I PROCESSI ATTENTIVI
ATTENZIONE “L’attenzione può essere definita come il sistema funzionale che consente di dirigere e focalizzare l’attività mentale secondo gli scopi prefissi” “Il prender possesso da parte della mente, in chiara e vivida forma, di uno tra tanti oggetti o treni di pensiero possibili” William James 1890
L’attenzione è una FUNZIONE DI BASE necessaria per l’esecuzione delle diverse attività, è una funzione che non opera singolarmente ma viene attivata contemporaneamente ad altre funzioni cognitive (es. linguaggio, memoria, percezione). FUNZIONE TRASVERSALE
“Uno dei più importanti requisiti per la sopravvivenza è la capacità di localizzare gli stimoli presenti nell’ambiente e di organizzare azioni appropriate in risposta ad essi” Rizzolatti e Gallese, 1988 La LOCALIZZAZIONE degli stimoli ambientali e l’organizzazione di azioni appropriate in risposta ad essi sono strettamente legate al funzionamento dei sistemi attenzionali.
L’ORIENTAMENTO dell’attenzione può essere elicitato passivamente da stimoli periferici, orientamento ESOGENO = ad opera degli stimoli esterni o essere diretto volontariamente dall’individuo nelle diverse localizzazioni spaziali, orientamento ENDOGENO = controllato dal soggetto
Inoltre l’orientamento dell’attenzione può essere IMPLICITO o ESPLICITO L’orientamento ESPLICITO è caratterizzato dal movimento di occhi e capo e viene attivato in corrispondenza della rilevazione di un oggetto di interesse nella periferia del campo visivo. Viene effettuato per ottenere migliori informazioni allineando la fovea con l’oggetto da esplorare.
L’orientamento IMPLICITO è caratterizzato da spostamenti dell’attenzione in assenza di movimenti corporei finalizzati all'allineamento dei recettori
Durante le attività della vita quotidiana tali comportamenti (orientamento esplicito ed implicito) sono altamente integrati e coordinati e consentono il CONTROLLO DELL’AMBIENTE CIRCOSTANTE
Presupposto: mente come elaboratore di informazioni; sistema con limiti di tempo e capacità Attenzione come REGOLATRICE, SELETTRICE: FILTRO delle informazioni da analizzare E’ una funzione multicomponenziale che svolge un ruolo di regolatore dei processi mentali, filtrando ed organizzando le informazioni provenienti dall’ambiente per permettere di emettere un comportamento adeguato
Abilità ad elaborare in modo privilegiato le informazioni rilevanti ATTENZIONE SELETTIVA Capacità di selezionare una o più fonti di stimolazione esterna in presenza di informazioni in competizione. Abilità ad elaborare in modo privilegiato le informazioni rilevanti Abilità ad inibire le informazioni irrilevanti per il compito contemporaneamente
ATTENZIONE DIVISA Capacità di prestare attenzione a più informazioni (anche di tipo diverso) contemporaneamente ATTENZIONE SOSTENUTA e livelli di attivazione Attenzione protratta nel tempo Prontezza fisiologica a rispondere a stimoli esterni o interni
Attenzione selettiva Seleziona l’informazione che origina da una certa parte dello spazio (attenzione spaziale) o da una particolare modalità (visiva, acustica ecc.), o una particolare caratteristica dello stimolo (es. forma, colore ecc.) e contemporaneamente inibisce informazioni distraenti o in competizione. Es. compito di stroop
ROSSO VERDE GIALLO BLU VIOLA nero
NERO VERDE GIALLO BLU ROSSO congruente
ROSSO VERDE GIALLO BLU NERO stroop
TRENO CUOCO FOGLIA MARE PESCE MELA TETTO BICI TORRE SEDIA neutro
