dott.sa Chiara Mazzanti Università degli Studi di Bologna

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Transcript della presentazione:

dott.sa Chiara Mazzanti Università degli Studi di Bologna LO SVILUPPO SOCIALE dott.sa Chiara Mazzanti Università degli Studi di Bologna

Punti Principali Lo sviluppo sociale I teorici dello sviluppo sociale Relazioni e interazioni La persona e i suoi sistemi La prima infanzia: dalla nascita alla conquista di un “dialogo”, l’interazione tra pari e lo sviluppo di sé L’età prescolare: sviluppo dell’identità di genere e delle relazioni tra pari L’età scolare: sviluppo morale L’età preadolescenziale e adolescenziale: sviluppo dell’identità e il ruolo del gruppo

LO SVILUPPO SOCIALE SECONDO SCHAFFER Lo sviluppo sociale concerne “il modo in cui i bambini interagiscono con gli altri, e quindi gli schemi di comportamento, i sentimenti, gli atteggiamenti e i concetti manifestati dai bambini in relazione alle altre persone e al modo in cui questi diversi aspetti variano durante la crescita”. Schaffer (1996)

LO SVILUPPO DELLA INTERAZIONE CON GLI ALTRI LO SVILUPPO SOCIALE LO SVILUPPO DEL SE’ LO SVILUPPO DELLA INTERAZIONE CON GLI ALTRI

SVILUPPO SOCIALE SVILUPPO EMOTIVO SVILUPPO COGNITIVO SVILUPPO DEL SÉ E DELL’IDENTITÀ INTERAZIONI CON GLI ALTRI (FAMIGLIA – COETANEI) SVILUPPO MORALE

I TEORICI DELLO SVILUPPO SOCIALE Teorie psicodinamiche (psicoanalisi) Teoria dell’attaccamento di Bowlby Teoria di Piaget Teoria storico-culturale di Vygotskij Teoria socio-culturale di Bruner Teoria dell’apprendimento sociale di Bandura Teoria etologica Teoria della mente Teoria ecologica dello sviluppo di Bronfenbrenner Teoria dei sistemi dinamici

FASCE D’ETA’ PRIMA INFANZIA (0-2/3 anni) ETA’ PRESCOLARE o PRIMA FANCIULLEZZA (4-6 anni) ETA’ SCOLARE O FANCIULLEZZA (6-10 anni) PREADOLESCENZA E ADOLESCENZA (10-11 fino all’età adulta)

RELAZIONI INTERAZIONI E TRANSAZIONI INTERAZIONI (Hinde, 1976) RELAZIONI (Orizzontali e Verticali)(Hinde, 1976) TRANSIZIONI (Coerenti e non) (Sameroff, 1975)

LA PERSONA E I SUOI SISTEMI

IL MODELLO DEI SISTEMI ECOLOGICI di BROFENBRENNER (1979) processo-persona-contesto MACROSISTEMA D ESOSISTEMA C B A1 A2 MICROSISTEMA MESOSISTEMA

IL BAMBINO

PRIMA INFANZIA

Interazione madre-bambino Dalla nascita alla conquista di un “dialogo”: la costruzione delle prime relazioni (cfr. lezioni della Prof.ssa Nicoletti)

LO SVILUPPO DEL SÉ

Il Sé Un’entità ipotetica, è una “teoria” che ognuno di noi sviluppa su chi siamo e come ci inseriamo nella società. Questa “teoria” si modifica costantemente durante l’infanzia alla luce dello sviluppo cognitivo e dell’esperienza sociale. La sua funzione è quella di definirci, di integrare le diverse esperienze che facciamo.

Aspetti del Sé IL CONCETTO DI SÉ: l’immagine che i bambini costruiscono si di se stessi (sono una bambina generosa, sono mancina) LA CONSAPEVOLEZZA DI SÉ: la comprensione da parte dei bambini che ognuno è un essere distinto, un’entità separata da tutte le altre, dotato di un’identità propria LA STIMA DI SÉ: l’aspetto valutativo del Sé che risponde alla domanda “Quando sono buono?” e che si riferisce al valore e alla competenza che l’individuo percepisce in relazione a sé.

Sviluppo del Sé Lo sviluppo del Sé è strettamente legato allo sviluppo della comprensione dell’altro.

