LA GESTIONE SOSTENIBILE DELLE RISORSE IDRICHE IN EMILIA ROMAGNA Giuseppe Bortone Responsabile Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua Direzione Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa Assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo Sostenibile Regione Emilia Romagna
I principi del governo delle risorse idriche L'applicazione del concetto di sostenibilità alle risorse idriche deve partire dalla considerazione, che l'acqua è un elemento necessario non solo all'uomo e alle sue attività economiche, ma è primariamente l'elemento di base per la vita e quindi per la preservazione delle risorse naturali. E' necessario prendere atto che l'acqua, nonostante il suo carattere ciclico, è una risorsa finita è opportuno avviare una vera e propria revisione dell'approccio quotidiano alla risorsa. Quelli richiesti sono profondi cambiamenti sia culturali sia strutturali.
La gestione sostenibile delle risorse idriche Obiettivi: gli ecosistemi acquatici devono essere preservati nelle loro funzioni e capacità autodepurative; è necessario evitare danni irreversibili, proteggendo soprattutto la biodiversità; la qualità della risorsa dei diversi corpi idrici sia compatibile con gli usi previsti, garantire tutti gli usi legittimi Strumenti: la gestione integrata, che comprende sia gli aspetti legati al territorio che gli aspetti legati alle acque, deve essere a livello di bacino idrografico e considerare aspetti qualitativi e aspetti quantitativi; il punto di riferimento temporale per la gestione della risorsa deve essere sufficientemente lungo, anche tenendo conto del fatto che l'impatto delle infrastrutture nel campo dell'acqua può essere molto esteso nel tempo;
Il governo delle risorse idriche l'acqua deve essere garantita a tutti i cittadini, fornendo adeguati servizi di approvvigionamento e smaltimento, rendendo possibili le attività economiche nel rispetto dei vincoli ambientali e offrendo adeguati spazi conservati di ricreazione naturali. tenuto conto degli sviluppi demografici contemplati negli strumenti della pianificazione e dei principi di equità e solidarietà;
La sostenibilità Planet Profit People triple-P concept (environment) balance establish maintain Profit (economy) People (society) triple-P concept L'uso sostenibile delle risorse idriche deve garantire la preservazione del capitale naturale per le generazioni future (sostenibilità ecologica)-planet, l'allocazione efficiente di una risorsa scarsa (sostenibilità economica)- profit la garanzia dell'equa condivisione e dell'accessibilità per tutti di una risorsa fondamentale per la vita e la qualità dello sviluppo economico (sostenibilità sociale)-People
Bene pubblico - Diritto inalienabile La natura di bene pubblico dell'acqua è un principio inderogabile. L'acqua è vita, prima che un bene economico, oltre il suo valore ambientale. L'accesso ad essa è un diritto universale. Il suo valore non è misurabile solo in termini economici in quanto non può essere considerata un bene commerciale
Pubblicità dell’acqua Un principio saldo nel nostro ordinamento, insidiato in altri Paesi Il D.Lgs. 12 luglio 1993 n. 275 "Riordino in materia di concessione di acque pubbliche E', tuttavia, con l'emanazione della L. 36/94, che dispone la pubblicità di tutte le acque, che si è modificato in modo sostanziale l'assetto giuridico-amministrativo della materia Il D. Lgs. 11 maggio 1999 n. 152, elimina dall'ordinamento delle acque pubbliche la possibilità di ottenere concessioni in sanatoria per prelievi di acqua abusivi
L’approccio economico L'integrazione del diritto delle acque con i profili economici E’ necessario tener conto del principio di recupero dei costi dei servizi idrici, compresi i costi ambientali e relativi alle risorse, prendendo in considerazione le valutazioni economiche e il principio "chi inquina paga”.
L’analisi economica E’ richiesto non solo per aumentare l'efficienza dell'azione pubblica, ma anche per incoraggiare il settore privato ad intervenire con i suoi mezzi finanziari, tecnologici, e di intervento evitare investimenti inutili in progetti idrici non necessari, e di consentire una razionale allocazione delle risorse tra i possibili usi. La vera sfida è pertanto quella di trovare l'equilibrio tra politiche di mercato, che promuovono l'efficienza, e azione pubblica, che impedisce il verificarsi di conseguenze socialmente inaccettabili, intervenendo inoltre, in via sussidiaria, quando il mercato non intende investire.
Una sintesi E' necessario cioè ricercare una sintesi che tenga assieme efficienza ed equità sociale, tutela della risorsa e solidarietà. Si può ricercare sul mercato capitali e partner industriali preservando il ruolo pubblico nell'attività di regolazione e nel governo delle imprese. D'altra parte, l'applicazione di criteri di necessità e razionalità può avvenire tenendo conto delle aspettative sociali e ambientali, che costituiscono un limite, ma non un divieto, alle valutazioni puramente economiche
L’approccio economico Utilizzare un approccio economico alla gestione dell'acqua significa partire dalla consapevolezza della scarsità della risorsa - o meglio delle funzioni ambientali che essa può svolgere - necessità di adottare un criterio razionale nella scelta delle funzioni ambientali che si vogliono garantire e quelle che si vogliono sacrificare, nonché nell'allocazione sulla società dei costi e benefici sottesi.
I principi Questo principio generale risponde a diversi obiettivi, in parte sinergici: Stabilire in modo non ambiguo su chi devono gravare i costi, secondo un principio generale e condiviso di equità Utilizzare la leva tariffaria come strumento di gestione della domanda (un utilizzatore sarà infatti disposto a pagare un certo prezzo per l'acqua solo se il valore totale che ricava dalle funzioni ambientali di cui si appropria superano quel prezzo). Garantire che la finanza del settore idrico possa contare il più possibile su risorse "endogene" (ossia, generate direttamente o indirettamente dalla gestione), per garantirne l'autonomia imprenditoriale; in questo modo, il settore idrico verrebbe sottratto alle ristrettezze del bilancio pubblico e messo in condizione di essere finanziariamente autosufficiente
Full cost recovery Il percorso che conduce alla copertura integrale dei costi in tariffa è denso di problemi ed è meglio inoltrarcisi con prudenza, coscienti che il governo del Sistema richiede una concorde determinazione di una rete di centri di decisione. Il principio deve essere inteso peraltro in modo non tassativo; è impensabile imporre l'obbligo di raggiungere in ogni caso la copertura dei costi attraverso le tariffe, in quanto deve essere previsto di utilizzare il denaro pubblico per finanziare opere e interventi nel settore idrico.
