Schemi per avviare la costruzione di un manuale di didattica

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Transcript della presentazione:

Schemi per avviare la costruzione di un manuale di didattica Prof.ssa Annamaria Favorini Prof. Cesare Fregola Roma Maggio 2007

1. STRUMENTI DELLA DIDATTICA

1.1 La lezione

DUE POSSIBILI FINALITA’ LEZIONE “l’insegnamento che si dà in una volta a una o più persone” [da lectus, participio passato di legere: leggere] DUE POSSIBILI FINALITA’ 1 2 trasferimento di conoscenze a chi si suppone ne sappia meno del docente Razionalizzazione di conoscenze “implicite” accumulate nel tempo in classe È la situazione più tradizionale di insegnamento, in cui il partecipante gioca un ruolo sostanzialmente passivo. È la situazione più tipicamente formativa (dare una forma diversa a qualcosa che già esiste) Utile quando gli allievi hanno accumulato un certo grado di esperienza sui contenuti in esame. Viene impiegata per fornire le conoscenze teoriche di base che debbono essere acquisite prima di poter partecipare efficacemente a unità didattiche partecipative o finalizzate a sviluppare abilità. È spesso la sola alternativa laddove vi sia un elevato numero di partecipanti, scarse risorse didattiche e/o poco tempo a disposizione.

I PRINCIPALI SVANTAGGI POTENZIALI Sebbene costituisca la tecnica didattica di gran lunga più utilizzata per il trasferimento di conoscenze, la lezione presenta una serie di punti deboli in gran parte legati al ruolo sostanzialmente passivo degli allievi. I PRINCIPALI SVANTAGGI POTENZIALI = RAPIDA CADUTA DEL LIVELLO DI ATTENZIONE = = SCARSA ASSIMILAZIONE = = INCERTEZZA DEI LIVELLI DI COMPRENSIONE =

Per contenere gli svantaggi della tecnica è necessario curare con particolare attenzione la FASE DI PREPARAZIONE Le abilità comunicative e di rapporto interpersonale del docente costituiscono indubbiamente un elemento di facilitazione ma non possono essere considerati elementi sostitutivi di una accurata preparazione. Il docente che si affida esclusivamente alle proprie capacità di improvvisazione può trovare gratificazione personale ma ciò non costituisce alcun criterio di valutazione dell’efficacia di una lezione. Il docente efficace, in genere, considera i propri problemi di comunicazione PRIMA di entrare in aula. Analizza la natura dell’classe adattando il contenuto ai possibili interessi e soprattutto al loro livello di comprensione (transcodificazione). Organizza i materiali nel modo più efficace per la comprensione. Pianifica possibili variazioni e domande e tempi di discussione che coinvolgano i partecipanti e permettano di verificare il loro grado di apprendimento

1.2. Preparare la lezione

IMPOSTAZIONE DELLA LEZIONE PRINCIPALI VARIABILI DELLA SITUAZIONE T E M P O REALE DISPONIBILE OBIETTIVO RISORSE DIDATTICHE CONTENUTO DOCENTE (MOTIVAZIONE COMPETENZE) ALLIEVI (PREREQUISITI E MOTIVAZIONE) IMPOSTAZIONE DELLA LEZIONE

ALLIEVI (PREREQUISITI E MOTIVAZIONE) CHI SONO? (età, risultati successi /insuccessi, frequentazioni…) COSA SANNO? (familiarità, col contenuto) MOTIVAZIONE? (interesse per il contenuto, motivazioni, interessi (scolastici /extra) COSA SI ASPETTANO? (attese di apprendimento) ATTEGGIAMENTO? (verso la situazione e/o il contenuto)

MAPPA DELLA CLASSE: ATTEGGIAMENTO E INTERESSE positivo ATTEGGIAMENTO VERSO LA SITUAZIONE negativo basso INTERESSE PER L’ARGOMENTO elevato L’analisi combinata di interesse e atteggiamento permette di evidenziare aspetti importanti che non sempre emergono quando le due dimensioni vengono considerate separatamente

(casi, esercitazioni, simulazioni, RICERCHE, etc.) FATTI SPECIFICI IL CONTENUTO PROCEDURE La lezione è una tecnica didattica utilizzabile per il trasferimento di conoscenze di: CONCETTI TEORIE PRINCIPI GENERALI L’analisi dei contenuti è importante perché permette di distinguere tra situazioni in cui la lezione è, ai fini dell’apprendimento, necessaria e sufficiente e situazioni in cui dovrebbe essere preceduta o seguita da unità didattiche di diversa natura (casi, esercitazioni, simulazioni, RICERCHE, etc.)

