Sintesi delle diapositive.

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una tragedia che va ricordata
Transcript della presentazione:

Sintesi delle diapositive. Dal messaggio del Presidente Napolitano alla legge istitutiva del “Giorno del Ricordo” (1 - 7) Cartine geografiche – Luoghi di riferimento – (Venezia Giulia e Dalmazia) (8 - 14) Foibe – significato – con cartine – (15-25) Cause remote con cartine – (26-53) Raoul Pupo (docente di storia contemporanea – Trieste -) (Considerazioni) (54-56) “Treno della Vergogna” o “treno dei fascisti” (57-67) “Ricordo” – Un ammonimento conclusivo con cartine – (68-87) anastasio carmelo 27/03/2017

Cause Remote Massacro delle foibe dal 1815 al 1947. Prima del 1815 Etnie diverse – di lingua romanza e slava – convivevano. Epoca napoleonica : si affermano le “Moderne Nazionalità” ( Italiana, Slovena, Serba e Croata ). Le etnie lottano per riunire le proprie terre alle rispettive “Madrepatrie” – Scoppiano i conflitti nazionali. Gli Italiani sono considerati degli Invasori. anastasio carmelo 27/03/2017

Alla fine, invece, ebbe solo l’Istria e Trieste. Prima Guerra Mondiale – secondo il Trattato di Londra all’Italia alla fine della guerra sarebbe toccata: l’Istria, Trieste, Dalmazia settentrionale, alcune Isole dell’Adriatico. Alla fine, invece, ebbe solo l’Istria e Trieste. FASCISMO = Assimilazione = Italianizzazione. Incrementò i sentimenti di inimicizia nei confronti dell’Italia. anastasio carmelo 27/03/2017

Aprile 1941 – L’Italia invade la Jugoslavia. Settembre 1943 – L’armistizio di Badoglio manda allo sbando il nostro esercito – Trieste viene occupata dai Tedeschi. Si formano i Movimenti di Liberazione popolare dei Partigiani, che già il Maresciallo Tito (pseudonimo di Josip BROZ) aveva incominciato a costituire nel ’41 in seguito all’invasione dei fascisti. anastasio carmelo 27/03/2017

che emisero centinaia di LE VITTIME FURONO GETTATE NELLE FOIBE Si costituiscono i TRIBUNALI POPOLARI che emisero centinaia di condanne a morte. LE VITTIME FURONO GETTATE NELLE FOIBE anastasio carmelo 27/03/2017

anastasio carmelo 27/03/2017

Almeno diecimila persone, negli anni drammatici a cavallo del 1945, sono state torturate e uccise a Trieste e nell'Istria, controllata dai partigiani comunisti jugoslavi di Tito. E, in gran parte, vennero gettate (molte ancora vive) dentro le voragini naturali disseminate sull'altipiano del Carso, le "foibe". . anastasio carmelo 27/03/2017

A sessant'anni di distanza con queste pagine vogliamo far conoscere questa tragedia italiana a chi non ne ha mai sentito parlare, a chi sui libri di scuola non ha trovato il capitolo "foibe", a chi non ha mai avuto risposte alla domanda "cosa sono le foibe?". anastasio carmelo 27/03/2017

Vogliamo ricordare, a chi già conosce la storia delle foibe, ai figli e ai nipoti di chi dalle terre d'Istria e di Dalmazia è dovuto fuggire, cacciato dalla furia slavo-comunista. anastasio carmelo 27/03/2017

IL Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano Roma, 10 febbraio 2007) IL Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione della celebrazione del "Giorno del ricordo“: « ... va ricordato l'imperdonabile orrore contro l'umanità costituito dalle foibe (...) e va ricordata (...) la "congiura del silenzio", anastasio carmelo 27/03/2017

