Un figlio di re, prima disgraziato, poi fortunato tratta da Verdenelli M., Bonura G., Fiabe Marchigiane, Mondadori, Milano, 1985. Rilevazione dati ambientali territoriali relativi al paesaggio, all’identità e al marchio territoriale Discussione collettiva Sistematizzazione delle conoscenze

DATI FISICI e AMBIENTALI - ambiente naturale- Morfologia del territorio (ambienti dominanti, localizzazione e disposizione) Mare, collina, montagna Componente ambientale prevalente = collina (2/3 del territorio, mare insicuro, montagna scollegata) Fauna Buoi, leone, formica, aquila, cavallo Principalmente animali da cortile o impiegati nell’attività agricola (raramente però i buoi, che erano onerosi da mantenere) Solo in una fiaba il lupo che, tuttavia, era piuttosto diffuso nelle Marche Flora Noci, alberi in generale, tabacco, siepi Bosco sempre presente: la copertura vegetale nelle Marche è abbastanza diffusa ed è punto di convergenza per personaggi ed eventi

Clima Mancano riferimenti precisi, ma poiché molte zone appaiono private del bosco, deve essere stata già messa in atto la deforestazione conseguente al periodo della Piccola Glaciazione, un inasprimento climatico che avvenne tra la fine del ‘500 e il primo Ottocento Idrografia e regime delle acque (presenza di corsi d’acqua, andamento, relativa portata ed entità della pendenza) Fiume e ruscello, messo in evidenza, nel secondo caso, il carattere torrentizio dei fiumi marchigiani Ortogonalità degli assi fluviali e vallivi (corrispondenza della rete viaria) Presenza di valichi, gole, bocche Presenti nelle fiabe, testimonianza della tipica conformazione geomorfologica marchigiana Presenza di grotte, caverne anche ipogee Frequenti nelle fiabe, forse ricollegabili al fenomeno del carsismo dovuto all’escavazione e all’erosione sotterranea dei fiumi

DATI TERRITORIALI (antropizzazione e organizzazione dell’ambiente naturale da parte dell’uomo – ambiente umanizzato) Rapporto uomo-ambiente (espressione della relazione – competitiva/ecologica/in equilibrio – In equilibrio, rapporto “ecologico”, non in competizione o in contrasto Antropizzazione del territorio (livello dell’antropizzazione – presenza di fabbricati, localizzazione, funzioni ed entità della diffusione, organizzazione territoriale per le attività economiche) Case sparse, lontane le una dalle altre, livello di antropizzazione scarsa Mare e collina abitati dagli umili; montagna abitata da re/regine e governatori; grotte e bosco abitati da eremiti e/o briganti

Attività economiche prevalenti, deducibili anche dagli strumenti utilizzati dai personaggi Sono presenti personaggi che svolgono attività strettamente interconnesse con quelle agresti (pastore, contadino), ma vi è un cenno all’attività marinara – sirena Presenza di personaggi che svolgono attività artigianali: muratore, falegname, tessitrice e tipiche, il calzolaio. Organizzazione territoriale, forme di governo (castelli, palazzi – e loro posizione - re, regine, governatori) Re, regine, principi, principessa, palazzo reale ... Preoccupazione di non poter mettere al mondo figli (maschi) tipica delle monarchie dinastiche – indicazione temporale, spazio feudale Poderi, territorializzazione mezzadrile Vie di comunicazione (presenza e direzioni della rete viaria, deducibile dagli spostamenti dei personaggi).... Direttrici est –ovest, lungo gli assi fluviali e vallivi Ortogonalità rispetto ai rilievi

L'ortogonalità degli assi fluviali e vallivi La copertura vegetale, il bosco

DATI RELATIVI AL PAESAGGIO, all’identità e al marchio territoriale Figure tipiche marchigiane Massara o Vergara Nomi dei personaggi Tipici della società rurale e mezzadrile (Quattordici, Tredici) Caratteristiche fisiche e psicologiche dei personaggi Caparbietà caratteriale e robustezza fisica Ostinazione e ostentazione della sfida Povertà (pidocchi, fame) Scaltrezza, furbizia