1 2 GLI OBIETTIVI LEZIONE PER INFORMARE E/O TRASMETTERE NUOVE CONOSCENZE Richiede un elevato grado di articolazione e strutturazione dei contenuti nonché la pianificazione accurata di momenti di veri- fica del livello di comprensione LEZIONE PER SISTEMATIZZARE / RAZIONALIZZARE CONOSCENZE “IMPLICITE” 2 Richiede maggiori capacità maieutiche, e di controllo dell’ansia derivante dal fatto di non disporre di una struttura ben definita predisposta anticipatamente

I TEMPI = QUANTO TEMPO A DISPOSIZIONE? = [E’ importante soprattutto per la definizione del grado di approfondimento degli argomenti e dei momenti di discussione e verifica] = A CHE PUNTO DEL TEMPO DISPONIBILE? = [Questo aspetto è direttamente connesso con il livello di attenzione dei partecipanti] = A CHE PUNTO DEL CORSO? = [Oltre a considerazioni di contenuto, questo aspetto è rilevante per quanto riguarda lo stadio di evoluzione del gruppo]

(Lavagne, proiettori, PC, TVCC, …) RISORSE DIDATTICHE DISPONIBILI (Lavagne, proiettori, PC, TVCC, …) La possibilità di disporre di sussidi audio-visivi costituisce un fattore di efficacia per la lezione in quanto ne aumenta il dinamismo e facilita la comprensione, .........ma va sottolineato che: L’audiovisivo è uno strumento del docente, ma anche dell’allievo. Audiovisivi sono anche la voce del docente e le sue azioni, un lavoro di gruppo, una discussione collettiva, momenti cioè in cui ciascun allievo vede e sente gli altri

IL DOCENTE: ESPERIENZA, ABILITA’, PREFERENZE Questa variabile incide soprattutto sul grado di strutturazione della lezione e sul grado di interattività con e tra i partecipanti L’assenza di esperienza oppure una certa incapacità di controllo dell’ansia rende consigliabile: - L’UTILIZZO DI SCALETTE MOLTO BEN DEFINITE - - L’ARTICOLAZIONE IN SEQUENZE BREVI E MOLTO STRUTTURATE - - LA DEFINIZIONE PRECISA DI MOMENTI E TEMPI DI DISCUSSIONE - - LA PREDISPOSIZIONE DI SUSSIDI VISIVI - IN GENERALE È PREFERIBILE UNA LEZIONE BREVE E FORTEMENTE STRUTTURATA A UNA LEZIONE MOLTO INTERATTIVA IN CUI PERÒ VIENE PERSO DI VISTA IL ‘FILO CONDUTTORE’

Eventi didattici nel grande gruppo Ottenere l’attenzione Comunicare gli obiettivi Stimolare il richiamo delle capacità prerequisite apprese Presentare il materiale Offrire una guida all’apprendimento Sollecitare la prestazione Fornire il feedback in modo “scevro” da apprezzamenti Verificare l’apprendimento (verifica frequente e regolare seguita da feedback correttivo più immediato possibile) Orientare alla ritenzione e il transfer