"la fase meno drammatica ma ancor più amara e demoralizzante dell'oblio". Anche di quella non dobbiamo tacere, assumendoci la responsabilità dell'aver negato, o teso a ignorare, la verità per pregiudiziali ideologiche e cecità politica, e dell'averla rimossa per calcoli diplomatici e convenienze internazionali. » anastasio carmelo 27/03/2017

dall'8 settembre 1943 al 10 febbraio 1947 GIORNO DEL RICORDO (legge 30 marzo 2004 n. 92) Nel provvedimento d'istituzione, vengono assegnate, in sèguito a domanda, un titolo onorifico senza assegni, costituito da un'apposita insegna metallica con relativo diploma, al coniuge superstite, ai figli, ai nipoti e, in loro mancanza, ai congiunti sino il sesto grado degli infoibati, dall'8 settembre 1943 al 10 febbraio 1947 in Istria, Dalmazia e nelle province dell'attuale confine orientale. anastasio carmelo 27/03/2017

anastasio carmelo 27/03/2017

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Mappa delle principali foibe anastasio carmelo 27/03/2017

Sacrario della Foiba di Basovizza anastasio carmelo 27/03/2017

Il monumento collocato all'ingresso della "foiba" di Basovizza anastasio carmelo 27/03/2017

La frazione di Basovizza appartiene al comune di Trieste, in provincia di Trieste, nella regione Friuli-Venezia Giulia. Basovizza dista 6,51 chilometri dal medesimo comune di Trieste, cui essa appartiene. anastasio carmelo 27/03/2017

in Venezia Giulia e Dalmazia, F O I B E Con il termine "foibe" si intendono le uccisioni di migliaia di cittadini italiani compiute per motivi etnico-politici alla fine (e durante) la seconda guerra mondiale[1] in Venezia Giulia e Dalmazia, dall'Armata Popolare di Liberazione della Jugoslavia.[2 anastasio carmelo 27/03/2017

Nelle foibe sono stati gettati molti dei cadaveri delle persone eliminate dai partigiani jugoslavi. Le vittime civili e militari sono state fucilate e gettate in foiba. In alcuni casi, come è stato possibile documentare, furono precipitate nell'abisso non colpite o solo ferite. anastasio carmelo 27/03/2017

La Venezia Giulia, anche detta Carsia Giulia, è una regione geografica compresa tra le Alpi Giulie e il Mare Adriatico, dal Golfo di Trieste, alla Punta Promontore (estremità meridionale dell'Istria), al Golfo di Fiume e alle Isole del Quarnaro. I suoi confini non sono storicamente ben definiti. I suoi abitanti sono detti giuliani. anastasio carmelo 27/03/2017

anastasio carmelo 27/03/2017

Isole del Quarnaro Punat Krk La città di Punat è ubicata nella parte sud dell'isola di Krk. anastasio carmelo 27/03/2017

(capoluogo dell'omonima provincia), dal 1947 al 1992 della Jugoslavia; Fiume (144.043 ab. nel 2001) è una città della Croazia situata sull'Adriatico (Golfo del Quarnero). E’ il porto principale. Già appartenente all'impero Austro-Ungarico fino al 1919; italiana dal 1924 al 1947 (capoluogo dell'omonima provincia), dal 1947 al 1992 della Jugoslavia; è croata dal 1992. anastasio carmelo 27/03/2017

Attualmente la Dalmazia è divisa tra Croazia, Montenegro e Bosnia-Erzegovina. anastasio carmelo 27/03/2017

i cadaveri di centinaia di vittime: localmente sono chiamati "foibe". Il nome deriva dagli inghiottitoi di natura carsica, dove furono rinvenuti i cadaveri di centinaia di vittime: localmente sono chiamati "foibe". Per estensione i termini "foibe" e il neologismo "infoibare" sono in seguito diventati sinonimi degli eccidi, che furono in realtà perpetrati con diverse modalità.[4] anastasio carmelo 27/03/2017

I baratri venivano usati per l'occultamento di cadaveri con tre scopi: eliminare gli oppositori politici e i cittadini italiani che si opponevano (o avrebbero potuto opporsi) alle politiche del Partito Comunista Jugoslavo di Tito; dominare e terrorizzare la popolazione italiana delle zone contese; -in qualche caso vendicarsi di nemici personali, magari per ottenere un immediato beneficio patrimoniale. anastasio carmelo 27/03/2017