Primo tentativo italiano: la Legge Galli L’approccio previsto dalla legge 36/94 è quello di imporre un recupero integrale dei costi (gestione e investimento) attraverso la tariffa del SII, ad una scala territoriale sufficientemente ampia da consentire di includere aree forti (urbane, concentrate) e aree deboli (rurali, montane). La solidarietà è affidata dunque a un meccanismo di sussidio incrociato che opera fra le diverse aree territoriali.
Applicazione parziale Tuttavia, il principio del recupero integrale dei costi è adottato solo per il settore civile, mentre negli altri settori (e in particolare in quello irriguo e della difesa del suolo) non vi è nessuna prescrizione specifica in questa direzione Il concetto di “costo” dovrebbe essere in realtà più ampio, dal momento che dovrebbe includere anche le esternalità negative che l’utilizzo dell’acqua comporta.
I finanziamenti In particolare, il nostro ordinamento è ancora assai debole sotto il profilo della sostenibilità economico-finanziaria. Un’attuazione “letterale” del principio di copertura integrale dei costi in ciascun ATO potrebbe facilmente portare le tariffe a livelli insostenibili e incompatibili con il principio di garanzia del servizio essenziale. E’ necessario affiancare i finanziamenti pubblici
L’esperienza francese L’intervento pubblico dovrà però essere concepito come aggiuntivo e non sostitutivo e garantire che comunque gli utilizzatori dell’acqua sostengano una parte del costo dell’opera tale da dimostrarne l’effettivo valore assumendosene in parte il rischio. Ciò potrebbe essere fatto in particolare utilizzando sistematicamente il cofinanziamento – e non il finanziamento a fondo perduto – per le grandi opere idriche, condizionando l’intervento pubblico al fatto che i soggetti beneficiari si facciano carico almeno di quella parte del costo che non eccede una certa soglia di accettabilità sociale. Potrebbe essere utile ispirarsi all’esperienza francese, nella quale le risorse finanziarie utilizzate per questo tipo di interventi redistributivi e incentivanti derivano da un circuito fiscale parallelo e chiuso, dedicato al settore idrico.
La Politica A tal fine è quanto mai necessario che le risorse derivanti dalla collocazione in Borsa o gli utili di Spa pubbliche vengano impiegati considerando il fabbisogno di investimenti che le imprese dovranno sostenere nel campo delle risorse idriche, anziché essere finalizzate al finanziamento di linee di investimento in altri settori. Come si vede, si tratta di questioni che da un lato sollecitano una riforma o quanto meno un completamento del quadro dei principi generali; dall’altro, un’accurata armonizzazione degli strumenti attuativi. Le norme ci sono, è necessario iscrivere le tematiche dell’acqua nell’agenda della Politica!
L.R. 25/99 Il percorso della RER Servizi Idrici Integrati e RSU La delimitazione degli Ambiti Territoriali Ottimali coincide con le nove Provincie della Regione ed è la seguente: 1) ATO di Piacenza; 2) ATO di Parma; 3) ATO di Reggio Emilia; 4) ATO di Modena; 5) ATO di Bologna; 6) ATO di Ferrara; 7) ATO di Ravenna; 8) ATO di Forlì-Cesena; 9) ATO di Rimini.
ATO Cooperazione obbligatoria:Consorzio/Convenzione Personalità giuridica (Presidente, DG etc.)
Il Servizio Idrico integrato Con Legge Regionale 28 gennaio 2003 n. 1, la RER ha confermato le scelte effettuate con la precedente L.R. 25/99, l'obiettivo dell'industrializzazione dei servizi pubblici riconfermando di fatto i principi informatori della legge Galli: netta separazione di ruoli tra l'attività di indirizzo e controllo e quella più propriamente gestionale la copertura integrale dei costi attraverso la riscossione della tariffa riorganizzazione dei servizi idrici mediante la costituzione di autorità di carattere pubblico (ATO), che hanno la finalità di superare attraverso forme di cooperazione degli Enti Locali la frammentazione della gestione del Servizio Idrico, con l'obiettivo di valorizzare l'economie di scala raggiungibili in un'area vasta la già richiamata natura di bene pubblico dell'acqua come principio inderogabile. RELAZIONE CON LA TUTELA AMBIENTALE
ATO L'ATO rappresenta una struttura autonoma e permanente dotata di adeguati livelli di professionalità e competenze settoriali che consente di svolgere in modo continuativo, incisivo ed efficace quelle che sono le più importanti ed innovative funzioni di programmazione e di controllo. La presenza negli organi degli Enti Locali consente momenti di decisione politica collegiale ed una forte rappresentatività territoriale. In tale contesto vanno energicamente respinte quelle posizioni che portano a considerare le ATO come una duplicazione di funzioni amministrative e in quanto tali un aggravio sui costi di gestione, influenzanti le tariffe che si riversano sui cittadini utenti o sulla qualità del servizio.
La sfida degli ATO Queste considerazioni hanno portato ad ottenere una sostanziale e generalizzata adesione a livello nazionale sul trasferimento dei compiti dapprima spettanti ai comuni nell’organizzazione dei servizi pubblici a tali Soggetti. La sfida: assumere decisioni rappresentative dell’intero ambito territoriale e non della singola realtà comunale, continuando, pur tuttavia, a rappresentare una “proiezione” degli Enti locali nell’esercizio delle suddette funzioni . L'esperienza regionale ha evidenziato forti rallentamenti delle fasi di istituzione e avvio operativo degli ATO a causa della mancata adesione di alcuni comuni soprattutto i più piccoli, che si sentono meno rappresentati negli organi decisionali
Le barriere Le potenzialità derivanti dall'amplificazione degli investimenti raggiungibile in virtù delle economie di scala e il principio della solidarietà che è intrinseco al concetto di Ambito, sono risultati in molti casi di rilevanza meno significativa rispetto alla temuta "perdita" del controllo diretto in sede locale della gestione della risorsa. Si consideri ad esempio la rilevante mole di investimenti richiesto anche ai piccoli comuni per l’adeguamento del sistema depurativo e fognario ai più recenti standard europei! Davanti a queste evidenze, emerge che le barriere sono forse più interne alla EELL che non esterne, dei cittadini!