1.3. Articolare la lezione

ARTICOLAZIONE DEL CONTENUTO ANALISI DELLA SITUZIONE SVILUPPO SUSSIDI VISIVI e AMBIENTI DI APPRENDIMENTO

“Il segreto di annoiare la gente consiste nel dire tutto” (Voltaire) Per ciò che riguarda i contenuti, l’efficacia di una lezione dipende dal fatto che gli argomenti vengano trattati: Secondo un ordine logico chiaramente identificabile dal partecipante (idee centrali; punti chiave; concetti principali) In “pacchetti” relativamente facili da assimilare Con il livello di dettaglio indispensabile per la comprensione delle idee centrali Utilizzando ripetizioni e richiami, analogie, metafore, per facilitare la comprensione delle relazioni tra i punti principali L’eccesso di dettagli non solo annoia i partecipanti ma rischia di “nascondere” i messaggi principali (e quindi di ridurne il loro impatto) oltre che di “bruciare” qualsiasi possibilità di discussione

secondo uno schema del genere: Nella fase di preparazione il docente dovrebbe classificare i contenuti da trattare secondo uno schema del genere: A B C A Contenuti che gli allievi dovranno assolutamente aver appreso al termine della lezione. B Contenuti che i partecipanti dovrebbero aver appreso al termine della lezione. C Contenuti utili da apprendere ma non fondamentali. Si tratta di materiali che non sono indispensabili per la comprensione dei punti principali.

CORPO APERTURA - INTRODUZIONE CONCLUSIONE QUALUNQUE SIA LA SPECIFICA STRUTTURA DEFINITA, OGNI LEZIONE DOVREBBE ESSERE CONCEPITA COME COMPOSTA DA TRE FASI LOGICHE APERTURA - INTRODUZIONE CORPO CONCLUSIONE

APERTURA - INTRODUZIONE SERVONO A: LE DIVERSE FASI APERTURA - INTRODUZIONE MOTIVARE FORNIRE QUADRO DI RIFERIMENTO INFORMARE ANALIZZARE DIMOSTRARE ARGOMENTARE VERIFICARE COINVOLGERE CORPO RIASSUMERE MESSAGGI E/O PUNTI PRINCIPALI IN UN QUADRO SINTETICO CONCLUSIONE

APERTURA - INTRODUZIONE Deve essere sempre preparata considerando la situazione specifica e le caratteristiche dei partecipanti In generale, l’apertura, deve essere pensata per SUSCITARE CURIOSITA’, INTERESSE, ATTENZIONE FORNIRE UN QUADRO DI RIFERIMENTO DELLA LEZIONE STABILIRE UN RAPPORTO POSITIVO E IL CONTRATTO CON GLI ALLIEVI La rilevanza di ciascuna di queste finalità è diversa a seconda del fatto che la lezione sia inserita in un corso o meno, sia la prima o l’ennesima di una serie, sia preceduta da altre attività (esercitazioni, si- mulazioni, etc.) o meno, e così via

APERTURA - INTRODUZIONE SUSCITARE CURIOSITA’, INTERESSE, ATTENZIONE FARE RIFERIMENTO ALL’ESPERIENZA O ALLA SITUAZIONE DEI PARTECIPANTI FARE RIFERIMENTO ALL’ESPERIENZA DEL DOCENTE PORRE UNA DOMANDA O FARE UNA AFFERMAZIONE PROVOCATORIE CITARE UN ANEDDOTO, UN FATTO STORICO MOSTRARE UN OGGETTO, UNA IMMAGINE, UN SIMBOLO, (UNA STATISTICA INSOLITI)

APERTURA - INTRODUZIONE FORNIRE UN QUADRO DI RIFERIMENTO DELLA LEZIONE CHIARIRE GLI OBIETTIVI DELLA LEZIONE ANNUNCIARE LA STRUTTURA DELLA ESPOSIZIONE ESPLICITARE GLI EVENTUALI COLLEGAMENTI CON UNITA’ DIDATTICHE PRECEDENTI

APERTURA - INTRODUZIONE STABILIRE UN RAPPORTO POSITIVO CON I PARTECIPANTI CONTATTO VISIVO CHIARIRE LE MODALITA’ DI LAVORO (si può interrompere il docente o meno con domande, si può esplicitare l’incomprensione etc.)