Perché non ci si dimentichi mai degli errori commessi, perché si cerchi almeno di evitare di ricadere negli stessi, questa pagina la dedico agli infoibati, e al triste esodo della popolazione che sono stati costretti a fuggire dalle proprie case nel periodo in cui l'occupazione jugoslava, anastasio carmelo 27/03/2017

comandata da Tito, stava cercando di annettersi una grossa parte delle regioni giuliane, riuscendo in parte a farlo, ma al prezzo di tanto dolore e sofferenza. anastasio carmelo 27/03/2017

Cause remote (contesto storico) Il massacro delle foibe va inserito nel periodo storico fra il Congresso di Vienna 1815 e la Seconda guerra mondiale, noto come l'"epoca dei nazionalismi". anastasio carmelo 27/03/2017

Prima del XIX secolo in Istria e Dalmazia, erano convissute popolazioni di lingua romanza e slava, che non avevano fra di loro tensioni dovute ad ancor inesistenti concetti di nazionalità. (le etnie erano notevolmente mischiate) anastasio carmelo 27/03/2017

Con l'imporsi del concetto di stato nazionale, a seguito dell'epoca napoleonica, istriani e dalmati cominciarono a identificarsi nelle moderne nazionalità: nel presente caso italiana, slovena, serba e croata. Ciascuna delle fazioni (ETNIE) cominciò a lottare per riunire le proprie terre alle rispettive "madrepatrie". anastasio carmelo 27/03/2017

Nell'ambito dei succitati conflitti nazionali, nacque fra i croati l'idea che Istria, Fiume e Dalmazia fossero parte integrante del loro territorio nazionale fin dall‘alto medioevo. anastasio carmelo 27/03/2017

Gli italiani venivano considerati una realtà estranea, frutto di "invasioni straniere" che avevano italianizzato parte delle popolazione croata originaria. anastasio carmelo 27/03/2017

L'Italia accettò di entrare nella Grande Guerra a fianco della Triplice Intesa in base ai termini del Trattato di Londra, che garantiva all'Italia il possesso dell'intera Istria, di Trieste e della Dalmazia settentrionale - incluse le isole. anastasio carmelo 27/03/2017

a maggioranza italiana, sarebbe dovuta rimanere La città di Fiume, a maggioranza italiana, sarebbe dovuta rimanere all’ Austria-Ungheria per garantirle un adeguato accesso al mare. Al termine delle guerra, con i trattati di Saint Germain e di Rapallo, l'Italia ottenne solo parte di ciò che le era stato promesso: le fu infatti negata la Dalmazia (dove ottenne solo la città di Zara e alcune isole). anastasio carmelo 27/03/2017

originariamente destinata ad essere il porto dell'ormai Rimase aperta la questione di Fiume: originariamente destinata ad essere il porto dell'ormai defunto Impero Austro Ungarico fu rivendicata dall'Italia, che riuscì infine ad annetterla nel 1924. anastasio carmelo 27/03/2017

Fu infatti varata in tutta Italia una politica di assimilazione delle La situazione degli slavi si deteriorò con l'avvento al potere del fascismo, nel 1922. Fu infatti varata in tutta Italia una politica di assimilazione delle minoranze etniche e nazionali, che prevedeva l'italianizzazione di nomi e toponimi, la chiusura delle scuole slovene e croate e il divieto dell'uso della lingua straniera in pubblico. anastasio carmelo 27/03/2017

« Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. [...] I confini dell'Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani » Benito Mussolini, (discorso tenuto a Pola il 24 settembre 1920) anastasio carmelo 27/03/2017

anastasio carmelo 27/03/2017

ed erano applicate, fra gli altri, anche da paesi democratici Simili politiche di assimilazione forzata erano all'epoca assai comuni, ed erano applicate, fra gli altri, anche da paesi democratici (come Francia[11][12] e Regno Unito). Da notare che furono adottate dalla stessa Jugoslavia, dove si verificarono anche episodi di repressione violenta. anastasio carmelo 27/03/2017

