tra Finanza pubblica, Sistemi tributari e Macrofinanza

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tra Finanza pubblica, Sistemi tributari e Macrofinanza Il sistema fiscale tra Finanza pubblica, Sistemi tributari e Macrofinanza di Nicola Giaccari (2009)

1.a parte) Finanza pubblica Analizziamo in questa 1.ma parte, il concetto di Finanza Pubblica 1.a parte) Finanza pubblica 2.a parte) Sistemi tributari 3.a parte) Macrofinanza

ASPETTI DELLA FINANZA PUBBLICA Prima parte: Finanza pubblica ASPETTI DELLA FINANZA PUBBLICA IL RUOLO DELLO STATO: LA GIUSTIZIA DISTRIBUTIVA PRINCIPI DISTRIBUTIVI DELL’IMPOSTA ENTRATE PUBBLICHE I TRIBUTI: IMPOSTE, TASSE E CONTRIBUTI

1) Finanza Pubblica Cosa è? Attività finanziaria dello Stato (e degli altri enti pubblici) che si manifesta attraverso le entrate e le spese del bilancio pubblico.

1 2 3 Tre interrogativi = tre aspetti 1) Finanza Pubblica 1) Perché in un certo momento prevalgono certe scelte e a quali obiettivi rispondono? ASPETTO POLITICO O SOCIOLOGICO della finanza pubblica 2) Le scelte identificate come sono rese operative vincolando i singoli sul piano formale? ASPETTO GIURIDICO della finanza pubblica (diritto finanziario) 3) Quali sono i mezzi più idonei per realizzare queste scelte e quali le condizioni che le caratterizzano, nonché gli effetti economici che ne derivano? ASPETTO ECONOMICO delle finanza pubblica (economia finanziaria o scienza delle finanze) 1 2 3

1) Finanza Pubblica SCIENZA DELLE FINANZE ATTIVITA’ ECONOMICA (o SCIENZA ECONOMICA) SCIENZA DELLE FINANZE

ASSETTI O RAPPORTI VOLONTARI 1) Finanza Pubblica PLURALITA’ di bisogni e di fini con diversi gradi di urgenza e desiderabilità MEZZI LIMITATI e insufficienti per conseguirli. La “scarsità” del mezzo crea l’aspetto economico RAZIONALITA’ ATTIVITA’ ECONOMICA SCIENZA DELLE FINANZE ASSETTI O RAPPORTI VOLONTARI (DI NATURA CONTRATTUALE)

ASSETTI O RAPPORTI DI NATURA COERCITIVA 1) Finanza Pubblica ATTIVITA’ ECONOMICA MAX DI UTILITA’ PER LA COLLETTIVITA’ (O PARTE DI ESSA) Si definiscono assetti coercitivi rivolgi al conseguimento di un max di utilità per la collettività. SOSTITUZIONE FORZOSA DELLE SCELTE, imposte da un terzo (lo Stato attraverso il prelievo e la spesa). SCIENZA DELLE FINANZE ASSETTI O RAPPORTI DI NATURA COERCITIVA

1) Finanza Pubblica ASSETTI PREDATORI E PARASSITARI ASSETTI TUTORI

RUOLO DELLO STATO OBJ OBJ 1) Finanza Pubblica (evoluzione del teorema dell’economia del benessere): OBJ Attuazione di una POLITICA REDISTRIBUTIVA che realizzi la desiderata combinazione dei livelli di benessere dei componenti la collettività. Esercizio di interventi adeguati a GARANTIRE IL FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA CONCORRENZIALE, e quindi la presenza di condizioni di concorrenza perfetta in tutti i mercati dei beni e dei fattori. OBJ

A Z TEORIE DELLA GIUSTIZIA DISTRIBUTIVA 1) Finanza Pubblica POSIZIONE LIBERISTA: Stato minimo Impostazione radicalmente alternativa che studia la funzione del “benessere sociale”: l’UTILITARISMO (Bentham, e prima ancora J.S. Mill, Edgeworth, Pigou: l’utilità marginale del reddito è minore per i ricchi e maggiore per i poveri) Z

ALLA TEORIA DEGLI UTILITARISTI 1) Finanza Pubblica CRITICHE RIVOLTE ALLA TEORIA DEGLI UTILITARISTI L’utilità marginale del reddito non è necessariamente decrescente per tutti gli individui e comunque potrebbe essere decrescente ma non nello stesso modo. E’ il caso del RICCO AVARO … o del POVERO GENEROSO

I MOTIVI DEI SISTEMI TRIBUTARI E LE ENTRATE PUBBLICHE 1) Finanza Pubblica Lo Stato allo scopo di poter produrre beni e servizi pubblici (ed applicare il principio delle redistribuzione della ricchezza) preleva una quota del reddito nazionale attraverso un sistema di prelievi, basandosi su vari parametri. Parlare di vari parametri significa parlare di “sistema tributario complesso” (l’imposta unica è un mito: i fisiocrati ne fecero uno dei corollari più interessanti della teoria del prodotto netto dell’agricoltura).

