Il Bilancio Pubblico Classificazioni del bilancio

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Il Bilancio Pubblico Classificazioni del bilancio Il bilancio dello Stato I saldi della finanza pubblica Il Patto di Stabilità e di Crescita Il bilancio regionale Il bilancio degli enti locali

Classificazioni del Bilancio Esistono diverse classificazioni del bilancio, rispetto: ai soggetti dell’attività finanziaria pubblica all’oggetto, cioè alle operazioni rilevate ai criteri di registrazione all’orizzonte temporale alle fasi e alla natura delle valutazioni ai criteri di classificazione delle entrate e delle spese

I soggetti Il bilancio rappresenta il documento fondamentale per le decisioni di finanza pubblica esistono tre macro settori: le amministrazioni pubbliche le amministrazioni locali (regioni, province, comuni, ASL, ecc.) gli enti previdenziali, le università, ecc.

L’oggetto Ai fini delle rilevazioni sono riportate in bilancio tutte le operazioni ad eccezione delle gestioni fuori bilancio, che trovano giustificazione solo nei casi in cui le normali procedure sarebbero di grave ostacolo all’immediatezza degli interventi richiesti. Un uso improprio, però, svuota di significato il bilancio stesso

I criteri di registrazione Bilancio di competenza: si riportano le entrate che si ha diritto di riscuotere e le spese che ci si impegna a effettuare in un esercizio finanziario, indipendentemente dal momento della effettiva riscossione o pagamento Bilancio di cassa: si riportano le entrate e le spese effettivamente riscosse e/o pagate, indipendentemente dal periodo in cui sono maturate

L’orizzonte temporale Il bilancio annuale ha carattere deliberativo e autorizzativo Il bilancio pluriennale ha carattere conoscitivo e programmatico Le rilevazioni infrannuali (es. il conto trimestrale o mensile) hanno carattere informativo

Le fasi e la natura delle valutazioni Previsioni e Risultati le valutazioni e la correttezza delle scelte pubbliche dipende dal grado di scostamento tra le previsioni e i risultati si distinguono previsioni tendenziali (previsioni che proiettano gli aggregati del bilancio a legislazione invariata) e programmatiche (previsioni che tengono conto delle manovre necessarie per il raggiungimento degli obiettivi di politica economica)

I criteri di classificazione Amministrativa: consente il controllo sulla regolarità formale della destinazione delle risorse stanziate in bilancio e sulla individuazione dei centri di costo e di responsabilità Funzionale: raggruppa le voci per settori d’intervento Economica: distingue la parte corrente da quella in conto capitale

La macrovoci del Bilancio dello Stato

I saldi della finanza pubblica Il saldo misura la differenza tra le uscite e le entrate di un bilancio Considerate le numerose classificazioni di bilancio, esistono più definizioni di saldo Saldo corrente: differenza tra entrate e spese di parte corrente (risparmio pubblico) Saldo in conto capitale: differenza tra entrate e spese in c/capitale La somma dei due saldi dà luogo all’indebitamento netto Saldo netto da finanziare: è dato dalla somma dell’indebitamento netto e del saldo tra componenti attive e passive delle partecipazioni azionarie, dei conferimenti e delle concessioni di crediti. In termini di cassa, esso corrisponde alla nozione di fabbisogno …

… il fabbisogno Per fabbisogno si intende: il saldo tra la somma delle entrate di cassa, escluse quelle derivanti da accensione di mutui, e la somma delle uscite, escluse quelle per il rimborso dei mutui in breve, l’ammontare di risorse che devono essere raccolte dall’esterno per finanziare l’eccedenza delle spese rispetto alle entrate proprie

Conto delle Partite Finanziarie Conto Economico Conto Finanziario Conto delle Partite Finanziarie Entrate correnti Entrate in c/capitale Spese correnti Accensione prestiti Concessione crediti Rimborso prestiti _ Spese in c/capitale Saldo in c/capitale Saldo corrente Indebitamento Netto Rimborso crediti = + Entrate (rimborso crediti) Uscite (concessione crediti) SALDO FABBISOGNO (formazione) (copertura) Variazioni Passività Variazioni attività Saldo Finanziario