L'azione del governo fascista annullò l'autonomia culturale e linguistica di cui le popolazioni slave avevano ampiamente goduto durante la dominazione asburgica e incrementò i sentimenti di inimicizia nei confronti dell'Italia. anastasio carmelo 27/03/2017

Nell'aprile del 1941 l'Italia partecipò all'attacco dell'Asse contro la Iugoslavia. L'Italia si annesse una grande parte della Slovenia (dove fu costituita la provincia di Lubiana), la Dalmazia Settentrionale e le Bocche di Cattaro ( Dalmazia montenegrina). anastasio carmelo 27/03/2017

La spartizione della Iugoslavia. Nell'aprile del 1941 l'Italia partecipò all'attacco dell'Asse contro la Iugoslavia. L'Italia si annesse una grande parte della Slovenia (dove fu costituita la provincia di Lubiana), la Dalmazia settentrionale e le Bocche di Cattaro. La spartizione della Iugoslavia. anastasio carmelo 27/03/2017

anastasio carmelo 27/03/2017

anastasio carmelo 27/03/2017

Le Bocche di Càttaro sono una serie di insenature della costa dalmata del Montenegro, costituite da ampi valloni fra loro collegati che si inseriscono profondamente nell'entroterra. anastasio carmelo 27/03/2017

Le fortificazioni di Cattaro, circondate dal mare anastasio carmelo 27/03/2017

L'annessione unilaterale da parte dell'Italia di territori già jugoslavi provocò inoltre un ulteriore inasprimento delle relazioni fra slavi e italiani. anastasio carmelo 27/03/2017

Nel 1941 il Maresciallo Tito (Pseudonimo di Josip Broz) creò una forza di resistenza partigiana interamente iugoslava che si batté contro gli occupanti nazisti e i loro alleati fascisti della Croazia. anastasio carmelo 27/03/2017

L'8 settembre 1943 con l'armistizio tra Italia e Alleati, si verifica il collasso del Regio Esercito. Il 9 settembre le truppe tedesche entrarono a Trieste. In questo periodo (13 settembre 1943) si proclamò il "distacco" dell'Istria dall'Italia e l'annessione alla Jugoslavia. anastasio carmelo 27/03/2017

Il 29 settembre 1943 venne istituito il Comitato esecutivo provvisorio di liberazione dell'Istria. Parallelamente al consolidamento del controllo germanico sul capoluogo giuliano, su Pola e su Fiume, i partigiani occuparono buona parte della penisola istriana, anastasio carmelo 27/03/2017

Improvvisati tribunali popolari, che rispondevano ai partigiani jugoslavi dei Comitati popolari di liberazione emisero centinaia di condanne a morte. anastasio carmelo 27/03/2017

Le vittime furono rappresentanti del regime fascista e dello Stato italiano, oppositori politici, ma anche semplici personaggi in vista della comunità italiana e potenziali nemici del futuro Stato comunista jugoslavo che s'intendeva creare.[17] anastasio carmelo 27/03/2017

A Rovigno (Istria) il Comitato rivoluzionario compilò una lista contenente i nomi dei fascisti, ma anche di persone estranee al partito ma rappresentanti lo stato italiano, i quali vennero arrestati e condotti a Pisino Capoluogo dell’ISTRIA, ombelico anastasio carmelo 27/03/2017

In tale località furono condannati e Giustiziati, assieme ad altri fascisti, italiani e croati. La maggioranza dei condannati fu scaraventata nelle foibe o nelle miniere di bauxite, alcuni mentre erano ancora in vita anastasio carmelo 27/03/2017

I baratri venivano usati per l'occultamento di cadaveri con tre scopi: eliminare gli oppositori politici e i cittadini italiani che si opponevano (o avrebbero potuto opporsi) alle politiche del Partito Comunista Jugoslavo di Tito; dominare e terrorizzare la popolazione italiana delle zone contese; -vendicarsi in qualche caso di nemici personali, magari per ottenere un immediato beneficio patrimoniale. anastasio carmelo 27/03/2017

