Educazione Letteraria

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Educazione Letteraria Corsi Speciali Abilitanti ex Legge 143/2004, Art. 2, Comma 1 Ter Educazione Letteraria Indirizzo Linguistico-letterario classi di concorso 43A e 50A Lezione del 19.01.2007 Prof. Silvio Vitellaro

Che cos'è la letteratura? Si è risposto in molteplici modi, per lo piú inconciliabili tra loro. Difficile è perfino circoscrivere il campo della letteratura, separarla nettamente da ciò che letteratura non è. Confusi e incontrollabili sono anche gli usi correnti del termine letteratura, che tendono a designare le cose piú eterogenee. Una domanda e molte risposte. Alla domanda « Che cos'è la letteratura?» si è risposto in molteplici modi, seguendo diverse ideologie, visioni del mondo, scelte di vita, gusti, umori, pre­giudizi, prospettive politiche, teoriche, filosofiche, scientifiche. Basta guardare ad alcune di queste risposte, per lo piú assolutamente inconciliabili tra loro, per rendersi conto della difficoltà e dell'impossibilità di una definizione semplice e univoca, da tenere a mente una volta per tutte, della letteratura. Ma difficile è perfino circoscrivere il campo della letteratura, separarla nettamente da ciò che letteratura non è; e assai vari, confusi e incontrollabili sono anche gli usi automatici e correnti del termine letteratura, che tendono a designare le cose piú eterogenee. Se di tutto ciò si dovesse tener conto fino in fondo, si potrebbe arrivare solo a dire una cosa più che ovvia: letteratura è ciò che viene chiamato letteratura, ciò che volta per volta gruppi e ambienti sociali riconoscono come letteratura.

Che cos'è la letteratura Letteratura è ciò che viene chiamato letteratura, ciò che volta per volta gruppi e ambienti sociali riconoscono come letteratura.

Sviluppo della nozione di letteratura Le diverse nozioni di letteratura si sviluppano, nel tempo, da distinzioni tra le varie forme di scrittura, alcune delle quali vengono inserite entro la letteratura mentre altre ne vengono espunte. La letteratura si costruisce cosí come un'istituzione, che ha caratteri e regole specifiche che variano con il tempo e con l'azione degli individui e dei gruppi sociali; e si sviluppa entro una tradizione, mettendosi cioè in un rapporto con le scritture e le forme già elaborate in passato. Questo carattere istituzionale della letteratura la lega strettamente alle esigenze e alle visioni del mondo delle diverse società entro cui essa si elabora: a partire da esso si creano gerarchie tra le diverse scritture.

Poesia e non poesia Benedetto Croce distingue tra poesia e non poesia. Definita come «espressione del sentimento» e «intuizione lirica pura», la poesia è apparsa come una forma spirituale che si può manifestare entro le più diverse tecniche artistiche; si è detto «poetico» ciò che raggiungerebbe quella forma spirituale, «non poetico» ciò che non la raggiungerebbe. La nozione di poesia si estende cosí molto al di là delle forme della scrittura: si può parlare di poesia e di espressione poetica per la musica, le arti figurative, ecc.; e d'altra parte a certe opere in versi si può negare ogni carattere di poesia, mentre certe opere in prosa possono essere riconosciute piene di poesia.

Poesia e letteratura A Croce risale anche una netta distinzione tra poesia e letteratura. Nella sua ottica sarebbe letteratura tutto ciò che non è direttamente poesia, tutta quella serie di scritture che rappresentano il gusto di una società, i suoi modi di comunicazione, le sue forme di pensiero e di intrattenimento che non raggiungono la poesia, ma costituiscono la sua premessa, il suo retroterra culturale e sociale.