1 PRINCIPI DISTRIBUTIVI DELL’IMPOSTA (CRITERI DI BASE): 1) Finanza Pubblica PRINCIPI DISTRIBUTIVI DELL’IMPOSTA (CRITERI DI BASE): PRINCIPIO DELLA CERTEZZA 1 PRINCIPIO DELLA CERTEZZA: e’ necessario che il singolo contribuente conosca esattamente l’onere tributario che deriva da una sua condotta o scelta economica. Mutamenti improvvisi nella struttura dei tributi, specie se intervengono dopo aver effettuato la scelta economica, o se operano per il tempo già trascorso, alterano l’equilibrio del consumatore o del produttore.

2 PRINCIPI DISTRIBUTIVI DELL’IMPOSTA (CRITERI DI BASE): 1) Finanza Pubblica PRINCIPI DISTRIBUTIVI DELL’IMPOSTA (CRITERI DI BASE): PRINCIPIO DELLA NEUTRALITA’ 2 PRINCIPIO DELLA NEUTRALITA’: il sistema tributario non deve interferire con le scelte del mercato o creare “distorsioni” (non deve essere alterata l’allocazione ottima delle risorse). Ciò non vuol dire che la finanza pubblica non deve interferire e modificare l’equilibrio di mercato, ma se tale interferenza si verifica è necessario che avvenga esclusivamente per conseguire un obiettivo: segue

1) Finanza Pubblica PRINCIPIO DELLA NEUTRALITA’: EQUITA’ ORIZZONTALE, per cui persone che si trovano in condizioni uguali devono essere gravate in modo uguale (nella stessa misura) EQUITA’ VERTICALE, per cui a persone che si trovano in condizioni disuguali si deve porre un onere fiscale diverso. Il ricco deve contribuire agli oneri sociali in misura più che proporzionale del povero (CAPACITA’ CONTRIBUTIVA)

3 PRINCIPI DISTRIBUTIVI DELL’IMPOSTA (CRITERI DI BASE): 1) Finanza Pubblica PRINCIPI DISTRIBUTIVI DELL’IMPOSTA (CRITERI DI BASE): PRINCIPIO DELLA CONTROPRESTAZIONE PRINCIPIO DELLA CONTROPRESTAZIONE: l’imposta non è altro che il “prezzo” pagato per godere di certi beni e servizi, e come tale “dovrebbe” seguire le regole del mercato. L’imposta è un prezzo destinato a massimizzare la soddisfazione del consumatore di beni e servizi pubblici per la stretta connessione tra costo utilità e utilità del bene. Tale principio si associa agli altri due obiettivi dello Stato: 1) distribuzione 2) stabilità In questo ci aiuta il nostro conterraneo DE VITI DE MARCO. 3

IL CONTRIBUTO DI DE VITI DE MARCO 1) Finanza Pubblica L’imposta (come la tassa) è un processo tecnico per ripartire il costo dei servizi pubblici generali in base al consumo dei contribuenti. Ma mentre nel caso della “tassa” il costo viene almeno parzialmente ripartito secondo l’effettivo consumo che ciascuno ne fa, nel caso dell’ imposta, essendo il consumo individuale un’incognita, si procede per presunzioni.

…DE VITI DE MARCO 1) Finanza Pubblica De Viti De Marco osserva che è assiomatico supporre un consumo di servizi pubblici “proporzionali” al reddito. Ma può avvenire anche che individui aventi uguale reddito lo ripartiscano tra bisogni individuali e collettivi in modo diverso. Altre critiche. Si pensi alle classi più povere che hanno bisogno della solidarietà degli altri: si può ritenere che il loro bisogno cresce in rapporto alla loro povertà, in misura più che proporzionale rispetto alle classi più ricche.

4 4a PRINCIPI DISTRIBUTIVI DELL’IMPOSTA (CRITERI DI BASE): 1) Finanza Pubblica PRINCIPI DISTRIBUTIVI DELL’IMPOSTA (CRITERI DI BASE): 4 PRINCIPIO DELLA CAPACITA’ CONTRIBUTIVA: implica una redistribuzione del reddito. a) Tutte le persone che hanno la “medesima” capacità contributiva devono pagare la stessa imposta (equità orizzontale). Ma quali sono gli indici di valutazione? A) REDDITO B) CONSUMO C) PATRIMONIO Ma quali “pesi” attribuire a questi indici? 4a

1) Finanza Pubblica Ancora sul PRINCIPIO DELLA CAPACITA’ CONTRIBUTIVA: E a parità di reddito prodotto è necessario precisare se la quota che viene risparmiata possa essere considerata sul medesimo piano di quella consumata (o piuttosto se si debba tener conto della “doppia imposizione” per il reddito risparmiato [Mill, Fisher, Einaudi]). Criticabile(!). E ancora se a parità di ammontare di reddito quello proveniente dal “lavoro” non presenti una minore capacità contributiva di quello da patrimonio, in quanto presuppone un sacrificio per conseguirlo (tesi della discriminazione qualitativa).