«Quella combattuta sui campi di battaglia della Jugoslavia non è stata soltanto una guerra di liberazione, ma anche una terribile guerra civile, in cui – dalle prime stragi ustaša- (movimento nazionalista croato tra le due guerre) - ne è l’elemento dal 1941 in poi – determinazione e orrore hanno sostituito la pietà. anastasio carmelo 27/03/2017

dei partigiani vengono fucilati, ma anche quelli che sono riusciti a Per i prigionieri slavi quindi non c’è scampo: quelli caduti nelle mani dei partigiani vengono fucilati, ma anche quelli che sono riusciti a consegnarsi agli alleati, non hanno trovato la salvezza.» Raoul Pupo "Le stragi del secondo dopoguerra nei territori amministrati dall'esercito partigiano jugoslavo". anastasio carmelo 27/03/2017

Raoul Pupo Insegna Storia contemporanea all'Università di Trieste. È stato uno dei principali promotori, alla fine degli anni Ottanta, degli studi sulla tragedia delle Foibe e dell'Esodo. Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo “Esodi. Trasferimenti forzati di popolazione nel Novecento europeo” (2000) e “Foibe” (2003). anastasio carmelo 27/03/2017

TRENO per Bologna – Parma – La Spezia - Treno della vergogna ( 16/02/1947 ) Da POLA ad ANCONA (convoglio marittimo) TRENO per Bologna – Parma – La Spezia - Con treno della vergogna, locuzione popolare, o treno dei fascisti, così definito da una parte di ferrovieri, s'intende un treno che trasportò ad Ancona chi proveniva dal quarto convoglio marittimo di Pola, carico di esuli italiani, che, al termine della seconda guerra mondiale, abbandonarono le loro proprietà in Istria, Quarnaro e Dalmazia. anastasio carmelo 27/03/2017

La domenica del 16 febbraio 1947 da Pola partirono per mare diversi convogli di esuli italiani con i loro ultimi beni e, solitamente, un tricolore. I convogli erano diretti ad Ancona dove gli esuli vennero accolti dall'esercito perché li proteggesse da connazionali, militanti di sinistra, che non mostrarono gesto alcuno di solidarietà [1] . anastasio carmelo 27/03/2017

Ad accogliere benevolmente gli esuli ci furono tre uomini, dei quali due con la fisarmonica, che cominciarono a cantare vecchie canzoni istriane: questi erano esuli precedentemente sbarcati e che avevano combattuto nella resistenza italiana. anastasio carmelo 27/03/2017

La sera successiva partirono in un treno merci tra la paglia per giungere a Bologna dove la Pontificia Opera di Assistenza e la Croce Rossa Italiana avevano preparato dei pasti caldi, soprattutto per bambini e anziani. anastasio carmelo 27/03/2017

Il treno giunse appena a mezzogiorno del giorno seguente, quindi martedì 18 febbraio 1947, dove dai microfoni di certi ferrovieri sindacalisti veniva detto: “Se i profughi si fermano, lo sciopero bloccherà la stazione”. anastasio carmelo 27/03/2017

Il treno venne preso a sassate da dei giovani che sventolavano la bandiera con falce e martello, altri lanciarono pomodori e altro sui loro connazionali, mentre terzi buttarono sulle rotaie addirittura il latte destinato ai bambini in grave stato di disidratazione. anastasio carmelo 27/03/2017

Per non avere il blocco del piu' importante snodo ferroviario d'Italia il treno venne fatto ripartire per Parma dove POA e CRI poterono tranquillamente distribuire il cibo trasportato da Bologna con automezzi dell'esercito. anastasio carmelo 27/03/2017

La destinazione finale del treno fu La Spezia, dove i profughi furono temporaneamente sistemati in una caserma. anastasio carmelo 27/03/2017

“Si trattò di un episodio nel quale la solidarietà nazionale Lo storico e scrittore Guido Rumici in uno dei suoi saggi scrive: “Si trattò di un episodio nel quale la solidarietà nazionale venne meno per l'ignoranza dei veri motivi che avevano causato l'esodo di un intero popolo. anastasio carmelo 27/03/2017

