Comunicazione inter-culturale 1
Importanza delle comunicazione non-verbale 2
Comunicazione non-verbale Argyle (1972) distingue 10 aspetti della comunicazione non-verbale: i gesti la distanza/vicinanza sociale l’orientamento nello spazio relazionale il contatto fisico la postura le espressioni facciali lo sguardo i cenni del capo gli aspetti paralinguistici l’aspetto esteriore 3
La Krout ha identificato circa 5.000 gesti delle mani I GESTI La Krout ha identificato circa 5.000 gesti delle mani 4
In alcuni casi, i gesti sostituiscono le parole: l'indice teso davanti alla bocca per invitare a fare silenzio mano a borsa con le dita che si stringono ritmicamente per esprimere paura
Ci sono gesti che si sovrappongono al parlato trasmettendo un significato che modifica quello delle parole pronunciate: le corna dietro la schiena che denunciano come falso quello che il soggetto sta dicendo l'occhiolino che invita l'interlocutore a un'intesa
Più spesso i gesti accompagnano il parlato per confermare e rafforzare il significato del messaggio verbale: "E' cambiato da così a così", accompagnato dal rovesciamento del palmo della mano
Ogni Paese ha le sue regole, bisogna perciò porre particolare attenzione a non lasciarsi andare a gesti di cui non si è perfettamente certi del significato. 8
I gesti presentano rilevanti variazioni culturali, soprattutto in riferimento agli emblemi – o gesti simbolici, culturalmente codificati) 9
Molti dei gesti provengono dal contesto americano: Alcuni gesti si affermano nel gergo giovanile Nello sport ‘batti cinque’ 10
Tenere pollice e indice uniti a formare una "O“ OK (di derivazione statunitense) In Francia, Belgio, Tunisia significa “zero; inutile” Nei Paesi slavi e arabi, in Brasile, Germania, Turchia, Nigeria e in Grecia: un insulto. In Giappone può significare “denaro”. 11
Tenere il pugno chiuso e il pollice eretto verso l'alto OK (di derivazione statunitense) In molti paesi: la richiesta di autostop (no in Turchia) Si usa per contare (uno); in Giappone = cinque In Australia, Nigeria, America Latina, Grecia, Russia, e in Medio e estremo Oriente: un insulto. 12
Sollevare indice e medio della mano destra a "V“ In Inghilterra: "vittoria" se il dorso della mano è rivolto verso chi parla (usato per la prima volta da Churchill); un insulto se il dorso della mano è rivolto verso chi ascolta. In alcune altre culture il gesto ‘V’ vuol dire vittoria comunque si tenga il palmo. In Australia: un insulto In Italia: un insulto se si mette sul naso 13
il dorso della mano è rivolto verso chi ascolta La "V“ il dorso della mano è rivolto verso chi ascolta In Gran Bretagna, Australia, Nuova Zelanda, Malta: un insulto. Germania: vittoria! Francia: pace USA: due 14
In Italia "Ma che dici!?“ Nei paesi slavi: un insulto. Far oscillare basso-alto la mano rivolta verso l'alto con le dita raccolte a grappolo In Italia "Ma che dici!?“ Nei paesi slavi: un insulto. In Turchia: significa "Ottimo, eccellente". In Grecia: significa buono In Tunisia: significa lentamente Presso alcune comunità arabe: molo bello In Francia meridionale: paura 15
In Turchia: molto volgare. Colpire oscillando dal basso con la mano destra la sinistra tenuta ferma, tenendo le due mani a taglio. In Italia "Taglia l'angolo", "Fila via" In Turchia: molto volgare. 16
rappresenta le corna (“uno cornuto”) L'indice e il mignolo alzati In Italia questo gesto rappresenta le corna (“uno cornuto”) Negli USA simboleggia una squadra di calcio -Texas Longhorn. In Sud America: protezione dalla sfortuna; per augurare buona fortuna. Italia e Malta: gesto di scaramanzia 17