Linguaggio usato Tribolare, luna di traverso, aver salva l’anima, espressioni tipiche del linguaggio popolare Stile ierofanico, tono biblico Ricorrente espressione “Cammina cammina” Testimonianze di tradizioni culinarie Tagliolini, porchetta, gnocchi ecc. Pane, cacio, ricotta, vino Presenza di figure e/o tratti della cultura religiosa Santi e medaglietta, diavoli, curato, sagrestano Nomi dei luoghi Toponimi assenti Unica città citata Roma

Studio del territorio Approccio Immediato Mediato Osservazione diretta Deduzione La fiaba realizza una modalità di studio del territorio, perché dal racconto si possono dedurre: Tracce dell’ambiente in cui si svolgono le azioni della fiaba Le attività dell’uomo sul territorio di riferimento L’identità culturale di una regione Perché l’utilizzo della fiaba per trasmettere il marchio territoriale e culturale di un popolo, per restituire la percezione ambientale dello spazio del passato? Perché ha un linguaggio vicino a quello animistico dei bambini e quindi in grado di attivare una forma di mediazione più efficace e una conseguente acquisizione delle conoscenze più naturale e spontanea; Perché è una forma letteraria che per eccellenza risulta intessuta di componenti tipiche della cultura regionale e quindi in grado di trasmettere e di promuovere l’acquisizione e il riconoscimento delle caratteristiche ambientali e culturali della comunità di appartenenza.

Attività di laboratorio Materiali Testo di una fiaba Scheda di osservazione e rilevazione dati Profilo del paese da cui proviene la fiaba Consegna Leggere la fiaba Leggere la scheda descrittiva del Paese Cogliere analogie e relazioni Constatare l’importanza a livello di mediazione (inter)culturale prodotta dall’attività

3 Illustrare itinerari di lavoro diretti alla valorizzazione dell’identità culturale e geografica – e rispettivi prodotti -, mediati dalla fiaba popolare

SCHEDA DELL’ESPERIENZA (Dati identificativi dell’UdA) Anno scolastico 2004-05 Scuola Primaria di Fano Destinatari Alunni classe IV Personale coinvolto Esperto C.R.E.M.I., docente di classe Obiettivo Formativo Unitario Partendo dalla lettura e analisi di fiabe appartenenti a contesti geostorici differenti, acquisire la consapevolezza del fatto che tutti i racconti popolari posseggono precisi riferimenti alla realtà geografica e comprendere che l’esigenza di esplicitare la propria identità territoriale è comune a tutti gli uomini, per promuovere il rispetto reciproco e la capacità di vivere la diversità come ricchezza. Titolo del laboratorio Fiabe e geografia, tra cultura locale e interculturalità Obiettivi specifici di apprendimento CONOSCENZE Le Marche La Polonia Fiabe popolari marchigiane e polacche ABILITÀ conoscere la morfologia del territorio marchigiano e di quello polacco; conoscere alcuni tratti della cultura marchigiana e di quella polacca; acquisire la capacità di mettere in relazione caratteristiche territoriali e culturali, rilevando analogie e differenze; conoscere alcune fiabe appartenenti alle culture dei territori presi in esame; inventare una fiaba in cui si realizzi una convergenza di elementi delle fiabe marchigiane e di quelle polacche e in cui siano presenti aspetti tipici dei rispettivi territori; realizzare un libro animato/giornalino destinato a rappresentare la fiaba inedita ideata dagli alunni e attestante l’attività.

Informazioni relative alla mediazione didattica Metodi 1.lezione dialogica 2.metodo euristico 3.metodologia della ricerca e costruzione attiva del sapere individuale Tempi Otto incontri di due ore ciascuno con frequenza settimanale Soluzioni organizzative 1.lavoro individuale 2.lavoro a piccolo e grande gruppo eterogeneo per sesso e capacità 3.attività di laboratorio Fasi di sviluppo Materiali e mezzi occorrenti primo incontro Fiabe marchigiane: lettura e rilevazione di elementi morfologici e culturali presenti nella narrazione;le Marche: morfologia e cultura del territorio; individuazione delle relazioni tra gli elementi emersi dalla lettura della fiaba e quelli acquisiti a livello geografico; Testi di fiabe marchigiane e, in particolare, fiaba intitolata “Le nozze di Pollicino”; Carta fisica della regione; carte tematiche relative a specifici aspetti del territorio marchigiano (andamento delle dorsali e processo orogenetico, idrografia), libro di testo (sezione geografia);