ATO= punto di snodo E’ possibile giungere ad un modello di regolazione che sia il più vicino possibile alle reali esigenze dei cittadini, anche quelli delle più piccole realtà rurali, che magari più di altri presentano sensibilità accentuate rispetto al rapporto con la risorsa e con il territorio, non possono quindi rispondere a esclusive esigenze di mercato. Le Agenzie hanno un ruolo delicatissimo e difficile tra dimensione economica, sociale, ambientale. Sono loro il punto di interlocuzione con le forme di rappresentanza sociale attiva. Tutto ciò fa degli ATO il punto di snodo del sistema
Liberalizzazione Il principio della liberalizzazione, che non va confuso con la privatizzazione, come troppo spesso avviene in Italia, va applicato con intelligenza, deve essere utile alle comunità. Serve un approccio sociale ed ambientale responsabilmente maturo, per non assoggettare queste due fondamentali dimensioni civili al solo parametro del profitto. Quello che è sicuramente necessario è completare il processo di riforma dando piena attuazione all'industrializzazione dei servizi idrici. Il processo di industrializzazione è giusto. Realizza non solo economie di scala ma anche qualità omogenea e controllabile dei servizi. .
Industrializzazione attività produttiva organizzata il cui fine è quello di remunerare costi e investimenti con la cessione di prodotti e servizi Processi e produzioni standardizzati Qualità omogenea, ripetibile e controllabile Economia di scala Separazione dei ruoli (controllato-controllore) Liberalizzazione, concorrenza per il mercato Privatizzazione? Tutela ambientale Qualificazione dei soggetti gestori ma anche dei controllori
Privatizzazione?? Si ritiene che lo strumento per l'accelerazione del processo possa essere indubbiamente rappresentato dalla concorrenza per il mercato come surrogato dell'impossibile concorrenza nel mercato, vista la condizione di monopolio naturale legato alle tipologie dei servizi in questione. Si ritiene però che la sola privatizzazione dei soggetti gestori dei servizi come fattore catalizzante del processo di industrializzazione rappresenti una semplificazione un po' forte rispetto alla complessità del sistema
La miglior offerta La miglior offerta di servizi non è quella che propone solo le condizioni economiche più vantaggiose. I migliori investimenti non sono quelli che accrescono il prelievo e trascurano il risparmio e la conservazione. Qualità è anche tutela dell’ambiente. E’ il giusto equilibrio tariffario capace di rispecchiare il valore assoluto delle risorse, la sostenibilità economica per territori e fasce sociali
Il ruolo della Regione In questa prospettiva, il ruolo della Regione assume una importanza strategica, perché meglio e più efficacemente di altri può definire, avendone più intima percezione, le specificità organizzative e strategiche di tale riforma. Si tratta di un processo non semplice che ha richiesto e richiederà tempi non brevi. E’ indispensabile consentire la messa a punto di una serie di strumenti di regolazione dei servizi che presentano assetti normativi non pienamente idonei alla “concorrenza per il mercato”. Per accompagnare questo processo, è necessario assicurare un’effettiva separazione tra i ruoli di gestore e autorità di controllo che devono assumere capacità di regolazione indipendenti idonee a valorizzare competenze imprenditoriali necessarie per la moderna gestione dei servizi.
Periodo transitorio E’ innegabile che il sistema della Regione Emilia Romagna disponga fin d’ora di tali capacità e parta da una situazione ottimale rispetto alla media nazionale sia in termini di presenza di gestori di adeguate dimensioni e capacità industriali che in termini di capacità programmatorie e di pianificazione. Tale evidenza non esonera però dal ritenere come assolutamente necessaria una fase transitoria per consentire alle società di gestione, il riallineamento delle strategie aziendali rispetto ai nuovi obiettivi consentendo tra l’altro un’idonea valorizzazione degli investimenti pubblici pregressi, e alle Autorità di Ambito la crescita delle capacità di regolazione e controllo.
Meccanismo premiale per l’aggregazione Da qui la necessità di un periodo congruo di transizione, che se non adeguatamente gestito potrebbe dare luogo a distorsioni di mercato difficili da rimuovere, con pesanti conseguenze sul processo di industrializzazione. Si ritiene che il meccanismo premiale che accompagna il periodo transitorio, previsto nella modifica della Legge Regionale ma già introdotto nella vecchia stesura, abbia dato ampia dimostrazione di efficacia, avendo di fatto favorito quegli indispensabili processi di consolidamento ed aggregazione, contribuendo alla creazione di operatori, di adeguate dimensioni e con capacità industriali (il meccanismo premiale riguarda solo loro!), in grado di partecipare alle gare che verranno indette al termine del periodo stesso.
Le aggregazioni Tutta la produzione normativa R.E.R., non solo la legge che disciplina i servizi pubblici, ricerca una armonia regolativa capace di gestire questo equilibrio. I processi di aggregazione che si sono prodotti e quelli ai quali ci si sta adoperando ci confortano sulla fondatezza delle scelte. Di questo processo il caso Hera SpA è forse il più eclatante, avendo portato all’aggregazione di 11 Società di gestione con un fatturato aggregato nel 2001 di oltre 1 miliardo di Euro e oltre 4000 dipendenti. Diamo un giudizio positivo anche sulla Società delle fonti, sulla NewCo Emilia E' possibile chiudere il cerchio dell'efficienza economica, della tutela ambientale e dell'equilibrio sociale.
Le procedure ad evidenza pubblica Per quanto riguarda i meccanismi di affidamento del servizio, dopo il periodo transitorio, si ritiene che i tre modelli di affidamento dei servizi previsti dall'art. 113, come riformato dal Decreto Legge 269/2003 e cioè: l’appalto in house la gara per l’affidamento del servizio la selezione del socio privato attraverso procedura ad evidenza pubblica costituiscano la efficace applicazione del principio di tutela della concorrenza ed in quanto tali debbano prevalere sulle diverse disposizioni regionali e alle discipline regionali, semmai, potrà essere riconosciuto il potere di incentivare o disincentivare l'applicazione di un modello rispetto agli altri.