… il fabbisogno Il fabbisogno di cassa del settore statale è stato il saldo di finanza pubblica maggiormente utilizzato in Italia Il decentramento e le privatizzazioni hanno ridotto la significatività del fabbisogno del settore statale, al quale si aggiunge il concetto di indebitamento netto ai fini del Patto di Stabilità e di Crescita

Il Patto di Stabilità e di Crescita A livello comunitario il Trattato di Amsterdam (1997) ha stabilito alcune importanti regole per accelerare i processi di convergenza per un risanamento rapido e costante (Patto di Stabilità e di Crescita). Tra queste è possibile citare le seguenti: il ricorso all’indebitamento è ammesso per finanziare le sole spese di investimento le proposte legislative che non rispettano gli equilibri finanziari fissati in bilancio, sono considerate inammissibili Tali regole chiamano in causa governi centrali e autonomie locali. L’adesione al Patto di Stabilità e di Crescita si concretizza in un’azione di risanamento attraverso la quale Regioni, Province autonome, Province, Comuni e Comunità Montane si devono impegnare a: ridurre progressivamente il finanziamento in disavanzo delle proprie spese ridurre il rapporto tra il proprio ammontare di debito e il Prodotto Interno Lordo (PIL)

I 4 parametri da rispettare Stabilità dei prezzi: l’inflazione non deve essere superiore a quella media dei tre Paesi con i risultati migliori, aumentata dell’1,5% Stabilità dei tassi di interesse: il tasso nominale sui titoli di Stato a lungo termine, non deve essere superiore di oltre due punti percentuali, l’analogo tasso medio dei tre Stati con i migliori risultati in termine di inflazione Stabilità dei cambi: assenza di manovre di svalutazione rispetto ai margini di fluttuazione previsti dallo SME, negli ultimi due anni Stabilità della finanza pubblica: alla fine del 1998, rapporto tra disavanzo pubblico e PIL non deve essere superiore al 3% e rapporto tra debito pubblico e PIL non superiore al 60%

Il concetto di Disavanzo perseguimento di obiettivi di efficienza, aumento della produttività e riduzione dei costi nella gestione dei servizi pubblici e delle attività di propria competenza contenimento del tasso di crescita della spesa corrente rispetto ai valori degli anni precedenti potenziamento delle attività di accertamento dei tributi propri ai fini di aumentare la base imponibile aumento del ricorso al finanziamento a mezzo prezzi e tariffe dei servizi pubblici a domanda individuale dismissione di immobili di proprietà non funzionali allo svolgimento della attività istituzionale

Il calcolo del Disavanzo DdL - Finanziaria 2003 Il disavanzo finanziario è calcolato, sia per la gestione di competenza che per quella di cassa, quale differenza tra le entrate finali e le spese correnti. Nel disavanzo finanziario non sono considerati: a) i trasferimenti, sia di parte corrente che in conto capitale, dallo Stato, dall'Unione europea e dagli enti che partecipano al patto di stabilità interno; b) le entrate derivanti dalla compartecipazione all'IRPEF; c) le entrate derivanti dalla dismissione di beni immobili e finanziari e dalla riscossione dei crediti; d) le entrate e le spese connesse all'esercizio di funzioni statali e regionali trasferite o delegate nei limiti dei corrispondenti finanziamenti statali o regionali; e) le spese per l'acquisto di beni e servizi, il cui ammontare per l'anno 2003 non può superare l'importo delle corrispondenti spese sostenute per l'anno 2001; f) le spese per interessi passivi, quelle sostenute sulla base di trasferimenti con vincolo di destinazione dall'Unione europea e quelle eccezionali derivanti esclusivamente da calamità naturali.

La riduzione del Debito rispetto al PIL Il Patto di stabilità prevede che gli enti locali riducano il rapporto tra il debito e il Pil, non solo attraverso la riduzione del disavanzo annuo, ma soprattutto dismettendo partecipazioni mobiliari e destinando i proventi al ripiano dei mutui in ammortamento.