CORPO Le idee, i concetti, i messaggi, etc. che si vogliono trasferire agli allievi non possono essere esposti a caso o in base a “quello che succederà in aula”. CORPO DEVONO invece essere analizzati e quindi organizzati in una forma coerente in modo tale che lli allievi possano facilmente individuare il ‘filo del discorso’ e seguire il docente verso le sue conclusioni L’articolazione (struttura) della lezione fornisce ai partecipanti una “cornice” indispensabile per la comprensione del ragionamento. Se questa non è chiara, ciascun partecipante seguirà un suo schema mentale che potrebbe essere anche molto diverso da quello inteso dal docente

UNA STRUTTURA EFFICACE CORPO E’ FACILE DA INDIVIDUARE E RICORDARE PERMETTE UNA TRATTAZIONE COMPLETA E BILANCIATA DI TUTTO L’ARGOMENTO IN CONSIDERAZIONE E’ APPROPRIATA ALL’OCCASIONE E’ ADATTA AI BISOGNI E AI LIVELLI DI CONOSCENZA DEI PARTECIPANTI FORNISCE UN’IDEA DI ‘MOVIMENTO’ VERSO UNA CONCLUSIONE

LA SCALETTA DELLA LEZIONE E’ UNO STRUMENTO CHE AIUTA IL DOCENTE A: CORPO VERIFICARE CHE: LE PARTI PRINCIPALI DELLA LEZIONE FORMINO UN TUTTO COERENTE OGNI IDEA/CONCETTO/NOZIONE PRINCIPALE ABBIA RICEVUTO L’ENFASI APPROPRIATA TUTTE LE COMPONENTI PRINCIPALI DELL’ARGOMENTO SIANO STATE TOCCATE EVIDENZIARE LE RELAZIONI TRA I PUNTI PRINCIPALI E I MATERIALI DI SUPPORTO (ESEMPI, DATI, ETC.) RICORDARE LA STRUTTURA GENERALE DELLA LEZIONE (E’ una mappa)

REQUISITI DI BASE DI UNA SCALETTA il livello di dettaglio e la forma della scaletta dipendono dal grado di complessità del contenuto e dall’esperienza del docente. CORPO REQUISITI DI BASE DI UNA SCALETTA OGNI PUNTO DEVE CONTENERE UNA SOLA UNITA’ DI INFORMAZIONE I PUNTI DEVONO ESSERE SUBORDINATI IN MODO APPROPRIATO LE RELAZIONI LOGICHE TRA I DIVERSI PUNTI DEBBONO ESSERE CHIARAMENTE EVIDENZIATE DEVE ESSERE UTILIZZATA UNA SERIE OMOGENEA DI SIMBOLI

CONCLUSIONE E’ STATA UNA LEZIONE SEMPLICE O COMPLESSA? La funzione principale della chiusura è lasciare gli allievi con una chiara comprensione di ciò che si è voluto loro trasferire Nel pensare la chiusura, il docente deve chiedersi E’ STATA UNA LEZIONE SEMPLICE O COMPLESSA? LO SVILUPPO DEL RAGIONAMENTO HA NATURALMENTE PORTATO ALLA DOMANDA “E ALLORA?” QUAL E’ LA SENSAZIONE CON CUI VOGLIO LASCIARE L’AULA? DEVO SEGNALARE LA CHIUSURA?

CONCLUSIONE E’ STATA UNA LEZIONE SEMPLICE O COMPLESSA? La conclusione della lezione deve riflettere, in forma condensata, il grado di complessità delle argomentazioni e delle analisi proposte LO SVILUPPO DEL RAGIONAMENTO HA NATURALMENTE PORTATO ALLA DOMANDA “E ALLORA?” In questo caso la lezione dovrebbe concludersi con una sessione di discussione su ciò che gli allievi possono o dovrebbero fare (rispetto all’argomento discusso) QUAL E’ LA SENSAZIONE CON CUI VOGLIO LASCIARE L’AULA? Il “tono” della conclusione deve essere appropriato alle sensazioni con cui si vorrebbe che gli allievi lasciassero l’aula (serietà, preoccupazione, voglia di approfondire,entusiasmo, etc.) DEVO SEGNALARE LA CHIUSURA? Una lezione efficace comunica un senso di completezza e finalità. Il docente può segnalare esplicitamente la fine dell’esposizione con frasi del tipo: “In sintesi....”, “Riassumendo.....” “In conclusione....” (e però concluda veramente in poche parole)

