LA LEZIONE Ambra Amerini.

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Transcript della presentazione:

LA LEZIONE Ambra Amerini

PATTO D’AULA La lezione Vari tipi di lezione Percorsi di apprendimento tipici Le variabili di una lezione Gestire momenti critici

LA LEZIONE COSA SI INTENDE COMUNEMENTE PER LEZIONE ?

LA LEZIONE Tradizionalmente si intende la lezione come una conferenza… Comunicazione a una via, con esposizione prevalentemente verbale e continuata con spazio finale riservato alle domande Eppure nel Medio Evo non era così…

LA LEZIONE VANTAGGI LIMITI Efficienza: tanti allievi simultaneamente Trasmissione di conoscenze di base di una certa materia Per il docente è facile programmarla, progettarla, gestirla LIMITI Solo nozioni, concetti e principi Apprendimento basato su modelli Ascoltare è faticoso Il docente ha pochi feedback

IL SUCCESSO DI UNA LEZIONE Presidiare elementi riconducibili a 4 categorie Aspetti logistici Preparazione della lezione Gestione in aula della lezione Atteggiamenti del docente

LEZIONE VS CONFERENZA LEZIONE Insegnare 8 -15 partecipanti Documenti prima o durante 1 – 2 ore Domande dei partecipanti durante CONFERENZA Informare 30 – 50 … partecipanti Documenti dopo (atti) 20 – 30 minuti Domande dei partecipanti alla fine

FRONTALE ATTIVA RIFLESSIVA

LA LEZIONE FRONTALE Il docente è come un attore: in piedi o seduto, di fronte al suo pubblico con un suo copione già scritto: può esporre a memoria la lezione, addirittura leggerla (lectio = lettura) presenta il suo “scritto” commentando le sue note e i suoi lucidi

LA LEZIONE FRONTALE Gli studenti hanno ruoli passivi: ascoltano prendono appunti Possono sperimentare due sentimenti: soddisfazione per il “nutrimento” che ricevono frustrazione per non aver trovato lo spazio espressivo

LA LEZIONE FRONTALE QUANDO FUNZIONA: Il gruppo dei partecipanti è numeroso I tempi a disposizione sono molto stretti I livelli iniziali di sapere sono molto bassi

LA LEZIONE ATTIVA Il docente fonda la sua lezione sul dialogo e sulla discussione: riconosce e valorizza l’esperienza dei partecipanti e la realtà in cui operano condivide e organizza il sapere insito negli studenti

LA LEZIONE ATTIVA Gli studenti parlano per primi sollecitati da domande studiate per far emergere il sapere informe e frammentato. In loro prevale il sentimento di corresponsabilità e di coinvolgimento

LA LEZIONE ATTIVA QUANDO FUNZIONA: Alla base c’è un’esperienza sul tema in esame I tempi a disposizione sono più lunghi Il docente ha grande dominio del sapere

LA LEZIONE RIFLESSIVA Il docente educa a definire correttamente i problemi più che fornire soluzioni Allena i partecipanti a porsi domande intelligenti, a sostare nell’incertezza e a ricercare personalmente le risposte

LA LEZIONE RIFLESSIVA I partecipanti sono al centro del processo formativo: costituiscono le proprie mappe mentali verificano e mettono in discussione il sapere

LA LEZIONE RIFLESSIVA QUANDO FUNZIONA: Quando si considera l’apprendere dall’esperienza il miglior metodo per l’apprendimento degli adulti

Livello della capacità di apprendimento individuale molto complesso Lezione riflessiva Complessità del compito di apprendimento Lezione attiva Lezione frontale semplice basso alto Livello della capacità di apprendimento individuale

ALCUNI PERCORSI TIPICI Deduttivo: dal generale al particolare Induttivo: dal particolare al generale Per problemi Storica

SEQUENZA DEDUTTIVA E’ il percorso utilizzato più spesso E’ adatto per: PREMESSA PRINCIPI GENERALI SVILUPPO ARGOMENTI CONSEGUENZE PRATICHE/ESEMPI E’ il percorso utilizzato più spesso E’ adatto per: trasmettere definizioni spiegare procedure dare informazioni in breve tempo Rischi: noia linguaggio troppo alto troppe informazioni in rapporto al tempo a disposizione

SEQUENZA INDUTTIVA E’ adatto per: spiegare concetti complessi CASO PARTICOLARE SITUAZIONE SPECIFICA RIFLESSIONI CONCETTI CONSEGUENZE ALTRI CASI E’ adatto per: spiegare concetti complessi pubblico neofita livelli medio/bassi Rischi: banalizzazione tempi lunghi

