La prima guerra mondiale

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Transcript della presentazione:

La prima guerra mondiale

Vita quotidiana durante la guerra Per le donne significava un doppio carico perché dovevano badare alla famiglia e contemporaneamente lavorare. Gli operai delle industrie e i paesani erano meno entusiasti della guerra che la borghesia. Per mantenere il senso di patriottismo parole straniere furono cambiate in espressioni tedesche (Verdeutschung), p.e. per marche di sigari. Nel 1915 ci fu l’azione del chiodo (Nagelaktion): La popolazione doveva comprare un chiodo per sostenere i costi della guerra. Questi chiodi venivano conficcati durante delle cerimonie p.e. in croci o statuette di legno. Molte coppie si sposarono in fretta prima che l’uomo partisse per la guerra.

Le donne alla produzione di armi – Die Heimatfront

Rifornimento con alimenti Nell’aspettativa di una veloce vittoria le riserve alimentari furono consumate nei primi mesi della guerra. A causa del blocco dei trasporti via mare (Seeblockade) da parte degli inglesi e dopo una serie di cattive raccolte il rifornimento della popolazione non poté essere assicurato. Per l’armata furono sequestrati un milione di cavalli che mancarono poi nell’agricoltura. Anche concimi e pezzi di ricambio per macchine agricole mancarono. La produzione di patate scendeva da 52 mio. di tonnellate nel 1913 a 29 mio. nel 1918 e la raccolta del grano da 27,1 mio. di tonnellate nel 1914 a 17,3 mio. nel 1918.

Prima cucina ambulante a Berlino nel 1916

Fare la fila per la razione quotidiana di alimenti 1917

Il governo rilasciò delle ordinanze per limitare il prezzo massimo per pane, grano e patate. Carte annonarie furono distribuite, ma non sempre corrispondevano ad una reale esistenza degli alimenti. Nel 1914 fu permesso di allungare il pane con un surrogato (Ersatzstoff) nella misura del 30% di patate: “K-Brot”. Il traffico illecito fiorì e spesso i contadini nascondevano le loro raccolte davanti ai controlli statali per chiedere dei prezzi più alti sul mercato nero. Così le razioni scendevano ancora di più. Nel 1915 fu vietato produrre grappa e le rape, prima solo usate come mangime, furono distribuite come alimento. Primi tumulti degli affamati nel 1915.

“Kohlrübenwinter” Il culmine fu raggiunto nell’inverno del 1916/17 chiamato “Hungerwinter” (inverno della fame). La raccolta di patate raggiunse solo il 50% del previsto. “Kohlrüben” (rape da zucchero) furono distribuite come sostituto. Gli alimenti distribuiti avevano in media 1.000 calorie per persona al giorno. Il bisogno calcolato dal ministero della salute era di 2.280 calorie. Per combattere i tumulti fu impiegato l’esercito. Nell’inverno 1917/18 la razione di patate scendeva da mezzo chilo a 375 grammi, in alcune città a 1,5 chili a settimana, senza che questa quantità potesse essere sempre garantita. Mancarono 6 mio. di tonnellate di patate per saziare il popolo. Circa 750.000 persone morirono di fame in Germania durante la prima guerra mondiale.

Surrogati Per coprire il fabbisogno di gomma dei militari le ruote delle biciclette furono sequestrate e sostituite da fili metallici. Al posto delle suole di cuoio furono prodotte scarpe con suole di legno poco comode. Il cuoio era richiesto dai militari per costruire cinghie. L’industria tessile sperimentò surrogati di tessuti fatti di ortiche o canna. Particolarmente resistente erano i fili da cucire fatti di carta. Anche questi però furono sequestrati nell’ottobre 1917 dai militari. Era sempre più difficile mantenere il proprio guardaroba relativamente in ordine.

Sequestro dei metalli 1918

L’umore della popolazione Le fasce non privilegiate erano costrette a rubare carbone e andare in campagna per cercare cibo dai contadini (“Hamsterfahrten”). Lo stato subì un’enorme perdita di credibilità da parte della popolazione perché questa capì ben presto che nonostante le promesse gli alimenti non bastavano per sfamare tutti. Le donne e i giovani erano coperti dal personale dei treni quando andavano in campagna per comprare alimenti dai contadini, nonostante fosse un’azione illecita. L’amministrazione dell’alimentazione dava dei consigli assurdi agli affamati come ad esempio suddividere una razione in 30 morsi per un totale di 2500 masticazioni da effettuarsi in 30 minuti per sfruttare meglio il cibo e così saziarsi con meno. La popolazione reagì con disprezzo a questi consigli.

La situazione al fronte I soldati venivano informati della situazione a casa solo attraverso le lettere della propria famiglia. Anche al fronte si combatteva contro la fame, la distribuzione del cibo non si svolgeva in maniera equa e i generali mantenevano il meglio per se stessi. Senza riguardo per la quantità delle perdite, i soldati furono impegnati in battaglie senza fine e subivano la crudele realtà di una guerra di posizione, spesso combattendo per pochi metri. Durante le tregue dovevano cercare le migliaia di cadaveri dei compagni, coprirli con calce contro il rischio di epidemie e seppellirli in fretta. La guerra fu percepita come “gabbia” dalla quale non si poteva scappare. La tecnica dominò la guerra e rese chiaro che la modernizzazione era collegata al pericolo dello sterminio della razza umana.

I soldati mentre scrivono le lettere – “Feldpost” – nel 1914/15

Il fronte all’ovest nel luglio 1916

Il campo di battaglia nel 1916

Pausa nella trincea 1914

La visione apocalittica degli ultimi giorni dell’umanità aveva trovato un’analogia in questa guerra nella quale l’uomo fu il suddito delle proprie armi. Molti soldati si auto-mutilavano solo per poter tornare a casa. Per la sopravvivenza fu necessario rendersi ottuso e sviluppare un’insensibilità nei confronti della sofferenza e della morte quotidiana. Trasformati in “macchine da guerra” e allontanati per anni dalla vita civile molti soldati non furono in grado di riadattarsi alle strutture della società borghese. Alle mutilazioni fisiche corrispondevano i traumi psicologici che furono rafforzati dal fatto che i soldati che ritornavano non erano festeggiati come eroi, ma piuttosto compianti o addirittura resi responsabili per la perdita della guerra.

Attività sportive degli invalidi nel 1917

Paesaggio devastato ad Armentières nell’aprile 1918