IL VERSO E L’ACCENTO RITMICO Nei singoli versi il ritmo è determinato dall’alternarsi di sillabe toniche (sulle quali cade l’accento ) e di sillabe atone (sulle quali non cade l’accento). Inoltre, alcune sillabe toniche ( accentate) assumono più importanza delle altre in quanto vengono pronunciate con più forza. Sono le sillabe colpite dall’accento ritmico o ictus (ictus, in latino, significa “colpo, percussione”). Su queste sillabe, dunque, la voce di chi legge si sofferma con maggiore insistenza e intensità.
ESEMPIO DI SILLABE SU CUI CADE L’ACCENTO RITMICO (CIOE’ LE SILLABE SU CUI LA VOCE DEVE INSISTERE IN MODO PARTICOLARE) Oh! Valentino vestito di nuovo, Come le brocche dei biancospini! Solo, ai piedini provati dal rovo Porti la pelle de’ tuoi piedini. Giovanni Pascoli
LA STROFA Nelle poesie, spesso, i versi sono disposti a gruppi, in ciascuno dei quali il numero dei versi stessi può variare. Ogni GRUPPO DI VERSI prende il nome di STROFA.
ESEMPIO: Tu sei la nuvoletta, io sono il vento; ti porto ove a me piace; qua e là ti porto per il firmamento, e non ti do mai pace. Vanno a sera a dormire dietro i monti le nuvolette stanche. Tu nel tuo lettuccio i sonni hai pronti sotto le coltri bianche. Umberto Saba
LA RIMA I versi possono essere legati fra loro dalla rima, ossia dalla ripetizione di suoni uguali in due o più parole a fine verso, a partire dall’ultima vocale accentata. ES: prigiòni fa rima con intenziòni; Génte con sénte; Bambìno con pulcìno, ecc.
I TIPI DI RIMA PIU’ FREQUENTI RIMA BACIATA, quando rimano fra loro le parole finali di due versi consecutivi: … Osservare tra frondi il palpitare A lontano di scaglie di mare A mentre si levano tremuli scricchi B di cicale dai calvi picchi. B Eugenio Montale Lo schema metrico è AA, BB, ecc …
RIMA ALTERNATA, quando il primo verso rima con il terzo e il secondo con il quarto Mia madre era al cancello A Che pianto fu! Quante ore! B Lì, sotto il verde ombrello A Della mimosa in fiore! B Giovanni Pascoli Lo schema metrico è ABAB
RIMA INCROCIATA, quando il primo verso rima con il quarto e il secondo con il terzo Quando la terra è d’ombre ricoverta A E soffia il vento, e in su l’arene estreme B L’onda va e vien che mormorando geme B E apparir la luna tra le nubi incerta … A Ugo Foscolo Lo schema metrico è ABBA
RIME IMPERFETTE, quando i poeti ottengono un effetto simile alla rima con: Assonanza: le sillabe finali di due parole presentano vocali uguali ma consonanti differenti. Es: trotta / galoppa. 2. Consonanza: le sillabe finali di due parole presentano consonanti uguali, ma vocali differenti: nostra / finestra.
VERSI SCIOLTI Si dicono sciolti i versi che non sono legati tra di loro dalla rima
VERSI LIBERI Si dicono liberi i versi di lunghezza diversa. I versi sciolti e i versi liberi sono tipici della poesia del Novecento.
ESEMPIO DI VERSI SCIOLTI E LIBERI Le farfalle ballano velocemente un ballo ….. Pablo Neruda
SEMPRE AFFACCIATO Sempre affacciato alla finestra io sono, io della vita tanto innamorato. unir parole ad uomini fu il dono breve e discreto che il cielo mi ha dato. Sandro Penna (da Stranezze, Garzanti, Milano, 1977)
Esegui il seguente esercizio 1. Nella poesia di Sandro Penna, Sempre affacciato, indica con lettere uguali i versi che rimano fra loro. 2. Qual è lo schema metrico? Di che tipo di rima si tratta? 3. Quante sillabe ha ogni verso? Come si chiama dunque il verso?
Il linguaggio del poeta LE FIGURE RETORICHE I poeti, nei loro componimenti, scelgono e usano le parole in modo espressivo, cioè non soltanto per quello che significano, ma anche per il loro suono o per le immagini che riescono a evocare. Nell’arte poetica, è quindi frequente l’uso del linguaggio figurato, cioè di un linguaggio che va al di là del significato letterale e permette di esprimere la realtà con maggiore efficacia espressiva.
Le forme del linguaggio figurato si chiamano FIGURE RETORICHE Tali figure si dicono “retoriche” perché studiate dalla Retorica antica, cioè l’ “Arte del dire”: una disciplina della cultura classica, greca e latina,(!!!!!), che studiava appunto l’arte del parlare e dello scrivere in modo efficace e convincente. Chi parlava in questo modo veniva chiamato “Rhetor”, da cui viene appunto la parola “Retorica”.
La distinzione delle figure retoriche Le figure retoriche si distinguono in: Figure retoriche di suono; Figure retoriche di significato; Figure retoriche sintattiche. Ora le prenderemo in esame una ad una . Siete pronti?????? VIA!!!!!!!
Le figure retoriche di suono 1 L’allitterazione, che consiste nella ripetizione in parole diverse , all’interno di un verso o di versi successivi, di vocali, consonanti o sillabe che hanno lo stesso suono. ES. 1: Di me medesmo meco mi vergogno. (Francesco Petrarca, Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono, Canzoniere) ES. 2: E nella notte nera come il nulla…. (Giovanni Pascoli, Il tuono)
Le figure retoriche di suono 2 2. L’onomatopea, che consiste nell’usare le parole in modo tale da suggerire o riprodurre il suono, il rumore o il verso della cosa o dell’animale che si vuole indicare, non solo con il significato della parola stessa, ma anche con la sua “forma”: ES: Rimbombare, miagolare, gracchiare (detto del corvo), fruscìo, sciacquìo, ecc …
Le figure di significato: La similitudine: consiste in un paragone fra due termini che presentano evidenti somiglianze. E’ per lo più introdotta da nessi logici del tipo: come, simile a, sembra, pare. ES: L’inverno strofina La sua schiena nuvolosa Come un vecchio gatto grigio. G. Rodari Primo termine di paragone: l’inverno. Secondo termine di paragone: un vecchio gatto grigio.
Le figure di significato 2 La metafora: è una similitudine abbreviata senza il come. Consiste nella sostituzione di una parola con un’altra, legata alla prima da un rapporto di somiglianza. ES: Mamma: i miei capelli che si sciolgono sulle tue ginocchia sono mille e mille fili di seta che tu mi hai donato. (Ping Hsin)
Le figure di significato 3 La personificazione: consiste nell’attribuire a oggetti o animali o fenomeni naturali caratteristiche, azioni, sentimenti propri degli esseri umani. Es: Verdi persiane squillano su rosse facciate che il chiaro allegro vento di marzo pulisce. (Vincenzo Cardarelli)