I teorici dello studio del sé James (1882): Introduzione del Sé Mead (1935): Altro generalizzato (gioco semplice e gioco organizzato) Lewis e colleghi (Lewis e Brooks-Gunn 1979; Lewis, 1990): Sé categorico che organizza l’esperienza e Sé esistenziale che consente al bambino l’attività di autoriflessione.

Modello di trasformazione e sviluppo delle relazioni di Lewis (Genta, 2005) Interazione (0-4 mesi) M-B / B-O / B-A Sviluppo Cognitivo Componente Affettiva Sviluppo del Sé (15-18/24 mesi) Autoriconoscimento Pronomi Personali Gioco di Finzione Sviluppo del Sé (15-18 mesi in avanti) Attaccamento Amicizie Comportamenti Sociali Empatia Condivisione

Interazione tra pari 3 mesi: ci sono i primi segni di consapevolezza sociale (Field, 1979, Fogel, 1979). 6 mesi: sorrisi, toccare e propendono verso gli altri bambini (Hay, Nash & Pedersen, 1983). Bambini più grandi: vanno a carponi verso altri bambini (Vandell & Mueller, 1980). 2 anni: iniziano delle vere e proprie interazioni, man mano che l’età cresce ne aumenta il numero e la complessità (Howes, 1987, Bronson, 1981).

ETA’ PRESCOLARE

Età Prescolare Esperienza di nuovi microsistemi: nido e scuola dell’infanzia Autonomia Iniziativa Autoregolazione Teoria della mente Sviluppo dell’identità di genere Sviluppo delle relazioni tra pari (amicizia)

Età Prescolare Relazioni con i coetanei, una nuova immagine delle relazioni fra pari e la cultura dei coetanei (cfr. Genta; Corsaro). Sviluppo delle relazioni e il ruolo dei fratelli (cfr. Dunn). Cooperazione e Competizione. Tipologie e funzioni di gioco (cfr. capitolo di Smith in Genta, 2005). Autoregolazione. Tipologia di relazioni: amicizia/antipatia, bullismo/vittimizzazione, accettazione/rifiuto sociale. Status sociale e competenza sociale.

Due nuovi microsistemi NIDO Esperienze di distacco dalla famiglia Nuove figure di riferimento Prime esperienze di “gruppo” (6-7 bambini) SCUOLA DELL’INFANZIA Esperienze di distacco dalla famiglia Nuove figure di riferimento Esperienze di gruppo (20-25 bambini)

Sviluppo dell’identità di genere

Studi sulle differenze di genere La differenza di genere è un fattore critico nell’organizzare il comportamento sociale dei bambini. In particolare per quanto riguarda: La scelta dei giocattoli La scelta dei compagni di gioco Lo stile relazionale

Teorie sulla tipizzazione sessuale Teorie biologiche: hanno enfatizzato i fattori biologici. Teorie psicoanalitiche: hanno enfatizzato i fattori psicologici come l’identificazione con il genitore dello stesso genere. Teorie dell’apprendimento sociale: hanno enfatizzato i fattori sociali ed educativi es. i modelli osservati e i rinforzi ricevuti. Teoria cognitiva di Kohlberg e la Teoria dello schema di genere di Martin: hanno enfattizato i fattori cognitivi.

Relazioni con i coetanei

Relazioni con i pari Con il crescere dell’età le relazioni con i coetanei diventano sempre più frequenti, complesse e ricche. Prima infanzia: verso i 2 anni e mezzo-3 i bambini tendono ad imitare i compagni e l’interazione non è ancora coordinata. Età prescolare: le interazioni sono coordinate e vi è la comparsa del gioco di finzione. Fanciullezza: le interazioni diventano sempre più complesse e caratterizzate dalla segregazione di genere. Adolescenza: i pari assumono un ruolo critico, soprattutto rispetto allo sviluppo dell’identità di genere.

Dinamiche relazionali fra pari Processi di cooperazione e processi di competizione (Charlesworth, 1988; 1996) Gerarchie di dominanza relativamente stabili (Blurton-Jones, 1972; McGrew, 1972; Strayer & Strayer, 1976)

Studi sui fratelli (Judy Dunn) Una miscela di complementarietà e di reciprocità. Analisi delle conversazioni: dialogo caratterizzato da racconti su scherzi, situazioni buffe, sentimenti (lessico psicologico). Regole sociali: possesso, imparzialità, condivisione, alternanza di ruoli. Fattori: età, genere, temperamento e carattere di ciascuno.

