Apicoltura Un opportunità in agricoltura

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Transcript della presentazione:

Apicoltura Un opportunità in agricoltura 09-04-2015 Tenuta del Cavaliere -Lunghezza A cura di Serena Rocchi, veterinario tecnico ALPA (Associazione Laziale Produttori Apistici) E mail : serena.rocchi@alpalazio.it

Apicoltura (legge 313/04) La legge 313/04 riconosce l’apicoltura come attività di interesse nazionale utile per la conservazione dell’ambiente naturale, dell’ecosistema e dell’agricoltura in generale ed è finalizzata a garantire l’impollinazione naturale e la biodiversità di specie apistiche con particolare riferimento alla salvaguardia dell’ape italiana Conduzione zootecnica delle api Considerata a tutti gli effetti attività agricola ai sensi dell’art 2135 del codice civile, anche se non correlata necessariamente alla gestione del terreno

Definizioni (l. 313.2004) Arnia: il contenitore per le api Alveare: arnia contenente una famiglia di api Apiario: un insieme unitario di alveari Postazione : il sito di un apiario Nomadismo: conduzione dell’allevamento apistico ai fini produttivi che prevede uno o più spostamenti dell’apiario nel corso dell’anno

Apicoltore e imprenditore apistico (l.313/04) Apicoltore chiunque detiene alveari Imprenditore apistico: chiunque detiene e conduce alveari ai sensi dell’art 2135 del codice civile È apicoltore professionista chiunque esercita l’attività di apicoltura a titolo principale

Apicoltura: un arte antichissima Matopo Hill’s, Zimbawe

Apicoltura ai giorni d’oggi Apicoltura razionale Richiede tempo, passione, conoscenza, tecnica apistica, flessibilità, aggiornamenti continuo Problematiche di gestione sanitaria (varroasi dagli anni 80 e nuove patologie emergenti) Necessari ma non obbligatori corsi di apicoltura che insegnino oltre che la tecnica apistica, e gestione sanitaria degli alveari a destreggiarsi nei meandri normativi per dipanare i vari aspetti anche legislativi e fiscali dell’azienda apistica Corsi di apicoltura organizzati da ALPA dal 2013 ad oggi : sempre tutto esaurito e lista di attesa: sintomi di forte interesse al settore da parte di giovani che vogliono trasformare un sogno in attività vera e propria fonte di reddito 70% dei corsisti circa rimangono nel settore apistico di questi circa il 30 % pratica apicoltura come integrazione a reddito o a titolo principale mentre il 40 % per hobby e autoconsumo

Aiuti specifici per l’apicoltura Reg Ce 1234/2007 Programma finalizzato al miglioramento della produzione e commercializzazione del miele Vengono erogati aiuti agli apicoltori iscritti alla Camera di Commercio e in possesso di codice aziendale Ogni anno esce il bando (sul sito delle Regione Lazio) Per acquisto di arnie, materiale e attrezzature Criteri di priorità per formazione di graduatorie: Aziende in zone svantaggiate Numero di alveari condotti Esercizio di attività di impollinazione Giovani apicoltore (tra i 18 e 40 anni) Azienda apistica biologica ai sensi del reg Ce 834/07 Apicoltori che non hanno usufruito di aiuti nelle precedenti annualità In caso di parità punteggio, priorità agli apicoltori più giovani

«DENUNCIA ALVEARI» Anagrafe Apistica Nazionale (Decreto 11/08/14 Gu n°291 del 16/12/14, manuale operativo dell’ anagrafe apistica nazionale - DM 4/12/09) Chiunque detiene alveari deve darne comunicazione al servizio veterinario ASL competente per territorio di residenza La prima volta viene assegnato dalla ASL di residenza (sede legale dell’apicoltore) un codice identificativo univoco di 10 cifre valido su tutto il territorio nazionale L’anagrafe apistica nazionale esonera dalla presentazione di modelli cartacei alle autorità competenti Tutte le operazioni possono essere fatte online registrandosi al sito della BDN vetinfo.sanita.it (sede presso IZS di Teramo) L’apicoltore richiede on line il codice aziendale univoco per inizio attività apistica Registra consistenza apiari e ubicazione (coordinate gis) Aggiorna annualmente la consistenza e localizzazione degli alveari indipendentemente da variazioni tra il 1 novembre e 31 dicembre di ogni anno In vigore dal 16/03/2015