Obiettivi originari previsti dal Patto di Stabilità e di Crescita 1998 1999 2000 2001 2002 DISAVANZO 2.6 2.0 1.5 1.0 0.6 PIL DEBITO 118 115 112 109 104 = =

I saldi a confronto

Obiettivi attuali previsti dal Patto di Stabilità e di Crescita

I principi dei Bilanci pubblici Annualità: l’unità temporale è l’anno finanziario, 12 mesi Universalità: : devono essere riportate tutte le entrate e le spese (le gestioni fuori bilancio alimentano forme di illusione finanziaria) Unità: il totale delle entrate finanzia il totale delle spese, con l’esclusione di collegamenti tra le due parti del bilancio Integrità: le entrate e le spese devono essere iscritte nel loro importo integrale Specializzazione: le entrate e le spese devono essere tenute distinte con la massima precisione, al fine di ridurre i margini di discrezionalità Pubblicità: il bilancio deve essere ispirato a criteri di trasparenza e reso noto a tutti i cittadini affinché possa essere attuata una forma di controllo sull’attività pubblica

Le funzioni e gli obiettivi dei Bilanci controllo giuridico e finanziario: assicurare che i fondi pubblici siano spesi per le attività e gli scopi specificati dalle leggi controllo sostanziale: valutazione degli indirizzi fondamentali di politica economica controllo operativo o di gestione: definizione del modo più conveniente per raggiungere un obiettivo programmazione strategica: coerenza tra obiettivi e risorse disponibili Obiettivi allocazione stabilizzazione distribuzione Il bilancio pubblico deve consentire di verificare che le scelte compiute in termini di obiettivi di politica economica siano corrette e gli obiettivi perseguiti

Le rilevazioni amministrative che condizionano il Bilancio Bilancio dello Stato Bilancio Pluriennale Assestamento e variazioni di bilancio Collegati alla Finanziaria Legge Finanziaria DPEF Relazione Previsionale Programmatica Relazione sul Fabbisogno

Il Bilancio regionale Nel processo di riforma del sistema di finanza pubblico anche le regioni sono chiamate in causa per contribuire al risanamento del debito pubblico nazionale L’impalcatura di un bilancio regionale è costituita da tributi propri come l’Irap, da tributi devoluti come l’accisa sulla benzina, da addizionali o sovraimposte (ad esempio l’addizionale Irpef e l’addizionale all’imposta erariale di trascrizione al PRA), da indebitamento, da trasferimenti a destinazione libera e vincolata, da fondi speciali e fondi provenienti dall’Unione Europea

Il sistema delle entrate Entrate tributarie composte da Tributi propri, devoluti e soppressi Trasferimenti correnti e in conto capitale Mutui e prestiti Entrate patrimoniali

Le fonti di entrata … attraverso il debito Per quanto riguarda gli strumenti di finanziamento delle spese di investimento, le singole regioni sono chiamate a legiferare per l’attuazione di leggi nazionali che consentono il ricorso alle emissioni obbligazionarie, all’indebitamento con il sistema bancario, all’utilizzo di tecniche più sofisticate e complesse come il project financing o la programmazione negoziata e gli accordi di programma (dell’articolo 10 della legge 281/70) Non va poi dimenticata la possibilità di ricorrere alla Cassa depositi e prestiti, che ha rappresentato per oltre un secolo il polmone finanziario degli enti locali

La struttura del Bilancio regionale

Riclassificazione delle spese

I trasferimenti

La riforma fiscale del 2000 Obiettivo: responsabilizzare le regioni nella gestione delle proprie risorse Strumenti: aumento della capacità impositiva e riduzione dei trasferimenti Ruolo dei trasferimenti: perequativo Limiti della riforma: difficoltà di stabilire criteri per una giusta perequazione

… la riforma fiscale ... A partire dal 2001 cessano parzialmente i trasferimenti erariali Forme di compensazione: compartecipazione regionale all’IVA aumento dell’aliquota dell’addizionale regionale all’Irpef aumento della compartecipazione sull’accisa sulla benzina

Compartecipazione regionale all’IVA A decorrere dal 2001 la compartecipazione regionale all’IVA è fissata nella misura del 25,7% del gettito IVA complessivo realizzato nel penultimo anno precedente a quello in considerazione Le attribuzioni utilizzeranno come indicatore di base imponibile la media dei consumi finali delle famiglie rilevati dall’Istat a livello regionale negli ultimi tre anni disponibili

