Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti

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Transcript della presentazione:

Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti Corso di Psicologia Clinica Prof. Salvatore Sasso LA TERAPIA SISTEMICO-RELAZIONALE Dott.ssa Elisabetta Perotti Cultore della materia presso la Cattedra

LA COMUNICAZIONE PROCESSO CHE AVVIENE TRA DUE O PIÙ PERSONALITÀ COINVOLTE IN UNA SITUAZIONE COMUNE E CHE DEFINISCONO TRA LORO TALE SITUAZIONE CON DEI SIGNIFICATI INSIEME DEI PROCESSI FISICI E PSICHICI ATTRAVERSO CUI SI EFFETTUA L’OPERAZIONE DI MESSA IN RELAZIONE DI UNA O PIÙ PERSONE PROCESSO FONDAMENTALE DELLA VITA SOCIALE IN CUI DUE O PIÙ PERSONE INTERAGISCONO FRA LORO IN CONTINUO CONTATTO CON L’AMBIENTE (SISTEMA APERTO) IL VEICOLO DELLE MANIFESTAZIONI OSSERVABILI NELLA RELAZIONE → IL COMPORTAMENTO È COMUNICAZIONE

3 SETTORI DI STUDIO DELLA COMUNICAZIONE UMANA SINTASSI: riguarda tutto ciò che è relativo alla trasmissione di informazioni (codifica, canali, regole grammaticali, ecc..) SEMANTICA: si occupa dei significati legati al messaggio comunicativo (scambio comunicativo presuppone una “convenzione semantica”) PRAGMATICA: studia come la comunicazione influenza il comportamento cioè gli effetti su di esso Tutto va messo in relazione al CONTESTO (inteso come luogo e cornice) in cui ha luogo la comunicazione

IL PROCESSO COMUNICATIVO SERIE DI SEQUENZE CHE SEGUONO UNO SCHEMA DEFINITO MESSAGGIO/CANALE EMITTENTE RICEVENTE SIST. DI CODIF/ DECODIF. SIST. DI CODIF/ DECODIF. RUMORE RISPOSTA/FEED-BACK

CODIFICARE significa: DECIDERE COSA DIRE ALL’ALTRO (PENSARE) SCEGLIERE UN CODICE (LINGUAGGIO VERBALE E NON VERBALE) EMETTERE MESSAGGIO ATTRAVERSO UN CANALE (PARLARE O NON PARLARE …)

DECODIFICARE significa: RICEVERE MESSAGGIO (ASCOLTARE) INTERPRETARE MESSAGGIO (CAPIRE CODICE UTILIZZATO) ELABORARE (RAGIONARE IL SIGNIFICATO)

SEGNALE DI RITORNO DA RICEVENTE A EMITTENTE FEED-BACK CIRCOLARITÀ DEL SISTEMA RETROAZIONE POSITIVA PROVOCA UN CAMBIAMENTO PERDITA DI STABILITÀ ED EQUILIBRIO NEGATIVA NON PROVOCA CAMBIAMENTO MANTENIMENTO DELLA STABILITÀ (OMEOSTASI)

OSTACOLI ALLA COMUNICAZIONE EMITTENTE : riguardano la QUALITÀ, la PERTINENZA e la CODIFICA CANALE : riguardano i “RUMORI”, ciò che può disturbare, interferire e ridurre la quantità e la qualità delle informazioni trasmesse. RICEVENTE : riguardano la PERCEZIONE CORRETTA del messaggio e la DECODIFICA

TIPO DI INTERFERENZE FISICO: es. rumore di fondo vero e proprio proveniente dall’esterno;parlare in ambienti affollati o troppo caldi o sotto luce abbagliante; oppure es. sordita’ (nel ricevente), difficoltà di eloquio (nell’emittente). PSICOLOGICO: es. distrazione,preoccupazione tensione nervosa, ostilità, ansia eccessiva,effetti di abuso di sostanze o condizione di handicap). PRESUPPOSTO NON FORMULATO: dare per scontato che l’altro conosca l’argomento o abbia lo stesso livello culturale sul tema trattato; discrepanza tra obiettivi.

INCOMPATIBILITA’ DI SCHEMI: ritenere che lo schema di riferimento dell’altro cioè valori, conoscenze, atteggiamenti, cultura sia uguale al nostro. MECCANISMI DI DIFESA: di cui siamo o non siamo consapevoli. LINGUAGGIO: troppo tecnico/dialetto. RUOLI: differenze di status sociale, di potere o gerarchie.