il consiglio di fare con calma Le mani aperte con il palmo rivolto verso l'interlocutore In Italia il consiglio di fare con calma Molto offensivo in Grecia (moutza), in Pakistan, in molti Paesi africani 18
Consegnare un oggetto a qualcuno usando solo una mano In Giappone questo e’ molto maleducato. 19
LA DISTANZA/VICINANZA SOCIALE La dimensione prossemica Edward Hall elaborò una nuova disciplina che si occupa del modo in cui l’uomo usa lo spazio attorno a sé. 20
Hall individuò quattro tipi di distanza sociale: a) la distanza intima (0 - 50 cm); b) la distanza personale (50 - 120 cm); c) la distanza sociale (fino a 360 cm); d) la distanza pubblica (da 360 cm in poi). 21
I gruppi culturali si differenziano sostanzialmente riguardo al modo di usare e delimitare lo spazio inter- personale e riguardo al significato che attribuiscono ai comportamenti prossemici. 22
CULTURE DELLA DISTANZA Gli USA e Canada Inghilterra CULTURE DELLA POCA DISTANZA Paesi Mediterranei, Paesi arabi, America Latina, Africa, Russia CULTURE DELLA DISTANZA Gli USA e Canada Inghilterra Europa settentrionale 23
Forme di contatto In Italia Altri Paesi Contatto frontale I due interlocutori restano a distanza di un braccio teso Le culture della costa europea del Mediterraneo: idem, chi si avvicina troppo invade il campo dell'altro, mettendolo a disagio e dandogli la sensazione di essere aggredito. Nel Mediterraneo arabo: la distanza si riduce. Culture europee non mediterranee e americane: i due interlocutori restano a distanza di un doppio braccio. 24
L’ORIENTAMENTO NELLO SPAZIO RELAZIONALE L’orientamento ci fornisce l’indicazione di come una persona si pone nei confronti del suo interlocutore. 25
IL CONTATTO FISICO La dimensione aptica - grandi differenze in funzione della cultura. 26
Contatto laterale Forme di contatto In Italia Altri Paesi Raro il contatto fra uomini. Molte culture mediterranee: anche i maschi si prendono a braccetto tra di loro nei paesi arabi. Zone rurali dell'Oriente sopravvive l'abitudine di prendersi per mano tra persone dello stesso sesso. In Turchia e in altre zone di cerniera tra Europa ed Asia: mettere la mano sulla spalla di uno straniero significa "Caro ospite, lascia che ti guidi 27
SALUTI
Stringere la mano in maniera molto decisa Forme di contatto in Italia Altri Paesi SALUTI Stringere la mano in maniera molto decisa Dimostra sincerità e "virilità" Nelle culture euro-americane: dimostra sincerità e "virilità“. In Germania: non è virile ma "sincera", per cui anche una donna la utilizza. In Asia: la stretta di mano è inusuale Giappone: inchino India: namaste Medio Oriente: salaam Non è apprezzata in alcune culture asiatiche e africane. In alcuni Paesi stringere la mano a una donna non è ancora una pratica del tutto accettata. 29
SALUTI Bacio Forme di contatto In Italia Altri Paesi Due baci sulle guance tra donne o tra donna e uomo sono ammessi, e tra uomini solo in casi eccezionali. In Giappone: un bacio in pubblico, anche tra padre e figlio, è escluso categoricamente. In Turchia ed in altre culture medio-orientali: il bacio è concesso anche tra giovani maschi. Gli scandinavi usano uno, belgi, serbi, e alcuni arabi tre. I britannici evitano il bacio. 30
LA POSTURA Secondo Ekman e Friesen, il volto trasmette più informazioni su determinate emozioni, mentre la postura rivela l’intensità dell’emozione stessa. Anche questo aspetto del linguaggio non verbale risente notevolmente dell’ambiente culturale. 31
