Produttività del lavoro e vantaggio comparato: il modello di Ricardo Capitolo 2 Produttività del lavoro e vantaggio comparato: il modello di Ricardo Corso tenuto da Sergio de Nardis Economia internazionale: teoria e politica del commercio internazionale di Paul R. Krugman e Maurice Obstfeld, terza edizione italiana a cura di Rodolfo Helg
Organizzazione del capitolo Introduzione Il concetto di vantaggio comparato Un’economia ad un solo fattore Il commercio internazionale nel modello ad un solo fattore Fraintendimenti a proposito dei vantaggi comparati Il vantaggio comparato in presenza di più beni Introduzione dei costi di trasporto e di beni non commerciati Evidenza empirica sul modello di Ricardo Sommario Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Introduzione Come già detto, i motivi che inducono i paesi a commerciare tra di loro (e a specializzarsi) sono sostanzialmente due: I paesi sono diversi tra loro in termini di dotazione dei fattori della produzione (clima, terra, capitale, lavoro) oppure in termini di tecnologie (efficienza nel produrre i vari beni) I paesi cercano di conseguire economie di scala nella produzione, indipendentemente dall’essere o meno diversi dai partner commerciali Il modello di Ricardo (del XIX secolo, ma attualissimo! V. “Sui Principi dell’economia politica e delle imposte” 1817) è basato sulle differenze tecnologiche tra paesi Tali diversità tecnologiche si riflettono in differenze nella produttività del lavoro Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Il concetto di vantaggio comparato:la richiesta di fiori freschi negli Stati Uniti nel giorno di San Valentino Nel giorno di San Valentino (20 febbraio) la domanda statunitense di rose è di circa 10 milioni: sono tutti fiori statunitensi? Coltivare rose negli Stati Uniti d’inverno è difficile. E’ necessario l’uso di serre riscaldate Il costo dell’energia, del capitale e del lavoro impiegati è notevole Le risorse per la produzione di rose potrebbero essere impiegate per produrre altri beni, per esempio computer: le risorse (i fattori) sono limitate. Se vengono impiegate per produrre un bene si deve rinunciare alla produzione di qualcos’altro: c’è un dunque quello che gli economistri chiamano un trade-off; se si producono rose si deve rinunciare a produrre una certa quantità di computer (e viceversa) Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Concetto di vantaggio comparato: trade-off comporta costo opportunità da cui emerge vantaggio comparato Costo-opportunità Il costo-opportunità delle rose in termini di computer è il numero di computer che si sarebbero potuti ottenere con le risorse che vengono, invece, impiegate per produrre in casa le rose richieste dai cittadini statunitensi Vantaggio comparato Un paese ha un vantaggio comparato nella produzione di un bene se il costo-opportunità della produzione di quel bene in termini di altri beni (computer a cui si deve rinunciare per produrre rose) è minore in quel paese che in altri Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Il concetto di vantaggio comparato Supponiamo che negli Stati Uniti le risorse utilizzate per produrre 10 milioni di rose possano essere utilizzate, in alternativa, per produrre 100.000 computer Supponiamo anche che in Messico le risorse per produrre quegli stessi 10 milioni di rose possano essere utilizzate, in alternativa, per produrre 30.000 computer Questo esempio indica che i lavoratori messicani sono relativamente meno produttivi (dei lavoratori statunitensi) nella produzione di computer e relativamente più produttivi (degli americani) in quella di rose Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Il concetto di vantaggio comparato Se ogni paese si specializza nella produzione del bene con il minore costo-opportunità, allora il commercio internazionale può essere benefico per tutti i paesi Le rose hanno un costo-opportunità minore in Messico (le risorse per ottenere rose avrebbero potuto produrre in Messico un numero di computer inferiore che negli Usa) I computer hanno un costo-opportunità minore negli Stati Uniti (le risorse per ottenere rose avrebbero potuto produrre negli Usa un numero di computer maggiore che in Messico) Messico ha vantaggio comparato nelle rose; Usa nei computer I vantaggi dal commercio internazionale possono essere visti considerando le variazioni nella produzione di rose e di computer in entrambi i