SEQUENZA PER PROBLEMI Più difficile da progettare DOMANDE SIGNIFICATIVE CONFRONTO TRA PARTECIPANTI/ DOCENTI SOLUZIONI E CONCETTI CONSEGUENZE Più difficile da progettare Poco standardizzabile E’ adatto per: convincere vendere Ha maggiori probabilità di efficacia Rischi: non toccare le corde giuste

SEQUENZA STORICA Maggiore profondità all’argomento ANNI 60 ANNI 70 ANNI 90 OGGI Maggiore profondità all’argomento Trattazione più lunga e astratta E’ adatto per: partecipanti già esperti Consente di comprendere meglio la situazione attuale Da utilizzare alla fine con partecipanti meno esperti

UNA LEZIONE DI SUCCESSO ESEMPI CONCRETI COINVOLGIMENTO METAFORE/ANALOGIE STORIELLE/BATTUTE

MA SOPRATTUTTO … … PREPARARSI !! Non sottovalutare l’importanza della preparazione anche per chi conosce la materia Riorganizzare le conoscenze in modo fruibile per quell’uditorio, in quel seminario, entro quel lasso di tempo…

BILANCIAMENTO TEMPO - CONTENUTI Esplicitare gli argomenti chiave Insicurezza: molto materiale Questo non si può non dire Unica indicazione: provare e aggiungere 50 - 80% del tempo Scaletta complessiva da sfoltire

I PARTECIPANTI Età e scolarità Posizione aziendale ricoperta e anzianità nella mansione Numero e tipo di esperienze formative Livello presunto di conoscenza della materia Atteggiamento ipotizzabile verso la lezione

I LUCIDI Frasi sintetiche prepara i lucidi come se fossero il suo parlato dispense da dare anche a chi non è in aula Curare la visibilità Scritte scure su fondo chiaro Titoli sintetici Pochi estetismi e disegni

COME SI DIVENTA DOCENTI Ridurre la monotonia: Esercitazioni pratiche Nel pomeriggio poca teoria Alternanza

IL LINGUAGGIO Ogni materia ha il suo linguaggio specifico Glossario Definire sui lucidi i termini specifici Spazio alle domande Costruzione delle frasi Velocità e ritmo Trascinamenti e intercalari

LA COMUNICAZIONE NON VERBALE La mimica facciale Lo sguardo I gesti Il movimento

COME COINVOLGERE ? Chiedere pareri sulla chiarezza di quanto esposto … o sulla condivisione dei principi esposti … o sulle esperienze personali maturate … o sull’utilizzabilità pratica di quanto visto insieme Evitare domande dirette ai singoli partecipanti

COME RISPONDERE ALLE DOMANDE GLI ERRORI PIU’ COMUNI Comunicare con l’atteggiamento che la domanda è inutile Entrare in contraddittorio acceso e prolungato Rimandare sistematicamente le risposte a quando si tratterà l’argomento Commentare, valutare o interpretare le domande

COME RISPONDERE ALLE DOMANDE Rispettare il partecipante aspettando che concluda la sua esposizione Accreditare la sua obiezione iniziando la risposta con un segnale di comprensione Evidenziare gli aspetti che si condividono Esporre il proprio punto di vista con parole differenti da quelle utilizzate nella prima formulazione

I RIEPILOGHI Riepiloghi a fine lezione Riepiloghi a fine giornata Riepiloghi a fine corso Riepilogo del docente Riepilogo guidato Riepilogo libero

LA GESTIONE DEI MOMENTI CRITICI CAUSE: Il modo in cui sono stati convocati i partecipanti Il messaggio implicito che trasmette il corso Le persone presenti in aula Il clima dell’organizzazione Il comportamento del docente

LA GESTIONE DEI MOMENTI CRITICI Il gruppo tace Il gruppo polemico o prevenuto I personaggi difficili Il domandologo Il logorroico L’esperto un po’ saccente

LE SITUAZIONI PARTICOLARI E RICORRENTI Ottenere informazioni Fare una critica Dare un ordine Gestire una critica Dare rinforzo positivo Ascoltare Gestire le obiezioni Dire di no Disarmare la collera Chiedere qualcosa

LA CRITICA DISTRUTTIVA Si focalizza sulla persona, tende ad etichettare (“sei un pasticcione”) Generalizza (sempre, mai: “non capisci mai niente!”) Parla del passato (“ormai lo sbaglio è fatto e non si può rimediare”) Ha intenti punitivi e suscita difese (“chi sbaglia, paga”) Demoralizza, demotiva