La nozione di letterarietà Roman Jakobson, che ha definito la funzione poetica come un uso del linguaggio orientato sul messaggio in quanto tale, come fine a se stesso. Anche l'ottica del formalismo ha portato a una relativa non distinzione tra i due termini poesia e letteratura. A partire da queste premesse si è cercato comunque di definire una rigorosa scienza della letteratura, basata sullo studio della letterarietà e della funzione poetica del linguaggio. La prospettiva di Croce tendeva comunque a sottolineare la specificità e l'autonomia della poesia, a distinguerla nettamente come manifestazione pura e assoluta del linguaggio. In modo diverso, con una precisa attenzione agli aspetti tecnici e formali, nelle prospettive che possono genericamente definirsi come formalistiche o strutturalistiche si è affermata la specificità e l'autonomia dei fatti letterari, sulla ba­se di un concetto più ampio, quello di letterarietà: da questo punto di vista l'u­so letterario del linguaggio è stato distinto dagli usi non letterari e si sono defi­niti precisi caratteri tecnici e formali, specifici orientamenti della comunicazio­ne, che hanno permesso di isolare una funzione poetica del linguaggio, distinta da altre funzioni. Un ruolo essenziale, in questa prospettiva, è stato svolto dalla teoria del grande linguista russo Roman Jakobson, che ha definito la funzione poetica co­me un uso del linguaggio orientato sul messaggio in quanto tale, come fine a se stesso. Anche l'ottica del formalismo ha portato a una relativa non distinzione tra i due termini poesia e letteratura. A partire da queste premesse si è cercato comunque di definire una rigorosa scienza della letteratura, basata sullo studio della letterarietà e della funzione poetica del linguaggio.

La letteratura in prospettiva antropologica La pratica impossibilità di circoscrivere la letteratura in limiti troppo netti e definiti, oltre agli intrecci e alle contraddizioni tra le varie teorie, consiglia di allargarne la nozione fino a comprendervi tutte quelle manifestazioni linguistiche del modo di essere dell'uomo nel mondo, che hanno la capacità di resistere nel tempo, che mantengono una testimonianza di comportamenti e di forme vitali, che possono suscitare rapporti, scambi, nuove comunicazioni, esperienze, anche fuori dello spazio e del tempo in cui all'origine si sono svolti.

La letteratura e l'esperienza dell'uomo La letteratura si inscrive cosí nell'orizzonte dell'antropologia, è parte essenziale del sistema culturale su cui si fonda ogni società civile, forma privilegiata in cui per una lunga fase della storia umana le civiltà e le società hanno elaborato, riconosciuto, espresso il loro essere, la loro identità, i loro modi di rapporto, i loro comportamenti, le loro regole civili, i loro desideri, le loro paure, le loro speranze.

Letteratura e cultura In linea di principio qualsiasi testimonianza di scrittura o qualsiasi memoria orale può rientrare nell'ambito della letteratura e rivelare questo valore antropologico: ma ciò non significa che si debba mettere tutto allo stesso livello. Tra le varie entità che possono essere comprese nella letteratura si crea necessariamente una gerarchia di interessi, non legata a valori assoluti, ma alla tradizione culturale e alla coscienza dei lettori, al senso del loro rapporto col passato e della loro partecipazione al presente: tutte cose che possono subire nel tempo molteplici variazioni. In termini generali, si può dire che l'interesse degli oggetti letterari è tanto più forte quanto più denso è il loro spessore antropologico, quanto più essenziale è la loro capacità di rispondere alle esigenze del sistema culturale in cui essi sono inseriti: questa capacità viene determinata in primo luogo dalla scelta di particolari strutture di comunicazione, da legami con codici, tecniche e forme comuni, da modi di organizzazione interna, da essenziali elementi sociali e psicologici. E l'interesse si accresce ulteriormente quanto più questi oggetti riescono a comunicare al di là dei limiti dello spazio e del tempo in cui sono stati prodotti, a rappresentare i caratteri più profondi del mondo di cui sono parte, a legarsi ad esigenze umane piú integrali ed essenziali, a scoprire nuove possibilità di essere, nuove forme di comportamento e di relazione (i grandi capolavori sono quelli che rispondono nel modo più intenso a queste istanze).

Aspetti essenziali dell'esperienza letteraria (1) La letteratura trasmette le forme dell'immaginario, dalle originarie elaborazioni del mito a quelle legate alla più libera evasione fantastica: in essa si raccolgono figure, fantasie, invenzioni che hanno la loro origine nei profondi e originari caratteri dell'uomo, ma che si svolgono, si modificano, si accrescono nel corso del tempo e nell'esperienza di società diverse, e vengono scambiate attraverso la forma generale del racconto.

Aspetti essenziali dell'esperienza letteraria (2) Nella letteratura il linguaggio si muove tra due opposte dimensioni: quella della comunicazione, che approfondisce e arricchisce la sua natura sociale, di scambio, di rapporto quella dell'espressione, che invece mira a esternare (il latino ex-primere significa originariamente proprio "tirare fuori, estrarre") realtà non immediatamente comunicabili, sentimenti, desideri, passioni, significati, immagini del mondo non definibili con la struttura linguistica di base.