CANALI DI COMUNICAZIONE MEZZO ESPRESSIVO ATTRAVERSO CUI È INVIATO IL MESSAGGIO VOCALE (linguaggio parlato) CANALE VERBALE NON VOCALE (linguaggio scritto) HA REGOLE PRECISE DI TIPO SINTATTICO E GRAMMATICALE CHE DEVONO ESSERE CONDIVISE DAI PARTECIPANTI ALLA COMUNICAZIONE AFFINCHÉ CI SIA UNA COMPRENSIONE DEL SIGNIFICATO/CONTENUTO DEL MESSAGGIO

CANALE NON – VERBALE COMPRENDE: LINGUAGGIO DEL CORPO: movimenti, postura, aspetto fisico, abbigliamento LINGUAGGIO DEI GESTI: gestualità ESPRESSIONI DEL VOLTO: sguardo LINGUAGGIO VOCALE: tonalità e timbro della voce, intercalare LINGUAGGIO DELLO SPAZIO: utilizzo dello spazio prossemico (lontananza/vicinanza)

FATTORI CHE FACILITANO LA COMUNICAZIONE BUON CONCETTO DI SÉ: accettazione di sé, buon livello di autostima. DISPONIBILITÀ ALL’ ASCOLTO: saper ascoltare non vuol dire solo “sentire” né dare per scontato che ciò che è chiaro per me lo è anche per l’altro. ASSENZA DI PREGIUDIZIO/PRECONCETTO: non crearsi un opinione o trarre deduzioni prima di avere tutti gli elementi o le informazioni necessarie per poterlo fare.

ACCETTARE L’AGGRESSIVITÀ: saper gestire ed esternare la NOSTRA con strategie adeguate e saper rispondere a quella dell’ALTRO in modo appropriato. BASSO LIVELLO DI ANSIA: uno stato emotivo equilibrato permette di non avere “distrazioni”. CONDIVISIONE DI UN CONTESTO: se le persone condividono i significati dei messaggi la comunicazione è facilitata.

LA COMUNICAZIONE PUÒ ESSERE FUNZIONALE: quando si risponde con lo stesso canale o anche con un altro in modo da favorire la comunicazione, la conoscenza, lo scambio di informazioni. DISFUNZIONALE: quando si decide di non rispondere o si utilizza un canale che impedisce la comprensione, la conoscenza reciproca e il passaggio di informazioni.

LA COMUNICAZIONE EFFICACE OGNI COMUNICAZIONE COMPRENDE 2 COMPONENTI FONDAMENTALI: CONTENUTO DEL MESSAGGIO: informazioni che vengono scambiate nella comunicazione. EFFETTO DEL MESSAGGIO SUL DESTINATARIO: impatto emotivo, reazioni legate all’interpretazione dei messaggi. Una comunicazione è efficace se si riesce a creare un “ponte” fra contenuto ed effetto del messaggio (metacomunicazione)

CARATTERISTICHE DELLA COMUNICAZIONE EFFICACE: Il messaggio è espresso in modo chiaro e non manipolativo; Il messaggio esprime un contenuto senza ambiguità; Il messaggio non presenta incongruenze tra modalità di comunicazione verbale e non verbale; Il messaggio è inviato in modo adeguato relativamente al momento e nel rispetto dell’altro; La comunicazione contempla l’accettazione della risposta dell’altro.

I) NON SI PUÒ NON COMUNICARE: Impossibilità di non comunicare. 5 ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE UMANA I) NON SI PUÒ NON COMUNICARE: Impossibilità di non comunicare. Il comportamento non ha un suo opposto (non esiste un “non-comportamento”). Qualsiasi atteggiamento umano, anche il silenzio, è una modalità comunicativa, che occorre valutare per entrare in relazione con l’interlocutore. In una relazione un comportamento ha un valore di messaggio e quindi è comunicazione che può avvenire anche quando non è intenzionale né c’è comprensione reciproca.

II) OGNI COMUNICAZIONE HA UN ASPETTO DI CONTENUTO E UNO DI RELAZIONE IN MODO CHE IL SECONDO INCLUDE IL PRIMO ED È QUINDI METACOMUNICAZIONE Ogni comunicazione implica un impegno e perciò definisce la relazione, quindi ogni comunicazione non solo trasmette informazione ma al tempo stesso impone un comportamento. L’aspetto di informazione di un messaggio ne definisce anche l’aspetto di relazione tra i comunicanti. Ciò significa che è importante quello che diciamo, ma è forse più significativo come lo diciamo. È l’aspetto di relazione che imprime una forma al contenuto, che ne definisce il significato come METACOMUNICAZIONE intesa come comunicazione sulla comunicazione.