LA CRITICA COSTRUTTIVA Si focalizza su un problema (“in questa relazione, sei stato un po’ confuso”) E’ specifica (“guarda che forse qui ….”) Guarda al futuro (“se ci riprovi, credo che rimedierai l’errore”) Ha intenti informativi e offre sostegno (“ti dò una mano, ti faccio vedere come si fa”) Incoraggia, motiva

SAPER DIRE DI NO Sostenere i “vostri” diritti Distinguere tra bisogni - diritti - doveri Fissare limiti - priorità personali “invalicabili” Non farsi influenzare dai sensi di colpa Rifiutare con calma ma fermamente Pur rifiutando concedere, se esistono, possibilità future Sostenere le parole con un comportamento non verbale coerente (fermo - deciso - ma gentile)

GESTIRE OBIEZIONI Non reagire negativamente Capire se l’obiezione è: - di contenuto/specifica - pretestuosa/generica Usare strategie di gestione coerenti: - se obiezioni specifiche strategie di approfondimento: . aumento delle informazioni . sviluppo di più alternative . bilanciamento dei “contro” con dei “pro” - se obiezioni pretestuose strategie di ristrutturazione: . specificazione attraverso domande che limitano l’obiezione . appoggio di ritorno attraverso conferme dell’affermazione dell’interlocutore a suo uso per riproporre

GESTIRE UNA CRITICA Non reagire emotivamente Esaminare oggettivamente la critica Far specificare - far approfondire (per circoscrivere la critica) Fornire fatti/informazioni oggettive e plausibili per soddisfare le domande di chi critica Verificare il grado di “persuasione” dell’interlocutore Dare, se necessario, altre spiegazioni

SAPER CHIEDERE Scegliere le parole più adatte Accompagnare le parole con una comunicazione non verbale adeguata (ferma-decisa ma non aggressiva) Spiegare con argomentazioni forti il perchè della richiesta Parlare in prima persona Non “diluire” con argomentazioni “deboli” Fare la richiesta Presentare i vantaggi-svantaggi comuni se la richiesta è accettata Ribadire i vantaggi/svantaggi comuni a fronte del rifiuto

DARE RINFORZO POSITIVO Non sottovalutarne l’importanza: le persone hanno bisogno di attenzione Può essere utile per: - rinforzare comportamenti specifici - rassicurare e incoraggiare - aumentare la stima di se L’elogio deve essere: - tempestivo - specifico - appropriato - accompagnato/sostenuto dal comportamento non verbale Spiegare perchè il comportamento è positivo Manifestare fiducia nelle capacità dell’elogiato Motivarlo a “non mollare”

SAPER ASCOLTARE Ascoltare il punto di vista dell’interlocutore anche se e’ diverso dal proprio Guardare l’interlocutore Non pensare a come ribattere mentre ti stanno ancora parlando Non giudicare prima di aver capito Non interrompere - lascia che l’altro sviluppi il proprio pensiero Fare domande per avere altre informazioni, se è necessario per capire Fare sintesi per verificare la comprensione Ascoltare attivamente: non saltuariamente, non superficialmente

DISARMARE LA COLLERA Non reagire emotivamente Cogliere il momento opportuno Ignorare selettivamente (non accettare provocazioni - rispondere solo a quelle parti dell’aggressione che si possono accettare) Aprirsi all’altro Cercare di capire l’altro ed il motivo che ha provocato l’irritazione Usare la tecnica del “contratto”: non accettare insulti o minacce (siete disposti a discutere solo se l’altro assumerà un comportamento più calmo e controllato) Non offendere l’altrui dignità Scusarsi se siamo in difetto Spiegare le motivazioni del nostro comportamento Chiudere positivamente

DARE UN ORDINE Convincersi che è nostro diritto ottenere quell’obiettivo Fare la richiesta: - fornendo le motivazioni “forti” che la sostengono - con voce determinata ed energica - guardando negli occhi l’interlocutore (non esagerare) - in modo conciso e preciso - parlando in prima persona Usare la tecnica del “disco rotto” (ripetere con calma ma fermamente il proprio punto di vista) Far precedere o seguire al comando un’espressione cortese se e’ necessario prevenire possibili aggressività Non temere il silenzio dopo la richiesta Non cedere - deve cedere l’altro

OTTENERE INFORMAZIONI Mettere a fuoco le “informazioni” che servono per risolvere il nostro problema Creare un clima positivo Fare domande: - chiuse per ottenere informazioni specifiche - chiare e concise Non fare troppe domande Non fare domande aggressive Stimolare con il comportamento non verbale (sguardo) Spiegare perchè servono quelle informazioni Chiedere “aiuto” a fronte del rifiuto