Aspetti essenziali dell'esperienza letteraria (3) La letteratura tende a suggerire modelli di comportamento, sia collegandosi a modelli preesistenti, sia elaborandone di nuovi: tende a riprodurre norme e valori che hanno un peso e un rilievo sociale, oppure a rompere norme e valori tradizionali, a cercare l'innovazione. Modelli, norme e valori si collegano sempre a un pubblico, con cui la produzione letteraria istituisce i rapporti più vari, secondo l'assetto delle diverse società. Questo carattere sociale della letteratura si appoggia su un sistema globale, in cui si organizzano le forme del comportamento linguistico: la retorica.

Aspetti essenziali dell'esperienza letteraria (4) Tutte le manifestazioni letterarie, anche quelle che più sembrano tendere all'astrazione o alla fantasia, nascono da un rapporto con il presente, da una volontà di partecipazione o di rifiuto verso la vita, da bisogni determinati dal fatto che chi scrive vive comunque in un mondo concreto. Lo studio della letteratura deve perciò tener conto della realtà naturale e sociale da cui essa si sviluppa, delle ideologie, dei desideri e delle aspirazioni collettive, del pensiero, della psicologia, di gioie, sofferenze, rapporti umani degli autori. Le opere letterarie si rivelano tanto più interessanti, quanto più sanno dare il senso della situazione di cui sono partecipi e quanto più forte è la qualità dell'esperienza che esse condensano in sé.

Opera e testo Per indicare gli oggetti letterari la tradizione ha elaborato due categorie: opera e testo. La nozione di opera si riferisce a singole unità letterarie, prodotte in determinati momenti e situazioni, distinte da altre unità, ma solo parzialmente concluse in se stesse (infatti ogni opera è in comunicazione con altre opere). Un testo può coincidere con un'opera intera o soltanto con una sua piccolissima porzione, può essere qualcosa di parziale e frammentario o di organico e concluso in sé. Sia che si adotti il termine opera o il termine testo, l'oggetto cosí designato si suole comunque quasi sempre riconoscere attraverso un titolo e può presentarsi articolato e diviso in parti.

Opera e testo La nozione di opera chiama in causa una serie di rapporti piú ampi. La nozione di testo chiama in causa i segni linguistici nell'insieme di relazioni e di funzioni che riguardano l'intero sistema della comunicazione e dell'espressione. Un testo si organizza con un particolare uso della lingua e con scelte all'interno del sistema linguistico a disposizione: lo stile, la retorica, la metrica, il cui rilievo e la cui importanza possono avere gradi diversi.

Codici della comunicazione letteraria Un codice è un insieme di regole e di caratteri generali: qualsiasi sistema di comunicazione appoggia sull'uso di un codice. I codici letterari vengono elaborati nel corso del tempo mutando e trasformandosi nelle diverse situazioni storiche e nell'uso dei diversi gruppi sociali; possono essere di varia durata, di livelli diversi, di peso e autorità differenti; possono essere rigidi e chiusi o, al contrario, permettere larghe trasgressioni; possono addirittura essere creati ex novo da un'opera specifica, ecc.

I generi letterari Da un intreccio di codici, legati a una serie di possibilità tematiche e formali, più o meno vincolati nelle diverse situazioni storiche e soggetti a trasformazioni molteplici, risulta il genere letterario. I generi letterari possono essere definiti come grandi «quadri» precostituiti, rappresentati da opere specifiche dotate di particolari caratteri, che offrono il modello per la costruzione di nuove opere: alcuni di essi si legano ai modi e tipi più costanti dell'esperienza umana; altri vengono elaborati in momenti particolari o possono essere addirittura «fondati» da opere particolarmente innovatrici e geniali.

Macrogeneri letterari Nella tradizione occidentale si sono elaborati alcuni grandi generi di ampio respiro, sulla cui base si sono formati poi, in diversi momenti, generi più particolari e definiti. Si fornisce qui la definizione dei generi di più lunga durata storica, che hanno assunto una funzione per cosí dire categoriale e che possono essere anche designati come macrogeneri: in primo luogo i tre generi dell'epica, della lirica, del dramma (distinto quest'ultimo, fin dall'origine, in tragedia e commedia), poi generi relativamente piú circostanziati, come l'elegia, l'epigramma, l'idillio, il dialogo. Tecniche specifiche. I vari codici e generi e la stessa concreta forma dei testi comportano la mes­sa in opera di varie tecniche specifiche, che possono essere dell'ordine più diverso, da quelle strettamente linguistiche, a quelle stilistiche, metriche, retoriche. È evidente che in taluni casi queste tecniche assumono un rilievo assoluto, offrono delle forme imprescindibili per lo stesso manifestarsi della parola letteraria: e basta vedere il caso della prosodia e della metrica, delle tecniche di versificazione e delle forme dei componimenti poetici. Meno immediatamente riconoscibili sono le tecniche e le strutture della rappresentazione e in particolare quelle della narrativa, legate ai modi originari della fiaba e del racconto. La grande varietà delle tecniche stilistiche, retoriche, metriche, narrative, e la sottigliezza delle distinzioni che sarebbero necessarie non consentono di fornire qui un repertorio esauriente