III) LA NATURA DI UNA RELAZIONE DIPENDE DALLA PUNTEGGIATURA DELLE SEQUENZE DI COMUNICAZIONE TRA I PARTECIPANTI: La comunicazione è una sequenza di scambi. Ognuno dei partecipanti alla comunicazione pone attenzione e sceglie (cioè punteggia) una sequenza che meglio descrive il proprio comportamento e la natura della relazione. Es. io mi chiudo in me stesso perché tu mi critichi…io ti critico perché ti chiudi in te stesso

IV) GLI ESSERI UMANI COMUNICANO SIA CON IL MODULO NUMERICO CHE CON QUELLO ANALOGICO: La comunicazione può essere verbale (linguaggio numerico) e non verbale (linguaggio analogico). Il linguaggio verbale ha una sintassi (regole) precise ed efficaci ma manca di semantica per ciò che riguarda la relazione; il linguaggio non verbale ha la semantica ma non ha una sintassi adeguata e regole precise quindi può essere interpretato in modo ambiguo. Un canale non è meglio dell’altro ma se il linguaggio verbale è discrepante rispetto a quello non verbale si crea una comunicazione incongruente.

V) TUTTI GLI SCAMBI COMUNICATIVI SONO SIMMETRICI O COMPLEMENTARI A SECONDA CHE SIANO BASATI SULL’UGUAGLIANZA O SULLA DIFFERENZA: Esistono due possibili modi di mettersi in relazione con l’altro. Il primo è caratterizzato da un piano di partenza SIMMETRICO cioè paritario, dove le persone coinvolte si confrontano con l'assunto di essere uguali. Se la modalità simmetrica diventa l’unica modalità di scambio comunicativo, può degenerare in patologia, ovvero in una dinamica di competizione per dimostrare che "io sono migliore di te".

La seconda modalità di mettersi in relazione con l’altro è caratterizzata dalla COMPLEMENTARIETÀ. In questo modello, chi partecipa alla relazione si comporta in modo tale da situarsi in una posizione di superiorità oppure di inferiorità nei confronti dell'altro. Uno dei partecipanti è in posizione up e l’altro in posizione down con una conseguente esaltazione delle differenze. Per comprendere appieno cosa significa la complementarietà è importante aver chiaro che è possibile imporre all'altro la propria"superiorità" solo se questi è disposto ad accettarla, e viceversa.

Ogni comportamento è, insieme, azione e La relazione è un sistema dove i comportamenti sono circolari Ogni comportamento è, insieme, azione e risposta ad un'altro comportamento Non è possibile stabilire quale è la causa e quale l’effetto, cosa viene prima e cosa viene dopo La circolarità supera la visione dualistica causa-effetto

CERCARE UN SIGNIFICATO AL DI LA’ DEL COMPORTAMENTO SINTOMATICO OSSERVARE L’ASPETTO DI RELAZIONE E NON SOLO IL CONTENUTO DI UNA SEQUENZA COMUNICATIVA CERCARE UN SIGNIFICATO AL DI LA’ DEL COMPORTAMENTO SINTOMATICO ELIMINARE EFFETTI PRAGMATICI CHE LA DIAGNOSI HA SULLE DINAMICHE INTERPERSONALI DEL SISTEMA RELAZIONALE

COMPLESSITA’ DELLA PSICOPATOLOGIA IL SINTOMO È UN “COMPORTAMENTO” CHE “COMUNICA” UNA DISFUNZIONE E UN DISAGIO E HA UN SIGNIFICATO RELAZIONALE. DIAGNOSI RELAZIONALE: come processo diagnostico che non si focalizza solo sulla patologia e sul sintomo L’attenzione non è centrata solo sul paziente designato ma sull’intero SISTEMA a cui appartiene

PARAMETRI PER DELINEARE PSICOPATOLOGIA 1) CONTESTO: inteso come luogo e cornice 2) RELAZIONE TRA OSSERVATORE E SISTEMA OSSERVATO: diagnosi relazionale 3) CICLO VITALE: del paziente e del suo sistema relazionale 4) SINDROMI E SINTOMI:problemi per cui le persone chiedono aiuto 5) SISTEMA CON CUI IL TERAPEUTA SCEGLIE DI LAVORARE: famiglie, coppie, individui