POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) Corso di politica economica europea- Prof. Roberto Fanfani POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC)
POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) SINTESI Corso di politica economica europea- Prof. Roberto Fanfani POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) SINTESI La politica agricola comunitaria (Pac) ha costituito e costituisce il principale settore di intervento nell’Unione europea. La Pac ha portato alla creazione di un Mercato comune agricolo allargato a un numero sempre maggiore di paesi. Lo sviluppo dell’agricoltura europea ha contribuito non poco a modificare anche lo scenario mondiale dei mercati agricoli. L’Unione europea è oggi la principale area commerciale di prodotti agricoli ed alimentari a livello mondiale ( importazione ed esportazione) La politica agricola comunitaria (Pac) ha costituito e costituisce il principale settore di intervento nell’Unione europea. La Pac, pur con i suoi limiti e distorsioni, ha portato alla creazione di un mercato comune agricolo allargato a un numero sempre maggiore di paesi. Lo sviluppo dell’agricoltura europea ha contribuito non poco a modificare anche lo scenario mondiale dei mercati agricoli. Infatti l’Unione europea è oggi la principale area commerciale di prodotti agricoli a livello mondiale, proprio per la posizione spesso dominante raggiunta come importatrice ed esportatrice di prodotti agricoli.
POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) SINTESI La nascita e l’impostazione della Pac sono state determinate: dalla situazione di arretratezza dell’agricoltura dai problemi della sicurezza alimentare nell’immediato secondo dopoguerra. I progetti di integrazione delle agricolture europee si sono manifestati fin dal 1948 limitati quasi esclusivamente a regolamentare e sviluppare gli scambi, che fino a quel momento erano stati particolarmente limitati. prevalere di politiche protezionistiche nei singoli paesi. Solo con la firma del Trattato di Roma del 1957 furono definiti gli obiettivi generali di politica agraria. La nascita e l’impostazione della Pac sono state determinate in larga parte dalla situazione di arretratezza dell’agricoltura e dai problemi della sicurezza alimentare nell’immediato dopoguerra. I progetti di integrazione delle agricolture europee si sono manifestati fin dal 1948 ma si limitarono, però, quasi esclusivamente a regolamentare e sviluppare gli scambi, che fino a quel momento erano stati particolarmente limitati, proprio per il prevalere di politiche protezionistiche nei singoli paesi. Solo con la firma del Trattato di Roma del 1957 furono definiti gli obiettivi generali di politica agraria.
POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) SINTESI Gli obiettivi generali di politica agraria furono definiti nel Trattato di Roma del 1957. Nell’articolo 39 si affermava la necessità di: incrementare la produttività dell’agricoltura di migliorare il tenore di vita della popolazione agricola tramite un miglioramento del reddito di stabilizzare i mercati sicurezza degli approvvigionamenti. Nella seconda parte dell’articolo 39 si indicavano altri due aspetti importanti da affrontare: la struttura sociale e della disparità tra le diverse regioni agricole; la stretta relazione tra agricoltura e resto del sistema economico. Nell’articolo 39 si affermava la necessità di incrementare la produttività dell’agricoltura, di migliorare il tenore di vita della popolazione agricola tramite un miglioramento del reddito, di stabilizzare i mercati, di puntare alla sicurezza degli approvvigionamenti. Nella seconda parte dell’articolo 39 invece si sottolineavano altri due aspetti importanti: quello della struttura sociale e della disparità tra le diverse regioni agricole, e la stretta relazione tra agricoltura e resto del sistema economico.
Gli strumenti di intervento della Pac POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) SINTESI Gli strumenti di intervento della Pac La struttura della politica agricola vennero definiti alla Conferenza intergovernativa tenutasi a Stresa nel 1958. La Conferenza di Stresa confermò gli interventi a favore dell’aumento produttivo come l’elemento centrale per incrementare la produttività e i redditi agricoli. Il problema del sostegno dei prezzi agricoli e, in particolare il loro livello, non ricevette una attenzione specifica. . Gli strumenti di intervento e la struttura della politica agricola vennero però definiti alla Conferenza intergovernativa tenutasi a Stresa nel 1958. Questa Conferenza confermò gli interventi a favore dell’aumento produttivo come l’elemento centrale per incrementare la produttività e i redditi agricoli. Il problema dei prezzi agricoli e, in particolare, il loro livello, non ricevette una attenzione specifica.
Il sostegno dei prezzi e dei mercati agricoli POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) SINTESI Il sostegno dei prezzi e dei mercati agricoli Le prime proposte dalla Commissione europea prevedevano la fissazione dei prezzi agricoli a un livello medio rispetto a quelli in vigore nei paesi della Comunità La posizione assunta dai tedeschi fu particolarmente rigida nel richiedere di fissare i prezzi ai livelli più elevati del loro mercato interno (simili a quelli italiani). Francesi e olandesi, assieme alla stessa Commissione, erano propensi a fissare prezzi più bassi. Le azioni più efficaci e pressanti per fissare prezzi elevati furono messe in atto dalle organizzazioni agricole di categoria, il cui ruolo nella determinazione della Pac fu in quegli anni molto incisivo. Le prime proposte elaborate dalla Commissione europea prevedevano la fissazione dei prezzi agricoli a un livello medio rispetto a quelli in vigore nei paesi della Comunità, ma la posizione assunta dai tedeschi fu particolarmente rigida nel richiedere di fissare i prezzi ai livelli più elevati del loro mercato interno (simili a quelli italiani). Francesi e olandesi, assieme alla stessa Commissione, erano propensi a fissare prezzi più bassi. Le azioni più efficaci e pressanti per fissare prezzi elevati furono messe in atto dalle organizzazioni agricole di categoria, il cui ruolo nella determinazione della Pac fu in quegli anni molto incisivo. Nel gennaio del 1962 prese l’avvio l’organizzazione comune dei mercati per i cereali in cui si prevedeva un forte sostegno dei prezzi agricoli. La fissazione dei prezzi partiva dalla indicazione di un prezzo obiettivo o di riferimento, ritenuto idoneo per regolare i mercati europei e mantenerli in equilibrio. Si determinava quindi il prezzo di intervento, che consiste nel prezzo minimo garantito a cui il prodotto viene ritirato dal mercato a spese della Comunità. Inoltre, per regolamentare le importazioni viene definito il prezzo soglia, che rappresenta il prezzo di ingresso nella Unione per le importazioni dai paesi terzi. Per mantenere i prezzi interni all’Unione al di sopra del prezzo soglia vengono effettuati dei prelievi variabili sulle importazioni agricole dal resto del mondo, mentre si stabiliscono delle restituzioni alle esportazioni, pari alla differenza fra il prezzo mondiale (generalmente più basso) e quello soglia di ingresso nell’Unione (più alto).
La sezione orientamento finanzia le politiche strutturali. POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) SINTESI Il sostegno dei prezzi e dei mercati agricoli Il finanziamento della PAC avviene con il Fondo europeo orientamento e garanzia agricola ( FEOGA), attraverso cui vengono erogati i finanziamenti dell’Ue La sezione garanzia finanzia la politica dei prezzi e dei mercati. La sezione orientamento finanzia le politiche strutturali. Le prime proposte elaborate dalla Commissione europea prevedevano la fissazione dei prezzi agricoli a un livello medio rispetto a quelli in vigore nei paesi della Comunità, ma la posizione assunta dai tedeschi fu particolarmente rigida nel richiedere di fissare i prezzi ai livelli più elevati del loro mercato interno (simili a quelli italiani). Francesi e olandesi, assieme alla stessa Commissione, erano propensi a fissare prezzi più bassi. Le azioni più efficaci e pressanti per fissare prezzi elevati furono messe in atto dalle organizzazioni agricole di categoria, il cui ruolo nella determinazione della Pac fu in quegli anni molto incisivo. Nel gennaio del 1962 prese l’avvio l’organizzazione comune dei mercati per i cereali in cui si prevedeva un forte sostegno dei prezzi agricoli. La fissazione dei prezzi partiva dalla indicazione di un prezzo obiettivo o di riferimento, ritenuto idoneo per regolare i mercati europei e mantenerli in equilibrio. Si determinava quindi il prezzo di intervento, che consiste nel prezzo minimo garantito a cui il prodotto viene ritirato dal mercato a spese della Comunità. Inoltre, per regolamentare le importazioni viene definito il prezzo soglia, che rappresenta il prezzo di ingresso nella Unione per le importazioni dai paesi terzi. Per mantenere i prezzi interni all’Unione al di sopra del prezzo soglia vengono effettuati dei prelievi variabili sulle importazioni agricole dal resto del mondo, mentre si stabiliscono delle restituzioni alle esportazioni, pari alla differenza fra il prezzo mondiale (generalmente più basso) e quello soglia di ingresso nell’Unione (più alto).