Procedure ad evidenza pubblica All'affidamento delle attività di erogazione dei servizi si provvede con procedure ad evidenza pubblica di tipo concorsuale ispirate a criteri di pubblicità, trasparenza e concorrenzialità, a garanzia dell'imparzialità e del buon andamento della pubblica amministrazione La LR prevede il possibile affidamento in house a <<società a prevalente capitale pubblico locale effettivamente controllate da Comuni rientranti nell'ambito territoriale ottimale e che esercitano a favore dei medesimi la parte prevalente della propria attività>>. L'affidamento in house avverrebbe da parte dell'Agenzia di ambito, la quale non è altro che un ufficio unificato dei Comuni e cioè una loro proiezione organizzativa
Appalto in house e diritto comunitario si può dire che la LR è del tutto rispettosa dei principi enunciati dal diritto comunitario in tema di affidamenti in house (cfr., fra le altre, Corte di giustizia CE 18 novembre 1999, in causa C-107/98 Teckal e Corte di giustizia CE 14 novembre 2002, in causa C-310/01, Comune di Udine). Si deve infatti considerare che la norma regionale pretende non solo che le società siano a prevalente capitale pubblico locale, ma altresì che esse siano <<effettivamente controllate>> dai Comuni soci. La stessa norma pretende altresì che la parte prevalente (concetto più rigoroso di quello di "parte più importante") dell'attività della società affidataria sia svolta a favore degli enti locali che la controllano.
In house e industrializzazione La LR rappresenta una norma assai più avanzata della restante legislazione nazionale, che non ha ancora codificato in modo stringente e vincolato le condizioni che un determinato soggetto deve possedere “Resta ferma per dette società l'esclusione dalle gare per l'affidamento del servizio. L'esclusione si estende alle società controllate o collegate, alle loro controllanti, nonché alle società controllate o collegate con queste ultime” Dimostrazione dei livelli “industriali del servizio”: poiché l'affidamento diretto, a differenza della salvaguardia, si configura come un istituto a regime è necessario che i parametri che concorrono ad identificare l'efficacia, l'efficienza e l'economicità siano inderogabilmente posseduti al momento dell'affidamento o comunque entro un periodo molto breve di tempo
Requisiti minimi Per la società candidata all'affidamento diretto pertanto è applicata la struttura di valutazione basata sull'insieme di parametri e rispettivi valori critici definiti sui tre criteri base (efficienza, efficacia ed economicità) e sulle tre macro-aree individuate (infrastrutturale, gestionale ed economica) in maniera del tutto similare ai criteri per l'individuazione delle gestioni salvaguardate In nessun caso può essere affidato direttamente il servizio ad una società esistente che già gestisca il SII che non possieda più gli indicatori entro i limiti critici per ciascuno dei criteri di valutazione e per ciascuna delle macroaree individuate
Articolazione tariffaria Al fine di salvaguardare esigenze sociali di riequilibro territoriale e per perseguire il razionale utilizzo dell'acqua l'Agenzia puo' articolare le tariffe per fasce territoriali, per tipologia d'utenza e per fasce di consumo. In particolare, l'Agenzia articola opportunamente le tariffe, tenendo conto dell'esigenza di tutela degli interessi delle zone montane sulle sorgenti e sulle risorse idriche, in coerenza con le politiche di valorizzazione e di sostegno di detti territori. L'Agenzia, inoltre, nell'articolazione della tariffa tiene conto delle fasce di consumo in maniera da perseguire il risparmio della risorsa idrica, tenendo inoltre in considerazione il rispetto delle fasce sociali più deboli e dei nuclei familiari con elevato numero di componenti
Il settore agricolo Le tariffe pagate dagli utilizzatori riescono a malapena a raggiungere un equilibrio dei costi operativi. In ogni caso, gli investimenti rimangono totalmente a carico del bilancio pubblico. questo non è necessariamente sbagliato, poiché il contributo della fiscalità potrebbe essere visto come una contropartita dei “beni pubblici” comunque resi disponibili dal: drenaggio del suolo alla protezione contro le catastrofi idrogeologiche, preservazione del paesaggio agrario mantenimento dei deflussi nelle stagioni secche. Queste dimensioni tuttavia solo raramente sono esplicitate e valutate, ancor più raramente servono per delimitare l’ammontare del contributo pubblico.
I segnali economici Tuttavia, ancora una volta, si finisce per incoraggiare lo sviluppo di attività idroesigenti senza segnalare il vero costo sociale delle opere idriche, e senza dotarsi di una procedura razionale per governare la scarsità della risorsa, allocandola negli usi più produttivi. L’obiettivo di non gravare sul settore agricolo con un costo troppo elevato dell’acqua finisce per ritorcersi proprio contro lo stesso settore agricolo, permettendo che l’acqua venga utilizzata un po’ da tutti, fino a esaurimento; l’intervento pubblico può riuscire a rendere disponibili (a spese del contribuente) quantità aggiuntive, ma anche queste continueranno ad essere utilizzate in modo inefficiente se manca qualunque tipo di segnale economico.
I sussidi E' auspicabile peraltro anche per il settore agricolo l'introduzione di un meccanismo finanziario analogo a quello istituito per i servizi civili, nel quale il prezzo dell'acqua rifletta il costo pieno di produzione dei servizi il "sussidio implicito" contenuto nella fiscalizzazione del costo dell'acqua potrà essere erogato in altri modi più trasparenti, con il vantaggio di scoraggiare le realizzazione di opere idriche quando il valore aggiunto generato è insufficiente, e di favorire un'allocazione delle risorse esistenti verso gli impieghi più produttivi. Condizionalità dei finanziamenti PAC
Water for Life and Peace garantire che i nostri progetti di cooperazione decentrata relativi all'acqua rispettino gli ecosistemi e i principi della partecipazione democratica di tutti i soggetti coinvolti, dello sviluppo sostenibile, della gestione integrata delle risorse idriche e dei bacini, della economicità e trasparenza e siano sensibili e adatti alle culture e ai valori locali; aumentare la spesa annuale della nostra città/regione per la cooperazione decentrata, così da raddoppiare il nostro contributo a progetti per l'acqua e i servizi igienico-sanitari entro il 2007; raddoppiare il numero di partner locali nelle nostre regioni/città che sostengono progetti di sviluppo sostenibile nel settore idrico;
Dichiarazione dei Presidenti ridurre il consumo di acqua e incoraggiare gli sforzi volti a ridurre gli sprechi da parte dei cittadini, del settore agricolo e industriale nelle nostre città/regioni, investendo i risparmi che ne derivano in progetti di aiuto allo sviluppo; coordinare le nostre iniziative di cooperazione decentrata con quelle di altre città/regioni e, per quanto appropriato, con quelle dei governi nazionali e delle organizzazioni intergovernative e non governative; assicurarci che i progetti di cooperazione decentrata relativi all'acqua siano connessi a pertinenti iniziative di prevenzione dei conflitti e costruzione della pace.