Il contesto Per il suo legame con la situazione e la sua natura di esperienza, la letteratura è in stretto rapporto con un contesto esterno ai testi, con una serie di condizioni reali che va dall'individualità biografica dell'autore all'orizzonte più ampio della società e del tempo in cui egli si trova a vivere. Si suole spesso dire che certe opere contengono in sé il segno della loro epoca: questa è in realtà solo una constatazione ovvia e banale, che spesso impedisce di rendersi conto che il legame di un'opera con il suo tempo è dato da una serie molto precisa di circostanze e di strutture, e che queste possono essere studiate allargando lo sguardo all'intero contesto storico e sociale.

Situazione ed esperienza Le esperienze letterarie si rapportano alla vita materiale e mentale, alle realtà fisiche e geografiche, alle forme della cultura quotidiana, alle classi e ai gruppi sociali, alle strutture economiche, alle ideologie elaborate dai diversi gruppi sociali, ai modelli coscienti e inconsci di cui questi fanno uso. Ciò non significa però che le singole opere siano effettivamente determinate da questi fattori oppure che ne riflettano volta per volta i rispettivi caratteri: i rapporti possono infatti essere molto diversi, e devono venire valutati e studiati caso per caso. E certo che chi scrive, scrive comunque sempre entro un mondo che per lui è essenziale, che rappresenta il contesto inevitabile della sua vita e della sua esperienza: non possiamo trascurare gli effetti che questo contesto esercita su di lui, come su ogni uomo che vive. Cosí occorrerà rendersi conto degli eventi storici, delle vicende politiche e militari, di tutti quei fatti grandi e piccoli che costituiscono la vita quotidiana. E occorrerà conoscere la stessa origine e posizione sociale degli scrittori, il carattere e le condizioni delle loro famiglie, i loro modi di sussistenza economica, le loro attività lavorative. Si dovrà tener conto di come essi entrano in contatto con le forme di potere e con i sistemi statali, sociali, economici, amministrativi del loro tempo, dei loro rapporti con le istituzioni su cui si articolano le forme della vita civile, dell'attrazione che essi sentono per centri e luoghi specifici.

La lettura Un autentico rapporto con la letteratura non è possibile soltanto dopo aver acquisito la conoscenza di tutti i dati antropologici, tecnici, istituzionali, storici: né l'acquisizione completa di quei dati può portare a una conoscenza risolutiva, di tipo «scientifico», degli oggetti letterari. La conoscenza della letteratura è legata direttamente alla lettura delle opere e dei testi: conoscere la letteratura è, prima di tutto, riattivare, attraverso la lettura, l'esperienza che essa rappresenta; e non ha senso occuparsi di letteratura, se essa non viene fatta vivere nella lettura.

Il valore della lettura Molte recenti teorie hanno concentrato l'attenzione soprattutto sull'atto della lettura: esse hanno insistito proprio sul fatto che gli oggetti letterari sono costruiti e orientati in primo luogo in funzione della lettura. Fuori della lettura, la loro realtà è solo astratta e virtuale: sono le letture a creare esperienze concrete, estraendo dai testi possibilità sempre nuove e aperte. E per questo diventa essenziale riflettere sui modi in cui il lettore (spesso assai lontano dal tempo e dalla cultura in cui si sono sviluppate le opere che ha davanti) entra in comunicazione con ciò che legge, sul significato dell'interpretazione.

