I pronomi personali, riflessivi e relativi

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Transcript della presentazione:

I pronomi personali, riflessivi e relativi Elena Pierazzo 8 ottobre 2004

Che cosa sono i pronomi? I pronomi sono parole che sostituiscono un nome, un sintagma o una frase, oppure indicano un elemento del mondo esterno. Possono: riprendere un concetto già comparso (riferimento anaforico) anticipare un concetto che comparirà più avanti (riferimento cataforico), indicare un elemento del mondo esterno, presente alla mente di chi parla e di chi ascolta (riferimento deittico).

Esempi Questa cosa qui te la dico dopo  sostituisce un sintagma nominale, uso anaforico Vieni anche tu  sostituisce un nome, uso deittico A: Lavati le mani! B: Lo faccio dopo  sostituisce una frase, uso anaforico Leggi un po’ questo: è davvero un bell’articolo  sostituisce un sintagma nominale, uso cataforico Di leggere non ne ho voglia  sostituisce un sintagma preposizionale, uso anaforico

Pronomi personali I pronomi personali indicano le tre persone, cioè i tre personaggi, i tre ruoli, dell’atto di comunicazione: la I persona (io): chi parla, chi emette il messaggio; la II persona (tu): colui o colei a cui si parla, a cui è destinato il messaggio; la III persona (lui, lei, esso): colui, colei o ciò di cui si parla.

Le “persone” La I e la II persona sono necessariamente umane o umanizzate. La III persona può essere occupata da tutto ciò di cui si può parlare  un nome, un luogo, un concetto espresso da un sintagma o da una frase. La I e la II persona non hanno genere (né maschili né femminili), mentre la III lo ha. La I e la II persona sono intrinsecamente deittiche. I pronomi io e tu non sostituiscono un qualche nome già enunciato, ma il loro valore è determinato da un fatto esterno al discorso stesso: io è chi parla, tu chi ascolta. La III persona può essere deittica (Venga lui!) o anaforica (Le ragazze c’erano ma non le ho incontrate).

Tipi di pronomi personali i pronomi personali liberi sono accentati (e sono detti anche tonici) e possono stare in qualsiasi posizione nella frase; i pronomi personali clitici non sono accentati (e sono detti anche atoni) e possono stare solo a contatto col verbo: per questo si chiamano clitici (dal verbo greco klìnein ‘appoggiarsi’), perché “si appoggiano” al verbo a cui stanno vicini.

+ ne partitivo/genitivo e ci pronominale PRONOMI PERSONALI LIBERI CLITICI soggetto complemento I persona singolare io me mi II persona singolare tu te ti III persona singolare lui, lei (egli, †ella) esso, essa lui, lei, lo, la (compl. oggetto) gli, le (compl. di termine) I persona plurale noi ci II persona plurale voi vi III persona plurale loro (essi, esse) li, le loro, gli + ne partitivo/genitivo e ci pronominale

Liberi soggetto  Si usano quasi sempre in funzione enfatica, normalmente si possono omettere Io avrei voglia di uscire qualche volta, tu, invece, mai Che cos’è che ti ha detto lui? Venite qui, voi Lei che ne pensa?

Liberi complemento diretto e indiretto (1) Scegli me, non te ne pentirai  comp. diretto Il libro lo ha dato a me  comp. indiretto Ho mandato loro al cinema  comp. diretto A te piace questo libro?  comp. indiretto Il pacco arrivato stamani è per lui  comp. indiretto Esci con me?  comp. Indiretto (1) Normalmente introdotti da preposizione, anche se: Ho detto (a) loro di passare

Proclitici e enclitici Con la maggior parte delle forme verbali i clitici stanno prima del verbo, e si chiamano proclitici Invece con infiniti, gerundi, participi e imperativi stanno dopo il verbo, al quale si attaccano formando una sola parola con esso, e si chiamano enclitici

Proclitici e enclitici Non ti dico più niente  proclitico Cerca di parlargli stasera  enclitico Dimmi tutto!  enclitico Non sono ancora arrivati? Ma se li ho visti parcheggiare prima?  proclitico

Clitici complemento oggetto // complemento di termine Ti (= a te) spedisco la lettera domani  termine Ma lo (= lui, quell’oggetto) hai guardato bene?  oggetto Che cosa gli (= a lui) hai detto? Ma mi (= me) ascolti?