paesi Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Concetto di vantaggio comparato. Negli Usa per produrre 10 rose si rinuncia a 100 computer; in Messico (Sud America) si rinuncia a 30 computer: chi deve produrre rose, chi computer? Tavola 2-1: Ipotetiche variazioni della produzione: se ciascun paese segue le proprie vocazioni produtive (vantaggi comparati) si hanno benefici a livello globale (una produzione complessiva maggiore) Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Il concetto di vantaggio comparato L’esempio della Tabella 2-1 illustra il principio dei vantaggi comparati: Se ogni paese esporta i beni nei quali gode di un vantaggio comparato (costi-opportunità minori), allora tutti i paesi possono in linea di principio avvantaggiarsi dagli scambi Cosa determina il vantaggio comparato? Rispondere a questa domanda significa indagare sulle differenze tecnologiche tra i paesi che effettuano lo scambio Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Modello ricardiano (differenze nella tecnologia): un’economia a un solo fattore Consideriamo un’economia, che chiamiamo A. In questa economia: Esiste un solo fattore di produzione: il lavoro Vengono consumati dalla popolazione solo due beni: vino (w) e formaggio (c) La disponibilità complessiva di lavoro (l’offerta) è data (fissa) La tecnologia nelle due produzioni è rappresentata dalla produttività del lavoro nei due beni: quantità di lavoro necessarie per ottenere un’unità di vino e un’unità di formaggio In tutti i mercati (del vino, del formaggio, del lavoro), vigono condizioni di concorrenza perfetta Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Modello ricardiano: economia a un solo fattore La produttività del lavoro è quindi specificata come il lavoro necessario per ottenere un’unità di prodotto: Il lavoro impiegato per unità di prodotto è il numero di ore di lavoro necessario a produrre un’unità di bene Denotiamo con aLW = Lw/Qw il lavoro impiegato per unità di vino (cioè se aLW = 2, allora ci vogliono 2 ore di lavoro per produrre un litro di vino). Denotiamo con aLC = Lc/Qc il lavoro impiegato per unità di formaggio (cioè se aLC = 1, allora ci vuole 1 ora di lavoro per produrre un chilo di formaggio). Le risorse complessive dell’economia sono definite da L, l’offerta totale di lavoro (cioè se L = 120, allora l’economia è dotata di 120 ore di lavoro o di 120 lavoratori). Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Modello ricardiano: economia a un solo fattore Possibilità produttive La frontiera delle possibilità produttive (PF) mostra la quantità massima di un bene (ad esempio, il vino) che è possibile produrre una volta deciso il livello di produzione dell’altro bene (il formaggio) o viceversa, dato il vincolo costituito dalla disponibilità di lavoro Vincolo della disponibilità di lavoro LW + LC = L (es. prec., LW + LC = 120) La PF, ricordando che aLW = LW / QW e aLC = LC / QC, è quindi data da: aLWQW + aLCQC = L (es prec., 2QW + QC = 120) Per cui la quantità massima producibile di vino, dato il formaggio prodotto e il vincolo dell’offeta di lavoro, è QW = L/aLW – aLC/aLW QC (es prec., QW = 120/2 – 1/2 QC) Il costo opportunità del formaggio in termini di vino (a quanti chili di formaggio si deve rinunciare per ottenere un litro in più di vino) è dato da dQW / dQC = – aLC/aLW (es prec., costo opportunità = – ½, si rinucia a mezzo litro di vino per produrre 1 Kg in più di formaggio, oppure si rinuncia a 2 Kg di formaggio per produrre un litro in più di vino) Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Figura 2-1: Frontiera delle possibilità produttive di A Modello ricardiano: economia a un solo fattore Figura 2-1: Frontiera delle possibilità produttive di A Produzione di vino di A, QW, in litri Produzione di formaggio di A, QC, in chili Il valore assoluto dell’inclinazione eguaglia il costo-opportunità del formaggio in termini di vino F P L/aLW L/aLC Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Modello ricardiano: economia a un solo fattore La PF indica tutte le infinite combinazioni di vino e formaggio ottenibili con le tecnologie esistenti; non è possibile dire quale sarà la combinazione dei due beni prescelta Le particolari quantità dei due beni che vengono prodotte sono determinate dai loro prezzi Denotiamo con PC il prezzo in dollari del formaggio e con PW il prezzo in dollari del vino. Denotiamo con wW il salario in dollari nel settore del vino e con wC il salario in dollari nel settore del formaggio Allora, nell’ipotesi di concorrenza perfetta, la condizione di profitti non negativi implica che: Se PW / aLW < wW, allora non vi è produzione alcuna di QW. Se PW / aLW = wW, allora esiste una produzione di QW. Se PC / aLC < wC, allora non vi è produzione alcuna di QC. Se PC / aLC = wC, allora esiste una produzione di QC. Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Modello ricardiano: economia a un solo fattore Le relazioni sopra indicate implicano che se il prezzo relativo del formaggio (PC / PW ) è maggiore del suo costo-opportunità (aLC / aLW), allora l’economia si specializzerà nella produzione di formaggio (e viceversa) In assenza di scambi, in economia chiusa, entrambi i beni devono essere prodotti, quindi PC / PW = aLC /aLW Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Il commercio internazionale nel modello ricardiano ad un solo fattore Assunzioni del modello: Esistono nel mondo due paesi (A e B) Ciascuno dei due paesi produce entrambi i beni (vino e formaggio) Esiste un solo fattore di produzione, il lavoro L’offerta di lavoro in ogni paese è fissata La produttività del lavoro in ogni bene nei due paesi è fissata Il lavoro non è mobile tra i due paesi In tutti i mercati vigono condizioni di concorrenza perfetta Le variabili del paese B sono indicate con asterisco Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Il commercio internazionale nel modello ricardiano ad un solo fattore Vantaggio assoluto Un paese ha un vantaggio assoluto nella produzione di un bene se il lavoro necessario per produrre un’unità di quel bene è minore rispetto al paese estero Assumiamo che aLC < a*LC e aLW < a*LW Tale assunzione implica che il paese A gode di un vantaggio assoluto nella produzione di entrambi i beni. Un altro modo di vedere la stessa cosa è dicendo che A è più produttivo di B nella produzione di entrambi i beni Anche se il paese A ha un vantaggio assoluto in entrambi i beni, sono possibili scambi vantaggiosi per entrambi i paesi La struttura dei flussi commerciali è determinata dal concetto di vantaggio comparato Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Il commercio internazionale nel modello ricardiano ad un solo fattore Il vantaggio comparato Assumiamo che aLC /aLW < a*LC /a*LW (2-2) Tale assunzione implica che il costo-opportunità del formaggio in termini di vino è minore in A che in B. In altre parole, in assenza di scambi, il prezzo relativo del formaggio in A è minore del prezzo relativo del formaggio in B. Il paese A gode di un vantaggio comparato nel formaggio e lo esporterà in B in cambio di vino. Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Figura 2-2: Frontiera delle possibilità produttive del paese B Il commercio internazionale nel modello ricardiano ad un solo fattore: il paese B Figura 2-2: Frontiera delle possibilità produttive del paese B Produzione di vino di B, Q*W, in litri Produzione di formaggio di B, Q*C , in chili F* P* L*/a*LW +1 L*/a*LC Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Il commercio internazionale nel modello ricardiano ad un solo fattore: prezzi e costo-opportunità In assenza di commercio, quando le due economie A e B sono chiuse agli scambi, si ha PC / PW = aLC /aLW ; P*C / P*W = a*LC /a*LW Essendo P*C / P*W > PC / PW (poichè a*LC /a*LW > aLC /aLW), con lo scambio sarà conveniente inviare formaggio da A a B e vino da B ad A Questi spostamenti tenderanno a fare salire PC / PW e a fare scendere P*C / P*W finchè i due prezzi relativi convergeranno verso un unico valore del prezzo relativo (mondiale) del formaggio in termini di vino Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Il commercio internazionale nel modello ricardiano a un solo fattore Determinazione del prezzo relativo dopo gli scambi Cosa determina il prezzo relativo (cioè, PC / PW) dopo gli scambi? Per rispondere a questa domanda dobbiamo definire l’offerta relativa e la domanda relativa di formaggio nel mondo nel suo insieme. L’offerta relativa di formaggio è pari alla quantità totale di formaggio offerta dai due paesi per ogni dato prezzo relativo divisa per la quantità totale di vino offerta, (QC + Q*C )/(QW + Q*W). La domanda relativa di formaggio nel mondo è un concetto analogo. Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Il commercio internazionale nel modello ricardiano a un solo fattore: l’offerta mondiale se PC / PW < aLC /aLW nessun paese produce formaggio, l’offerta relativa di formaggio è zero se PC / PW = aLC /aLW il paese B non ha convenienza a produrre formaggio, mentre in A i produttori ottengono lo stesso guadagno nel formaggio e nel vino, quindi in questo caso A è disponibile qualunque quantità relativa dei due beni, dando luogo a una sezione piatta dell’offerta relativa mondiale di formaggio se aLC /aLW < PC / PW < a*LC /a*LW; A si specializza producendo solo formaggio, B si specializa producendo solo vino; l’offerta relativa mondiale di formaggio è (L / aLC)/(L / a*LW) se PC / PW = a*LC /a*LW; per i produttori di B è indifferente produrre formaggio o vino, per cui l’offerta relativa mondiale di formaggio torna a essere piatta se PC / PW > a*LC /a*LW; nessuno produce vino e l’offerta relativa di formaggio tende a infinito Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Figura 2-3: Domanda e offerta relative mondiali Il commercio internazionale nel modello ricardiano a un solo fattore Figura 2-3: Domanda e offerta relative mondiali Prezzo relativo del formaggio, PC/PW Quantità relativa di formaggio, QC + Q*C QW + Q*W RD a*LC/a*LW RS 1 RD' 2 aLC/aLW Q' L/aLC L*/a*LW Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Il commercio internazionale nel modello ad un solo fattore I vantaggi dal commercio internazionale Se i paesi si specializzano in base ai loro vantaggi comparati, allora beneficiano tutti da tale specializzazione e dal commercio internazionale. Dimostreremo tali vantaggi dal commercio internazionale in due modi: 1) il commercio internazionale espande le possibilità di consumo dei cittadini dei paesi che si integrano rispetto a uan situazione di chiusura; 2) il commercio internazionale è un modo efficiente per produrre indirettamente ciò che non si è in grado di fare al meglio con le proprie tecnologie Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Il commercio internazionale nel modello ricardiano a un solo fattore: espansione delle possibilità di consumo Un primo modo per vedere i vantaggi dal commercio internazionale consiste nel considerare come il commercio influenza il consumo in ognuno dei due paesi La frontiera delle possibilità di consumo evidenzia la quantità massima di consumo di un bene che un paese può ottenere per ogni data quantità consumata dell’altro bene In assenza di commercio, la curva delle possibilità di consumo coincide con la curva delle possibilità produttive Il commercio internazionale consente di espandere le possibilità di consumo per ognuno dei due paesi: ciascun paese supera i limiti dettati dalla tecnologia nazionale, “accedendo” alla frontiera produttiva del partner commerciale; i consumatori di A accedono alla maggior offerta di vino proveniente da B; i consumatori di B accedono alla maggior offerta di formaggio da parte di A Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Il commercio internazionale nel modello ricardiano a un solo fattore: espansione delle possibilità di consumo Figura 2-4: Il commercio internazionale espande le possibilità di consumo Quantità di vino, Q*W Quantità di formaggio,Q*C Quantità di vino, QW Quantità di formaggio, QC T P* F* T* F P (a) Paese A (b) Paese B Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Il modello ricardiano: scambio internazionale come modo più efficiente per produrre (indirettamente) i beni in cui si ha uno svantaggio comparato Prima degli scambi prezzo relativo del microchip rispetto alle scarpe Italia=2; Usa = 0,5 Con lo scambio, prezzo internazionale si colloca tra 2 e 0,5; per esempio a 1 Con apertura agli scambi gli Usa, pur più produttivi in assoluto nei 2 beni, hanno convenienza a produrre solo il bene dove sono relativamente più efficienti, cioè microchip (vantaggio comparato), e importare scarpe italiane Se gli Usa realizzassero scarpe in casa, con un’ora di lavoro avrebbero 0,5 unità di scarpe; se invece impiegassero quell’ora di lavoro per produrre microchip, ottengono un’unità di microchip che scambiano nel mercato mondiale al prezzo relativo di 1 ottenendo un’unità di scarpa italiana Scambio internazionale = produzione indiretta PAIA DI SCARPE MICROCHIP ORE DI LAVORO PER UN’UNITA’ DI OUTPUT PRODUTTIVITA OUTPUT PER ORA DI LAVORO Ita 3 1/3=0,33 6 1/6=0,17 Usa 2 ½ = 0,5 1 Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Il modello ricardiano: ai