Addizionale regionale Irpef A decorrere dal 2000 le aliquote dell’addizionale regionale all’Irpef dello 0,5% e dell’1% sono elevate rispettivamente allo 0,9% e all’1,4% A decorrere dal 2001 le aliquote dell’imposta sul reddito delle persone fisiche sono ridotte di 0,4%

Accisa sulla benzina A decorrere dal 2001 la quota dell’accisa spettante alle regioni è elevata da lire 242 a lire 250 per ciascun litro di benzina venduta

Il fondo perequativo Al fine di consentire a tutte le regioni a statuto ordinario di svolgere le proprie funzioni, di erogare i servizi di loro competenza, tenendo conto della differente capacità impositiva, la determinazione delle quote che il Ministero del Tesoro dovrà erogare sarà basata sui seguenti parametri: popolazione residente capacità fiscale fabbisogni sanitari dimensione geografica di ciascuna regione

La riforma va a regime A partire dal 2001 la compartecipazione dei comuni e delle province al gettito Irap è abolita. Il gettito corrispondente rimane attribuito alle regioni Con la stessa decorrenza ai comuni e alle province vengono assicurati trasferimenti erariali di importo pari alla compartecipazione Irap per l’anno 1998, incrementata del tasso programmato di inflazione per gli anni 1999, 2000 e 2001 Entro il 2013 il sistema di finanziamento delle regioni sarà esclusivamente autonomo

Il Bilancio degli enti locali Pianificazione e Programmazione Principi di bilancio Documenti contabili, la RPP e il bilancio pluriennale Caratteristiche e Struttura del bilancio Risultati di bilancio

La pianificazione strategica Gli amministratori definiscono l’indirizzo politico-amministrativo dell’ente, determinano gli obiettivi da raggiungere nel lungo periodo i documenti: la relazione previsionale e programmatica il bilancio pluriennale il bilancio di previsione

La programmazione Gli amministratori e i responsabili dei vari servizi definiscono la migliore combinazione di attività e risorse necessarie per il raggiungimento degli obiettivi pianificati

Sistema di rilevazioni Il sistema contabile Pianificazione e programmazione informazioni Sistema di rilevazioni economiche operazioni

Sistema dei documenti di programmazione Relazione previsionale e programmatica (parte politica) Bilancio annuale di previsione Piano esecutivo di gestione I LIVELLO (Pianificazione strategica) II LIVELLO (Programmazione) III LIVELLO (Budgeting) Bilancio pluriennale Relazione previsionale e programmatica (parte tecnica)

Princìpi del bilancio Articolo 162, D.lgs.267/2000 1. Gli enti locali deliberano annualmente il bilancio di previsione finanziario redatto in termini di competenza, per l'anno successivo, osservando i princìpi di unità, annualità, universalità ed integrità, veridicità, pareggio finanziario e pubblicità 2. Il totale delle entrate finanzia indistintamente il totale delle spese, salvo le eccezioni di legge 3. L'unità temporale della gestione è l'anno finanziario, che inizia il 1° gennaio e termina il 31 dicembre dello stesso anno; dopo tale termine non possono più effettuarsi accertamenti di entrate e impegni di spesa in conto dell'esercizio scaduto 4. Tutte le entrate sono iscritte in bilancio al lordo delle spese di riscossione a carico degli enti locali e di altre eventuali spese ad esse connesse. Parimenti tutte le spese sono iscritte in bilancio integralmente, senza alcuna riduzione delle correlative entrate

… i princìpi del bilancio 5. Il bilancio di previsione è redatto nel rispetto dei princìpi di veridicità ed attendibilità, sostenuti da analisi riferite ad un adeguato arco di tempo o, in mancanza, da altri idonei parametri di riferimento 6. Il bilancio di previsione è deliberato in pareggio finanziario complessivo. Inoltre le previsioni di competenza relative alle spese correnti sommate alle previsioni di competenza relative alle quote di capitale delle rate di ammortamento dei mutui e dei prestiti obbligazionari non possono essere complessivamente superiori alle previsioni di competenza dei primi tre titoli dell'entrata e non possono avere altra forma di finanziamento, salvo le eccezioni previste per legge 7. Gli enti assicurano ai cittadini ed agli organismi di partecipazione la conoscenza dei contenuti significativi e caratteristici del bilancio annuale e dei suoi allegati con le modalità previste dallo statuto e dai regolamenti