L’effetto stroop è l’effetto per cui vi è un rallentamento dei tempi di denominazione dell’inchiostro quando la condizione è incongruente quando all’azione di selezione bisogna associare un’azione di inibizione su un processo automatico molto forte (lettura) L’effetto stroop è particolarmente evidente nei pazienti con lesioni frontali (molti errori di interferenza e aumento dei tempi di lettura) informazione da selezionare ATTENZIONE VOLONTARIA Colore inchiostro Significato parola (lettura) informazione da inibire ATTENZIONE AUTOMATICA
ATTENZIONE VOLONTARIA Impiego volontario di risorse di elaborazione; meccanismo utilizzato quando bisogna affrontare situazioni nuove e richiede l’impiego volontario di risorse di processamento. ATTENZIONE AUTOMATICA Tipo di elaborazione guidata dall’ambiente e non dalle intenzioni dell’individuo. Richiede meno sforzo attentivo perchè viene orientata senza che il soggetto prenda una decisione; é più difficile da inibire I pazienti con lesioni frontali sinistra hanno una attenzione volontaria deficitaria e una attenzione automatica intensificata
ATTENZIONE SELETTIVA SPAZIALE Meccanismo che ci permette di dirigere l’attenzione verso certe parti dello spazio ed é indipendente dall’attenzione selettiva in genere: esistono sistemi attenzionali che focalizzano l’analisi su aspetti differenti dello stimolo e hanno un diverso correlato neuroanatomico (dissociazione anatomica - studi PET e funzionale). Sistema attentivo posteriore (PAS) Seleziona la posizione spaziale Corteccia parietale posteriore laterale e nuclei talamici connessi, collicolo superiore superiore. Input dalla via dorsale (occipito parietale) via del where orientamento spaziale dell’ATZ Sistema attentivo anteriore (AAS) Seleziona gli attributi quali colore, forma, dimensioni, ecc. Corteccia prefrontale mediale inclusa la corteccia cingolata anteriore e l’area supplementare motoria. Input dalla via ventrale (occipito temporale) via del what
+ Il PAS è responsabile dello spostamento del fuoco dell’attenzione: ANCORAGGIO, SPOSTAMENTO, DISANCORAGGIO (paradigma di Posner) ed ha una funzione di controllo sul AAS facendo in modo che la via ventrale si attivi solo sugli oggetti di interesse + Situazione neutra
+ Situazione guadagno nei TR BENEFICI Spostamento automatico vs DX quando compare Quindi sono pronto a rispondere se compare sempre a DX Situazione guadagno nei TR BENEFICI
+ DISANCORAGGIO, SPOSTAMENTO, ANCORAGGIO e RISPOSTA Spostamento automatico vs DX quando compare Ma quando compare DISANCORAGGIO, SPOSTAMENTO, ANCORAGGIO e RISPOSTA Situazione perdita nei TR COSTI
Attenzione divisa Speculare all’attenzione selettiva Implica l’elaborazione simultanea di informazioni anche proveniente da sorgenti non rilevanti Compromessa in pazienti con danno diffuso, es traumi cranici. Una possibile spiegazione è quella della risorse attentive: Esiste una sorgente comune e limitata di capacità elaborativa che un soggetto può intenzionalmente distribuire tra vari compiti, oppure concentrare su uno solo. Lesione cerebrale riduzione risorse globali danno in tutti i compiti non automatici e cioè tutti quei compiti che richiedono attenzione volontaria
Attenzione sostenuta Attenzione sostenuta = protratta nel tempo Attivazione = prontezza fisiologica a rispondere agli stimoli esterni e interni L’emisfero DX sembra più abile del sinistro a mantenere protratta una buona attenzione mentre il sinistro è più abile nella rilevazione del segnale. I lobi frontali sono coinvolti nella prontezza fisiologica, infatti, spesso pazienti con lesioni frontali presentano inerzia e abulia.