Gli impegni di Bologna Finanziare e contribuire attivamente al miglioramento delle capacità e alla creazione di istituzioni, compresi i programmi di formazione e lo sviluppo di politiche, per una gestione integrata delle risorse idriche e dei bacini a livello di comunità locali, comuni e regioni. Identificare le esigenze immediate e finanziare e realizzare miglioramenti iniziali a basso costo di sistemi di approvvigionamento idrico e servizi igienico-sanitari per creare un rapporto di fiducia tra tutti i soggetti coinvolti. Finanziare e contribuire attivamente all'elaborazione di progetti praticabili, in quanto a dimensioni sociali, finanziarie, tecniche ed ecologiche, sulla base di una forte partecipazione delle comunità locali e degli altri soggetti coinvolti.
Gli impegni di Bologna Fornire sostegno finanziario e tecnico per consentire ai partner di completare con esito positivo il processo di richiesta di finanziamenti di progetti. Sostenere il trasferimento di competenze tra specialisti di Paesi del Sud e del Nord con notevole esperienza pratica al livello appropriato. Incoraggiare gemellaggi formali tra Autorità Locali e Regionali e istituzioni del settore idrico dei Paesi del Sud e del Nord, per uno scambio di esperienze e conoscenze. Facilitare un recupero sostenibile dei costi tramite forte coinvolgimento e partecipazione delle comunità locali, riconoscendo i problemi di tipo finanziario e appoggiando opportune sovvenzioni per i più poveri. ·
Gli impegni di Bologna Lanciare campagne di informazione pubblica e di educazione per incoraggiare i cittadini a conservare e risparmiare le risorse idriche e a farne un uso avveduto. Seguire l'applicazione di tutti i progetti e verificarne l'avanzamento con cadenza annuale. Promuovere sinergie e coordinamento con adeguate organizzazioni e iniziative già esistenti. Studiare la fattibilità di Fondi di Solidarietà per l'Acqua e la Cooperazione Decentrata
Il PTA della RER regolamentare l'uso di acque sotterranee, limitando il ricorso ai pozzi; attivare, anche con il ricorso ad idonee politiche tariffarie, comportamenti virtuosi e un uso razionale della risorsa; accrescere l'efficienza delle reti di adduzione e distribuzione, sia civili che irrigue; promuovere un uso efficiente, il riciclo e il recupero dell'acqua nell'industria; migliorare e rendere più efficienti ed efficaci le tecniche di irrigazione; promuovere l'uso plurimo della risorsa; promuovere il riutilizzo delle acque nei vari settori; diffondere nella pratica domestica apparati e tecnologie finalizzati alla riduzione degli sprechi e dei consumi d'acqua.
Le previsioni del Piano L'elaborazione del Documento Preliminare del Piano di Tutela ha rappresentato un significativo sforzo di aggiornamento e validazione delle conoscenze in materia di tutela e gestione delle acque a livello di intero sistema regionale. Il Documento presenta un approccio prospettico e interattivo : regolazione dell'offerta/governo della domanda in tutti i settori le nuove condizioni meteoclimatiche le dinamiche dei consumi Si basa sulle proiezioni future tenendo conto delle possibili evoluzioni della popolazione, dell'industria e del sistema dell'agricoltura
Prima “tappa” del Piano: il Documento Preliminare Il Documento Preliminare del Piano di Tutela delle Acque, approvato con Deliberazione di Giunta n.2239 del 10/11/03, si compone di: Relazione generale (comprensiva del “Quadro conoscitivo”, comprendente la classificazione, gli obiettivi e le misure per il raggiungimento degli obiettivi); Valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale (VALSAT); Norme; Cartografia. Disponibile sul sito internet http://www.ermesambiente.it/PianoTutelaAcque/index.htm
Il Piano di Tutela delle Acque Il Piano di Tutela delle Acque è uno strumento finalizzato a raggiungere, mediante un approccio integrato di tutela quali-quantitativa, entro il 2016 l'obiettivo di qualità ambientale "buono" per i corpi idrici significativi superficiali, sotterranei e marini tappa intermedia al 2008 per raggiungere l'obiettivo di qualità ambientale "sufficiente” aspetti quantitativi (minimo deflusso vitale, risparmio idrico, verifica e revisione delle concessioni di prelievo e derivazione, diversione degli scarichi, ecc.) oltre a quelli più tipicamente di carattere qualitativo
IL PIANO DI TUTELA RER Il Piano di Tutela Regionale è articolato per bacini presenti sul territorio regionale individua gli obiettivi di: qualità ambientale e per specifica destinazione d’uso uso razionale della risorsa idrica. nonché le misure di tutela qualitative e quantitative tra loro integrate e coordinate per bacino idrografico.