Scheda di auto-osservazione della spiegazione Frequentemente applicato Raramente applicato Mai applicato 1. Definisce i nuovi termini durante la comunicazione dei contenuti 2. Utilizza una gestualità varia, distribuisce le pause 3. Utilizza esempi applicativi chiari, appropriati e concreti 4. Presenta gli argomenti in modo chiaramente consequenziale 5. Usa un linguaggio chiaro e comprensibile 6. Usa strumenti, materiali e media per comunicare idee 7. Porta esempi in sufficiente quantità per rendere chiari i concetti 8. Rende espliciti i legami tra i diversi argomenti comunicati 9. Evita la vaghezza comunicando le ragioni sottostanti a ogni affermazione 10. Ripete e spiega con altre parole le affermazioni comunicate 11. Utilizza esempi sia positivi sia negativi 12. Chiarisce i legami tra i temi utilizzando parole e frasi di collegamento 3 2 1 3 2 1 3 2 1 3 2 1 3 2 1 3 2 1 3 2 1 3 2 1 Istruzione per la compilazione della scheda: I PARTE Si tratta di osservare il filmato e di valutare i 12 comportamenti elencati nella prima colonna con la scala di misurazione riportata nelle colonne di destra. Si segni con una X i giudizi in corrispondenza dei valori riportati. La scala è stata costruita su 3 livelli di approssimazione. Si decida quale livello è più corrispondente al comportamento osservato. In caso di dubbio si forzi, comunque, la valutazione. 3 2 1 3 2 1 3 2 1 3 2 1

1.4 Sviluppare i sussidi visivi predisporre ambienti di apprendimento

ARTICOLAZIONE DEL CONTENUTO ANALISI DELLA SITUZIONE SVILUPPO SUSSIDI VISIVI e AMBIENTI DI APPRENDIMENTO

SUSSIDI VISIVI FACILITANO LA COMPRENSIONE DI ARGOMENTI E CONCETTI ASTRATTI E/O COMPLESSI AIUTANO A MANTENERE FOCALIZZATA L’ATTENZIONE FACILITANO LA MEMORIZZAZIONE PERMETTONO DI ENFATIZZARE I PUNTI CHIAVE RINFORZANO LE INFORMAZIONI TRASMESSE A VOCE RENDONO PIU’ VARIA E DINAMICA LA LEZIONE ………………………………………………………….

I SUSSIDI VISIVI POCHI, SEMPLICI, ESSENZIALI: NON SERVONO A STUPIRE L’AULA UN PUNTO/IDEA PER OGNI SCHERMATA/FOGLIO/LUCIDO/DIAPOSITIVA SCOMPORRE I MATERIALI COMPLESSI IN PIU’ SEQUENZE IL SUSSIDIO SERVE A VISUALIZZARE; USATE IMMAGINI I COLORI SERVONO A EVIDENZIARE E SOTTOLINEARE, NON A STUPIRE! ASSICURATEVI CHE SIANO VISIBILI DA OGNI PUNTO DELL’AULA

I SUSSIDI VISIVI Vanno evitati testi troppo descrittivi Usate parole chiave e/o messaggi brevissimi SVANTAGGI DEI SUSSISI CON TESTI TROPPO LUNGHI I messaggi sono presentati in forma di frasi che l'classe deve leggere compiutamente prima di poterne cogliere l'idea principale. Il docente é "forzato" a leggere il testo ad alta voce, parola per parola, dato che se si esprime in termini diversi da quelli scritti interferirà con la lettura del testo da parte della classe. Più il testo é lungo, più saranno piccoli e meno i leggibili i caratteri utilizzati. Con irritazione dell'classe. Quando il sussidio viene proiettato, la prima cosa che la classe fa é leggere il testo. Solo quando ha finito di leggere ascolta il docente. SVANTAGGI DEI SUSSIDI VISIVI CON TESTI TROPPO LUNGHI DOCENTE PRIGIONIERO DEL TESTO SCARSA LEGGIBILITA’ LA CLASSE LEGGE E POI ASCOLTA