Tests per valutare l’attenzione Matrici attentive (1° presentazione) Matrici attentive (2° presentazione) Trail making test A e B Stroop test
Matrici attentive (Pattern n. I)
Matrici attentive (Pattern n. 2)
Matrici attentive (Pattern n. 3)
TRAIL MAKING TEST (parte A)
TRAIL MAKING TEST (parte B)
Trattamento riabilitativo dell'attenzione Negli ultimi anni vi è stato un crescente interesse ad esaminare la possibile presenza di deficit attentivi in varie patologie cerebrali (traumi cranici, M.Parkinson, M.Alzheimer, Sclerosi Multipla, lesioni cerebrovascolari).
Attention Process Training (APT) E’ il trattamento che si è rivelato più efficace nella riabilitazione dei disturbi attentivi. Il programma prevede un trattamento modulare delle principali funzioni in cui può essere suddivisa l’attenzione e cioè: attenzione sostenuta selettiva alternata divisa
Attenzione sostenuta: è la capacità di mantenere un comportamento di risposta consistente durante attività continue e ripetitive. Gli esercizi utilizzano stimoli visivi o acustici.
Nella modalità visiva si somministrano in maniera reiterata compiti di cancellazione, la cui difficoltà varia per complessità e dimensioni degli stimoli da cancellare (ad es. forme geometriche grandi e colorate vengono ripresentate in formato ridotto o colorate diversamente). Nella modalità acustica viene chiesto al pz. di ascoltare nastri contenenti vari stimoli acustici simili e di discriminare gli stimoli target in base a criteri via via più complessi.
Attenzione selettiva: è la capacità di rispondere in modo continuativo e consistente in presenza di condizioni distraenti. Il training prevede quindi l’inserimento di informazioni irrilevanti nei compiti già svolti per l’attenzione sostenuta.
Per il trattamento della modalità visiva dell’attenzione selettiva, il programma prevede la somministrazione degli stessi esercizi di cancellazione di forme precedentemente adoperati per l’attenzione sostenuta; tuttavia, per creare un effetto di disturbo visivo, ai diversi fogli di esercizio vengono sovrapposte copertine plastificate via via più coprenti.
Per il trattamento della modalità acustica dell’attenzione selettiva, il programma prevede la somministrazione degli stessi nastri precedentemente adoperati per l’attenzione sostenuta uditiva, questa volta però sovraincisi su un sottofondo di disturbo.
Attenzione alternata: è la capacità di ridirezionare in modo flessibile l’attenzione da un compito all’altro o da una modalità di elaborazione all’altra. Ad es. si possono utilizzare gli stessi esercizi di cancellazione di forme usati precedentemente, con l’aggiunta di un fattore di flessibilità (in questo caso i pz. devono alternare le risposte tra due possibili stimoli-target in risposta al comando “cambia” del riabilitatore).
Attenzione divisa: è la capacità individuale di svolgere contemporaneamente due o più attività. Il trattamento di questa componente utilizza quindi compiti in cui si devono elaborare informazioni di vario genere nello stesso tempo oppure ricorre alla somministrazione simultanea di due compiti.
APRASSIE
Disturbo dell’organizzazione del movimento in cui il pz Disturbo dell’organizzazione del movimento in cui il pz. è incapace di compiere intenzionalmente sequenze motorie in assenza di deficit della motilità, della coordinazione e del tono muscolare.
L’aprassia è una condizione in cui, in assenza di disordini neurologici elementari motori o sensitivi, si manifestano difficoltà o incapacità nell’eseguire in maniera corretta movimenti volontari aventi significato (gesti), o privi di specifico significato; è un disordine di pianificazione (strategia del movimento) e programmazione (organizzazione degli stadi successivi che devono essere svolti per compiere un movimento)dell’attività motoria complessa, non dovuta a: paresi, atassia (movimenti incoordinati), distonia (disturbo del tono muscolare), discinesia (movimenti patologici), perseverazione.
Caratteristica dell’aprassia è la “dissociazione automatico-volontaria” per cui uno stesso gesto, impossibile se dev’essere eseguito su comando o su imitazione, può essere eseguito automaticamente.