1) Finanza Pubblica Ancora sul PRINCIPIO DELLA CAPACITA’ CONTRIBUTIVA: per quanto concerne l’ equità verticale (persone aventi una maggiore capacità contributiva devono pagare imposte più elevate), il problema si può risolvere nell’ambito dello stesso parametro (vedi REDDITO, CONSUMO, PATRIMONIO). 4b

1) Finanza Pubblica Ma nonostante tutto ciò, non possiamo affermare che questi principi siano sufficienti. SI TRATTA PUR SEMPRE DI SCELTE POLITICHE: scelte emergenti dalla lotta tra le varie classi sociali che costituiscono la collettività onde scaricare su altri la maggior parte possibile dell’onere pubblico.

1 2 ENTRATE PUBBLICHE 1) Finanza Pubblica Le entrate pubbliche possono derivare sostanzialmente da due grandi settori: i prezzi incassati per la vendita di beni o servizi prodotti dallo Stato dalle diverse forme di tassazione. 1 2

1 1 ENTRATE PUBBLICHE /1 (PREZZI INCASSATI) 1) Finanza Pubblica I beni e servizi destinati alla vendita sono finanziati (in tutto o in parte) dal prezzo pagato come corrispettivo. A riguardo si parla di: prezzi privati prezzi pubblici prezzi politici I prezzi pubblici e i prezzi politici spesso vengono raggruppati sotto la voce “tariffe pubbliche”. segue 1

1) Finanza Pubblica 1 PREZZI PRIVATI, quando l’operatore pubblico produce beni o servizi e li colloca sul mercato alle stesse condizioni ed esattamente come farebbe un privato. PREZZI PUBBLICI, si hanno quando l’operatore pubblico mira sostanzialmente alla sola “copertura dei costi”. Il prezzo pubblico è quindi un prezzo diverso da quello che applicherebbero gli operatori privati, ma che consente comunque la copertura dei costi di produzione. Il prezzo pubblico normalmente è inferiore a quello che applicherebbero i privati (ne sono esempi i casi in cui si costituirebbero dei monopoli naturali), ma può talvolta anche essere superiore quando lo Stato istituisce un “monopolio di Stato” (es. tabacchi). PREZZI POLITICI, si hanno quanto i ricavi totali non riescono a coprire i costi di produzione (esempio: i prezzi dei biglietti dei trasporti pubblici).

2 ENTRATE PUBBLICHE /2 (TASSAZIONE) TRIBUTI 1) Finanza Pubblica Per quanto riguarda invece le entrate da tassazione e fiscalità, ci si riferisce alla seguente classificazione: imposte tasse - contributi TRIBUTI Imposte, tasse e contributi costituiscono i tributi. Per tributi si intende genericamente qualsiasi esborso monetario da parte degli individui o delle imprese a favore dello Stato o di altre amministrazioni pubbliche.

1) Finanza Pubblica 2 TRIBUTI IMPOSTE TASSE CONTRIBUTI 2a 2b 2c

2a IMPOSTE 1) Finanza Pubblica Sono prelievi coattivi di denaro senza alcun vincolo di destinazione. Esse cioè non sono destinate a soddisfare nessun settore o attività statale specifica (es.: IVA, IRPEF, ecc….). La definizione dell’Agenzia delle Entrate riguardo alla voce “imposta” è la seguente: “Parte di ricchezza privata che lo Stato, le regioni e gli enti locali prelevano coattivamente per far fronte alle spese necessarie al loro mantenimento e per soddisfare i bisogni pubblici. Dal punto di vista giuridico, l’Imposta è un’obbligazione che nasce dalla legge e che ha come caratteri essenziali la coattività e la mancanza di una controprestazione diretta dello Stato”

2a …ancora sulle IMPOSTE 1) Finanza Pubblica Così, ad esempio, è l'operaio, e /o il dirigente che, prestando la loro attività alle dipendenze di un'impresa, pongono in essere il presupposto dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, ovvero, facendo un altro esempio, è l'imprenditore che svolgendo un'attività produttiva realizza personalmente il fatto (attività d'impresa) dal quale deriva l'obbligazione d'imposta. Ancora, chi è il proprietario di un immobile, e quindi è titolare di un bene che produce un reddito (rendita fondiaria o canone di locazione), è soggetto all'imposta sul reddito delle persone fisiche (salvo che l'immobile non sia configurabile come abitazione principale) e all'imposta comunale sugli immobili (ICI). L'imposta può presentare caratteristiche diverse a seconda degli eventi economici che ne impongono l'applicazione e conseguentemente può essere suscettibile di differenti classificazioni (dirette e indirette, personali o reali, proporzionali, progressive e regressive ecc.). 2a