I SUSSIDI VISIVI L’EFFICACIA DEI SUSSIDI VISIVI E’ DA RICERCARE NEL FATTO CHE AGGIUNGONO UNA DIMENSIONE VISIVA E DINAMICA A CIO’ CHE IL DOCENTE ESPONE A PAROLE IL TEOREMA DI FERMAT IL TEOREMA DI FERMAT DA SECOLI IL TEOREMA DI FERMAT ERA RIMASTO UNA SFIDA PER I MATEMATICI. E’ STATA SCOPERTA LA DIMOSTRAZIONE SCOPERTA LA DIMOSTRAZIONE MEDIOCRE MEGLIO NUOVE PROSPETTIVE PER L’ALGEBRA? NUOVE PROSPETTIVE PER L’ALGEBRA IL TEOREMA DI FERMAT MIGLIORE SCOPERTA LA DIMOSTRAZIONE NUOVE PROSPETTIVE PER L’ALGEBRA?

2. Le esercitazioni

LE ESERCITAZIONI SONO STRUMENTI DIDATTICI CHE IMPEGNANO GLI ALLIEVI, DI SOLITO IN SOTTOGRUPPI, A LAVORARE SU UN COMPITO DI RIFLESSIONE, DI PROBLEM SOLVING O DI APPLICAZIONE PER UNO DEI SEGUENTI SCOPI: ACCELERARE LA CONOSCENZA FACILITARE IL SUPERAMENTO DI MOMENTI “DIFFICILI” FAVORIRE LA DISCUSSIONE E LA CONDIVISIONE DI ESPERIENZE E FACILITARE IL MUTUO APPRENDIMENTO INTRODURRE UN NUOVO ARGOMENTO VERIFICARE L’APPRENDIMENTO In generale, le esercitazioni servono ad introdurre elementi di dinamismo e coinvolgimento attivo nella struttura del programma di apprendimento

GRADO DI STRUTTURAZIONE STRUTTURAZIONE DELLE ESERCITAZIONI IL GRADO DI STRUTTURAZIONE DELLE ESERCITAZIONI INDICA LA MISURA IN CUI LO SVOLGIMENTO DEL LAVORO E’ ‘GUIDATO’ DA ISTRUZIONI FORNITE DAL DOCENTE O PREVISTE DAL COMPITO. SCOPO Applicazione di tecniche, concetti e nozioni Verifica apprendimento Test e Casi ‘chiusi’ Introdurre un nuovo argomento Questionari e Casi ‘aperti’ Favorire scambio di esperienze Individuazione di errori Riflessioni e discussioni guidate Superamento momenti difficili Accelerare conoscenze tra i partecipanti Discussioni libere GRADO DI STRUTTURAZIONE

REGOLE DI IMPOSTAZIONE ESERCITAZIONI 1. OMOGENEITA’ - ETEROGENEITA’ DEI MEMBRI DEL SOTTOGRUPPO QUANDO ATTRAVERSO L’ESERCITAZIONE VOGLIAMO: VERIFICARE IL GRADO DI APPRENDIMENTO FORMARE SOTTOGRUPPI OMOGENEI SVILUPPARE UN CLIMA DI COLLABORAZONE TRA I GRUPPI FAVORIRE L’INTEGRAZIONE FORMARE SOTTOGRUPPI ETEROGENEI SVILUPPARE CAPACITA’ DI COMPRENSIONE DI PUNTI DI VISTA E APPROCCI DIFFERENTI 2. TEMPI IL TEMPO DEDICATO ALLA DISCUSSIONE DEI RISULTATI DELL’ESERCITAZIONE DEVE ESSERE COERENTE (QUANTITATIVAMENTE) CON QUELLO SPESO DAI PARTECIPANTI PER SVOLGERLA