Test di valutazione richiesta verbale di eseguire gesti significativi richiesta di copiare gesti significativi e non significativi richiesta di esecuzione di sequenze complesse con più oggetti pantomime: dimostrazione dell’uso di oggetti Analisi qualitativa degli errori Test di imitazione: perseverazioni, omissioni e sostituzioni Pantomima: perseverazioni, uso di un oggetto simile o diverso, uso di parti del corpo tecniche sofisticate di rilevazione di detentori luminosi posizionati sulle parti del corpo interessate (es. arti) e misurazione di velocità, traiettorie ecc
Classificazione basata su: Tipo di attività uso di oggetti produzione di sequenze motorie complesse produzione di segni simbolici imitazione di gesti Livello di elaborazione deficitaria aprassia ideomotoria aprassia ideativa aprassia motoria (?) Categorie di attività aprassia dell’abbigliamento aprassia costruttiva Sistemi effettivi colpiti aprassia del tronco aprassia degli arti aprassia orale (o bucco-facciale)
APRASSIA IDEOMOTORIA (AIM) Incapacità a tradurre il programma motorio nei corrispondenti movimenti del gesto o dell’uso di un oggetto o l’esecuzione di una azione. Non riesce cioè a tradurre il programma motorio negli schemi di innervazione adeguati. Il paziente non sa COME fare ad eseguire il gesto, ma conosce quali sono i movimenti da fare. Difficoltà nella implementazione del movimento: non riesce a copiare i gesti senza senso non riesce ad eseguire un gesto significativo su ordine verbale uso di parti del corpo come fossero oggetti discrimina ed identifica i gesti significativi e non
APRASSIA IDEOMOTORIA Il paziente sa cosa fare ma non sa come farlo I gesti transitivi, cioè legati alla manipolazione di oggetti (per es. usare le forbici…) sono conservati mentre sono alterati i gesti intransitivi cioè sia i gesti simbolici (fare il saluto militare, il segno della croce…) che i gesti non significativi.
L’aprassico ideomotorio ha spesso consapevolezza dei propri errori e si sforza di eseguire correttamente il gesto, anche se talvolta inutilmente.
APRASSIA IDEATIVA (AI) Incapacità di rievocare mentalmente il gesto o la sequenza di movimenti da compiere Il paziente non sa COSA fare su richiesta verbale, ma sa compiere i gesti su imitazione. Incapacità ad usare singoli oggetti o oggetti multipli in una azione. Il pz. ha di fronte a sé: candela, candeliere e fiammiferi. “ Il pz. mise la candela verticale sul tavolo, ignorando il candeliere, estrasse un fiammifero dalla scatola e lo portò vicino allo stoppino, senza averlo sfregato. Dopo un po’, si rese conto che il fiammifero andava accesso, ma lo sfregò sulla candela, vicino allo stoppino. Alla fine lo infilò sulla cima della candela” (De Renzi e Lucchelli, 1988). Amnesia d’uso degli oggetti o deficit di rievocazione della memoria semantica degli attributi d’uso di un oggetto (De Renzi & Lucchelli, 1988)
APRASSIA IDEATORIA Il paziente non sa cosa deve fare perché non è in grado di descrivere né di programmare la corretta successione di atti motori. Questo tipo di aprassia riguarda in maniera specifica i gesti transitivi (ad es. se si chiede al pz. di usare lo spazzolino da denti può succedere che il pz. si limiti a porre il dentifricio sullo spazzolino senza essere capace di usare quest’ultimo). L’aprassia ideatoria è sempre bilaterale.
APRASSIA MOTORIA Disturbo di esecuzione pura caratterizzato da un rallentamento motorio con impossibilità ad eseguire in successione rapida una serie di atti motori. E’ una forma di aprassia molto discussa; infatti, essendo unilaterale, con prevalente coinvolgimento dell’attività manuale, in assenza di una dissociazione tra atti volontari e automatici, è difficilmente differenziabile da una paresi, alla quale viene spesso assimilata. Differisce però da quest’ultima per la mancanza di ipostenia.