IL PIANO DI TUTELA RER La Regione Emilia Romagna ha avviato nel 2001 il processo di elaborazione del Piano di Tutela delle Acque (PTA) collaborazione con le Province, le Autorità di Bacino presenti sul territorio regionale e con il supporto tecnico scientifico dell'ARPA Emilia Romagna. La metodologia di lavoro del PTA prevede un'elaborazione secondo bacini idrografici. Sono stati costituiti 4 Gruppi di lavoro che, con il coordinamento della Regione Il supporto tecnico scientifico al PTA è garantito dall'ARPA Documento preliminare - Conferenze di Pianificazione Provinciale
Bacini regionali
Corpi idrici signicativi
Invasi e canali
Acque sotterranee
Surface water monitoring network 184 monitoring stations 14 on-line monitoring stations Sampling frequency: Chemical (including dangerous substances monthly; Biotic 4/years;
401 sampling points
Coastal water monitoring 9 sampling positions with 3 stations at 0,5, 1 e 3 Km (27 sampling points) Biota (4 sampling points) Sediments (9 sampling points) Characterization on TRIX 1878 data for year 2000 and 2001
Stato Ecologico dei corsi d'acqua
Classificazione SECA biennio 2001-2002
Classificazione SECA biennio 2001-2002
Classificazione SECA biennio 2001-2002
Classificazione SECA biennio 2001-2002
Classificazione SECA biennio 2001-2002
Environmental Status Groundwater
Groundwater quality
Groundwater quality
TRIX Summer 2003 Summer 2002 2002 2003 Po river flows
Analisi dei carichi e delle pressioni Tratta da “La scienza di Gaia” F. Ricci Lucchi Edizioni Zanichelli
Pressioni considerate nel PTA puntuali Scarichi domestici ed industriali in fognatura Scarichi produttivi che sversano in corpo idrico superficiale Scaricatori di piena,Siti contaminati Prelievi-Derivazioni diffusi Scarichi domestici delle case sparse Pratiche agronomiche (fanghi, liquami e fertilizzanti Ricadute atmosferiche
corpo idrico superficiale fognatura fertilizzanti zootecnici chimici fanghi agricoltura industria depuratore suolo corpo idrico superficiale civile località case sparse residenti fluttuanti AE in fognatura
Prelievi idrici in Emilia-Romagna Agricoltura: 1425 Mm3/a (66% del consumo totale); Civile: 487 Mm3/a (23% del consumo totale); Industria: 233 Mm3/a (11% del consumo totale). Prelievo totale: 2125 Mm3/a
Prelievi totali da acque superficiali e da falda 32%SOTT
Riduzione da falde si nota una sostanziale stabilità dei prelievi complessivi, con un forte spostamento dei prelievi dall'industria alle attività agricole e, in parte, agli usi civili. In positivo si nota una riduzione complessiva del prelievo di acque sotterranee a favore dell'utilizzo di acque superficiali, dovuta ad un'importante azione pubblica negli ultimi venti anni di infrastrutturazione (Canale Emiliano-Romagnolo, Diga di Ridracoli et..) e regolazione dell'uso delle falde (Piano regionale di controllo degli emungimenti del 1984) mantenimento, ripristino e potenziamento delle grandi derivazioni da Po
DEFICIT COMPLESSIVO (FALDE E SUPERFICIALI)CIRCA 80-90 Mm3 (perdite in acquedotto circa 120 Mm3)
La strategia Misure del Piano Coordinamento di tutte le misure Acque potabili Acque di Balneazione Acque reflue nitrati IPPC chemicals pesticidi biocidi discariche fanghi
Programmi di misure/1 collettamento a depuratori con trattamenti secondari di tutti gli agglomerati con oltre 2.000 A.E.; adozione di trattamenti appropriati (equivalenti ad un trattamento secondario) per gli agglomerati da 200 a 2.000 A.E.;
Programmi di misure/2 rimozione spinta delle sostanze nutrienti negli impianti di trattamento di capacità superiore a 10.000 A.E. per il fosforo, a 100.000 A.E. anche per l'azoto. Quest'ultimo trattamento viene esteso all'orizzonte temporale del 2016, anche agli impianti > 20.000 A.E. (10.000 A.E. nel caso in cui essi influenzino significativamente corpi idrici con prelievi idropotabili); potenziare la disinfezione estiva per i depuratori oltre i 20.000 A.E. nella fascia dei 10 km dalla costa;
Programmi di misure/3 predisposizione di vasche di prima pioggia, o di altri accorgimenti utili a ridurre i carichi inquinanti sversati nei corpi idrici ricettori durante gli eventi di pioggia: collettare al sistema depurativo esistente il 25% del carico sversato, per i centri abitati con oltre 20.000 residenti, da elevare al 50% al 2016 al 2016 il 25% per quelli tra 10.000 e 20.000 residenti; per i centri della costa nella fascia dei 10 km, ai fini del miglioramento delle condizioni a mare, le percentuali precedenti sono state aumentate del 20%;
Programmi di misure/4 avicunicoli contenimento degli apporti ai suoli da concimazioni chimiche ed organiche provenienti dagli effluenti zootecnici secondo i disciplinari di buona pratica agricola; valutazione della riduzione dei carichi connessi agli effluenti zootecnici, in relazione all'aggiornamento delle aree vulnerabili da nitrati, facendo riferimento ai limiti unitari del D.C.R. 570/97; avicunicoli un progressivo riuso delle acque reflue a fini irrigui relativamente ai depuratori prioritari individuati;.
The vulnerability map of the Emilia-Romagna Region Po plain Adriatic sea NorthernApeninnes VULNERABLE AREAS
Programmi di misure/5 riduzioni degli apporti inquinanti, in relazione all'utilizzo delle migliori tecniche disponibili, per le aziende industriali che ricadono nell'ambito di applicazione della normativa IPPC; rinaturalizzazione di alcuni tratti fluviali definiti dalle Autorità di Bacino competenti rispetto dei deflussi minimi vitali (DMV); azioni di risparmio e razionalizzazione della risorsa nei comparti civile, agricolo e industriale;
Raggiungimento obiettivi/1 Tidone, Trebbia, Nure, Chiavenna, Arda, Ceno, Taro, Enza, Secchia, Panaro tranne la parte finale, Canal Bianco, inter. e fin. del Burana-Navigabile, parte iniz. e parte fin. del Reno, Samoggia, Santerno, Senio, Lamone, Montone - F.Uniti, Savio, Uso, Conca Ventena.
Raggiungimento obiettivi/2 2016 tratto terminale del torrente Parma, parte finale del Panaro, tratto intermedio del Reno, Idice Ronco parte terminale del Marecchia tre aste artificiali: Po di Volano da Codigoro al mare Navile. 2008 e 2016 Crostolo Rubicone tratto iniziale del Burana
Raggiungimento obiettivi/3 Per essi, tranne i corpi idrici artificiali, sono quindi da prevedere, a livello provinciale, una serie di ulteriori azioni di risanamento, per il conseguimento degli obiettivi previsti. Tra quelli naturali appaiono comunque vicini all'obiettivo i tratti di Parma, Panaro, Reno e Marecchia. Per il Bevano (non idoneo anche al 2008) e per le aste artificiali di Parmigiana Moglia, Riolo-Botte e Destra Reno, le caratteristiche antropiche dei bacini drenati e la scarsità dei deflussi naturali richiederebbero, per il risanamento completo, azioni, vincoli e costi ritenuti non sostenibili
Misure locali ulteriori/1 DA SELEZIONARE NEI DOCUMENTI PRELIMINARI PROVINCIALI SULLA BASE DEL COSTO/EFFICACIA Riduzione dei limiti in uscita dai depuratori per i nutrienti; Realizzazione di ulteriori vasche di prima pioggia; Trattamenti di fitodepurazione; Rinaturalizzazioni d'alveo e fasce tampone; Riuso spinto delle acque reflue e impieghi anche in settori diversi dall'irriguo;
Misure locali ulteriori/2 Contenimento emissioni oltre le BAT; Incremento dei rilasci legati al DMV; Vettoriamenti degli scarichi su reti a minore impatto; Vettoriamento di acque da Po; Disinfezione su impianti i cui reflui possono incidere sulle caratteristiche di balneabilità delle acque marine.