La fissazione del prezzo del grano fu particolarmente importante. POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) SINTESI La fissazione del prezzo del grano fu particolarmente importante. Il prezzo di intervento fu fissato per la prima campagna agraria del 1963/64 a circa 10,5 Unità di conto per quintale mentre il prezzo mondiale del grano era circa 6 dollari (l’Unità di conto allora corrispondeva al valore in oro del dollaro) Prese avvio la politica protezionistica, che si estese ben presto a tutti gli altri prodotti agricoli. La politica agricola comunitaria si completa con la regolamentazione degli altri principali prodotti, a partire dal latte, dalle carni, allo zucchero, all’olio di oliva, al vino e ai prodotti ortofrutticoli. Alla fine degli anni ‘60 la Pac è già quasi completa e interessa oltre il 75% della produzione agricola europea. La fissazione del prezzo del grano fu particolarmente importante. Il prezzo di intervento fu fissato per la prima campagna agraria del 1963/64 a circa 10,5 Unità di conto per quintale (l’Unità di conto allora corrispondeva al valore in oro del dollaro), mentre il prezzo mondiale del grano era circa 6 dollari, determinando di fatto una politica fortemente protezionistica, che si estese ben presto a tutti gli altri prodotti agricoli. La politica agricola comunitaria si completa ben presto con la regolamentazione degli altri principali prodotti, a partire dal latte, dalle carni, allo zucchero, all’olio di oliva, al vino e ai prodotti ortofrutticoli. Alla fine degli anni ‘60 la Pac è già quasi completa e interessa oltre il 75% della produzione agricola europea.
Meccanismo di funzionamento dei prelievi e delle restituzioni per il grano i.::"4.2 I meccanismi del sostegno dei prezzi agricoli" L'attuazione della politica di sostegno dei prezzi e di regolamentazione dei mercati agricoli Š stata caratterizzata dall'emanazione di un insieme di atti legislativi e regolamenti diversi da prodotto a prodotto: ci• ha determinato una grande complessit… nel meccanismo di funzionamento che risulta in generale di non facile comprensione. Nelle pagine seguenti cercheremo di evidenziare le caratteristiche comuni del funzionamento dei principali mercati agricoli europei, per meglio comprendere la logica complessiva della politica di sostegno dei prezzi ed i suoi effetti a livello comunitario e sulle agricolture dei singoli stati. Prima di proseguire, occorre ricordare come, proprio per l'esistenza di principi di funzionamento comuni ai diversi mercati agricoli, sarebbe utile giungere ad una semplificazione ed omogeneizzazione delle norme legislative e dei regolamenti specifici relativi ai diversi prodotti, cominciando magari dall'adozione di una terminologia pi— comprensibile. Diverse sono le tipologie di prezzio "istituzionali" utilizzati a livello comunitario. Nonostante la nomenclatura cambi da prodotto a prodotto, i tipi di prezzo utilizzati nella regolamentazione dei mercati agricoli europei sono sostanzialmente tre: il prezzo obiettivo, che rappresenta il prezzo di equilibrio a cui dovrebbe tendere il mercato interno europeo; il prezzo di intervento, che costituisce il prezzo minimo garantito agli agricoltori, e il prezzo soglia, che rappresenta il prezzo minimo di entrata per i prodotti agricoli importati dai paesi non comunitari. Le funzioni e caratteristiche di questi diversi tipi di prezzo istituzionali possono essere meglio comprese seguendo come esempio la loro definizione nel mercato dei cereali. Il prezzo obiettivo, definito anche come prezzo indicativo rappresenta, secondo le stime della Comunit…, il prezzo a cui dovrebbe tendere il mercato ed a cui i produttori agricoli dovrebbero essere sufficientemente remunerati. Esso Š per• solo un prezzo indicativo, che ha poca influenza sul mercato reale del prodotto, non essendo previsto nessun intervento comunitario per il suo raggiungimento. La sua importanza deriva dal fatto che esso serve per la fissazione del prezzo di intervento e del prezzo soglia, cui corrispondono, invece, precise azioni di intervento comunitario. La fissazione annuale del prezzo obiettivo viene effettuata dalla Commissione dopo aver compiuto una valutazione dei cambiamenti avvenuti nella struttura dei costi e dei ricavi. Trattasi del cosiddetto "metodo obiettivo" teso alla determinazione di un tasso di aumento medio dei prezzi agricoli necessario per assicurare ai redditi da lavoro agricolo la stessa evoluzione degli altri settori produttivi. Questo metodo Š stato progressivamente abbandonato nei fatti per tenere conto degli squilibri generatisi sui mercati dei prodotti agricoli ed in particolare dei forti aumenti di produzione stimolati da valori elevati e garantiti dei prezzi. Negli anni ottanta, nell'ambito delle azioni per contenere le eccedenze agricole, l'aumento dei prezzi proposto dalla Commissione Š stato molto limitato, ed addirittura negativo in termini reali.
Funzionamento ed effetti della politica di sostegno dei prezzi agricoli Il prezzo di intervento ha un rilievo particolare in quanto rappresenta il prezzo di mercato al di sotto del quale la Comunit… attua un intervento diretto di ritiro dal mercato e stoccaggio del prodotto. Le Agenzie di intervento nazionali (AIMA per l'Italia), sono obbligate ad acquistare per conto della CEE il prodotto portato loro dagli agricoltori. Il prezzo di intervento rappresenta quindi il "prezzo minimo garantito" ai produttori. Esso Š fissato ad un livello inferiore al prezzo obiettivo, tenendo conto dei costi di trasporto attualizzati, calcolati come media europea fra l'area maggiormente produttiva (Ormes in Francia per i cereali) e quella di maggior consumo (Duisburg in Germania), nonchŠ dei "margini distributivi". Il prezzo di intervento include anche una remunerazione per la trasformazione del prodotto agricolo qualora questa risulti necessaria ai fini dell'intervento stesso prima dello stoccaggio, come ad esempio la distillazione del vino. Al prezzo di intervento vengono ritirate tutte le quantit… di prodotto che gli agricoltori dei singoli paesi portano alle agenzie di intervento. Ci• costituisce, come abbiamo detto, la base del principio della garanzia illimitata di prezzo. Il prezzo soglia, rappresenta il prezzo d'entrata fissato per le importazioni agricole dai paesi terzi e viene applicato alle frontiere comunitarie. Esso viene determinato in base al prezzo obiettivo diminuito dei costi del trasporto dal punto di maggiore importazione (porto di Rotterdam per i cereali) a quello di maggior consumo (Duisburg in Germania). In questo modo, il prezzo soglia di ingresso nella Comunit… rappresenta il prezzo verso cui tende ad orientarsi il mercato interno CEE. Se il prezzo del mercato comunitario asume un valore superiorre a quello soglia, le importazioni dai paesi terzi diventano convenienti. Il prezzo soglia viene di fatto garantito attraverso l'applicazione di "prelievi variabili" sulle importazioni di prodotti agricoli calcolate come differenza rispetto al prezzo del mercato mondiale. I prelievi sulle importazioni sono commisurati dunque alla variabilit… dei corsi mondiali, evitando in tal modo ripercussioni sul mercato interno europeo. La determinazione del prezzo soglia, da un lato, e del prezzo di intervento dall'altro, determinano il campo di variazione entro il quale i prezzi di mercato interni alla Comunit… possono fluttuare liberamente. Qualora il prezzo interno alla CEE di un prodotto agricolo soggetto a regolamentazione superi quello soglia, le importazioni dal resto del mondo possono entrare nella Comunit…. Se invece il prezzo di mercato interno della Comunit… scende sotto il prezzo di intervento, le agenzie di intervento nazionale acquistano quel prodotto, fintanto che il prezzo di mercato non si porta ad un livello superiore al prezzo d'intervento stesso. In genere, per i diversi prodotti agricoli la differenza fra il prezzo di intervento (o garantito) e quello obiettivo (o indicativo) Š del 20Ä30%. Le differenze sono notevoli fra i singoli prodotti, e discriminano quindi il livello di protezione e di intervento. Infatti,mentre le differenze sono minime per il latte e prodotti derivati, esse salgono al 30% per i cereali, e quasi al 40% per alcuni prodotti ortofrutticoli. Il prezzo soglia Š invece fissato, per quasi tutti i prodotti, a livelli inferiori del 10% del prezzo obiettivo. Lo schema sintetico di funzionamento dei diversi prezzi istituzionali della CEE Š riportato nella figura 4.3. Il prezzo minimo di entrata nella Comunit… (prezzo soglia) determina il grado di protezione accordata nei confronti del mercato mondiale per quel determinato prodotto. Come abbiamo visto, in genere, per i prodotti quali cereali, lattiero-caseari e carni, il livello del prezzo soglia Š notevolmente superiore a quello mondiale. La riscossione di "prelievi variabili" sulle importazioni agricole dal resto del mondo, che come abbiamo visto, va ad alimentare le risorse proprie della Comunit….