I pronomi personali La declinazione dei pronomi personali rappresenta l’unico relitto della declinazione casuale del latino Rispetto al latino, però, hanno assunto anche molte altre funzioni I clitici, in particolar modo, sono polifunzionali

Il clitico partitivo/genitivo ne Esprime l’idea di una quantità indeterminata Esprime un sintagma preposizionale di specificazione Te ne (= della tal cosa) parlo domani Ne (= di ciò) prendo ancora un po’ Non ne (= di lui, di ciò) voglio sapere più niente

I clitici locativi ci/vi e ne Sono avverbi di luogo e prendono il posto di un sintagma preposizionale locativo Vi, registro formale, sta scomparendo Ci (= lì, in quel luogo) vado domani Al mare, non ci vado mai Ci (= lì, per questo luogo) passo raramente Entrai in casa e ne (= da lì) uscii dopo un’ora

Altri usi di ci Attualizzante C’è una signora che ti cerca Sintagma preposizionale con valore di pronome dimostrativo neutro Ci (= a ciò) credo Ci (= su ciò) conto Valore indeterminato in espressioni idiomatiche e verbi pronominali Ci restai male Ce l’ho con lui ( avercela) Col verbo avere in forme colloquiali *C(i) ho | *C’ho | *Ci ho freddo  solo parlato Al posto della III di gli, le, loro Lucia mi ha chiamato ieri e *ci ho detto che partivo  uso trascurato

Usi e registri Esiste nell’italiano popolare una tendenza a usare gli anche per il femm. singolare  forma non accettata, substandard Ho sentito Lucia e *gli ho detto di salutare Franco gli anche per il plurale, invece, è largamente accettata nel parlato e nel registro familiare, ma non nel registro formale  forma neostandard Ho parlato ai tuoi genitori ieri e gli ho detto che sei troppo vivace Il preside ha convocato i genitori e ha detto loro che la situazione non è sostenibile

Clitici in combinazione Due clitici possono accoppiarsi, il primo col valore di complemento di termine, il secondo col valore di complemento oggetto. I sing. me II sing. te III sing. glie- I pl. ce II pl. ve III pl.

I p.s. Me lo dici? Dimmelo! II p. s. Te la sei presa? Non prendertela! III p.s. Glieli ha portati via. Portandoglieli via, si è rivelato un poco di buono. I p. pl. Ce le puoi prestare? Cosa ti costa prestarcele? II p. pl. Non ve lo regalo. Dovrei regalarvelo? III p. pl. Questa gliela faccio pagare, a quei due! Restituiscigliela pure, la loro macchina.

Pronomi riflessivi Tipo particolare di personali: riguardano solo il destinatario e hanno un uso solo anaforico il complemento oggetto (diatesi riflessiva) o il complemento di termine (riflessivo apparente) del verbo coincidono col suo soggetto Tale distinzione è più formale che reale

complemento oggetto complemento di termine I pers. sing. Mi lavo. Mi faccio la barba. II pers. sing. Ti vesti. Ti metti la camicia. III pers. sing. Si rade. Si dà il dopobarba. I pers. plur. Ci presentiamo. Ci infiliamo la giacca. II pers. plur. Vi licenziate. Vi prendete il raffreddore. III pers. plur. Si controllano. Si danno delle arie Morfologicamente coincidono con i personali a parte la terza persona

Liberi Clitici I pers. sing. me (stesso) mi II pers. sing. te (stesso) sé (stesso) si I pers. plur. noi (stessi) ci II pers. plur. voi (stessi) vi III pers. plur. loro (stessi)