Il dialogo con i testi La riflessione sull'interpretazione, secondo la prospettiva dell'ermeneutica, mostra che ogni rapporto con un testo si svolge in un intreccio tra comprensione e deformazione: le interpretazioni variano nel tempo, e ciò avviene proprio perché ogni lettore rapporta il testo alla propria esperienza presente e parallelamente subisce l'azione delle interpretazioni precedenti. Ogni interpretazione trasforma il testo, vi scopre o vi aggiunge significati che precedentemente non erano stati individuati; può tendere ad allontanarsi al massimo dai valori originari del testo, ma anche mirare a una comunicazione piú profonda e autentica con essi. In realtà non esiste una verità oggettiva, data una volta per tutte, dei testi letterari: essi vivono in un sistema che mette in rapporto l'autore e l'opera con dei destinatari diversi, con un pubblico che ne trasforma e interpreta diversamente i valori; ma nessuna interpretazione è definitiva, in grado di esimerci da un ulteriore impegno di comprensione e di ascolto del testo.

L’interpretazione Tutto questo non significa che si debba arrivare a un relativismo assoluto e distruttivo: bisogna evitare di credere, come succede a molte recenti teorie legate all'ermeneutica, che l'interpretazione sia assolutamente aperta, gratuita, manipolabile e rovesciabile a piacimento. Se non c'è una verità definitiva dei testi, è comunque necessario rapportarsi ad essi con concretezza e con rigore razionali: l'esperienza della lettura e dell'interpretazione sarà tanto più autentica quanto più cercherà la comprensione, ed eviterà di abbandonarsi indifferentemente alla deformazione.

L’interpretazione Nello stesso tempo si dovrà rifiutare ogni tipo di schematismo: l'interpretazione della letteratura richiede prima di tutto una grande disponibilità a capire i punti di vista, le differenti prospettive, le realtà mentali e materiali più diverse. Schemi e formule saranno necessari a scopo didattico, per capire meglio certi caratteri e certe situazioni, per fermare meglio nella memoria elementi e nozioni di base: ma deve essere chiaro, prima di ogni altra cosa, che nessuna formula e nessuna nozione sono in grado di darci una conoscenza sicura e tranquillizzante della letteratura.

L’interpretazione come dialogo Il processo dell'interpretazione richiede al lettore progressive precisazioni e correzioni di giudizio: non è importante saper dire con una formula cosa significa o come è fatto un determinato testo, ma piuttosto saper dialogare con i testi, trovare, attraverso di essi, immagini di mondi possibili, di realtà diverse da quelle già date. L'universo della letteratura è un universo dialogico, che propone un dialogo ininterrotto con esperienze dai caratteri vari e molteplici, un campo aperto alla comunicazione e allo scambio. La partecipazione a questo dialogo si lega intimamente allo sviluppo e all'esercizio di una coscienza critica.

La critica letteraria Delle opere e dei testi della letteratura si occupa direttamente una disciplina dalle attribuzioni molto variabili, la critica letteraria. Una critica letteraria vera e propria è sorta solo quando si è affermata la specificità del discorso letterario, si sono operate distinzioni e gerarchie tra i testi, si sono verificati conflitti tra interpretazioni e giudizi diversi. Il critico letterario si è posto allora come una specie di interprete del giudizio pubblico, come colui che accompagna i lettori, indicando loro, sul piano di una esplicita coscienza culturale, la posizione da prendere nei confronti delle opere.

Orientamenti della critica contemporanea Nella critica contemporanea si sono sviluppate metodologie e prospettive critiche diverse: in forma molto generale si possono distinguere metodi che partono dal carattere formale dei testi metodi che riguardano il loro rapporto con realtà esterne; tuttavia tra queste due categorie sussistono numerosi intrecci, che rendono difficile ogni tentativo di classificazione semplice o rigorosa. Semplificando possiamo distinguere, tra gli orientamenti più essenziali della critica contemporanea, una critica semiologica, una critica sociologica, una critica psicoanalitica, una critica formalistica, una critica linguistico-stilistica, una critica filologica, una critica archetipica o simbolica, una critica ermeneutica. Spesso i confini tra questi metodi non sono del tutto chiari

Critica letteraria È certo, comunque, che nessun metodo critico appare oggi capace di rivelarci, con i suoi soli strumenti, la ricchezza di significati delle esperienze letterarie: nessun metodo può pretendere di offrirci regole dalla cui applicazione possa risultare una esauriente definizione dei testi letterari. I singoli metodi possono darci soltanto letture e interpretazioni parziali delle opere studiate.

Critica e lettura Prima di tutto ci sarà insomma la volontà di comprendere e di interpretare, di cui i vari metodi possono essere soltanto strumenti parziali e provvisori. In questo modo l'esperienza della critica mantiene un suo legame con quella della lettura Il vero critico letterario ci appare oggi non un tecnico che applica certe regole e ci rivela i presunti caratteri oggettivi di un'opera letteraria, ma un lettore attento ed esperto.