APRASSIA ORALE O BUCCO-FACCIALE Disordine del movimento volontario dell’apparato faringo-bucco-facciale senza danni della corteccia primaria Incapacità di eseguire su richiesta verbale o su imitazione azioni come fischiare, soffiare, schioccare la lingua, etc. Dissociazione automatico-volontaria es. il p.te quando mangia deglutisce e muove la lingua, mentre quando lo richiede l’esaminatore, il p.te non riesce perché aprassico
APRASSIA BUCCO-LINGUO-FACIALE Il paziente non è in grado di compiere su comando movimenti gestuali con la bocca, la lingua e la muscolatura faciale inferiore, mentre gli stessi movimenti possono essere eseguiti spontaneamente. Ad es. il pz. su comando non riesce a protrudere la lingua, leccarsi le labbra, sbuffare, masticare….mentre è in grado di protrudere la lingua per inumidire un francobollo. L’aprassia b-l-f si associa spesso ad una afasia, specialmente non fluente.
APRASSIA DELL’ABBIGLIAMENTO Incapacità di eseguire correttamente gli atti appropriati per vestirsi. Il pz. manipola gli abiti in modo inadeguato e non riesce ad organizzare i gesti necessari per adeguare i segmenti del corpo alla posizione dei vestiti. Si trova nelle lesioni dell’emisfero destro.
APRASSIA COSTRUTTIVA Incapacità di combinare e organizzare singole parti di un disegno in un insieme ordinato. Il pz. non è in grado di fare un puzzle o di eseguire compiti di costruzione con cubi di legno. Frequente è il fenomeno del closing-in in cui si ha la giustapposizione della copia al modello; ciò è dovuto verosimilmente ad un’alterata valutazione delle relazioni spaziali esistenti tra modello e copia.
Esistono due forme di Aprassia Costruttiva Da lesione emisferica destra (legata ad una difettosa analisi dei rapporti visuo-spaziali) Da lesione emisferica sinistra (legata a difficoltà motorie o esecutive) E’ più frequente l’aprassia costruttiva da lesione emisferica sinistra.
APRASSIA UNILATERALE SINISTRA (da disconnessione tra emisfero destro e sinistro) E’ dovuta ad una lesione a livello del corpo calloso e comporta un’ incapacità di eseguire ordini verbali con la mano sinistra, mentre gli stessi ordini sono eseguibili con la mano destra.
- con lesione dell’area temporo-parieto-occipitale sinistra (TPO), il paziente non è in grado di pianificare nessun movimento e procede per tentativi ed errori. Il paziente non ha nessuna idea di come deve essere svolta l’attività richiestagli (aprassia ideativa); - con lesione al fascicolo arcuato (connessione tra TPO e PM), l’informazione è elaborata ma non può essere mandata all’area PM. Il paziente ha dunque in mente un piano e se ne rende conto, riesce a riconoscere un movimento corretto da uno errato, per compiere una determinata attività, ma non riesce a compierla;
- con lesione dell’area PM sinistra il paziente dimostra di sapere cosa deve fare, ma non sa come farlo, non riesce a programmarlo (aprassia ideomotoria); - con lesione dell’area motoria (M) sinistra, si ha un normale funzionamento della mano sinistra, ma non della mano destra; - con lesione del corpo calloso (CC) l’informazione non passa a destra; si ha aprassia sinistra o aprassia diagonistica; - con la disconnessione tra PM e M sinistre, il paziente è plegico a destra e aprassico a sinistra (aprassia simpatica).
Aprassia diagonistica: non c'è “collaborazione” tra i due lati del corpo, probabilmente dovuta ad una lesione del corpo calloso. Può manifestarsi con il fenomeno della mano aliena: la mano fa qualcosa che il paziente non vuole (ad esempio, con una mano ci si abbottona la camicia, mentre l'altra la sbottona).