Il clitico riflessivo si Si riflessivo Si pettina con accuratezza Si passivante La medicina si prende due volte al giorno Si impersonale Qui si mangia bene Nella coniugazione dei verbi con riflessivo lessicalizzato (intransitivi pronominali) Si addormentarono

*si si // ci si Quando la frase contiene un si riflessivo non si adopera un altro si con valore diverso, ma si ricorre a ci *si si lava ci si lava

Pronomi Relativi I pronomi relativi sostituiscono un nome che “sta a cavallo” fra due proposizioni, e le mettono in relazione congiungendole in un’unica frase. oggetto soggetto Valeria conosce un ragazzo. Il ragazzo sa il giapponese. Valeria conosce un ragazzo che sa il giapponese antecedente di

Tipi di frasi relative Il ragazzo che hai conosciuto ieri è danese informazione necessaria Mario, che hai conosciuto ieri, è danese informazione accessoria 1. Relativa restrittiva o determinativa 2. Relativa appositiva, esplicativa o descrittiva

Classificazione morfologica Invariabili Variabili Soggetto che il quale Complemento che, cui

Che È il pronome più usato  nel lessico di frequenza dell’italiano è la nona parola, davanti a non, essere e avere Si usa come soggetto e come complemento, nelle restrittive e nelle appositive

Che soggetto e che complemento Il ragazzo che verrà domani, si chiama Giorgio(1) [che è il soggetto di verrà] Il ragazzo che hai visto ieri si chiama Giorgio [che è l’oggetto di hai visto, il soggetto sottointeso è tu] Il libro che ho letto è davvero noioso [che è l’oggetto di ho letto, il soggetto è io] Quella che legge è la ragazza più carina dello scompartimento [che è il soggetto di legge] (1) In azzurro la principale

Che pronome o che congiunzione Pensavo che non venissi più Congiunzione Quelli che pensano di andarsene, lo facciano ora Pronome relativo Ho visto che non arrivavi più e per questo me ne sono andato Quando penso che le zucchine sono sempre più care, mi viene una rabbia! La panchina che sta sul viale è ormai cadente

Espansione del che Che si usa anche per introdurre relative temporali (sempre restrittive)  lingua parlata e nel registro colloquiale Hai presente la sera che ci siamo visti da Franca? Indica un generico legame di subordinazione: il che polivalente È una cosa che se te la dico non ci credi  colloquiale Vado al lavoro che è ancora buio  colloquiale * La panchina, che ci incontravamo sempre, è stata tolta  che per sulla quale/dove è substandard

Cui Si usa principalmente introdotto da preposizione. È solo complemento È Giorgio, il ragazzo di cui ti ho parlato *Il ragazzo cui verrà domani è Giorgio Il ragazzo (a) cui ho parlato è Giorgio  senza preposizione è formale

Il quale È variabile e si accorda con l’antecedente in genere e numero Se preceduto da preposizioni, queste danno luogo a preposizioni articolate È di registro alto e si usa soprattutto allo scritto Identifica meglio l’antecedente rispetto a che e a cui, per cui si può trovare anche a una certa distanza dall’antecedente Ho visto la sorella di Paolo, che (Paolo? sua sorella?) ha una laurea in legge Ho visto la sorella di Paolo, la quale ha una laurea in legge ( ma al parlato avremmo detto: … che è laureata in legge)

Il quale può sostituire che: Quando è soggetto di relative appositive Luigi, il quale è venuto ieri, è biondo *Il ragazzo il quale è venuto ieri è Luigi  restrittiva Come cui, quando è introdotto da preposizione  quindi quando non è complemento oggetto Il progetto per il quale / per cui si sono prodigati in tanti è ormai alle sue fasi conclusive La ragazza a cui / alla quale hai dedicato una poesia, sta con un altro *La ragazza la quale vedi passare è mia sorella