Relazione previsionale e programmatica 1. Gli enti locali allegano al bilancio annuale di previsione una relazione previsionale e programmatica che copra un periodo pari a quello del bilancio pluriennale 2. La relazione previsionale e programmatica ha carattere generale. Illustra anzitutto le caratteristiche generali della popolazione, del territorio, dell'economia insediata e dei servizi dell'ente, precisandone risorse umane, strumentali e tecnologiche. Comprende, per la parte entrata, una valutazione generale sui mezzi finanziari, individuando le fonti di finanziamento 3. Per la parte spesa la relazione è redatta per programmi e per eventuali progetti, con espresso riferimento ai programmi indicati nel bilancio annuale e nel bilancio pluriennale, rilevando l'entità e l'incidenza percentuale della previsione con riferimento alla spesa corrente consolidata, a quella di sviluppo e a quella di investimento 4. Per ciascun programma è data specificazione della finalità che si intende conseguire e delle risorse umane e strumentali ad esso destinate, distintamente per ciascuno degli esercizi in cui si articola il programma stesso ed è data specifica motivazione delle scelte adottate 5. Per gli organismi gestionali dell'ente locale la relazione indica anche gli obiettivi che si intendono raggiungere, sia in termini di bilancio che in termini di efficacia, efficienza ed economicità del servizio

Bilancio pluriennale 1. Gli enti locali allegano al bilancio annuale di previsione un bilancio pluriennale di competenza, di durata pari a quello della Regione di appartenenza e comunque non inferiore a tre anni 2. Il bilancio pluriennale comprende il quadro dei mezzi finanziari che si prevede di destinare per ciascuno degli anni considerati sia alla copertura di spese correnti che al finanziamento delle spese di investimento, con indicazione, per queste ultime, della capacità di ricorso alle fonti di finanziamento 3. Gli stanziamenti previsti nel bilancio pluriennale, che per il primo anno coincidono con quelli del bilancio annuale di competenza, hanno carattere autorizzatorio, costituendo limite agli impegni di spesa, e sono aggiornati annualmente in sede di approvazione del bilancio di previsione

Il bilancio di previsione È un documento contabile e programmatorio evidenzia le entrate e le spese che si presume si verificheranno nel corso della gestione attua una vera e propria programmazione, consentendo una lettura per programmi, servizi e interventi

… bilancio di previsione ... È un piano di azione che rappresenta programmi e obiettivi da raggiungere, nonché limiti da osservare durante la gestione è annuale: l’unità temporale è l’esercizio finanziario è finanziario: analizza la sola gestione finanziaria è di competenza: considera gli accertamenti, per le entrate, gli impegni per le spese è autorizzatorio: autorizza l’ente a introitare le entrate previste, impedendo di spendere più di quanto stanziato

Caratteristiche del bilancio Articolo 164, D.lgs.267/2000 1. L'unità elementare del bilancio per l'entrata è la risorsa e per la spesa è l'intervento per ciascun servizio 2. Il bilancio di previsione annuale ha carattere autorizzatorio, costituendo limite agli impegni di spesa 3. In sede di predisposizione del bilancio di previsione annuale il consiglio dell'ente assicura idoneo finanziamento agli impegni pluriennali assunti nel corso degli esercizi precedenti.

Struttura del bilancio - Entrate LA PARTE ENTRATA È ORDINATA IN: TITOLI (fonte di provenienza) CATEGORIE (tipologia) RISORSE (oggetto) LA RISORSA E’ L’UNITA’ ELEMENTARE DELLE ENTRATE

IL BILANCIO, PER LA PARTE ENTRATA, PREVEDE LE SEGUENTI FASI: Fasi delle entrate IL BILANCIO, PER LA PARTE ENTRATA, PREVEDE LE SEGUENTI FASI: STANZIAMENTO ACCERTAMENTO RISCOSSIONE VERSAMENTO