Funzionamento ed effetti della politica di sostegno dei prezzi agricoli L'altra principale azione comunitaria che completa il sistema di funzionamento del sostegno dei prezzi agricoli Š il pagamento di una restituzione alle esportazioni, sotto forma di sussidi alle esportazioni comunitarie, pari alla differenza fra il prezzo interno e quello del mercato mondiale pi— basso. Le restituzioni alle esportazioni hanno sempre ricoperto un ruolo notevole nel corso degli anni settanta per facilitare il collocamento dei prodotti agricoli europei sul mercato mondiale. Negli ultimi anni per•, dato le maggiori difficolt… connesse al loro collocamento sul mercato mondiale, hanno assunto un ruolo preponderante le azioni rivolte a finanziare l'immagazzinamento e l'intervento sulle produzioni eccedentarie. Infatti, mentre nel 1980 la spesa totale del FEOGA-Garanzia era pressapoco ugualmente ripartita fra i due tipi di spesa, nel 1986 la spesa per interventi ha superato il 66% della spesa totale, contro appena il 31% di quella per le restituzioni all'esportazione. Il meccanismo di sostegno dei prezzi agricoli, descritto in precedenza, con riferimento al grano, Š valido per la maggior parte dei prodotti agricoli come il latte e i lattiero-caseari, le carni bovine, lo zucchero ecc. Esso interessa la grande maggioranza della produzione agricola europea, circa il 70-75%. Il meccanismo di sostegno dei prezzi agricoli si differenzia sostanzialmente per alcuni prodotti come il grano duro, l'olio di oliva e le colture oleaginose. Si tratta di produzioni che incidono poco sul valore complessivo della produzione agricola comunitaria, attorno al 5%, ma che rivestono un interesse particolare per l'Italia e le aree del Sud Europa. Il loro sostegno ha influito in modo determinante su alcuni grossi cambiamenti nelle strategie produttive a livello comunitario, che hanno determinato un forte sviluppo delle oleaginose, e la sostituzione fra grano tenero e duro in Italia. Il meccanismo di sostegno dei prezzi di questi prodotti Š basato sostanzialmente sull'aiuto diretto alla produzione, con una integrazione di prezzo pari alla differenza fra il prezzo di mercato ricevuto dall'agricoltore e il prezzo di "riferimento" stabilito a livello comunitario. In questo modo il prezzo di mercato dei prodotti resta basso, e quindi permette una maggiore concorrenzialit… con altri prodotti, come ad esempio fra l'olio di oliva e gli altri olii vegetali. Inoltre, il sistema dell'integrazione di prezzo, non interferisce con il regime di libero accesso nella Comunit… dei prodotti oleaginosi del resto del mondo. L'erogazione dell'aiuto alla produzione, soprattutto per grano e olio di oliva, viene effettuato dalla Comunit… attraverso le Organizzazioni degli agricoltori, e, nel caso dell'olio di oliva e dei semi oleosi, Š corrisposto ai primi trasformatori (frantoi e mulini), che assicurano agli agricoltori i prezzi stabiliti.
Funzionamento ed effetti della politica di sostegno dei prezzi agricoli Il meccanismo di aiuto Š basato sugli ettari coltivati per il grano duro, con una integrazione di 129 ECU/ha nel 1987 e 137 ECU/ha nel 1988. Per l'olio di oliva si calcola una produzione presunta calcolata sul numero di piante moltiplicato per la produzione media regionale. L'integrazione accordata Š stata di 709 ECU per tonnellata d'olio nel 1987 e 1988. L'ammontare dell'aiuto al grano duro e all'olio di oliva Š indipendente dalla situazione del mercato mondiale. Il sistema di aiuto o sovvenzione diretta alla produzione dell'olio di oliva Š inoltre integrato con un "aiuto al consumo" per l'olio confezionato in imballaggi di contenuto massimo pari a 5 litri e messo in commercio dalle imprese di questo settore. Questo aiuto Š stato di 77 ECU/100 Kg nel 1987 e 61 ECU/100 Kg nel 1988. L'aiuto alle colture proteaginose, soia, girasole e colza Š stato concesso in base alla produzione effettiva. Il suo ammontare Š per• stabilito in relazione al prezzo di questi prodotti sul mercato mondiale, e quindi la sovvenzione Š variabile. Durante la campagna 1987/88 l'aiuto per i semi di colza Š andato da circa 26 ECU per ql. a 11 ECU per ql. con una media di 22,7 ECU/100 Kg, per i semi di girasole esso ha oscillato da 35 ECU per ql. a 17,5 ECU con una media di 31,3 ECU; per i semi di soia l'aiuto Š aumentato da 20,81 ECU a 39,2 ECU a ql.. Il meccanismo di sostegno dei prezzi descritto per grano duro, olio e oleaginose Š analogo al sistema di "deficiency payment" utilizzato ampiamente in Inghilterra, prima dell'entrata nella Comunit…. Questo sistema, infatti, prevedeva una integrazione diretta al produttore agricolo calcolata quale differenza tra i ricavi medi percepiti sul mercato dagli agricoltori ed il prezzo indicativo alla produzione fissato dalle autorit… e gestito dai "Boards" dei singoli prodotti, che corrisponde, in pratica, al prezzo garantito. In conseguenza della sovrapproduzione di questi prodotti e del difficile loro smaltimento, come abbiamo gi… accennato il meccanismo di sostegno dei prezzi e l'organizzazione dei mercati agricoli europei si Š ulteriormente complicato, con l'introduzione di misure che limitano la garanzia illimitata di prezzo per molte produzioni. Si tratta di misure di "corresponsabilit…" da pagare alla produzione quando questa supera determinati limiti stabiliti dalla Comunit…, e, in alcuni casi, dall'imposizione di vere e proprie "quote" di produzione, come nel caso dapprima dello zucchero e poi, dal 1984, del latte. Su queste misure e sulle nuove misure di "stabilizzazione" della spesa agricola introdotte nel 1988, torneremo in seguito. Una descrizione dettagliata dei diversi strumenti organizzativi utilizzati per i singoli mercati agricoli si ha nel recente lavoro della Fennel (1988). Una rappresentazione schematica delle diverse misure di sostegno dei prezzi per tutti i prodotti agricoli Š riportato nella tabella 4.2, mentre un breve glossario dei diversi tipi di prezzo Š riportato nella tabella 4.3.
Funzionamento ed effetti della politica di sostegno dei prezzi agricoli Il meccanismo di aiuto Š basato sugli ettari coltivati per il grano duro, con una integrazione di 129 ECU/ha nel 1987 e 137 ECU/ha nel 1988. Per l'olio di oliva si calcola una produzione presunta calcolata sul numero di piante moltiplicato per la produzione media regionale. L'integrazione accordata Š stata di 709 ECU per tonnellata d'olio nel 1987 e 1988. L'ammontare dell'aiuto al grano duro e all'olio di oliva Š indipendente dalla situazione del mercato mondiale. Il sistema di aiuto o sovvenzione diretta alla produzione dell'olio di oliva Š inoltre integrato con un "aiuto al consumo" per l'olio confezionato in imballaggi di contenuto massimo pari a 5 litri e messo in commercio dalle imprese di questo settore. Questo aiuto Š stato di 77 ECU/100 Kg nel 1987 e 61 ECU/100 Kg nel 1988. L'aiuto alle colture proteaginose, soia, girasole e colza Š stato concesso in base alla produzione effettiva. Il suo ammontare Š per• stabilito in relazione al prezzo di questi prodotti sul mercato mondiale, e quindi la sovvenzione Š variabile. Durante la campagna 1987/88 l'aiuto per i semi di colza Š andato da circa 26 ECU per ql. a 11 ECU per ql. con una media di 22,7 ECU/100 Kg, per i semi di girasole esso ha oscillato da 35 ECU per ql. a 17,5 ECU con una media di 31,3 ECU; per i semi di soia l'aiuto Š aumentato da 20,81 ECU a 39,2 ECU a ql.. Il meccanismo di sostegno dei prezzi descritto per grano duro, olio e oleaginose Š analogo al sistema di "deficiency payment" utilizzato ampiamente in Inghilterra, prima dell'entrata nella Comunit…. Questo sistema, infatti, prevedeva una integrazione diretta al produttore agricolo calcolata quale differenza tra i ricavi medi percepiti sul mercato dagli agricoltori ed il prezzo indicativo alla produzione fissato dalle autorit… e gestito dai "Boards" dei singoli prodotti, che corrisponde, in pratica, al prezzo garantito. In conseguenza della sovrapproduzione di questi prodotti e del difficile loro smaltimento, come abbiamo gi… accennato il meccanismo di sostegno dei prezzi e l'organizzazione dei mercati agricoli europei si Š ulteriormente complicato, con l'introduzione di misure che limitano la garanzia illimitata di prezzo per molte produzioni. Si tratta di misure di "corresponsabilit…" da pagare alla produzione quando questa supera determinati limiti stabiliti dalla Comunit…, e, in alcuni casi, dall'imposizione di vere e proprie "quote" di produzione, come nel caso dapprima dello zucchero e poi, dal 1984, del latte. Su queste misure e sulle nuove misure di "stabilizzazione" della spesa agricola introdotte nel 1988, torneremo in seguito. Una descrizione dettagliata dei diversi strumenti organizzativi utilizzati per i singoli mercati agricoli si ha nel recente lavoro della Fennel (1988). Una rappresentazione schematica delle diverse misure di sostegno dei prezzi per tutti i prodotti agricoli Š riportato nella tabella 4.2, mentre un breve glossario dei diversi tipi di prezzo Š riportato nella tabella 4.3.
POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) SINTESI La partecipazione italiana alla definizione della PAC è stata molto modesta e intermittente L’Italia si è allineata sulle posizioni tedesche nella richiesta di prezzi elevati per i prodotti agricoli. Su sollecitazione dell’Italia venne regolamentato il settore ortofrutticolo, con il ritiro o la distruzione delle eccedenze di frutta e alcuni ortaggi (a partire dal 1966) Per il grano duro e per l’olio d’oliva fu istituito un regime di sostegno diretto ai redditi degli agricoltori, simile al deficiency payment usato nel Regno Unito prima del suo ingresso nell’Unione europea. L’Italia non chiese mai con fermezza l’attuazione di una forte politica strutturale di ammodernamento delle aziende agricole, delle imprese di trasformazione, Queste politiche come si vedrà sono rimaste marginali fino ai giorni nostri. La partecipazione italiana alla definizione di questa politica è stata molto modesta e intermittente, come è stato sottolineato da diversi osservatori. L’Italia, in particolare, si è allineata sulle posizioni tedesche nella richiesta di prezzi elevati per i prodotti agricoli. Su sollecitazione dell’Italia, a partire dal 1966, venne regolamentato il settore ortofrutticolo, con il ritiro o la distruzione delle eccedenze di frutta e alcuni ortaggi; mentre per il grano duro e per l’olio d’oliva fu istituito un regime di sostegno diretto ai redditi degli agricoltori, simile al deficiency payment usato nel Regno Unito prima del suo ingresso nell’Unione europea. Con questo sistema si mantengono bassi i prezzi di mercato alla produzione e si paga agli agricoltori un premio in base alla quantità prodotta. L’Italia non chiese però mai con fermezza l’attuazione né di una forte politica strutturale di ammodernamento delle aziende agricole, né delle strutture politiche di trasformazione, che come si vedrà sono rimaste entrambe marginali fino ai giorni nostri.
Il sostegno effettivo dei prezzi e dei mercati non è stato uniforme POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) SINTESI Il sostegno effettivo dei prezzi e dei mercati non è stato uniforme ha privilegiato in modo particolare i prodotti delle agricolture continentali: cereali e seminativi, latte, carne bovina e suina. per le colture mediterranee, che rappresentano circa il 25% della produzione agricola dell’Unione europea, vanno ancora oggi solo il 12% del totale della spesa Questa caratteristica che è rimasta una costante della Pac ha provocato forti disparità a vantaggio delle regioni e delle aziende maggiormente interessate alle produzioni continentali. Il sostegno effettivo dei prezzi e dei mercati non è stato però uniforme ma ha privilegiato in modo particolare i prodotti tipici delle agricolture continentali, a partire dai cereali e seminativi, al latte e alla carne bovina e suina. Al contrario per le colture mediterranee, che rappresentano circa il 25% della produzione agricola dell’Unione europea, vanno ancora oggi solo il 12% del totale della spesa effettuata dal Feoga-garanzia, il Fondo europeo orientamento e garanzia agricola, attraverso cui vengono erogati i finanziamenti dell’Ue. Questa caratteristica che è rimasta una costante della Pac ha provocato non poche disparità a vantaggio delle regioni e delle aziende maggiormente interessate alle produzioni continentali.
POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) SINTESI Le prime difficoltà vengono alla luce quando la Pac comincia a funzionare a pieno regime. La produzione agricola europea aumenta sia per i prezzi elevati della PAC sia per il massiccio diffondersi del progresso tecnologico. L’aumento della produzione agricola si scontra con la forte riduzione della crescita dei consumi alimentari Si giunge alla creazione di vere eccedenze ( grano, orzo, zucchero e burro) Forte incremento delle spese per la Pac che assorbivano, negli anni ‘60, circa il 75% del bilancio complessivo della Comunità di allora. Le prime difficoltà vengono alla luce quando la Pac comincia a funzionare a pieno regime. La produzione agricola europea aumenta in modo rapido, sia per i prezzi elevati, sia per il massiccio diffondersi del progresso tecnologico. Questo aumento viene però a scontrarsi con una riduzione sostanziale della crescita dei consumi alimentari e quindi si giunge alla creazione di vere eccedenze, soprattutto per grano, orzo, zucchero e burro. Le preoccupazioni aumentano per il forte incremento delle spese per la Pac che assorbivano, negli anni ‘60, circa il 75% del bilancio complessivo della Comunità di allora.
Valore delle scorte in volume (migliaia di tonn.)
Spese della Sezione Garanzia del FEOGA Spese della Sezione Garanzia del FEOGA. periodo 1962 -1993 e 1997-1999 (milioni di Unità di Conto fino al 1977, milioni di ECU successivamente)
Spese della Sezione Garanzia del FEOGA Spese della Sezione Garanzia del FEOGA. periodo 1962 -1993 e 1997-1999 (inportanza % dei principali prodotti)
Le difficoltà nell’applicazione della Pac POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) SINTESI Le difficoltà nell’applicazione della Pac aumentano con la crisi energetica del 1973 Inizia un periodo di instabilità caratterizzato da spinte inflazionistiche smantellamento del sistema dei cambi fissi. La fissazione dei prezzi agricoli a livello europeo diventa più difficile perché essa veniva effettuata in Unità di conto (equivalenti come già detto al valore in oro del dollaro) Le fluttuazioni delle monete rendevano complessa la fissazione dei prezzi: il marco si rivaluta costantemente la lira italiana subiva continue svalutazioni. Si cominciò a usare le cosiddette “monete verdi”: non più il tasso di cambio di mercato Si istituiscono i “montanti compensativi”, positivi e negativi, che di fatto ristabilivano degli aiuti e delle tassazioni negli scambi intracomunitari di prodotti agricoli, frammentando di nuovo il mercato comune raggiunto per questi prodotti . Questi montanti compensativi, che hanno provocato non poche distorsioni negli scambi fra i paesi europei, sono stati smantellati solo agli inizi degli anni ‘90. L’Ecu verde per la fissazione dei prezzi dei prodotti agricoli con un tasso di cambio diverso da quello di mercato è rimasto in vigore fino a poco tempo fa. Dal 1¡ gennaio del 1999 i tassi verdi sono stati aboliti e gli importi sono pagati in Euro. Per i paesi che non partecipano all’Euro (Regno Unito, Grecia, Svezia e Danimarca) si usano i tassi di mercato dei cambi. In caso di rivalutazione di queste monete gli agricoltori possono avere degli aiuti compensativi, come si è verificato con la sterlina.
Il problema delle eccedenze agricole diventa sempre più grave: POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) SINTESI Le difficoltà della Pac si manifestano con evidenza nel corso degli anni ’80 Il problema delle eccedenze agricole diventa sempre più grave: immagazzinare (cereali, latte, carni) distruggere (frutta e ortaggi) Le scorte di prodotti agricoli immagazzinate raggiungono un massimo storico nel 1987 di oltre 12 miliardi di Ecu (la nuova unità di misura costituita da un paniere di monete europee) La spesa per la Pac aumenta notevolmente 12 miliardi di Ecu nel 1980 30 miliardi nel 1988, 40 miliardi di Ecu negli anni novanta 44 miliardi di EURO nel 2002 . Le difficoltà della Pac si manifestano con tutta la loro evidenza nel corso degli anni ‘80 quando il problema delle eccedenze agricole da immagazzinare (cereali, latte, carni), e quelle da distruggere (frutta e ortaggi), diventa sempre più grave. Le scorte di prodotti agricoli immagazzinate per conto dell’Unione europea raggiungono un massimo storico nel 1987 di oltre 12 miliardi di Ecu (la nuova unità di misura costituita da un paniere di monete europee), che al valore attuale corrispondono a circa 24.000 miliardi di lire. Nel frattempo la spesa per la Pac passa dai 12 miliardi di Ecu nel 1980 ai 30 miliardi nel 1988, per stabilizzarsi attorno ai 40 miliardi di Ecu negli anni più recenti.