Raggiungimento obiettivi/4 un indice trofico (TRIX) in calo, ma non entro il limite obiettivo del D.Lgs. 152/99; per raggiungere quest'ultimo, a fronte delle riduzioni previste per l'Azoto, ritenute idonee, il Fosforo totale sul Po dovrebbe attestarsi a valori medi non superiori a 0.07 mg/l (corrispondente a una riduzione del 50% almeno dei carichi attuali in transito)
Raggiungimento obiettivi/5 Acque sotterranea non sono segnalati problemi sulla scala regionale, è necessaria una verifica a livello locale
Aspetti quantitativi I programmi di misura finalizzati alla qualità potranno non essere sufficienti:prelievi, derivazioni, risparmio, conservazione, DMV Nei piani di tutela sono adottate le misure volte ad assicurare l’equilibrio del bilancio idrico come definito dall’Autorità di bacino… Il deflusso minimo vitale (DMV) è il deflusso che, in un corso d’acqua, deve essere presente a valle delle captazioni idriche al fine di mantenere vitali le condizioni di funzionalità e di qualità degli ecosistemi interessati Delle diverse problematiche che riguardano le acque sicuramente quella dei DMV è al primo posto in termini di difficoltà di risoluzione.
Le difficoltà e i conflitti la richiesta di rilasciare acqua al fiume si scontra con gli usi in atto, in particolare nel periodo estivo, quando la risorsa disponibile è minima e le richieste raggiungono il massimo livello. Si tratta nella maggior parte dei casi di usi “storici”, cioè con derivazioni e rete distributiva già presenti nei secoli scorsi per finalità irrigue e molitorie, a cui si sono aggiunte nella prima metà del ventesimo secolo una serie di utenze idroelettriche e più di recente un significativo numero di prelievi acquedottistici diretti o di subalveo.
DMV= k Qm M max(N,F, Q) A T Le nuove concessioni sono rilasciate con l’obbligo del rispetto della componente idrologica del DMV Per le derivazioni in atto revisione della concessione con l’obbligo che entro il 31.12.2008 i rilasci assicurino la componente idrologica del DMV. L’applicazione della componente idrologica del DMV avverrà in modo graduale, con il rilascio iniziale di una portata minima pari ad esempio 1/3 del DMV, e il rilascio di una portata minima pari a 2/3 del DMV a partire dal 1.1.2006. I parametri correttivi della componente morfologica-ambientale del DMV verranno applicati, sui corsi d’acqua o tratti di corsi d’acqua allo scopo individuati entro il 31.12.2016.
DEROGHE Flessibilità ma in un quadro di regole definite ex-ante Verranno individuati: le aree che presentano deficit di bilancio idrico; le aree a rischio di ricorrente crisi idrica; altri particolari contesti di approvvigionamento a rischio di crisi idrica per i quali non sia sostenibile sotto l’aspetto tecnico economico il ricorso a fonti alternative di approvvigionamento, al cui interno l’autorità competente al rilascio delle concessioni d’acqua pubblica potrà autorizzare i concessionari a ridurre, per limitati e definiti periodi, le portate da rilasciare in alveo, rispetto al valore del DMV. Le deroghe non devono comunque pregiudicare gli obiettivi di qualità ambientale e gli obiettivi per specifica destinazione previsti dal PTA.
I mutamenti climatici e il piano delle acque
Scenari evolutivi l’incertezza delle previsioni Cambiamenti climatici: negli ultimi 100 anni 0.5 °C Modelli 1.4 - 5.8 °C nei prossimi 100 anni Gli effetti saranno significativi sui cicli idrogeologici Grande variabilità delle precipitazioni e regimi idrologici Aumento dell’intensità degli eventi estremi Gli interventi di mitigazione presentano effetti troppo lenti e non possono essere sufficienti L’adattamento è necessario Una combinazione di approcci e strategie (infrastrutturali e socio/economiche/culturali) è necessaria
Change in Availability Uncertainty of Water Availability due to Climate Inputs (WaterGAP Calculations using data from 2 Climate Models - to 2070s) Based on HadCM 3 Based on ECHAM 4 Change in Availability
DATI CNR
No regret Forte incertezza su scala locale, a cui si aggiungono le incertezze degli scenari evolutivi della nostra società E’ sempre più opinione condivisa che l’incremento della domanda d’acqua non è più sostenibile il settore “acqua” dispone di un range di strumenti tale da fornire un valido supporto a ridurre i rischi del cambiamento climatico Alcuni di questi sono definiti “no-regret”, ovvero quelli per i quali il tasso economico di ritorno li giustifica senza riguardo ai futuri cambiamenti climatici risparmio, miglioramento della gestione, interconnessione, uso plurimo, riuso delle acque reflue, stoccaggi (integrazione con le politiche di difesa idraulica e di tutela ambientale)
Strategia generale della Regione Emilia-Romagna affiancare alle politiche infrastrutturali, politiche di conservazione e risparmio “Twin-track strategy”, EA
Tendenze evolutive - Consumi civili Per quanto riguarda le tendenze evolutive della popolazione sono state utilizzate le proiezioni condotte dall'Ufficio Sistemi Statistici della Regione Emilia-Romagna. Con riferimento all'arco temporale 2001 - 2016, sono stimati incrementi demografici pari all’8% per l'intero territorio regionale Reggio-Emilia (+19%), trend positivi si evidenziano anche per Modena, Rimini e Parma (+13%, 10% e 10% rispettivamente),, mentre sensibili tendenze alla diminuzione del numero dei residenti si evidenziano per Ferrara (-4%).