RELAZIONI FRA PARI AMICIZIA ACCETTAZIONE - RIFIUTO BULLISMO - VITTIMIZZAZIONE

FATTORI CHE DETERMINANO L’AMICIZIA 1)Ipotesi dell’ATTRAZIONE PER COMPLEMENTARITA’ Scegliamo come amici le persone che possiedono attributi e caratteristiche che noi non possediamo, ma che Desidereremmo possedere. In questo caso l’amico è una persona da ammirare, da cui imparare e, nei casi più estremi, addirittura da idealizzare. 2)Ipotesi dell’ATTRAZIONE PER SIMILARITA’ (Omofilia) Scegliamo come amici le persone che sono più simili a noi Cfr. Tani, Rossi e Smorti (2005); Bukowski (2004); Aboud e Mendelson (1996)

L’AMICIZIA E LE SUE ASSOCIAZIONI CON ALTRI ASPETTI DELLO SVILUPPO Benessere generale Cfr. Bukowski e Sandberg (1999); Dunn (2002); Hartup e Abecasis (2002) Opportunità di un maggior sviluppo cognitivo e del linguaggio Cfr. Gresham e Reschly (1987) Aumento del comportamento prosociale Cfr. Costin e Jones (1992) Opportunità di protezione dal rischio di vittimizzazione Cfr.Schwartz, Dodge, Pettit, Bates e John (2000) Supporto nel passaggio dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria Cfr. Berndt (1989); Ladd et al. (1996)

QUANDO I BAMBINI NON OFFRONO AMICIZIA, MA VITTIMIZZAZIONE e RIFIUTO CRONICO Bambini con precoci esperienze di vittimizzazione o situazioni croniche di rifiuto hanno un maggior rischio di incorrere in vari problemi quando crescono: a) Assenze ingiustificate a scuola b) Problemi emozionali (ansia e depressione) c) Comportamenti antisociali Cfr. B. Kochenderfer-Ladd (2003); Parker et al. (1995)

ETA’ SCOLARE

Età scolare Amicizia Sviluppo Morale Autostima: con lo sviluppo del Sé emergono le autovalutazioni che contribuiscono alla formazione dell’autostima.

L’amicizia in età scolare L’ingresso nella scuola primaria aumenta notevolmente le possibilità d’interazione con i coetanei (Hartup, 1983). Vi è un aumento delle capacità di comunicare informazioni e significati. Vi è un aumento delle capacità di collaborare e condividere le abilità. Vi è uno sviluppo delle competenze emotive e della capacità di leggere gli stati emotivi altrui. Vi è un aumento della stabilità delle relazioni. - Modello di Selman: stadio 1 e 2 l’amicizia come aiuto unilaterale, natura soggettiva del legame, iniziale considerazione delle caratteristiche psicologiche dell’altro, cooperazione in circostanze favorevoli, capacità di coordinare diversi punti di vista, iniziale consapevolezza della reciprocità del rapporto. In generale, le interazioni tra coetanei nel corso dello sviluppo tendono a diventare più frequenti, intense, complesse, intime e coesive.

Teorie sullo sviluppo morale Teorie psicoanalitiche: il Super-Io come interiorizzazione delle regole. Teorie dell’apprendimento sociale: l’apprendimento delle regole avviene per imitazione dei modelli. Teorie cognitiviste: Piaget e Kohlberg in cui lo sviluppo cognitivo è strettamente connesso a quello morale.

PREADOLESCENZA E ADOLESCENZA

Preadolescenza e adolescenza Periodo di transizione Sviluppo puberale e connessa percezione corporea Lo sviluppo stadiale dell’identità personale secondo Erikson Contesti relazionali: famiglia e coetanei.

Lo sviluppo dell’identità di Erikson Secondo Erikson lo sviluppo dell’identità avviene attraverso il susseguirsi di crisi psicosociali che possono incorrere in un esito adattivo o disadattivo. I fattori che influenzano lo sviluppo dell’identità possono essere legati alle: funzioni dell’Io, alle modalità di adattamento, alle relazioni interpersonali e alle caratteristiche socioculturali. L’identità dell’Io media i rapporti tra Es e Super-Io.