FASE DI GESTIONE DELL'ENTRATA MEDIANTE LA QUALE, Accertamento FASE DI GESTIONE DELL'ENTRATA MEDIANTE LA QUALE, SULLA BASE DI IDONEA DOCUMENTAZIONE, VIENE: VERIFICATA LA RAGIONE DEL CREDITO LA SUSSISTENZA DI UN IDONEO TITOLO GIURIDICO INDIVIDUATO IL DEBITORE QUANTIFICATA LA SOMMA DA INCASSARE FISSATA LA RELATIVA SCADENZA

DA PARTE DEL TESORIERE (o di altri eventuali incaricati) Riscossione MATERIALE INTROITO DA PARTE DEL TESORIERE (o di altri eventuali incaricati) DELLE SOMME DOVUTE ALL'ENTE

Struttura del bilancio - Spese LA PARTE SPESA È ORDINATA IN: TITOLI (principali aggregati economici) FUNZIONI (funzioni degli enti) SERVIZI (singoli uffici) INTERVENTI (natura economica dei fattori produttivi) L’INTERVENTO E’ L’UNITA’ ELEMENTARE DELLA SPESA

IL BILANCIO, PER LA PARTE SPESA, PREVEDE LE SEGUENTI FASI: Fasi della spesa IL BILANCIO, PER LA PARTE SPESA, PREVEDE LE SEGUENTI FASI: STANZIAMENTO PRENOTAZIONE IMPEGNO LIQUIDAZIONE ORDINAZIONE e PAGAMENTO

Impegno FASE DI GESTIONE DELLA SPESA MEDIANTE LA QUALE, A SEGUITO DI OBBLIGAZIONE GIURIDICAMENTE PERFEZIONATA, VIENE: DETERMINATA LA SOMMA DA PAGARE DETERMINATO IL SOGGETTO CREDITORE INDICATA LA RAGIONE DEL DEBITO COSTITUITO IL VINCOLO SULLE PREVISIONI DI BILANCIO

Liquidazione FASE ATTRAVERSO LA QUALE, IN BASE AI DOCUMENTI ED AI TITOLI ATTI A COMPROVARE IL DIRITTO ACQUISITO DEL CREDITORE, SI DETERMINA LA SOMMA CERTA E LIQUIDA DA PAGARE NEI LIMITI DELL'AMMONTARE DELL'IMPEGNO ASSUNTO

Fasi di gestione del bilancio ENTRATE Stanziamento Accertamento Riscossione Versamento Liquidazione e ordinazione Pagamento Stanziamento SPESE Impegno BILANCIO Previsione Competenza Cassa Tesoriere

SOMME ACCERTATE E NON RISCOSSE ENTRO IL TERMINE DELL’ESERCIZIO Residui ed economie RESIDUI ATTIVI SOMME ACCERTATE E NON RISCOSSE ENTRO IL TERMINE DELL’ESERCIZIO RESIDUI PASSIVI SOMME IMPEGNATE E NON PAGATE ENTRO IL TERMINE DELL’ESERCIZIO ECONOMIE SOMME STANZIATE MA NON IMPEGNATE ENTRO IL TERMINE DELL’ESERCIZIO

Struttura del bilancio - Entrate

Struttura del bilancio - Spese

I risultati di bilancio L’avanzo di amministrazione: inteso come il Fondo di cassa aumentato dei residui attivi e diminuito dei residui passivi L’avanzo di gestione

L’avanzo di gestione Totale spese correnti Quote ammortamento mutui e prestiti TOTALE SPESE A Totale entrate correnti Altre entrate destinate per legge al finanziamento di spese correnti (oneri di urbanizzazione e avanzo di amministrazione) TOTALE ENTRATE B

Gli equilibri di bilancio Pareggio finanziario Efx = Sfx Pareggio economico Efcx  Sfcx + K

… gli equilibri di gestione Se A > B: disavanzo economico, non ammesso in fase di previsione Se A = B: pareggio economico Se A < B: avanzo economico che può essere destinato al finanziamento degli investimenti

Disavanzo Finanziario Equilibri di Bilancio Avanzo economico Entrate correnti  Spese Correnti E. Tributarie Trasferimenti E. Extratributarie Spese correnti Spese rimborso mutui Disavanzo Finanziario Entrate in c/cap. Spese in c/cap.  Alienaz. Riscossioni Accensioni di mutui Spese in conto capitale