Ripartizione della spesa totale del Feoga (orientamento e garanzia)
Distribuzione della spesa FEOGA-garanzia secondo tipo di intervento (1971-1999)- (Restituzioni alle esportazioni e interventi di mercato)
I segni premonitori della riforma della Pac POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) SINTESI I segni premonitori della riforma della Pac Le numerose modifiche della Pac degli anni ‘80 per risolvere gli squilibri dei mercati agricoli, l’aumento delle spese determinate dai meccanismi automatici di sostegno dei prezzi Le principali modifiche della PAC Politica restrittiva dei prezzi a partire dal 1982 Introduzione delle quote (in vigore per lo zucchero già a partire dal 1979 e per il latte dal 1984) Introduzione degli “stabilizzatori di bilancio” nel 1988 (con la fissazione delle “quantità massime garantite” a livello comunitario superate le quali si riducono automaticamente i prezzi di sostegno) Programmi specifici per l’abbattimento delle vacche, per l’estirpamento dei vigneti e, più recentemente, per il ritiro dei seminativi dalla produzione (set-aside). Nel 1988 una “linea direttrice bilancio ” stabilisce che le spese per la PAC non possono superare il 74% dell’aumento delle entrate dell’UE ( legate all’Iva ed al Pil ) . I segni premonitori della riforma della Pac Al fine di risolvere sia gli squilibri dei mercati agricoli, che l’aumento delle spese determinate dai meccanismi automatici di sostegno dei prezzi agricoli, nel corso degli anni ‘80, si succedono numerose modifiche della Pac. Le principali hanno riguardato: l’attuazione di una politica restrittiva dei prezzi a partire dal 1982; la predisposizione di un regime vincolante di quote di produzione (in vigore per lo zucchero già a partire dal 1979 e per il latte dal 1984); l’introduzione degli “stabilizzatori di bilancio” nel 1988, con la fissazione delle “quantità massime garantite” a livello comunitario superate le quali si riducono automaticamente i prezzi di sostegno. Si finanziano inoltre programmi specifici per l’abbattimento delle vacche da latte, per l’estirpamento dei vigneti e, più recentemente, per il ritiro dei seminativi dalla produzione (set-aside). Nel 1998 viene stabilita anche una “linea direttrice” di bilancio che prevede che le spese per la politica agricola non possono superare il 74% dell’incremento delle entrate dell’Unione europea, che come noto sono sostanzialmente legate all’Iva ed al Pil dell’Ue.
L’Italia ha ricevuto i minori benefici POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) SINTESI La riforma della Pac è stata sollecitata dai suoi effetti nella distribuzione dei costi e benefici. I maggiori benefici si sono avuti per le regioni dei paesi continentali dove importante è la produzione di cereali, latte e carne, che hanno rappresentato da sempre i settori di maggiore intervento L’Italia ha ricevuto i minori benefici il suo contributo al valore aggiunto complessivo dell’agricoltura dell’Ue è del 20,5%, ma riceve meno dell’11% del totale delle spese per il sostegno dei prezzi. La Francia risulta essere il principale beneficiario pur avendo un contributo al valore aggiunto comunitario di poco superiore a quello italiano (20,6%), riceve quasi il 25% delle spese. la Germania, ha un contributo in termini di valore aggiunto inferiore al 13% e riceve finanziamenti per oltre il 15,5%. In Italia le regioni maggiormente avvantaggiate Lombardia, l’Emilia Romagna e la Puglia, benefici notevolmente inferiori si sono avuti per Marche, Lazio, Abruzzo, Calabria e Sicilia. . La necessità di una riforma della politica agricola comunitaria è stata sollecitata, però, anche dall’analisi dei suoi effetti nella distribuzione dei costi e benefici. In particolare, i maggiori benefici si sono avuti per le regioni dei paesi continentali, dove importante è la produzione di cereali, latte e carne, che hanno rappresentato da sempre i settori di maggiore intervento. Fra i paesi europei l’Italia ha ricevuto i minori benefici in quanto il suo contributo al valore aggiunto complessivo dell’agricoltura dell’Ue è del 20,5%, mentre riceve meno dell’11% del totale delle spese per il sostegno dei prezzi. La Francia, invece, pur avendo un contributo al valore aggiunto comunitario di poco superiore a quello italiano (20,6%), risulta essere il principale beneficiario ottenendo quasi il 25% delle spese. Anche la Germania, il cui contributo in termini di valore aggiunto è inferiore al 13%, riceve finanziamenti per oltre il 15,5%. In Italia le regioni maggiormente avvantaggiate sono state la Lombardia, l’Emilia Romagna e la Puglia, mentre benefici notevolmente inferiori si sono avuti per Marche, Lazio, Abruzzo, Calabria e Sicilia.
l’80% di tutti i contributi sono andati al 20% delle aziende agricole POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) SINTESI La distribuzione dei benefici della Pac fra i singoli produttori è molto distorta. (stime della Commissione) l’80% di tutti i contributi sono andati al 20% delle aziende agricole Elementi redistributivi a carico dei consumatori. gli elevati prezzi agricoli hanno favorito da un lato gli agricoltori più grandi e più efficienti, allo stesso tempo essi hanno determinato prezzi più alti a livello di consumo Si sono penalizzati i consumatori con reddito più basso, che spendono la quota più alta del loro reddito per l’alimentazione. . A livello dei singoli produttori la distribuzione dei benefici della Pac è stata forse ancora più distorta. é stato infatti stimato dalla stessa Commissione che quasi l’80% di tutti i contributi della politica agraria sono andati a solo il 20% delle aziende agricole europee. Altro importante elemento redistributivo della Pac lo si ha a carico dei consumatori. Infatti, se gli elevati prezzi agricoli hanno favorito da un lato gli agricoltori più grandi e più efficienti, allo stesso tempo essi hanno determinato prezzi più alti a livello di consumo, che hanno penalizzato maggiormente proprio quei consumatori con reddito più basso, che spendono la quota più alta del loro reddito per l’alimentazione. La riforma della Pac non è stata tuttavia sollecitata soltanto da motivazioni interne alla Comunità, ma anche dalle rilevanti pressioni internazionali, e in particolare dalla necessità di raggiungere un accordo all’interno dei negoziati Gatt. Le trattative, iniziate nel 1986 in Uruguay, avevano posto al primo punto dei lavori la liberalizzazione degli scambi agricoli e la riduzione del sostegno pubblico all’agricoltura. Le difficoltà nel raggiungere un accordo sono state molto superiori al previsto e l’accordo definitivo si è raggiunto alla fine del 1993, in base a una intesa tra Cee e Usa. I nuovi negoziati sul commercio internazionale sono ripresi nel febbraio del 2000 con il “Millennium Round” a Seattle, di cui parleremo fra breve.
Necessità di raggiungere un accordo all’interno dei negoziati Gatt POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) SINTESI La riforma della Pac è stata sollecitata anche dalle rilevanti pressioni internazionali Necessità di raggiungere un accordo all’interno dei negoziati Gatt Le trattative dell’ Uruguay nel 1986 avevano posto al primo punto dei lavori la liberalizzazione degli scambi agricoli e la riduzione del sostegno pubblico all’agricoltura. Le difficoltà sono state molto superiori al previsto e l’accordo definitivo si è raggiunto alla fine del 1993 (in base a una intesa tra Cee e Usa) I nuovi negoziati sul commercio internazionale sono ripresi nel febbraio del 2000 con il “Millennium Round” a Seattle e sono tuttora in corso . La riforma della Pac non è stata tuttavia sollecitata soltanto da motivazioni interne alla Comunità, ma anche dalle rilevanti pressioni internazionali, e in particolare dalla necessità di raggiungere un accordo all’interno dei negoziati Gatt. Le trattative, iniziate nel 1986 in Uruguay, avevano posto al primo punto dei lavori la liberalizzazione degli scambi agricoli e la riduzione del sostegno pubblico all’agricoltura. Le difficoltà nel raggiungere un accordo sono state molto superiori al previsto e l’accordo definitivo si è raggiunto alla fine del 1993, in base a una intesa tra Cee e Usa. I nuovi negoziati sul commercio internazionale sono ripresi nel febbraio del 2000 con il “Millennium Round” a Seattle, di cui parleremo fra breve.