Fasi di sviluppo Materiali e mezzi occorrenti Secondo incontro secondo incontro Fiabe marchigiane: lettura e rilevazione di elementi morfologici e culturali presenti nella narrazione;le Marche: morfologia e cultura del territorio; individuazione delle relazioni tra gli elementi emersi dalla lettura della fiaba e quelli acquisiti a livello geografico; Testi di fiabe marchigiane e, in particolare, fiaba intitolata “Le nozze di Pollicino”; Carta fisica della regione; carte tematiche relative a specifici aspetti del territorio marchigiano (andamento delle dorsali e processo orogenetico, idrografia), libro di testo (sezione geografia); Terzo incontro Invenzione di una fiaba marchigiano-polacca; progettazione di un libro animato e di un giornalino destinato a rappresentare la storia ideata dagli alunni; quaderno individuale, materiale letto e analizzato durante gli incontri precedenti; carta da pacchi bianca, pennarelli, cartoncini colorati, colori vari e pastelli, materiale non convenzionale portato dagli alunni, colla vinilica ecc.; Quarto incontro predisposizione dei materiali per la realizzazione del prodotto; fotocopie, libro di testo, cartoncini colorati, colori vari e pastelli, colla vinilica, carta da pacchi bianca, materiale non convenzionale portato dagli alunni, computer, software di impaginazione, fotocopiatrice

Percorsi educativo-didattici: esiti, prodotti, riscontri sul piano formativo Fiabe e geografia per scoprire il territorio

CAMMINA CAMMINA C’era una volta un omino con gli occhiali che non sopportava di vivere insieme alle persone che non portavano gli occhiali. Cammina cammina, l’omino arrivò in una città dove abitavano solo persone con gli occhiali e a quel punto si accorse che non sopportava di vivere insieme alle persone nere, perché naturalmente lui era bianco. Cammina cammina, l’omino trovò un quartiere in cui abitavano solo persone bianche con gli occhiali e a quel punto si accorse che non sopportava le donne, perché naturalmente lui era un uomo. Cammina cammina, l’omino arrivò davanti a un grattacielo pieno di uomini bianchi con gli occhiali e a quel punto si accorse che non sopportava di vivere con le persone che non avevano la cravatta, perché naturalmente lui portava sempre la cravatta.

Cammina cammina, l’omino arrivò all’ultimo piano del grattacielo, dove c’erano solo uomini bianchi con gli occhiali e la cravatta e a quel punto si accorse che non sopportava di vivere con le persone con i capelli neri, perché naturalmente lui era biondo. Cammina cammina, l’omino trovò una stanza piena di uomini bianchi con i capelli biondi, gli occhiali e la cravatta e a quel punto si accorse che non sopportava di vivere con le persone con i capelli lunghi, perché naturalmente lui aveva i capelli corti. Cammina cammina, l’omino trovò una stanza più piccola piena di uomini bianchi con i capelli biondi corti gli occhiali e la cravatta e a quel punto si accorse che non sopportava di vivere con le persone che erano più basse di lui, perché lui si sentiva molto alto. Cammina cammina, l’omino trovò una stanza ancora più piccola piena di uomini alti bianchi con i capelli biondi corti gli occhiali e la cravatta, e a quel punto si accorse che non sopportava di vivere con le persone che non credevano in Dio, perché naturalmente lui era credente.

Cammina cammina, l’omino trovò una stanza minuscola piena di uomini alti, bianchi con i capelli biondi, corti, gli occhiali, la cravatta, che credevano in Dio, e a quel punto si accorse che non sopportava di vivere con le persone che non avevano tre unghie della mano sinistra pitturate di verde, perché naturalmente lui aveva tre unghie della mano sinistra pitturate di verde. Cammina cammina, l’omino trovò una porta alta più o meno come una finestra e sopra alla porta c’era scritto:  “CLUB DEGLI UOMINI ALTI BIANCHI IN CRAVATTA CON GLI OCCHIALI I CAPELLI BIONDI CORTI CHE CREDONO IN DIO E HANNO TRE UNGHIE DELLA MANO SINISTRA PITTURATE DI VERDE” "Ecco il posto giusto per me ", pensò l’omino. "Finalmente troverò degli amici simpatici e potrò vivere felice!". Ma quando aprì la porta, si accorse che la stanzetta era vuota e c’era posto solo per lui.