LA POSTURA In molte culture accavallare le gambe non ha alcun valore comunicativo, mentre in incrociarle, cioè appoggiare la caviglia al ginocchio lasciando quindi che si veda la suola delle scarpe, significa scarso rispetto in alcune culture (asiatiche, arabe, turca). 32
LE ESPRESSIONI DEL VOLTO Il volto è la zona che maggiormente si tiene in considerazione quando parliamo con qualcuno e comprende una moltitudine di segnali molto comunicativi come movimenti degli occhi, della bocca, delle sopracciglia … 33
Gli studi di Ekman confermano che l’espressione e il riconoscimento delle emozioni primarie siano universali (non ci sono le differenze culturali): felicità, sorpresa, tristezza, paura, disgusto, rabbia 34
LO SGUARDO Lo sguardo è una significativa fonte di espressione che ci permette di cogliere lo stato d’animo e le opinioni del nostro interlocutore. 35
le differenze culturali concernono i vari aspetti dello sguardo (direzione, frequenza, durata). In molte culture, ad esempio in Asia (Giappone), si evita di guardare l’interlocutore dritto negli occhi (anche in Inghilterra). nella cultura araba e sudamericana si attribuisce grande importanza al contatto oculare 36
IL SORRISO Sorriso di solito risponde all’esigenza di mostrare gioia, e benessere personale. Nella cultura giapponese il sorriso sociale risponde all’esigenza di mostrarsi gentili con l’interlocutore per non metterlo a disagio. In Giappone e in altri paesi dell’Asia persone sorridono qualche volta quando sono confuse, imbarazzate. 37
I cenni del capo sono correlati ai messaggi di assenso o di diniego 38
Muovere la testa ripetutamente da dx a sx “No” In Bulgaria, Bangladesh, India, Nepal, Sri Lanka: "sì" Muovere la testa dall'alto verso il basso "Sì" In Bulgaria, Bangladesh, India, Nepal, Sri Lanka: "no" 39
ASPETTI NON LINGUISTICI o PARALINGUISTICI Si riferiscono alle inflessioni di voce che possono variare il significato di una parola o una frase in base a convenzioni culturali precise. 40
La velocità del parlato in una ricerca chi parlava velocemente è stato percepito dagli ascoltatori statunitensi come più competenti di chi parlava lentamente, mentre gli ascoltatori coreani hanno avuto le percezione opposta (Lee e Boster, 1992). 41
Il tono della voce Italiani, spagnoli, russi, arabi, cinesi e maggior parte degli africani parlano a volume più alto degli americani, mentre inglesi, giapponesi, ad esempio, parlano ad un volume relativamente basso. 42
Interruzioni e sovrapposizioni Gli italiani, e in generale le culture mediterranee accettano sia le interruzioni e sovrapposizioni. Quasi tutte le altre la vietano e possono sentire una fortissima irritazione se vengono interrotti. 43
Silenzio Il silenzio non e’ solo assenza di comunicazione ma, di norma, ha un significato. 44
Esistono variazioni sistematiche fra le varie culture Esistono variazioni sistematiche fra le varie culture. Vi sono le culture loquaci (africane, latine, arabe, sudamericane) e culture taciturne. Un cinese ben educato, anche se sa bene la risposta, lascia passare qualche secondo dopo una domanda intelligente, per dimostrare quanto sia degna di pensarci bene prima di rispondere 45
Letture consigliate Allan & Barbara Pease (2004): Perchè mentiamo con gli occhi e ci vergogniamo con I piedi? Milano: Mondolibri. Roger E. Axtell (1998). Gestures: The DO’s and TABOOs of Body Language Around the World. John Wiley & Sons. Bruno Munari. Il dizionario dei gesti italiani. Romana Lefevre: Rude hands gestures of the world. 46
Links - Uno dei laboratori più avanzati sulla lettura automatica delle espressioni facciali: www-2.cs.cmu.edu/~face/ la comunicazione non verbale: www3.usal.es/~nonverbal/ 47