TASSE 2b 1) Finanza Pubblica Le tasse sono il corrispettivo che un privato deve a un ente pubblico per la fornitura di un bene o di un servizio di cui usufruisce. Si differenziano dalle imposte proprio per la natura di corrispettivo e di fruizione di un bene o servizio. Chi non usufruisce del bene o del servizio non paga la tassa. Generalmente si distinguono tre categorie di tasse: Tasse amministrative, che sono dovute per ottenere autorizzazioni, certificazioni o l’emanazione di atti; Tasse industriali, che sono dovute come corrispettivo per l’esercizio di attività di impresa per ragioni di interesse sociale; Tasse giudiziarie, che sono i tributi dovuti dai privati sia per i giudizi civili, sia per i provvedimenti di volontaria giurisdizione. 2b

2b …ancora sulle TASSE 1) Finanza Pubblica Si tratta cioè di un tributo che il singolo soggetto è tenuto a versare in relazione ad un'utilità che egli trae dallo svolgimento di un'attività statale e/o dalla prestazione di un servizio pubblico (attività giurisdizionale o amministrativa) resi a sua richiesta e caratterizzati dalla "divisibilità", cioè dalla possibilità di essere forniti a un singolo soggetto. In sostanza è una prestazione patrimoniale dovuta in relazione all'espletamento di un servizio svolto su espressa richiesta del soggetto contribuente.

2b …ancora sulle TASSE 1) Finanza Pubblica A titolo esemplificativo si possono menzionare la tassa per la raccolta dei rifiuti, la tassa scolastica e universitaria, la tassa sulle concessioni governative, la tassa per l'occupazione di spazi e aree pubbliche, la tassa di possesso per chi è intestatario di un autoveicolo (“bollo” auto) o di un televisore (“canone RAI”), ecc. Spesso le tasse hanno anche una finalità di razionamento e di scoraggiare una domanda, al fine di limitare lo spreco di risorse pubbliche. Chi non usufruisce del servizio o non possiede quel bene non paga. 2b

2b 1) Finanza Pubblica …TASSE diverse dalle TARIFFE La tassa non deve essere confusa con le TARIFFE versate dall'utente per la fruizione di determinati servizi pubblici quali, ad esempio, il trasporto ferroviario, il servizio postale e telefonico, le forniture dei gas, elettricità e acqua e così via. In questi casi, infatti, si è di fronte a veri e propri corrispettivi (prezzo) di natura contrattuale e non legale, mentre la tassa è un tributo e, come tale, può essere stabilita solo con legge. 2b

2c CONTRIBUTI 1) Finanza Pubblica Il contributo ha contemporaneamente i requisiti dell’imposta e della tassa. Il contributo è infatti, come le imposte, obbligatorio e, come la tassa, è dovuto per un servizio specifico. I contributi più comuni e onerosi sono quelli previdenziali e assistenziali. I cittadini che lavorano hanno diritto alla pensione, ma per questo devono pagare un contributo. In modo analogo si deve pagare il contributo al sistema sanitario nazionale. In entrambi i casi non è consentito al contribuente di scegliere se aderire a un sistema previdenziale o sanitario pubblico o privato. 2c

2c … ancora sui CONTRIBUTI 1) Finanza Pubblica In ambito agricolo sono dovuti i contributi ai consorzi di bonifica e di irrigazione. Chi ricade nel perimetro del comprensorio di bonifica è obbligato a contribuire senza poter scegliere se aderire al consorzio oppure no.

Finanza Pubblica FINE PRIMA PARTE Compendio a cura di Nicola Giaccari (2009)

Seconda parte: Sistemi tributari ANALISI DEI DIVERSI TIPI DI IMPOSTE (IRPEF, IRES, IVA, ECC.) L’ARMONIZZAZIONE DEI SISTEMI FISCALI A LIVELLO EUROPEO EVASIONE, PARADISI FISCALI INCENTIVI FISCALI E LE DISTORSIONI FISCALI

Terza parte: Macrofinanza PIL, BILANCIO PUBBLICO INFLAZIONE, REDDITO NOMINALE E REDDITO REALE ANALISI COSTI-BENEFICI DELLA SPESA PUBBLICA IL CONCETTO DEL “MOLTIPLICATORE” DIFFERENZE TRA POLITICHE FISCALI E POLITICHE MONETARIE FEDERALISMO FISCALE