Le linee principali della riforma della Pac del 1992 POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) SINTESI Le linee principali della riforma della Pac del 1992 La riforma ha avuto una lunga gestazione. Una prima formulazione è stata presentata dalla Commissione nel documento Evoluzione e futuro della Pac (febbraio 1991) Sostanziale riallineamento dei prezzi interni dell’Unione a quelli dei mercati mondiali. Per compensare la diminuzione di reddito si prevedeva di indennizzare direttamente gli agricoltori. Cambiano completamente gli “strumenti di politica agraria” adottati in passato. Si passa dal sostegno dei prezzi al sostegno diretto dei redditi degli agricoltori I prezzi ritornano a giocare un ruolo negli equilibri dei principali mercati agricoli europei (con una maggiore concorrenzialità rispetto ai mercati mondiali) Le linee principali della riforma della Pac del 1992 La riforma della Pac ha avuto, come si è visto, una lunga gestazione. Una formulazione più puntuale è stata presentata nel febbraio 1991 col documento di riflessione della Commissione sulla Evoluzione e futuro della Pac, in cui si ipotizzava un sostanziale riallineamento dei prezzi interni dell’Unione a quelli dei mercati mondiali. Per compensare la diminuzione di reddito si prevedeva di indennizzare direttamente gli agricoltori. In sostanza, si proponeva di passare dal sostegno dei prezzi al sostegno diretto dei redditi degli agricoltori, cambiando cos“ completamente gli strumenti di politica agraria adottati in passato. In questo modo i prezzi ritornano a giocare un nuovo ruolo nella determinazione degli equilibri sui principali mercati agricoli europei, con una maggiore concorrenzialità rispetto ai mercati mondiali. Le misure della riforma della Pac sono state trasformate in regolamenti applicativi nel luglio 1992 che prevedono la riduzione del prezzo indicativo dei cereali del 29%, rispetto al 35% proposto inizialmente dalla Commissione. Nel settore del latte le riduzioni di prezzo originariamente previste (del 15% per il burro e del 5% per il latte in polvere) sono state sostanzialmente annullate e, di fatto, limitate al solo burro (Ð5%). La validità delle quote del latte viene prolungata fino al 2000, mentre la regolamentazione definitiva del settore lattiero-caseario viene rinviata. Anche per il tabacco l’applicazione delle azioni di riforma viene posticipata. Le misure di riforma della Pac si differenziano notevolmente da prodotto a prodotto, ma per comprenderne il funzionamento può essere utile vedere le azioni previste per i seminativi, e in particolare per il grano. La riduzione del sostegno dei prezzi viene introdotta gradualmente, con un regime transitorio di tre anni, a partire dalla campagna 1993/94. In questo periodo, il prezzo di intervento del grano subisce una diminuzione passando da 150 a 100 Ecu per tonnellata. A favore degli agricoltori viene istituito un regime di sostegno diretto al reddito, consistente nel pagamento di un aiuto compensativo. La compensazione prevista a favore degli agricoltori è di 45 Ecu per tonnellata nella campagna 1996/97 e viene calcolata in base alla superficie a grano e alla resa unitaria media della zona dove è collocata l’azienda. La compensazione del reddito agli agricoltori viene data senza considerare la produzione effettiva dell’azienda, e quindi, in termini tecnici, l’aiuto viene “disaccoppiato” o disgiunto dalla produzione effettiva. .
POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) SINTESI Le proposte di riforma della Pac sono state trasformate in regolamenti applicativi nel luglio 1992 (riforma Mc Sharry) La riduzione del prezzo indicativo dei cereali è del 29%, (rispetto al 35% proposto inizialmente dalla Commissione) Nel settore del latte le riduzioni di prezzo sono state sostanzialmente annullate e limitate al solo burro (-5%). (La commissione aveva proposto riduzioni del 15% per il burro e del 5% per il latte in polvere) La validità delle quote del latte viene prolungata fino al 2000 ( la regolamentazione definitiva del settore lattiero-caseario viene rinviata) Anche per il tabacco l’applicazione delle azioni di riforma viene posticipata. La riforma della Pac è stata affiancata da “misure di accompagnamento” agroambientali, per lo sviluppo della forestazione e per il prepensionamento. (Le misure agroambientali riguardano lo sviluppo di metodi di produzione compatibili, la riduzione dell’impiego di concimi e fitofarmaci, la riduzione della intensità delle produzioni, la cura dei terreni abbandonati) Le misure agroambientali costituiscono il primo intervento organico a favore dell’ambiente ed hanoo innescato un processo di cambiamento delle politiche agroambientali europee. Le misure della riforma della Pac sono state trasformate in regolamenti applicativi nel luglio 1992 che prevedono la riduzione del prezzo indicativo dei cereali del 29%, rispetto al 35% proposto inizialmente dalla Commissione. Nel settore del latte le riduzioni di prezzo originariamente previste (del 15% per il burro e del 5% per il latte in polvere) sono state sostanzialmente annullate e, di fatto, limitate al solo burro (Ð5%). La validità delle quote del latte viene prolungata fino al 2000, mentre la regolamentazione definitiva del settore lattiero-caseario viene rinviata. Anche per il tabacco l’applicazione delle azioni di riforma viene posticipata. Le misure di riforma della Pac si differenziano notevolmente da prodotto a prodotto, ma per comprenderne il funzionamento può essere utile vedere le azioni previste per i seminativi, e in particolare per il grano. La riduzione del sostegno dei prezzi viene introdotta gradualmente, con un regime transitorio di tre anni, a partire dalla campagna 1993/94. In questo periodo, il prezzo di intervento del grano subisce una diminuzione passando da 150 a 100 Ecu per tonnellata. A favore degli agricoltori viene istituito un regime di sostegno diretto al reddito, consistente nel pagamento di un aiuto compensativo. La compensazione prevista a favore degli agricoltori è di 45 Ecu per tonnellata nella campagna 1996/97 e viene calcolata in base alla superficie a grano e alla resa unitaria media della zona dove è collocata l’azienda. La compensazione del reddito agli agricoltori viene data senza considerare la produzione effettiva dell’azienda, e quindi, in termini tecnici, l’aiuto viene “disaccoppiato” o disgiunto dalla produzione effettiva. .
POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) SINTESI Il funzionamento della riforma può essere compreso guardando in particolare al grano La riduzione del sostegno dei prezzi viene introdotta gradualmente ( tre anni a partire dal 1993/94) Il prezzo di intervento del grano viene ridotto (da 150 a 100 Ecu per tonnellata) Viene istituito un regime di sostegno diretto al reddito degli agricoltori (pagamento di un aiuto compensativo). La compensazione del reddito agli agricoltori è di 45 Ecu per tonnellata nella campagna 1996/97 e viene calcolata in base: alla superficie a grano dell’azienda alla resa unitaria media della zona dove è collocata l’azienda. La compensazione del reddito viene data senza considerare la produzione effettiva dell’azienda (l’aiuto viene “disaccoppiato” o disgiunto dalla produzione effettiva) IL nuovo sistema di aiuti all’agricoltura è simile a quello attuato da molti anni negli Stati Uniti (accettato nelle regole del commercio internazionale - Gatt). . Le misure di riforma della Pac si differenziano notevolmente da prodotto a prodotto, ma per comprenderne il funzionamento può essere utile vedere le azioni previste per i seminativi, e in particolare per il grano. La riduzione del sostegno dei prezzi viene introdotta gradualmente, con un regime transitorio di tre anni, a partire dalla campagna 1993/94. In questo periodo, il prezzo di intervento del grano subisce una diminuzione passando da 150 a 100 Ecu per tonnellata. A favore degli agricoltori viene istituito un regime di sostegno diretto al reddito, consistente nel pagamento di un aiuto compensativo. La compensazione prevista a favore degli agricoltori è di 45 Ecu per tonnellata nella campagna 1996/97 e viene calcolata in base alla superficie a grano e alla resa unitaria media della zona dove è collocata l’azienda. La compensazione del reddito agli agricoltori viene data senza considerare la produzione effettiva dell’azienda, e quindi, in termini tecnici, l’aiuto viene “disaccoppiato” o disgiunto dalla produzione effettiva.