Registrazioni in BDN Tipologia attività: autoconsumo o vendita Modalità di allevamento (bio o convenzionale Classificazione apiari (stanziali - nomadi) Specie e sottospecie allevata Eventuale Sospensione attività (conservi codice e dichiari 0 alveari) Eventuale Cessazione attività

Cartello identificativo apiario Decreto 11/08/14 Gu n°291 del 16/12/14, manuale operativo dell’ anagrafe apistica nazionale - DM 4/12/09 ) formato a4, non deteriorabile, fondo bianco, visibile per ogni apiario, con scritto: Il Codice identificativo e «anagrafe apistica nazionale decreto ministeriale 4 dicembre 2009» Va posto davanti all’apiario o comunque all’ingresso della proprietà in cui si trova l’apiario, caratteri neri, alt 4 cm IDENTIFICAZIONE ALVEARI Det. 159/2013 Regione Lazio, codice asl su ogni cassetta…. Numerazione progressiva………….(?) IT RM RMA 002 D.M 4/12/09)

Distanze alveari Legge 88 Ragionale per il Lazio 10 mt da: edifici, strade, confini di proprietà, 40 mt per autostrade, strade statali provinciali, comunali , ferrovie Legge 313/2004 Nazionale 10 mt da:strade di pubblico transito, 5 mt : da proprietà pubbliche e private > 1 km da impinati saccariferi Eccezioni: Tali distanze non sono da rispettare si ci sono dislivelli > a 2 metri,o siepi o muri di almeno 2 metri senza soluzioni di continuità tra l’apiario e i luoghi suddetti

Responsabilità civile Articolo 924 codice civile Diritto del proprietario di sciami di api di inseguire le api su fondo altrui per due giorni, dopodichè il proprietario del fondo può prendere e trattenere lo sciame Art 2052 del codice civile Responsabilità del proprietario di un animale per i danni causati dall’animale a terzi Utile farsi un assicurazione alveari (tramite Alpa con Aspromiele, ecc) prezzi variano in base al numero di alveari denunciati (es da 1 a100 alveari 20 euro/anno)

Diversificazione azienda apistica e prodotti offerti Azienda apistica in azienda multifunzionale (minor numero di alveari: Benessere ambiente per riduzione uso chimica Azienda apisica a indirizzo principale (elevato numero di alveari, possibilità di diversificare i prodotti e servizi offerti: Servizio di impollinazione Produzione di polline Produzione di miele Produzione di pappa reale Produzione di veleno (per apiterapia , vaccini) Produzione di sciami o regine (mercato per altri apicoltori) Produzione di cera Fattorie didattiche

La smielatura nel Lazio Det La smielatura nel Lazio Det. 159 del luglio 2013 «Disciplina igienico sanitaria del settore apistico» Autoconsumo fino a 10 alveari Fino a 50 alveari : se in produzione primaria smielatura semplificata (comunicazione alla ASL solo delle date di smielatura)anche in cucina !! Sopra 50 alveari : SCIA al comune per notificare l’attività di smielatura Possibilità di utilizzare laboratori consortili (mettono a disposizione attrezzature e locali )

Api e impollinazione Grazie all’attività pronuba svolta dalle api è stato calcolato che il valore economico che l’attività di impollinazione dà al comparto agricolo sia di circa 1600 milioni di euro (Accorti 2000) Incrementano il raccolto e migliorano la qualità del prodotto Biodiversità ambientale (impollinazione di specie spontanee) Colture che beneficiano dell’impollinazione entomofila: frutta: (melo, pero, pesco ,melone, susino, fragola, kiwi, albicocco, castagno, noci, mandorli ortaggi, pomodoro, carota, melone, zucche, zucchine, fave, cetrioli, melanzane, fragole coltura industriali (colza , girasole, grano saraceno), foraggere, (erba medica, trifoglio, meliloto) piante aromatiche e piante officinali : rosmarino, lavanda, camomilla timo