vantaggi comparati di produttività corrispondono vantaggi comparati di costo del lavoro L’industria nei 2 paesi si divide così: Italia scarpe 80% microchip 20%; Usa scarpe 20%, microchip 80%. Quindi Produttività media Italia =0,80x0,33+0,20x0,17=0,3 Produttività media Usa= 0,20x0,5+0,80x1=0,9 Gli Usa pagano un salario triplo rispetto all’Italia. Nonostante ciò gli Usa conservano un vantaggio comparato di costo nei microchip perché in questa industria la produttività di un lavoratore americano è 6 volte maggiore di quella di un lavoratore italiano (1/0,17) L’Italia è meno produttiva degli Usa in entrambe le produzioni. Nonostante ciò presenta un vantaggio comparato di costo nella produzione di scarpe. Questo perchè i salari italiani sono 1/3 di quelli americani, mentre la produttività italiana nelle scarpe è solo 2/3 di quella americana nello stesso settore (0,33/0,5) Clup italiano nelle scarpe più basso nonostante la più bassa produttività; clup Usa nei microchip più basso nonostante i più alti salari: è qui il motivo dell’interscambio CLUP SCARPE CLUP MICROCHIP ITALIA SALARIO=0,30 0,3/0,33=0,9 0,3/0,17=1,8 USA SALARIO=0,9 0,9/0,5=1,8 0,9/1=0,9 Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Fraintendimenti a proposito dei vantaggi comparati Produttività e competitività Mito 1: il libero scambio è vantaggioso solo se un paese è abbastanza forte da sostenere la concorrenza straniera Questo argomento fallisce nel riconoscere che il commercio internazionale è basato sui vantaggi comparati e non sui vantaggi assoluti La questione dei bassi salari Mito 2: la concorrenza estera è sleale e danneggia gli altri paesi quando è basata su bassi salari Nel nostro esempio il paese Usa ha salari maggiori, tuttavia continua a trarre vantaggio dal commercio Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Fraintendimenti a proposito dei vantaggi comparati Sfruttamento Mito 3: il commercio internazionale peggiora le condizioni dei lavoratori nei paesi con i salari più bassi In assenza di commercio, questi lavoratori starebbero peggio Negare l’opportunità di esportare significa condannare la gente povera a rimanere tale Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Fraintendimenti a proposito dei vantaggi comparati Tabella 2-3: Variazioni dei salari e dei costi del lavoro per unità di prodotto Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Modello ricardiano: il vantaggio comparato in presenza di più beni Costruzione del modello Due paesi: A e B; entrambe le economie consumano e sono in grado di produrre un numero elevato, N, di beni diversi; un solo fattore della poduzione Salari relativi e specializzazione La struttura dei flussi commerciali dipenderà dal rapporto tra i salari del paese A e quelli del paese B I beni saranno sempre prodotti dove è meno costoso farlo Per esempio, indicando con w e w* i salari pagati rispettivamente nei due paesi A e B, sarà meno costoso produrre il bene i nel paese A se waLi < w*a*Li , o riorganizzando i termini se a*Li/aLi > w/w* In generale si avrà una catena di N vantaggi comparati aL1 /a*L1< aL2 /a*L2<....< aLi /a*Li<....<aLN /a*LiN talché il paese A produrrà tutti i beni per i quali aLi /a*Li<w*/w oppure, considerando le produttività relative, per i quali a*Li/aLi > w/w* Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Modelllo ricardiano: il vantaggio comparato in presenza di più beni Tabella 2-4: costi del lavoro per unità di prodotto nei paesi A (home) e B (foreign) Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Modello ricardiano: vantaggio comparato in presenza di più beni Quale paese produce quali beni? Un paese ha un vantaggio di costo in ogni bene per il quale la sua produttività relativa è maggiore del suo salario relativo. Se, per esempio, w/w* = 3, A produrrà mele, banane e caviale, mentre B produrrà solo datteri e focacce. Entrambi i paesi beneficieranno dei vantaggi della specializzazione. Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Modello ricardiano: il vantaggio comparato in presenza di più beni Determinazione del salario relativo nel modello a più beni Per determinare i salari relativi in un’economia a più beni, dobbiamo considerare le domande di lavoro implicite nelle domande relative dei beni (cioè, le domande di lavoro relative derivate). In A, la domanda relativa di lavoro diminuisce all’aumentare del rapporto tra i salari di A e quelli di B. Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Modello ricardiano: il vantaggio comparato in presenza di più beni Figura 2-5: determinazione dei salari relativi Salario relativo, w/w* Quantità relativa di lavoro, L/L* RS 10 Mele RD 8 Banane 4 Caviale 3 2 Datteri 0.75 Focacce Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Introduzione dei costi di trasporto e dei beni non commerciati Ci sono tre ragioni principali per le quali la specializzazione nell’economia internazionale reale non è estrema (vale a dire alcune produzioni si realizzano solo nel paese A, le altre nel paese B): l’esistenza di più di un fattore produttivo. i paesi talvolta proteggono i settori dalla concorrenza straniera. il trasporto di beni e servizi è costoso. L’introduzione dei costi di trasporto rende alcuni beni non commerciati; per es, se il costo di trasporto è pari al 100% del valore del costo di produzione, nel caso precedente, con un rapporto tra salari nazionali ed esteri pari a 3, non vi sarà convenienza, nonostante le differenze di produttività, a commerciare caviale e datteri che continueranno quindi a essere prodotti in entrambe le economie In alcuni casi, il trasporto è virtualmente impossibile. Esempio: servizi quali il taglio dei capelli o la riparazione dell’automobile non possono essere commerciati internazionalmente. Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Limiti del modello ricardiano Prevede un estremo grado di specializzazione: alcune produzioni si concentrano esclusivamente in un determinato paese, le altre nell’altro; ciò è estremamente raro Esclude che il commercio internazionale abbia effetti negativi per alcune categorie di lavoratori; questo perchè suppone che il lavoro “espulso” dalle produzioni che si perdono a vantaggio della concorrenza estera (dove si ha quindi uno svantaggio comparato) si sposti immediatamente nelle produzioni di vantaggio comparato Non prevede che differenze diverse da quelle tecnologiche possano spingere al commercio internazionale e alla specializzazione; in particolare, la differente dotazione di risorse è una causa altrettanto importante della specializzazione commerciale Trascura il possibile ruolo delle economie di scala come causa degli scambi; questo comporta che tale modello non contempli la possibilità che vi siano scambi commerciali tra paesi perfettamente identici sotto il profilo tecnologico Nonostante questi limiti il modello di Ricardo è un ottimo schema per porre in luce alcuni meccanismi essenziali del commercio internazionale (vantaggio comparato e “miti” circa le conseguenze negative dell’integrazione commerciale); esso riesce anche a “spiegare” il tipo di specializzazione che prevale in molti paesi Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Evidenza empirica sul modello di Ricardo Figura 2-6: Produttività e esportazioni Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Sommario Abbiamo esaminato il modello di Ricardo, il più semplice fra i modelli che mostrano come differenze nelle caratteristiche dei paesi diano luogo al commercio internazionale e come da esso derivino vantaggi reciproci. In questo modello, il lavoro è il solo fattore di produzione ed i paesi si differenziano soltanto per la produttività del lavoro nei diversi settori dell’economia. Nel modello di Ricardo, un paese esporterà il bene nel quale ha un vantaggio comparato (non un vantaggio assoluto) in termini di produttività del lavoro. Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Sommario Il fatto che il commercio internazionale avvantaggi un paese può essere mostrato in due modi: possiamo pensare al commercio internazionale come a un modo indiretto di produzione. possiamo mostrare che il commercio internazionale espande le possibilità di consumo di un paese. La distribuzione dei vantaggi derivanti dal commercio internazionale dipende dai prezzi relativi dei beni che i due paesi producono. Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003
Sommario Estendendo il modello ad un fattore produttivo e due beni al caso di più beni consente di mostrare che i costi di trasporto possono dare luogo a beni non commerciati. La previsione principale del modello di Ricardo - cioè che i paesi tenderanno ad esportare i beni per i quali hanno una produttività relativamente elevata - è stata confermata da numerosi studi empirici. Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2003