I nuovi prezzi dei cereali nella CEE in ECU/t (1992/93 – 1995/96) Prezzo di entrata Prezzo di intervento Compensazione
POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) SINTESI Gli aiuti compensativi agli agricoltori variano molto a seconda delle 254 zone omogenee in cui è stata divisa l’Italia per il grano tenero, massimo di circa 580.000 lire per ettaro nella pianura bolognese, e minimo di 123.000 lire nelle pianure della provincia di Cagliari. L’aiuto compensativo è diverso fra piccoli produttori e grandi produttori. I piccoli produttori con superficie a seminativi (cereali, semi oleosi e piante proteiche) che non supera la produzione di 92 tonnellate di cereali I grandi produttori devono obbligatoriamente ritirare dalla produzione (set-aside) il 15% della loro superficie a seminativi ( usufruendo di una compensazione per questa superficie messa a riposo) In base alle rese medie dei cereali la distinzione fra piccoli e grandi produttori in Italia si aggira sui 16 ettari di superficie. . Questo nuovo sistema di aiuti all’agricoltura è simile a quello attuato da molti anni negli Stati Uniti, ed è stato accettato all’interno delle regole del commercio internazionale (Gatt). Il livello degli aiuti compensativi agli agricoltori varia quindi notevolmente a seconda delle 254 zone omogenee in cui è stata divisa l’Italia: per il grano tenero, si passa da un massimo di circa 580.000 lire per ettaro nelle zone della pianura bolognese, a un minimo di 123.000 lire nelle pianure della provincia di Cagliari. Il pagamento dell’aiuto compensativo viene effettuato adottando una netta distinzione fra piccoli produttori e grandi produttori. I piccoli produttori sono quei coltivatori la cui superficie aziendale a seminativi (cereali, semi oleosi e piante proteiche) non supera quella necessaria per produrre 92 tonnellate di cereali. In Italia, in base alle rese medie dei cereali la distinzione fra piccoli e grandi produttori si aggira sui 16 ettari di superficie. I grandi produttori per poter usufruire delle compensazioni devono invece obbligatoriamente ritirare dalla produzione il 15% della loro superficie a seminativi, usufruendo anche per questa superficie messa a riposo (set-aside) di una compensazione a parte.
Gli effetti della riforma in Europa POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) SINTESI Gli effetti della riforma in Europa La riforma del 1992 ha rappresentato un punto di rottura con il passato L’applicazione della riforma nell’Unione europea è stata notevole. 2,8 milioni di domande degli agricoltori 2 milioni di “piccoli produttori” 750.000 i grandi produttori. 53 milioni di ettari di superficie interessata alle compensazione, di cui oltre i tre quarti ai grandi produttori. Quasi 16 mila milioni di Ecu (quasi 32.000 miliardi di lire) nel 1999 di importi compensativi agli agricoltori (EU-12) La riforma non modifica sostanzialmente gli effetti redistributivi a favore delle grandi aziende Ai grandi produttori vanno oltre 10 mila milioni di Ecu, pari al 77% del totale, mentre queste aziende sono poco più del 20% del totale La riforma favorisce i seminativi rispetto agli altri settori produttivi. Ai seminativi va infatti oltre il 43% delle spese complessive della Pac nel 1999, mentre concorrono per il 12% alla produzione agricola della Ue Questa distorsione si risolve a vantaggio dei paesi e regioni dove hanno una maggiore importanza i seminativi. Gli effetti dell’applicazione della riforma della Pac in Europa La riforma della politica agraria del 1992 ha rappresentato non soltanto un punto di rottura con il passato, ma anche l’avvio di un processo destinato a rivedere profondamente la politica agricola attuata nei decenni precedenti. L’applicazione della riforma nell’Unione europea è stata notevole. Le domande degli agricoltori sono state quasi 2,8 milioni, di cui poco più di 2 milioni hanno riguardato i “piccoli produttori”, mentre oltre 750.000 sono state le domande dei grandi produttori. La superficie interessata agli aiuti di compensazione dei redditi ha raggiunto quasi 53 milioni di ettari di cui oltre i tre quarti ai grandi produttori. Gli importi compensativi agli agricoltori hanno raggiunto complessivamente, nei dodici paesi, la cifra di quasi 16 mila milioni di Ecu (quasi 32.000 miliardi di lire) nel 1999. Le integrazioni di reddito dirette agli agricoltori, che rappresentavano il 22% delle spese prima dell’applicazione della riforma, passano progressivamente al 53% degli oltre 40 miliardi di Ecu di finanziamenti concessi nel 1999 per il sostegno dei prezzi e dei mercati agricoli. Al contrario diminuiscono sensibilmente le restituzioni a favore delle esportazioni di prodotti agricoli europei sui mercati mondiali, che avevano generato numerose contestazioni nell’ambito dei negoziati Gatt. Con la riforma non si modificano sostanzialmente gli effetti redistributivi dalla situazione precedente a favore delle aziende di dimensione maggiore e dei grandi produttori. Infatti, gran parte delle compensazioni è andata alle aziende dei grandi produttori, oltre 10 mila milioni di Ecu, pari al 77% del totale, mentre queste aziende sono poco più del 20% di quelle che hanno fatto domanda di aiuto. Un effetto di distorsione operato dalla riforma riguarda la posizione di privilegio in cui si vengono a trovare i seminativi rispetto agli altri settori produttivi. Ai seminativi va infatti oltre il 43% delle spese complessive della Pac nel 1999, mentre concorrono al valore della produzione agricola della Ue solo per il 12%. Questa distorsione si risolve a vantaggio dei paesi e regioni dove hanno una maggiore importanza i seminativi. .
POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) SINTESI La riforma dei mercati agricoli ha interessato anche le principali produzioni mediterranee ( l’ortofrutta, il vino e l’olio, che rivestono una particolare importanza per l’Italia) I criteri di riforma sono però molto diversi da quelli dei seminativi. La riforma dell’ortofrutta (1996). Essa si basa sostanzialmente sulle capacità gestionali e organizzative dei produttori per regolamentare l’intero mercato ortofrutticolo e ridurre le eccedenze produttive. Infatti, le Organizzazioni dei produttori (Op) dovranno assicurare la programmazione della produzione e il suo adeguamento alla domanda, promuovere l’offerta e l’immissione sul mercato delle produzioni, ridurre i costi di produzione e regolarizzare i prezzi, promuovere infine politiche e tecniche di produzione per la tutela dell’ambiente. La riforma dell’intervento per l’olio di oliva. L’attuale meccanismo di aiuti prevede la fissazione di una quantità massima garantita di 1.350.000 tonnellate di olio. Quando la produzione di olio europea resta al di sotto di questa quantità allora l’aiuto ai produttori è pari a 142,2 Ecu per quintale (quasi 2.800 lire a kg). Quando invece la produzione supera la quantità massima garantita allora l’aiuto viene ridotto proporzionalmente all’eccedenza. Nel corso della campagna olearia del 1996/97 si è verificata proprio questa situazione, con la riduzione dell’aiuto comunitario del 27%, a meno di 94 Ecu per quintale (meno di 1.800 a kg). La riforma del vino ha come obiettivo fondamentale quello del riequilibrio tra la domanda e l’offerta, perché si stima che nel 2000 le eccedenze raggiungeranno quasi 40 milioni di ettolitri, soprattutto per la riduzione dei consumi. Per ottenere la riduzione delle eccedenze di vino si dovranno ridurre le rese, ricorrere all’estirpazione dei vigneti, e al divieto di nuovi impianti. Per gestire i programmi di riduzione delle produzioni dovranno essere predisposti appositi Programmi regionali pluriennali per la viticoltura. La riforma dovrebbe salvaguardare i vini di qualità a scapito dei vini comuni da tavola, introducendo limitazioni quantitative proprio per questi ultimi. Le difficoltà a raggiungere un accordo definitivo a livello europeo sono derivate dal fatto che non si vogliono eliminare le pratiche di zuccheraggio in uso nei paesi del Nord e in particolare in Germania. . Il completamento della riforma dei mercati agricoli ha interessato anche le principali produzioni mediterranee, quali l’ortofrutta, il vino e l’olio, che rivestono una particolare importanza per l’Italia. I criteri adottati sono però molto diversi da quelli dei seminativi. La riforma dell’ortofrutta è stata approvata nel 1996. Essa si basa sostanzialmente sulle capacità gestionali e organizzative dei produttori per regolamentare l’intero mercato ortofrutticolo e ridurre le eccedenze produttive. Infatti, le Organizzazioni dei produttori (Op) dovranno assicurare la programmazione della produzione e il suo adeguamento alla domanda, promuovere l’offerta e l’immissione sul mercato delle produzioni, ridurre i costi di produzione e regolarizzare i prezzi, promuovere infine politiche e tecniche di produzione per la tutela dell’ambiente. La riforma dell’intervento per l’olio di oliva è anch’essa in fase di attuazione a livello europeo. L’attuale meccanismo di aiuti prevede la fissazione di una quantità massima garantita di 1.350.000 tonnellate di olio. Quando la produzione di olio europea resta al di sotto di questa quantità allora l’aiuto ai produttori è pari a 142,2 Ecu per quintale (quasi 2.800 lire a kg). Quando invece la produzione supera la quantità massima garantita allora l’aiuto viene ridotto proporzionalmente all’eccedenza, con margine di sicurezza aggiuntivo del 10%. Nel corso della campagna olearia del 1996/97 si è verificata proprio questa situazione, con la riduzione dell’aiuto comunitario del 27%, a meno di 94 Ecu per quintale (meno di 1.800 a kg). La riforma del vino ha come obiettivo fondamentale quello del riequilibrio tra la domanda e l’offerta, perché si stima che nel 2000 le eccedenze raggiungeranno quasi 40 milioni di ettolitri, soprattutto per la riduzione dei consumi. Per ottenere la riduzione delle eccedenze di vino si dovranno ridurre le rese, ricorrere all’estirpazione dei vigneti, e al divieto di nuovi impianti. Per gestire i programmi di riduzione delle produzioni dovranno essere predisposti appositi Programmi regionali pluriennali per la viticoltura. La riforma dovrebbe salvaguardare i vini di qualità a scapito dei vini comuni da tavola, introducendo limitazioni quantitative proprio per questi ultimi. Le difficoltà a raggiungere un accordo definitivo a livello europeo sono derivate dal fatto che non si vogliono eliminare le pratiche di zuccheraggio in uso nei paesi del Nord e in particolare in Germania.