Consumi alla fonte e all’utenza - Civile Invarianza dotazioni idriche procapite domestiche (160 L/ab/d) riduzione acquedotti rurali completamento interconnessioni riduzione perdite: 22% al 2008 e 20% al 2016 N.B.: Incremento delle derivazioni da superficie in inverno
Previsione industriale - Dotazione idrica per addetto
Fabbisogno industriale BREF e BAT (IPPC)
Agricoltura Stima del trend evolutivo al 2008 e al 2016 Studio prodotto dall’Università di Parma per conto della Regione: valuta gli effetti della PAC su alcune tipologie di famiglie colturali, alla scala provinciale e per le tre fasce altimetriche ISTAT della montagna, collina e pianura; I valori relativi agli anni 2008 e 2016 sono stati calcolati, rispettivamente, per interpolazione e per estrapolazione sull’intervallo 2000-2013. Complessivamente la riduzione sulla SAU coltivata appare dell’1% al 2008 e del 2% al 2016.
Tendenze evolutive attuali Razionalizzazione delle forniture all'utenza Interventi previsti dai consorzi relativi all'incremento dei volumi disponibili al campo e delle aree consortili irrigabili Evoluzione delle tecniche irrigue
Misure civile Piani di Conservazione della Risorsa Installazione di contatori per ogni singola utenza Installazione dei dispositivi tecnologici di risparmio più "elementari" quali frangigetto, WC a flusso ridotto, etc Politica tariffaria premiante il risparmio idrico, con tariffe progressivamente superiori per consumi maggiori Programmi di ricerca perdite che interessino annualmente almeno il 15-30% della rete Contenere, entro il 2016, la percentuale di tubazioni in esercizio da oltre 50 anni a non più del 10% Raggiungere, entro il 2016, a livello di sistema acquedottistico, una capacità di compenso e riserva dei serbatoi pari almeno al 50% dei volumi medi giornalieri distribuiti 145 L/AE/d al 2008 e 130 L/AE/d al 2016 ù Campagne di sensibilizzazione e informazione risparmio idrico
Campagna di Comunicazione
Bagnacavallo Consumare meno acqua è possibile e oltre a far risparmiare sulla bolletta permette di contribuire in modo concreto alla conservazione di una risorsa sempre più minacciata. La prima esperienza concreta di risparmio domestico dell'acqua è partita da Bagnacavallo in provincia di Ravenna coinvolge le 3.817 famiglie (oltre 8.700 persone) del centro storico. Ad esse si sta distribuendo gratuitamente uno speciale "kit" per il risparmio oltre ad una serie di consigli utili per consumare meno acqua. Il risparmio così raggiunto (di acqua , ma anche di energia elettrica) verrà poi messo a confronto con i consumi di un analogo campione di famiglie. L'iniziativa, avrà la durata di un anno
Bagnacavallo kit distribuito è formato infatti da regolatori di flusso che possono agevolmente essere applicati ai normali rubinetti e docce miscelando aria all’acqua, ne diminuiscono il flusso incrementando però la sensazione di comfort e la resa.
Bagnacavallo Allo stesso tempo è stato predisposto un opuscolo che fornisce a tutti i cittadini semplici e chiare indicazioni per adottare comportamenti "virtuosi” Come ad esempio riutilizzare l'acqua di cottura della pasta per lavare le stoviglie, o l'acqua usata per lavare frutta e verdura per annaffiare i fiori. O anche come usare al meglio lavastoviglie e lavatrice, sempre a pieno carico e a basse temperature.
Interventi civile -Consumi all’utenza
Misure industria Obbligo della misurazione di tutti i prelievi dalle falde o dalle acque superficiali Applicazione di canoni annuali commisurati ai livelli di consumo e, possibilmente, all'efficienza dell'uso dell'acqua nei processi produttivi Incentivazioni, di tipo economico, amministrativo, o anche di "immagine" (campagne di promozione delle aziende "virtuose"), all'adozione di politiche ambientali e, in particolare, all'implementazione di sistemi di gestione ambientale, quali certificazioni ISO14000, EMAS, di prodotto acquedotti industriali o potenziare quelli esistenti, valutando in particolare la possibilità di approvvigionamento con acque superficiali (uso plurimo)
Fabbisogni industria - misure di intervento
Misure agricoltura Drastica riduzione dell'utilizzo della tecnica irrigua dello scorrimento superficiale - infiltrazione laterale sulle provincie emiliane Miglioramento dell'efficienza delle reti di adduzione e distribuzione; Predisposizione di volumi idonei all'accumulo della risorsa nelle zone fluviali golenali a monte delle derivazioni o sul tragitto dei canali di adduzione, usufruendo, in questo secondo caso, preferibilmente, di volumi di cava preesistenti o in corso di formazione. Realizzazione di ulteriori pompaggi, verso la fascia pedecollinare, della risorsa di provenienza dal Po. Si tratta di una azione già ampiamente prevista a Bologna e nella Romagna, usufruendo di acque del CER, ma indicata anche dai Consorzi Bacini Piacentini di Levante e Parmigiana Moglia. Riuso agronomico delle acque reflue (17 impianti per circa 7Mm3/anno
Poli estrattivi in aree golenali Realizzazione di bacini di accumulo di acqua destinata all'irrigazione. … esempio della Val Trebbia
Prelievi agricoltura -misure di intervento
Conclusioni Il livello di incertezza, la non completa comprensione dei fenomeni richiede la massima flessibilità della pianificazione e della gestione della risorsa idrica, la capacità di definire scenari di intervento che possano adattarsi a diverse tipologie di variazione Abbiamo assoluta necessità del Piano! Quadro di conoscenze condiviso deve contribuire alla definizione di un quadro di regole (ex ante)che consentano l’applicazione di approcci flessibili, ma che allo stesso tempo consentano una valutazione integrata delle azioni e dei loro effetti sugli ecosistemi e sui sistemi produttivi, contribuendo alla mitigazione dei conflitti per l’uso della risorsa e minimizzando gli impatti sull’ambiente e sui settori produttivi strumento dinamico e perciò con necessità di continuo monitoraggio e valutazione degli effetti e delle ricadute delle politiche di gestione e intervento l’adattamento dello stile di gestione del ciclo idrico e degli scenari evolutivi in funzione delle variazioni
Prelievo acque sotterranee -Romagna
Prelievo acque sotterranee -Emilia PC previsione prelievi irrigui + 14 Mm3 al 2016