Api e agrofarmaci Vietati utilizzo di erbicidi e prodotti fitosanitari durante il periodo della fioritura (l.313/04)(letali per le api, intossicazione acuta) Banditi in forma temporanea alcuni neonicotinoidi usati in agricoltura per la concia di semi di girasole e mais, riconosciuti responsabili degli avvelenamenti massicci acuti e subacuti del 2006 (forte impegno di denuncia delle associazioni apistiche e ricercatori pubblici (monitoraggio Apenet e Beenet triennali su tutto il territorio nazionale)

Pericoli per i pronubi dall’agricoltura : cosa possono fare gli agricoltori? Gli Agrofarmaci sono tra i primi responsabili accertati di episodi di spopolamenti, morie e intossicazioni subacute di api e pronubi selvatici Prediligere programmi di lotta integrata e biologici Cercare di ridurre al minimo l’uso di agrofarmaci e usarli correttamente: Non trattare con insetticidi, acaricidi, disseccanti o diserbanti nel periodo della fioritura Effettuare lo sfalcio delle erbe spontanee presenti intorno alle colture da trattare Contattare l’apicoltore e far rimuovere gli alveari se ancora presenti nel campo in caso di necessità di trattamento post fioritura Salvaguardare siepi con arbusti e canne per favorire la nidificazione di apoidei selvatici

Bee life www.beelife.it Camagna nazionale di raccolta fondi e sensibilizzazione in difesa delle api e della biodiverisità Sostenuta Unaapi, Conapi, AAPI, Greenpeace, ALPA Obiettivi: denunciare effetti subdoli e tossici dei nuovi insetticidi sistemici Ottenere sospensione totale e duratura degli insetticidi sistemici Sostenere concretamene l’attività del Coordinamento apistico Europeo di informazione e sollecitazione negli ambiti decisionali europei in materia di pesticidi, autorizzazione molecole Chiedere accertamenti scientifici indipendenti dai «venditori» nei processi di autorizzazione di sostanze chimiche in agricoltura I fondi raccolti vengono destinati ad attività di comunicazione , raccolta dati tecnico scientifici e denuncia

Apicoltura urbana Nel rispetto delle distanze di legge è possibile collocare alveari anche in città Gli alveari in città spesso producono di più e sono più in salute di quelli in contesti agricoli (non sono presenti gli agrofarmaci) Roma è il Comune agricolo più vasto d’Europa: SAT 40% (circa 50.000 ettari) e SAU 70% (seminativi prati permanenti, coltivazioni legnose, orti familiari, Il 39% delle azienda agrarie nel comune di Roma si trova in aree protette o parchi Non c’è netta distinzione tra aree urbane e rurali, (unica città in Europa): agricoltura urbana e periurbana, lingue di aree agricole che si spingono fino al centro della città Orti cittadini, farmer’s market e fattorie educative (fonte Relazione sullo Stato dell’Ambiente di Roma Capitale)

Esempi di apicoltura urbana di tipo professionista a Roma Abbazia delle Tre Fontane Zona Roma Eur All’interno dei 15 ha di terreno agricolo dell’Abbazia Postazione fissa di circa 30 alveari Piante e postazione secolari (tiglio e eucalipto) Miele prodotto: millefiori ed eucalipto

Esempi di apicoltura urbana di tipo professionista a Roma Co.Bra.Gor azienda agricola dagli anni ‘70 biologica Zona Roma Nord, Boccea 40 ettari circa di cui 4500 alberi da frutto Postazione fissa di 50 alveari Gestita da Fabrizio Nisi (vicepresidente ALPA e apicoltore professionista con circa 300 alveari) Fioriture: acacia , tiglio, e vari alberi da frutto Miele prodotto: acacia, millefiori, tiglio

Esempi di apicoltura urbana di tipo professionista a Roma Istituto Agrario Garibaldi Zona Roma Eur 70 ha di terreno dell’Istituto Agrario , Fioriture: medica, acacia, tiglio, ailanto, cardo, pitosforo Miele prodotto nella postazione : acacia, tiglio e millefiori Postazione fissa di 30 alveari Gestiti da Giampaolo Macori (apicoltore professionista con circa 300 alveari)

«Non può esistere un agricoltura senza le api che ci volano sopra» Francesco Panella . Presidente Unaapi