VACANZE ESTIVE di Joseph Roth
Carlo Giuseppe Trotta, il figlio quindicenne del capitano distrettuale, fa ritorno alla sua città per l’inizio delle vacanze estive. L’incontro col padre segue un preciso rituale: l’interrogazione a cui egli sottopone il figlio, dalle nove alle dodici. Le domande sul rendiconto del profitto scolastico sono seguite dal >: l’esortazione del padre a continuare il suo racconto. Poi ha inizio l’esame vero e proprio, con il riassunto dei testi letti, le domande di letteratura, ma soprattutto la richiesta imperiosa di definire la parola >, principio su cui tutto il resto si regge e di cui quello stesso incontro si sostanzia. Il rintocco liberatorio delle dodici pone fine a quell’interminabile rito, mentre le note della banda che suona la Marcia Di Radetzky fanno sognare a Carlo Giuseppe il modo migliore di morire al > di quella musica; questo per lui non sarà una semplice allucinazione: perché lui infatti morirà proprio nelle prime fasi della guerra mondiale.
Austriaco di origine ebraica, Moses Joseph Roth nasce nel 1894 in una città della periferia dell’Impero asburgico: Brody, in Volonia, una regione dell’Ucraina. Cresce nella casa del nonno materno, assieme alla madre, perché il padre è misteriosamente scomparso prima della nascita del figlio. In famiglia, riceve un’educazione molto rigida, anche dal punto di vista religioso. È uno studente brillante e la sua formazione spazia dalla letteratura tedesca alla musica, dall’etnografia alla psicologia: non riesce però a laurearsi a causa dello scoppio della Prima guerra mondiale. Viene arruolato nell’esercito austriaco ed è inviato sul fronte orientale. Catturato dai russi, trascorre parecchi mesi nei campi di prigionia. Nel dopoguerra si occupa di giornalismo e di letteratura. Vive a Vienna, poi a Berlino, infine a Francoforte. È un giornalista di successo, ben pagato e prolifico, ma la sua vita è tutt’altro che priva di problemi economici: una grave malattia della moglie e l’alcolismo assorbono tutte le sue energie e i suoi guadagni. Tra le sue opere scrive La Marcia Di Radetzky, reportage giornalistici di grande qualità letteraria e alcuni saggi; al centro delle sue opere c’è sempre la patria perduta (Austria asburgica). Muore a Parigi nel 1939, e nello stesso anno viene pubblicata la sua ultima opera ‘Leviatano’ il cui tema principale è ancora una volta l’emarginazione e la vita errabonda degli ebrei.
Protagonisti : Carl Joseph von Trotta: è un militare di soli 15 anni ed è figlio di Franz von Trotta, il signor capitano distrettuale. È’ un personaggio piatto. Franz von Trotta : è il padre di Joseph Roth ed è il signor capitano distrettuale. Comparse : Jacques : è il cameriere dei Von Trotta Signor Koppel (tenente) : altro superiore di Carl Joseph Signor Marek (colonnello) : superiore di Carl Joseph
Luogo: Non possiamo dire con certezza il paese in cui si svolge la vicenda ma si può intuire che sono in un paese d’oriente. Tempo: Tempo della storia = Tempo del racconto. Tecniche di scrittura: Nelle ultime righe c’è una anticipazione sul futuro di Carl Joseph.
Ogni dettaglio, dell’arredamento (“la poltrona di felpa rossa”, ”il tappeto granata”, “l’orologio a muro”) allo sfondo sonoro della marcia Radetzky, suonata dalla banda militare soffoca ogni forma di affetto paterno e figliale. Alla fine del racconto, Carlo Giuseppe ebbe un’allucinazione sulla sua morte che avvenne in battaglia; questo in realtà, a sua insaputa è un’anticipazione della sua morte nelle prime fasi della Prima Guerra Mondiale.