Gli allargamenti dell’Unione Europea
I PAESI CANDIDATI: principali indicatori (2002) +20% +23% * Dati provvisori stimati sui valori PPA calcolati per l’UE-15; attualmente i valori espressi in PPA non sono ancora disponibili sulla base dell’UE-25 ** Dati riferiti al 1999. Fonte Eurostat.
I PAESI CANDIDATI: principali indicatori (2002) * Dati riferiti al 1999. ** Calcolato in maniera differente rispetto agli altri Paesi Fonte: Eurostat.
LA NUOVA UE – 25 averege Eu 25 averege Eu 25
I PAESI CANDIDATI: principali indicatori (2002) +20% +23% * Dati provvisori stimati sui valori PPA calcolati per l’UE-15; attualmente i valori espressi in PPA non sono ancora disponibili sulla base dell’UE-25 ** Dati riferiti al 1999. Fonte Eurostat.
I PAESI CANDIDATI: principali indicatori (2002) * Dati riferiti al 1999. ** Calcolato in maniera differente rispetto agli altri Paesi Fonte: Eurostat.
Bilancio della Politica agricola comune nel 2002
Popolazione in UE, USA, Giappone (1958-2008) Milioni 1958 1973 1981 1986 1995 2004¹ 2006 2008² UE/CE 168 256 271 322 371 457 464 497 USA 175 212 230 239 262 292 288 282 Giappone 92 109 118 122 126 127 ¹UE-25; ² UE-27, Fonte: Eurostat e US Bureau of Census
PIL a confronto: Unione Europea, USA e Giappone (Euro 1000 milioni) 1961 1973 1981 1986 1995 2004 2006 UE/CE 205 989 2309 3599 6608 10266 11583 USA 1123 2802 4535 5656 9433 10509 Giappone 1056 2053 4040 3758 3477 Fonte: Eurostat e Banca Mondiale
Table 3.1: World population (million) 1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 World 3.032 3.343 3.699 4.076 4.451 4.855 5.295 5.719 6.124 6.515 Europe (1) 605 635 657 676 693 707 721 729 729 731 Africa 282 320 364 416 480 554 637 726 821 922 Asia 1.704 1.899 2.139 2.394 2.636 2.896 3.181 3.452 3.705 3.938 Latin America 220 253 288 325 364 404 444 484 523 558 Northern Am 204 219 232 243 256 269 284 300 316 332 Oceania 16 18 20 21 23 25 27 29 31 33 EU-27 403 420 435 447 457 464 470 477 483 491 China 657 729 831 928 999 1.067 1.149 1.214 1.270 1.313 India 446 494 549 614 689 771 860 954 1.046 1.134 Japan 94 99 104 112 117 121 124 125 127 128 Russian Federation 120 127 130 134 139 143 149 149 147 144 United States 186 199 210 220 231 243 256 270 285 300
Figure 3.1: World population (% of total) 1960 2005 2050 EU-27 13,3 7,5 5,4 China 21,7 20,2 15,3 India 14,7 17,4 18,0 Japan 3,1 2,0 1,1 Russian Federation 4,0 2,2 1,2 United States 6,1 4,6 4,4 Other (1) more developed 3,7 2,3 1,3 Other (2) less developed 33,4 43,8 53,1 (1) Excluding EU-27, Japan, the Russian Federation and the United States. (2) Excluding China and India. Source: Eurostat (demo_pjan), United Nations, Population Division of the Department of Economic and Social Affairs
Popolazione dell’Unione europea 1999-2009 (milioni) 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 EU (27 ) 481,6 482,8 483,8 484,6 486,6 488,8 491,2 493,2 495,3 497,6 499,7 EU (25 ) 450,9 452,1 453,2 454,9 457,0 459,3 461,7 463,9 466,0 468,5 470,6 Euro area (16 ) 311,6 312,7 314,0 315,6 317,6 319,6 321,7 323,5 325,2 327,1 328,6
Figura 1. Spese della PAC per misure di intervento 1980- 2007 (miliardi di euro)- Fonte: Haniotis 2008-
CAP expenditure and CAP reform path EU-10 EU-12 EU-15 EU-25 EU-27
POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) SINTESI Da studiare Fanfani R. L’agricoltura in Italia, dalla riforma agraria alla Parmalat, Il Mulino, farsi un’idea, Bologna 2004 (Cap. 3) Politica agricola comunitaria e suoi recenti cambiamenti (novembre 2010) Raccolta preparata per il corso Bibliografia generale A. Oskam, G. Meester, H. Silis, Editors (2010), EU policy for agriculture, food and rural areas, Wageningen University Press. Fanfani R. Lo sviluppo della politica agricola comunitaria, Carocci ed. Roma 1998. Fanfani R. (2009), Il sistema agroalimentare in Italia. I grandi cambiamenti e le tendenze recenti, Edagricole, Bologna. Mantino F. Lo sviluppo rurale in Europa, Edagricole, Bologna 2009 Approfondimenti -F. De Filippis, Le vie della globalizzazione: la questione agraria nel WTO, F.Angeli 2002 - Haniotis T. (2008), Health Check Check of the CAP reform: Assessing its impact, in Ball e., -- - Fanfani, R., Gutierrez L., “The Economic Impact of Public Support to Agriculture Agriculture”, Springer ed. 2010. - Fanfani R. (2008), “Health Check: what next? Quali prospettive per la PAC”, Economia e diritto agroalimentare, n. 2. . Il completamento della riforma dei mercati agricoli ha interessato anche le principali produzioni mediterranee, quali l’ortofrutta, il vino e l’olio, che rivestono una particolare importanza per l’Italia. I criteri adottati sono però molto diversi da quelli dei seminativi. La riforma dell’ortofrutta è stata approvata nel 1996. Essa si basa sostanzialmente sulle capacità gestionali e organizzative dei produttori per regolamentare l’intero mercato ortofrutticolo e ridurre le eccedenze produttive. Infatti, le Organizzazioni dei produttori (Op) dovranno assicurare la programmazione della produzione e il suo adeguamento alla domanda, promuovere l’offerta e l’immissione sul mercato delle produzioni, ridurre i costi di produzione e regolarizzare i prezzi, promuovere infine politiche e tecniche di produzione per la tutela dell’ambiente. La riforma dell’intervento per l’olio di oliva è anch’essa in fase di attuazione a livello europeo. L’attuale meccanismo di aiuti prevede la fissazione di una quantità massima garantita di 1.350.000 tonnellate di olio. Quando la produzione di olio europea resta al di sotto di questa quantità allora l’aiuto ai produttori è pari a 142,2 Ecu per quintale (quasi 2.800 lire a kg). Quando invece la produzione supera la quantità massima garantita allora l’aiuto viene ridotto proporzionalmente all’eccedenza, con margine di sicurezza aggiuntivo del 10%. Nel corso della campagna olearia del 1996/97 si è verificata proprio questa situazione, con la riduzione dell’aiuto comunitario del 27%, a meno di 94 Ecu per quintale (meno di 1.800 a kg). La riforma del vino ha come obiettivo fondamentale quello del riequilibrio tra la domanda e l’offerta, perché si stima che nel 2000 le eccedenze raggiungeranno quasi 40 milioni di ettolitri, soprattutto per la riduzione dei consumi. Per ottenere la riduzione delle eccedenze di vino si dovranno ridurre le rese, ricorrere all’estirpazione dei vigneti, e al divieto di nuovi impianti. Per gestire i programmi di riduzione delle produzioni dovranno essere predisposti appositi Programmi regionali pluriennali per la viticoltura. La riforma dovrebbe salvaguardare i vini di qualità a scapito dei vini comuni da tavola, introducendo limitazioni quantitative proprio per questi ultimi. Le difficoltà a raggiungere un accordo definitivo a livello europeo sono derivate dal fatto che non si vogliono eliminare le pratiche di zuccheraggio in uso nei paesi del Nord e in particolare in Germania.