Dal modello bio-medico al modello bio-psico-sociale

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Dal modello bio-medico al modello bio-psico-sociale

L’assunzione fondamentale del modello bio-psico-sociale è che ogni condizione di salute o di malattia sia la conseguenza dell’interazione tra fattori biologici, psicologici e sociali (Engels, 1977, 1980; Scwartz, 1982).

IL MODELLO BIOPSICOSOCIALE IL MONDO Sistemi sociali Società Comunità Famiglia LA PERSONA Sistemi psicologici (esperienza e comportamenti) Cognitivo Emotivo Motivazionale Sistemi biologici Organi Tessuti Cellule IL MODELLO BIOPSICOSOCIALE

La concettualizzazione del modello muove dalla consapevolezza di diversi punti di debolezza del modello biomedico. Innanzitutto la difficoltà di comprendere le relazioni causali tra condizioni somatiche e malattia. In molte condizioni epidemiologicamente rilevanti, ad esempio, l’esposizione ad un agente contagioso conduce solo in una percentuale di casi, e non nella totalità, allo sviluppo della malattia. Il modello biomedico ignora i fattori sociali e psicologici che possono mudulare l’efficacia della risposta del soggetto. Infine esso ignora completamente l’importanza della relazione tra medico e paziente nei processi di diagnosi e terapia come fattori che invece influenzano fortemente gli esiti terapeutici.

La crisi del “paradigma” biomedico ha aperto la strada ad una più ampia considerazione dei fattori implicati nella salute, verso un approccio che tenga conto: a)  dell’interazione nella configurazione dello stato di salute e di malattia tra processi che agiscono a livello macro (come l’esistenza di sostegno sociale o la presenza di depressione) e a livello micro (come squilibri a livello biochimico e cellulare); b) dalla natura multifattoriale sia delle cause che agiscono sulla salute e sulla malattia sia degli effetti che la salute e la malattia possono avere; della non distinguibilità della mente e del corpo nella influenza sulle condizioni di salute di un individuo; d) la considerazione che la salute è un obiettivo che deve essere conseguito positivamente, mediante una attenzione alle necessità di ordine biologico, psicologico e sociale, e non come uno stato che deve essere solamente salvaguardato.

Un’implicazione importante del modello biopsicosociale è l’esplicito riferimento al concetto di sistema, sviluppato da L. von Bertelanfly (1968), inteso come un’entità dinamica in cui le componenti sono in continua e reciproca interazione, in modo da formare un unità o un tutto organico (cfr. Stone, 1987).

Dimensione evolutiva (life-span perspective) la comprensione dei processi di salute e di malattia chiedono di essere contestualizzati secondo una prospettiva temporale che abbracci tutto l’arco vitale. I livelli di organizzazione coinvolti nel sistema bio-psico-sociale sono dipendenti dai cambiamenti che caratterizzano lo sviluppo. La rappresentazione della salute e della malattia cambia fortemente nel corso della vita, così come cambiano i processi biologici di base, le dinamiche emotive, cognitive e di personalità, le norme sociali e le aspettative, le attività e il livello di partecipazione alla vita di relazione

Il quadro evolutivo che emerge è quindi fortemente caratterizzato da una relazione lungo la linea temporale tra “persona” e “contesti”, in un disegno assimilabile a quello proposto da Ford e Lerner (1992) Genitore ecc. Cognizione Personalità Atteggiamenti Livello di sviluppo Biologia Temperamento Comportamento Contesto sociale Amici gen. Amici bamb. Contesto lavorativo Contesto matrimoniale Parenti Altro Coniuge Fratelli Contesto scolastico Insegnanti Compagni Bambino Ambienti naturali e artificiali Cultura Società Comunità Colleghi Altre persone tempo Ford e Lerner, 1992

LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE COINVOLTI NEL MODELLO OLISTICO-SISTEMICO Wapner, 1995

Sotto molti aspetti, quindi, il quadro concettuale si caratterizza e si esplicita mediante l’individuazione della relazione tra persona e ambiente come unità di analisi e sembra orientarsi verso concezioni di tipo contestualistico-evolutivo. Infatti:

Il modello bio-psico-sociale privilegia, coerentemente con l’approccio contestualistico-evolutivo, la non linearità o la multilinearità entro modelli causali complessi, piuttosto che legami di tipo deterministico e lineari. Allo stesso modo le relazioni previste dal modello tra i diversi livelli di organizzazione si possono definire come transazioni (che implicano cambiamenti in tutti i livelli di organizzazione coinvolti) piuttosto che come interazioni (in cui tali cambiamenti non sono implicati e in cui l’enfasi è conferita più agli effetti che ai processi).

La dimensione evolutiva coinvolge tutte le relazioni transattive che specificano la relazione tra persona e contesti. Il modello biopsicosociale cerca di rendere conto di come le relazioni tra livelli di organizzazione si modificano lungo la linea temporale. Un’analisi dei processi dinamici (Ford e Lerner, 1992), come quelli indicati dalla figura successiva, implica una “teoria del cambiamento evolutivo” che probabilmente costituisce una linea di orizzonte dell’attuale concettualizzazione in psicologia della salute.