Partirono tutte le classi sociali: dagli operai ai contadini, dai commercianti agli artigiani, dagli impiegati ai dirigenti. Un'intera popolazione lasciò le proprie case e i propri paesi, indipendentemente dal ceto e dalla colorazione politica dei singoli. anastasio carmelo 27/03/2017

Per questo dico che è del tutto sbagliata e fuori luogo l'accusa indiscriminata fatta agli esuli di essere fuggiti dall'Istria e da Fiume, perché troppo coinvolti con il fascismo. Pola era, comunque, una città operaia, la cui popolazione, compattamente italiana, vide la presenza di tremila partigiani impegnati contro i tedeschi. La maggioranza di loro prese parte all'esodo. anastasio carmelo 27/03/2017

10 febbraio: Giorno del Ricordo Ricordo le migliaia e migliaia di uomini, donne, anziani e bambini, lasciati morire nel buio di una foiba, seppelliti vivi tra i morti. Perché si risparmiassero le pallottole. anastasio carmelo 27/03/2017

Ricordo maestri, preti, soldati, operai, studenti seviziati e uccisi dalle milizie comuniste jugoslave nelle scuole, in strada, in chiesa, in casa propria. anastasio carmelo 27/03/2017

Cadaveri disseminati senza pietà lungo tutto il confine nord-orientale d'Italia. Ricordo giovani donne torturate con tenaglie roventi, rinchiuse in gabbie di ferro, stuprate ed esposte al ludibrio degli uomini di Tito. anastasio carmelo 27/03/2017

Ricordo quei carnefici ancora impuniti, prosciolti dall'accusa di sterminio per aver operato in territorio "extranazionale" o mai neanche processati anastasio carmelo 27/03/2017

Ricordo la disperazione dei 350 mila esuli italiani di Fiume, dell'Istria, della Dalmazia. Costretti ad abbandonare le loro case, le loro terre, i loro ricordi radicati nei secoli. anastasio carmelo 27/03/2017

Ricordo migliaia di persone scomparse nel nulla che l'Italia, l'Europa ed il mondo hanno fatto finta di dimenticare. anastasio carmelo 27/03/2017

Ricordo il silenzio degli storici di partito e l'omissione complice della scuola pubblica italiana, perché le giovani generazioni non sapessero, perché non ricordassero. anastasio carmelo 27/03/2017

Il 10 febbraio di ogni anno, nel "Giorno del ricordo in memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano - dalmata e delle vicende del confine orientale" io indosso il fiocco tricolore per tributare il mio riconoscimento a questi Figli d'Italia troppo a lungo dimenticati. Io ricordo. E tu? anastasio carmelo 27/03/2017

anastasio carmelo 27/03/2017

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LA GIORNATA DEL RICORDO Foibe: per non dimenticare 10 FEBBRAIO – LA GIORNATA DEL RICORDO Foibe: per non dimenticare gli orrori delle guerre. anastasio carmelo 27/03/2017

Noi siamo piccoli uomini, sempre pronti a gettarci nella mischia, crediamo di avere ragione e forse siamo solo sbagliati, ma siamo anche sempre in cerca di risposte, questo significa che non siamo contenti di noi stessi e che vogliamo migliorare.  anastasio carmelo 27/03/2017

Io faccio parte di questa umanità e vorrei lasciare qualcosa di buono dietro di me, ma so che non è facile, ci provo e quando non posso essere protagonista della storia, partecipo a quella degli altri. anastasio carmelo 27/03/2017

Questo è il momento della riflessione, ne sono già trascorsi tanti, ma tanti sono gli errori umani e chissà quanti ancora ne dovremo passare di questi momenti. anastasio carmelo 27/03/2017

La memoria di oggi  è dedicata al dramma delle Foibe e della popolazione dell'Istria che hanno dovuto lasciare le loro case e ricominciare daccapo la loro esistenza.  anastasio carmelo 27/03/2017

Non per odiare, ma per ricordare e per promettere a noi stessi che cercheremo di non lasciarci più trascinare dentro i buchi neri della storia umana. Lisistrata anastasio carmelo 27/03/2017

anastasio carmelo 27/03/2017